Il sito archeologico di Losa è situato al centro del vasto altopiano basaltico di Abbasanta. Il nome stesso, "Losa" (lastra" o "lapide), deriva dalla necropoli a cremazione con lucerne africane posta ai limiti della muraglia megalitica risalente al periodo cristiano-bizantino. Le prime rilevazioni ed illustrazioni del sito risalgono al 1840, grazie agli studi del Generale Lamarmora. Gli scavi iniziarono nel 1890 ad opera di Filippo Vivanet e dell’assistente Filippo Nissardi, mentre nel 1915 Taramelli mise in luce nuove strutture abitative sui lati nord-est e sud-ovest. Negli anni ‘50 l’archeologo Giovanni Lilliu realizzò una prima disamina dei materiali, seguita dalla documentazione grafica tra il 1988 e il 1990. Gli scavi continuarono nella prima metà degli anni ’70 e nel biennio 1989/90. Negli anni 1970/71 e 1975/76 Barreca e l’assistente Giuseppe Lai condussero lavori di restauro e consolidamento, rendendo il sito accessibile al pubblico. Il cuore del sito è il nuraghe complesso, una struttura a tholos (falsa cupola) costituita da una torre centrale e un bastione trilobato con tre torri disposte in triangolo equilatero. Questa costruzione poggia su una platea megalitica ed è parzialmente circondata da un antemurale difensivo. Intorno al bastione si sviluppa una muraglia piriforme con torri, che racchiude gli ambienti insediativi originari e le sovrapposizioni successive di epoca tardo-punica, romana (repubblicana e imperiale), e altomedievale. La muraglia a forma sub-ellittica si estende per ben 268 mt sull’asse maggiore e 172 su quello minore. La sua altezza residua varia tra 1,60 e 2,30 mt e conserva ancora torri provviste di ingressi doppi, uno rivolto all’esterno e l’altro verso l’interno. Lungo il suo perimetro si aprono accessi secondari: uno sul fianco nord-occidentale e altri tre sul lato sud-orientale, testimonianza dell’antica organizzazione degli spazi e della funzionalità difensiva della struttura. Adiacente al nucleo centrale del nuraghe, si trova l’antemurale: un’imponente struttura composta da due torri, la E e la F, unite da cortine murarie dalla linea spezzata. La funzione difensiva è resa evidente dalla fitta presenza di feritoie — ben dieci nella torre E, otto nella F, e cinque lungo la cortina che le collega. La torre E presenta un diametro esterno di 10 mt e uno interno di 5,60 mt; al suo interno si trova una cisterna interrata per la raccolta idrica. La torre F, invece, è leggermente più piccola, con un dm esterno di 8,90 mt e uno interno di 4,50 mt, ma altrettanto significativa per comprendere l’articolazione dell’antemurale. Spostandosi verso sud, sul fronte dell’ingresso principale del bastione, si incontra la cosiddetta Capanna 1, un ambiente dalla pianta circolare con un dm di 10,50 metri e un’altezza residua di 3,60 mt. Due ingressi la caratterizzano: uno ampio e accogliente rivolto a sud, e uno più stretto e discreto orientato verso nord-est. All’interno, nicchie e stipetti laterali testimoniano l’uso domestico e rituale dello spazio; giacigli e lucerne fittili suggeriscono scene di vita quotidiana e notturna. Di particolare interesse è il ritrovamento, da parte dell’archeologo Taramelli, di un pilastrino rituale in trachite rosa, probabile elemento sacro. Procedendo lungo il percorso strutturale, si giunge al maestoso bastione trilobato, nucleo portante dell'intero complesso nuragico. La parte centrale dell'edificio presenta una conformazione a triangolo equilatero. Sulla facciata nord-orientale della muratura è presente una piccola apertura, pensata per portare luce naturale nella scala interna. Nel centro del bastione trilobato domina la torre centrale (mastio) con un dm massimo di 12 mt. La sua camera interna raggiunge i 7 mt di altezza ed è accessibile tramite una scala che conduce fino al terrazzo sommitale. Infine, attorno alla struttura giacciono al suolo i mensoloni in trachite basaltica, prevalentemente integri, che un tempo coronavano il profilo perimetrale del bastione.
Sito gestito, consigliata la visita con le guide estremamente appassionate...
Read moreAnche se gli studi "ufficiali" datano la costruzione del primo nucleo del Nuraghe Losa, nel periodo compreso fra il XIII° e l'XI° sec. a.C., ritengo che esso risalga, invece, almeno al XVIII°- XVII° sec. a. C., poiché quello indicato dagli archeologi era già di decadenza della civiltà "nuragica" cui stava sovrapponendosi quella "shardana". La struttura principale, a mio avviso, è tipicamente nuragica in quanto, molto probabilmente, era destinata a difesa. Ne sono testimonianza le numerose feritoie ed anche la tipologia della struttura abbastanza robusta e con pochi punti "deboli", quali ad esempio, gli accessi. Il nuraghe principale, di tipo trilobato, risulta caratterizzato anche dalla presenza di scale contenute nella struttura muraria, che consentivano l'accesso alla "piazza d'armi", dalla quale era possibile vigilare sull'esteso territorio circostante. Negli spazi circostanti sono visibili le pietre sbozzate in modo da poter essere incastrate nella parte sommitale che, fungendo da mensole, permettevano di reggere la piazza d'armi e consentire di avere uno sporto sulla struttura muraria sottostante. Sono visibili interventi edilizi successivi alla prima fase che da essa si distinguono per la differente tecnica e per le dimensioni delle pietre utilizzate. Il complesso risulta realizzato con pietra basaltica prelevata in situ. Oltre alla struttura "fortificata" che, rispetto al piano di campagna, aveva un discreto sviluppo in altezza (in origine circa 15 mt.), vi era un'altra cortina muraria, oggi, in alcuni punti, alta circa 3 mt., sulla quale insistono due torrette aventi, entrambe, duplici accessi consecutivi. Il sito appare, poi, utilizzato, per altre funzioni, nel periodo romano ed anche in quello alto-medievale. Infatti sono stati ritrovati numerosi reperti, fra cui numerose urne cinerarie. Il nome del nuraghe lascerebbe intendere che il sito abbia funzionato come necropoli, presumibilmente non prima del periodo rinascimentale, dato che "losa" (o, forse "llosa") in sardo, dallo spagnolo, significa "lapide" e, anche "tomba". L'insieme, attualmente, è visitabile a pagamento ed il sito è curato dalla Cooperativa Paleotur. Per i gruppi organizzati è possibile la...
Read moreDie grosse, gut erhaltene Anlage liegt ziemlich einsam auf freiem Feld. Wir kommen erst um 18 Uhr hin und haben nur mehr 1 Stunde Zeit, aber der Vorteil dieser späten Stunde ist, dass kaum noch Leute da sind. Wir können das fantastische Innere alleine bewundern und die enge Wendeltreppe bewundernd hinaufgehen ohne uns an andere Touristen vorbeiquetschen zu müssen.
Der Nuraghe Losa ist einer der am besten erhaltenen Nuraghen der Insel. Der Nuraghe hat einen dreieckigen Grundriss, einen Durchmesser von 12 Metern und ist noch bis zu einer Höhe von 13 Metern erhalten.
Betritt man den Nuraghe durch den Haupteingang ist man zuerst von der mystischen Beleuchtung und den riesigen verwendeten Steinen beeindruckt. Wie haben es die Menschen vor 3500 Jahren geschafft, diese gewaltigen Steine so aufeinander zu schichten, ohne Verwendung von Mörtel (!), dass Kuppeln und spiralförmige Treppen entstanden?! Unmittelbar hinter dem Eingang sind 3 Korridore, die zu 3 kuppelförmigen Räumen führen. Der innere große Raum hat 3 kreuzförmig angeordnete Nischen. Eine Treppe, oder eigentlich nur ein Gang, führt spiralförmig zu einer oberen Etage und zu einer Terrasse, die einen schönen Rundumblick über die Landschaft im Abendlicht gewährt. In den Abendstunden findet heute an der Außenmauer eines der Türme ein Meditationsevent statt. Die Leute liegen auf Matten im Gras und lauschen den sanften Klängen eines Percussionisten, während die Sonne allmählich untergeht und ein wunderschönes Abendlicht auf die Anlage wirft.
Der wahre Name der Nuraghe lautet "Su nurache `e losas, was soviel wie "die Nuraghe der Gräber" bedeutet. Der Name rührt von den vielen römischen Bestattungsurnen her, die in den nackten Fels am Rande der Anlage gehauen wurden. Für die Besichtigung der kleinen römischen Nekropole und Grabsteine fehlt uns dann leider doch die Zeit. Es ist schon 19 Uhr und der Park schließt...
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