E' senza dubbio uno dei posti più interessanti della Calabria e d'Italia, di notevole interesse storico e ingegneristico. Trattasi di un ponte tra i più antichi d'Italia, facente parte dell'antica via Popilia - Annia, costruita nel 132 a.C. ad opera del console del Publio Popilio Lenate e completata nel 131 a.C. dal pretore Tito Annio Rufo. Ruggero I d'Altavilla ricostruì o riammodernò il Ponte di Sant'Angelo, in particolare riammodernò il tratto dell'antica strada romana tra Consentia (Cosenza) e Mamertum, la città oggi conosciuta come Martirano e nota nelle cronache romane per la resistenza dei suoi abitanti alleati di Roma contro Pirro nelle guerre pirriche e per aver dato origine al nome di Mamertini, soldati mercenari famosi soprattutto per aver giocato un ruolo di primo piano nello scoppio della Prima guerra punica. Lo snodo fluviale di Ad Sabatum Flumen era un passaggio strategicamente importante e obbligato per i collegamenti nella zona e per raggiungere Acque Ange, identificabili con le odierne Terme di Caronte nel territorio di Lamezia Terme e proseguire verso l'attuale Vibo Valentia. In Calabria non esiste un altro ponte realizzato con questo tipo di manifattura, con arco a doppia ghiera di blocchi in calcarenite. I blocchi venivano estratti nelle cave vicine, le cosiddette "Parrere", le pietraie. Per raggiungere queste cave oggi è difficile, se non con l'aiuto di qualche amico di Altilia e ben equipaggiati. Le parrere sono un capolavoro naturale non valorizzato. Per raggiungere il ponte occorre lasciare la macchina sulla strada provinciale che porta a Scigliano e in piena curva c'è uno dei sentieri, lungo circa 300 metri, percorribile a piedi con scarpe da trekking, oppure con moto enduro o fuoristrada fino alla chiesetta. La pendenza massima del sentiero che conduce al ponte è del 60% circa. Nella Valle del Savuto ci sono altri due ponti (di presunta origine romana) che vale la pena vedere: il ponte delle Fratte (raggiungibile da Rogliano, stradina oltre le scuole medie) e il ponte di Tavolaria (raggiungibile dalla strada che porta al borgo di Orsara), nei pressi di quest'ultimo è possibile ammirare le cascate naturali del torrente Cannavino, con una parete in roccia che è possibile scalare con il supporto...
Read moreUno dei ponti più antichi d’Italia (monumento storico nazionale insieme al ponte Fabbrico dell’ isola tiberina del 69 a. C.), si trova in Calabria lungo il tragitto verso il mare del fiume Savuto. Alle pendici della Sila, nel territorio di Scigliano troviamo, infatti, il Ponte Romano detto anche di “Sant’ Angelo” o di “Annibale” costruito nel II secolo a. C. Il ponte, largo 3,45 metri, alto 11 metri e lungo circa 25 metri, faceva parte della via Popilia, antica via romana che venne costruita a partire da Reggio Calabria per raggiungere Roma dopo il congiungimento alla via Appia. I romani, in virtù dell’ importanza dell’opera, lo costruirono in modo da sfidare il tempo e le intemperie, comprese le piene del Savuto edificando il ponte a secco, ad una unica volta, con due archi concentrici in tufo calcareo rosso (prelevato da una cava sulla parete di una collina vicinissima al ponte) che col tempo si è suturato con il calcare scioltosi dalle stesse pietre, tanto da formare un unico blocco. Il piano di calpestio lo costruirono in muratura con pietre di fiume e pietra pozzolana. Accanto al ponte, ormai irrimediabilmente compromesse, sono visibili i resti di due garitte, utilizzate per riparare i soldati di guardia oltre ai ruderi di una vecchia casa colonica in parte sede della chiesetta di Sant’Angelo. Attualmente il ponte è uno tra monumenti recensiti e sotto protezione dell’ Unesco ma, inspiegabilmente, pur essendo tra i ponti più antichi d’Italia, è fuori da ogni circuito turistico sia regionale che nazionale.
L’antica tradizione popolare diede a questo ponte il nome di “Annibale”, denominazione del tutto errata dal punto di vista storico in quanto il condottiero cartaginese, all’epoca della costruzione del manufatto, riconducibile tra il 132 ed il 121 a.C., era già transitato dalla terra di Calabria quasi un secolo prima.
L’altra denominazione, “Ponte di Sant’Angelo” è legata alla presenza di una piccola Cappella, dedicata al santo omonimo. Secondo una leggenda, si racconta che questi abbia sconfitto il diavolo proprio sul ponte e quest’ultimo per rabbia, tirando un calcio alla spalla destra del ponte, provocò una lesione. Tale lesione non è oggi visibile, poiché fu riparata durante il restauro...
Read moreSituato nel territorio di Scigliano, il Ponte Romano datato nel II Secolo a.C. è denominato di Sant’Angelo o di Annibale; un monumento storico e nazionale tra i più antichi d'Italia. Emilio Barillaro scriveva: "...il ponte fu gittato dai romani a servizio della via Popilia nel 203 a.C.; distrutto dagli stessi costruttori all'epoca della sconfitta di Annibale per arrestare la fuga di costui ed impedirgli di raggiungere il mare e poi ricostruito con lo stesso materiale edilizio e con lo stesso modulo architettonico dei genieri del generale cartaginese per il transito della sua armata." Il Padula in “Calabria prima e dopo l’unità”, invece, scriveva « Mentre tu sali spesso ti viene all’orecchio uno scoppio di riso; e sono foresi e forosette che ridono sotto i tuoi piedi. Il ponte è di piperno e se ne ignora l’autore. Il volgo lo crede opera del diavolo e crede di vedere sopra alcune pietre l’impronta di sua mano e va a cercarvi tesori». L’antica tradizione popolare diede a questo ponte il nome di Annibale il Cartaginese, ma gli studi, condotti dallo storico meridionale Eduardo Galli nel 1806, pare neghino queste convinzioni. Lo studioso, infatti, afferma che: “I ritrovamenti, nelle vicinanze, di embrici, di vasi, di monete imperiali, hanno generato nelle anime semplici dei paesani la falsa credenza che Annibale, prima di partire dall’Italia, ci abbia dimorato lungamente costruendo perfino il ponte e che perciò porta il suo nome”. A smentire questa tesi è, anche, lo stile prettamente romano, l’analisi di cippi miliari sulla via Popilia, e la data di costruzione della detta via Popilia, tra il 131 ed il 121 a.C., cioè ottanta anni dopo il passaggio del generale. Secondo un’altra leggenda, codesto ponte è conosciuto anche con il nome di ponte S. Angelo, proprio per la presenza di una chiesa dedicata a questo Santo. Si racconta che questi abbia sconfitto il diavolo proprio sul ponte e quest’ultimo per rabbia tirando un calcio alla spalla destra del ponte provocò una lesione. Tale lesione non è oggi visibile, poiché fu ricucita durante il restauro...
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