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Fonte nuragica di Su Lumarzu — Attraction in Bonolva/Bonorva

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Fonte nuragica di Su Lumarzu
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Fonte nuragica di Su Lumarzu
ItalySardiniaBonolva/BonorvaFonte nuragica di Su Lumarzu

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Fonte nuragica di Su Lumarzu

SP43, 07012 Bonorva SS, Italy
4.5(63)
Open 24 hours
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Cultural
Scenic
Off the beaten path
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donnanuragica.com

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Carlo SalvettiCarlo Salvetti
Dovendo raggiungere Olbia per il rientro in nave, abbiamo approfittato del già stancante viaggio per visitare nei dintorni di Bonorva alcuni siti paleolitici e nuragici. Tra quest'ultimi abbiamo selezionato la Fonte sacra di Su Lumarzu raggiungendo il borgo di Rebeccu. Da notare che il cartello stradale posto al bivio sulla SP43 indica "Strada interrotta tra 350 m.". Con il nostro solito spirito di avventura abbiamo ignorato il cartello arrivando agevolmente al borgo posto sul versante di una collinetta piacevolmente affacciato sulla vasta piana. Nella piazzetta del borgo abbiamo avuto il piacere di vedere confermato il nostro obiettivo con un bel "SIETE QUI" con il consueto bollino rosso su di una piantina che, oltre alle notizie archeologiche relative al sito, nulla svelava circa il percorso per raggiungere la fonte. Armati di pazienza abbiamo desunto che una fonte deve trovarsi a metà od in fondo al versante. Senza nessun'altra indicazione che non Google Maps, abbiamo seguito una stradina acciottolata che scendeva a mezza costa. Percorsa in lungo ed in largo, Maps ci assicurava di essere giunti ma attorno a noi non vi erano altro che cancelli chiusi ed abitazioni deserte. Sconsolati, siamo risaliti in un punto con sufficiente segnale per effettuare una ricerca sul sito segnalato sulla piantina di cui sopra il quale riportava anche indicazioni sbagliate facendoci girare attorno alla piacevole ma chiusa chiesetta nel borgo ed assicurando che la direzione era segnalata da frecce dipinte sulle pareti dei muretti. Nulla di tutto ciò. Ma, ormai intestarditi a trovare la fonte, ci siamo inoltrati lungo l'ultimo tratto di stradina non ancora esplorata ed ecco apparire una segnalazione che ci ha permesso di raggiungere la fonte. RIEPILOGO DEL PERCORSO CORRETTO: Punto base la piazzetta squadrata e graziosamente pavimentata a cui si arriva dalla strada "interrotta" e sulla quale, a sinistra, è posizionata la palina con la piantina e le notizie storiche e le emergenze del territorio. Voltando le spalle all'unico edificio a 2 piani tinteggiato di bianco ed infissi in legno verdi e con una insegna iscritta su di una grossa tavola di quercia posta sulla facciata con scritto "Su Lumarzu" prendete la corta viuzza acciottolata di fronte a voi. La via gira ad angolo retto sulla destra proseguendo lungo il costone illuminato la sera da lampioni su palo. Fatti 100-120 m. si giunge ad un incrocio. Proseguite in piano e dritti. Dopo 50 m. la strada diventa sterrata e quando improvvisamente si restringe in un frondoso sentiero, sulla sinistra, in discesa, si apre un viottolo parzialmente acciottolato con in fondo due cancelli (che noi abbiamo trovato entrambi aperti). Entrate nel secondo (costruito senza risparmio di metallo, sovradimensionato, manco proteggesse Fort Knox!). Seguite il percorso sulla destra un poco più impervio e scivoloso, superate un piccolo ponticello in legno e, fatti ancora pochi passi vi trovate in uno spiazzo terrazzato con muretti a secco, ordinato, ben mantenuto, incrociando un viottolo anche ben pavimentato (non abbiamo cercato di capire da dove venisse!), e, poco più in alto, la costruzione dei due muri nuragici in blocchi squadrati che contengono il soprastante terreno e su cui si apre il piccolo e basso vano di accesso alla Fonte Sacra. La polla della fonte è protetta da una volta a "tholos" con una pietra di chiusura in sommità sulla quale in epoca più tarda è stata incisa una croce latina. La fonte è ancora attiva e l'acqua in eccesso si incanala in un canaletto scolpito e poi si nasconde sotto il pavimento antistante contornato da baggioli in pietra, per riuscire ancora mediante un altro canaletto e disperdersi. Sarà stata la gioia a compensare la fatica nel trovarla, sarà stato il silenzio assoluto che ci circondava, appena rotto dal fruscio del vento tra le foglie della macchia circostante, ma abbandonarsi a contemplare questa semplice (e duratura!) costruzione ti permette di immergerti nella magica sacralità del luogo, fantasticando sui significati che questo rappresentava e sui valori che trasmetteva.
Ilaria CardellaIlaria Cardella
Fonte nuragica di su Lumarzu – Bonorva La fonte nuragica di Su Lumarzu (il cui nome significa “La Luce”) dimora all’interno di un bosco a poca distanza dal borgo abbandonato di Rebeccu (a 408 mt s.l.d.m. appartenente al Comune di Bonorva), sulle pendici settentrionali dell’altopiano di Campeda, ai piedi della piana di Santa Lucia. La sua datazione storica risale al Bronzo Finale (1200-100 a.C.) e la prima metà del Ferro (1000-730 a.C.). Fu il proprietario del fondo, il sig. Rossi Gomez che, a seguito di lavori eseguiti nella propria tenuta, segnalò la presenza della fonte e fu l’archeologo Taramelli ad occuparsene per primo. Il sig. Gomez trovò un vasetto miniaturistico che il Taramelli riprodusse su un disegno e che, insieme ad un vasetto piriforme di 7 cm con falso colatoio e ansette forate, permise di ricondurre la funzione del sito ad attività cultuali. Sebbene quindi già nota agli inizi del XX°sec. con varie pubblicazioni nel 1919 corredate da disegni di Francesco Gariazzo, il primo intervento avvenne tra il 2004 e il 2005 condotto dall’università La Sapienza di Roma e la collaborazione della Soprintendenza di Sassari e Nuoro, affidando i lavori alla direzione della Dr.ssa Antonietta Boninu. La struttura della fonte è costituita da blocchi di basalto disposti a filari regolari alti quasi 3 metri e larghi 2, con facciata rivolta a nord. All’atrio di forma rettangolare, si accede attraverso un lastricato di 5,15 mt largo 1,80 che in origine doveva essere coperto da un tetto spiovente. Sia a destra che a sinistra sono presenti dei banconi sedile, alti circa 30 cm e larghi 40, che probabilmente avevano la funzione di accogliere le offerte votive dei fedeli. Nella parete sinistra si scorge una nicchia di forma quadrata. L’atrio introduce alla finestrella d’apertura di 50 cm che porta ad una vasca in pietra circolare poco profonda, che raccoglie l’acqua sorgiva protetta da una tholos a cupola agettante di 97 cm di diametro, troncata da una lastra di orizzontale in basalto, coperta e impermeabilizzata da strati di argilla e polvere. Dalla vasca, una canaletta fa defluire l’acqua congiungendosi ad un condotto di scolo ricavato sotto la pavimentazione di ingresso. I primi lavori di restauro coinvolsero la facciata e il lastricato. I conci di basalto al di sopra del 5°filare erano posizionati in modo caotico e una buona parte rovesciata sul pianoro. Il lastricato invece, ha subìto gravi manomissioni con asportazione della zona centrale in tempi moderni per poter posizionare un tubo di ferro che facesse fluire a valle l’acqua che sgorgava dalla fonte. I lavori di restauro hanno così permesso di eliminare il tubo di ferro e ricollocare le lastre originali della copertura del selciato. Il Taramelli, trovò nel vestibolo monete del IV° sec. d.C. e all’interno della Tholos, sulla lastra di copertura, una croce incisa in epoca Medievale (con l’intento di purificare la fonte in età cristiana) confermando la continua frequentazione del sito anche in età Romana Imperiale. Il percorso è bel segnalato e ben curato. Paesaggio fiabesco che già dal piccolo borgo di Rebeccu, vi immerge in un mondo in cui il tempo si è letteralmente fermato e nel quale la natura e le storie del passato riprendono vita. Meraviglioso!
Nicola PorcedduNicola Porceddu
Fonte risalente al periodo nuragico, in perfette condizioni di mantenimento. Dista qualche centinaio di metri dal borgo di Rebeccu. Il tracciato per raggiungerla è semplice da percorrere e curato affinché ci si possa giungere senza problemi. Agli inizi del 900 fu oggetto di scavi clandestini per poi essere studiata dal Taramelli ("padre dell'archeologia nuragica in Sardegna). La cella è tuttora ricca di acqua che fuoriesce all'esterno seguendo una canaletta incisa sul lastricato di pietra. Lateralmente vi possiamo trovare dei "sedili" in pietra altri circa 30 cm per 40 circa di lunghezza.
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Dovendo raggiungere Olbia per il rientro in nave, abbiamo approfittato del già stancante viaggio per visitare nei dintorni di Bonorva alcuni siti paleolitici e nuragici. Tra quest'ultimi abbiamo selezionato la Fonte sacra di Su Lumarzu raggiungendo il borgo di Rebeccu. Da notare che il cartello stradale posto al bivio sulla SP43 indica "Strada interrotta tra 350 m.". Con il nostro solito spirito di avventura abbiamo ignorato il cartello arrivando agevolmente al borgo posto sul versante di una collinetta piacevolmente affacciato sulla vasta piana. Nella piazzetta del borgo abbiamo avuto il piacere di vedere confermato il nostro obiettivo con un bel "SIETE QUI" con il consueto bollino rosso su di una piantina che, oltre alle notizie archeologiche relative al sito, nulla svelava circa il percorso per raggiungere la fonte. Armati di pazienza abbiamo desunto che una fonte deve trovarsi a metà od in fondo al versante. Senza nessun'altra indicazione che non Google Maps, abbiamo seguito una stradina acciottolata che scendeva a mezza costa. Percorsa in lungo ed in largo, Maps ci assicurava di essere giunti ma attorno a noi non vi erano altro che cancelli chiusi ed abitazioni deserte. Sconsolati, siamo risaliti in un punto con sufficiente segnale per effettuare una ricerca sul sito segnalato sulla piantina di cui sopra il quale riportava anche indicazioni sbagliate facendoci girare attorno alla piacevole ma chiusa chiesetta nel borgo ed assicurando che la direzione era segnalata da frecce dipinte sulle pareti dei muretti. Nulla di tutto ciò. Ma, ormai intestarditi a trovare la fonte, ci siamo inoltrati lungo l'ultimo tratto di stradina non ancora esplorata ed ecco apparire una segnalazione che ci ha permesso di raggiungere la fonte. RIEPILOGO DEL PERCORSO CORRETTO: Punto base la piazzetta squadrata e graziosamente pavimentata a cui si arriva dalla strada "interrotta" e sulla quale, a sinistra, è posizionata la palina con la piantina e le notizie storiche e le emergenze del territorio. Voltando le spalle all'unico edificio a 2 piani tinteggiato di bianco ed infissi in legno verdi e con una insegna iscritta su di una grossa tavola di quercia posta sulla facciata con scritto "Su Lumarzu" prendete la corta viuzza acciottolata di fronte a voi. La via gira ad angolo retto sulla destra proseguendo lungo il costone illuminato la sera da lampioni su palo. Fatti 100-120 m. si giunge ad un incrocio. Proseguite in piano e dritti. Dopo 50 m. la strada diventa sterrata e quando improvvisamente si restringe in un frondoso sentiero, sulla sinistra, in discesa, si apre un viottolo parzialmente acciottolato con in fondo due cancelli (che noi abbiamo trovato entrambi aperti). Entrate nel secondo (costruito senza risparmio di metallo, sovradimensionato, manco proteggesse Fort Knox!). Seguite il percorso sulla destra un poco più impervio e scivoloso, superate un piccolo ponticello in legno e, fatti ancora pochi passi vi trovate in uno spiazzo terrazzato con muretti a secco, ordinato, ben mantenuto, incrociando un viottolo anche ben pavimentato (non abbiamo cercato di capire da dove venisse!), e, poco più in alto, la costruzione dei due muri nuragici in blocchi squadrati che contengono il soprastante terreno e su cui si apre il piccolo e basso vano di accesso alla Fonte Sacra. La polla della fonte è protetta da una volta a "tholos" con una pietra di chiusura in sommità sulla quale in epoca più tarda è stata incisa una croce latina. La fonte è ancora attiva e l'acqua in eccesso si incanala in un canaletto scolpito e poi si nasconde sotto il pavimento antistante contornato da baggioli in pietra, per riuscire ancora mediante un altro canaletto e disperdersi. Sarà stata la gioia a compensare la fatica nel trovarla, sarà stato il silenzio assoluto che ci circondava, appena rotto dal fruscio del vento tra le foglie della macchia circostante, ma abbandonarsi a contemplare questa semplice (e duratura!) costruzione ti permette di immergerti nella magica sacralità del luogo, fantasticando sui significati che questo rappresentava e sui valori che trasmetteva.
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Fonte nuragica di su Lumarzu – Bonorva La fonte nuragica di Su Lumarzu (il cui nome significa “La Luce”) dimora all’interno di un bosco a poca distanza dal borgo abbandonato di Rebeccu (a 408 mt s.l.d.m. appartenente al Comune di Bonorva), sulle pendici settentrionali dell’altopiano di Campeda, ai piedi della piana di Santa Lucia. La sua datazione storica risale al Bronzo Finale (1200-100 a.C.) e la prima metà del Ferro (1000-730 a.C.). Fu il proprietario del fondo, il sig. Rossi Gomez che, a seguito di lavori eseguiti nella propria tenuta, segnalò la presenza della fonte e fu l’archeologo Taramelli ad occuparsene per primo. Il sig. Gomez trovò un vasetto miniaturistico che il Taramelli riprodusse su un disegno e che, insieme ad un vasetto piriforme di 7 cm con falso colatoio e ansette forate, permise di ricondurre la funzione del sito ad attività cultuali. Sebbene quindi già nota agli inizi del XX°sec. con varie pubblicazioni nel 1919 corredate da disegni di Francesco Gariazzo, il primo intervento avvenne tra il 2004 e il 2005 condotto dall’università La Sapienza di Roma e la collaborazione della Soprintendenza di Sassari e Nuoro, affidando i lavori alla direzione della Dr.ssa Antonietta Boninu. La struttura della fonte è costituita da blocchi di basalto disposti a filari regolari alti quasi 3 metri e larghi 2, con facciata rivolta a nord. All’atrio di forma rettangolare, si accede attraverso un lastricato di 5,15 mt largo 1,80 che in origine doveva essere coperto da un tetto spiovente. Sia a destra che a sinistra sono presenti dei banconi sedile, alti circa 30 cm e larghi 40, che probabilmente avevano la funzione di accogliere le offerte votive dei fedeli. Nella parete sinistra si scorge una nicchia di forma quadrata. L’atrio introduce alla finestrella d’apertura di 50 cm che porta ad una vasca in pietra circolare poco profonda, che raccoglie l’acqua sorgiva protetta da una tholos a cupola agettante di 97 cm di diametro, troncata da una lastra di orizzontale in basalto, coperta e impermeabilizzata da strati di argilla e polvere. Dalla vasca, una canaletta fa defluire l’acqua congiungendosi ad un condotto di scolo ricavato sotto la pavimentazione di ingresso. I primi lavori di restauro coinvolsero la facciata e il lastricato. I conci di basalto al di sopra del 5°filare erano posizionati in modo caotico e una buona parte rovesciata sul pianoro. Il lastricato invece, ha subìto gravi manomissioni con asportazione della zona centrale in tempi moderni per poter posizionare un tubo di ferro che facesse fluire a valle l’acqua che sgorgava dalla fonte. I lavori di restauro hanno così permesso di eliminare il tubo di ferro e ricollocare le lastre originali della copertura del selciato. Il Taramelli, trovò nel vestibolo monete del IV° sec. d.C. e all’interno della Tholos, sulla lastra di copertura, una croce incisa in epoca Medievale (con l’intento di purificare la fonte in età cristiana) confermando la continua frequentazione del sito anche in età Romana Imperiale. Il percorso è bel segnalato e ben curato. Paesaggio fiabesco che già dal piccolo borgo di Rebeccu, vi immerge in un mondo in cui il tempo si è letteralmente fermato e nel quale la natura e le storie del passato riprendono vita. Meraviglioso!
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Il percorso è bel segnalato e ben curato. Paesaggio fiabesco che già dal piccolo borgo di Rebeccu, vi immerge in un mondo in cui il tempo si è letteralmente fermato e nel quale la natura e le storie del passato riprendono vita....

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