La necropoli prenuragica si erge sulla piana di S. Lucia, a 500 mt dalla chiesa campestre a lei dedicata e a 10 km da Bonorva su un affioramento trachitico alto una decina di metri per 180 mt di lunghezza. Il sito consta di una ventina di tombe scavate nella roccia risalenti alla Cultura di Ozieri del neo-eneolitico finale (3500-2900 a. C.) ed è stato utilizzato sino al periodo medievale, profanato più volte dai tombaroli e riutilizzato in epoca moderna dai pastori come rifugi per il bestiame. Già conosciuta dalla metà dell’800’ fu oggetto di campagne di scavo dirette dal Taramelli dal 1916 al 1918 e poi da Lilliu nel 1967 che analizzò i tre ipogei più importanti: la tomba del Capo, la tomba a Capanna circolare e la tomba a Camera. Gli scavi del 2011-2012 e 2015 hanno invece messo in luce i resti di un villaggio situato ai piedi del costone roccioso e abitato sino al VI° sec. d.C. L’ipogeo n. VI, denominato la “Tomba del Capo”, si estende per 250 m² ed è composto di 18 ambienti disposti in modo regolare attorno a due nuclei centrali. Il sepolcro fu riutilizzato in epoca Romana come chiesa cristiana rupestre, una delle prime in periodo di persecuzioni. Fu riconsacrata nel 1313 ed intitolata a S. Andrea. L’ingresso è dotato di atrio con una scala gradinata ormai precaria e una porta architravata che conduce ad una anticella semicircolare di 20 m² con soffitto scolpito che ricorda il tetto in legno di una capanna. Il pavimento presenta numerose coppelle disposte a cerchio. Sulla sinistra due tombe a terra e nella parete una nicchia. Per il vano successivo di 30 m² si supera una porta alta 2 mt e larga 1,45 ornata da stipiti e architrave. Il soffitto conserva residui di ocra rossa preistorica e viene sorretto da 2 colonne di circa 60 cm di d. Nel pavimento, canalette che portano verso l’esterno. I restauri del 1969 portarono alla luce affreschi paleocristiani di due diversi periodi raffiguranti ghirlande, uccelli e il volto di una Santa. Nella parete nord è ben visibile una scritta MIVLIVS – DXXIII anteriore al V° sec. In fondo alla stanza, un’altra porta alta 2,50 mt e larga 1,30 immette nell’ultimo vano. Due colonne sorreggono il soffitto. Nel pavimento, una vaschetta quadrata che conteneva le reliquie in relazione con un altare paleocristiano ad oggi scomparso. Sul soffitto si apre un punto luce sino al piano di campagna che all’epoca doveva essere provvisto di copertura. In questo ambiente, una moltitudine di affreschi molto ben conservati rappresentanti le scene del Nuovo Testamento risalenti al IV° e VI° sec. d.C. Al centro della parete viene raffigurato il Cristo in trono contornato dai 4 evangelisti. Il soffitto presenta disegni cruciformi, figure di uccelli, frecce convergenti, motivi geometrici e losanghe. L'ipogeo n° V detto “Tomba a Capanna Circolare” ha pianta circolare di 3 mt di d., tetto conico di 2,3 mt ed è decorato da solchi che si diramano come a imitare i pali delle coperture delle capanne. Nelle pareti numerose nicchie e coppelle nel pavimento, oltre che una fossa rettangolare romano-bizantina. L’ipogeo n° VII, denominato “Tomba a camera” presenta un ingresso con scala a gradoni oggi inaccessibili a causa dei crolli. L’anticella di ingresso quadrangolare è ampia, la porta architravata conserva ancora negli stipiti tracce di ocra rossa. Il vano funerario è largo 3 mt e lungo 4,70 con pavimento valorizzato da 10 coppelle e due pilastri di trachite che sorreggono il soffitto che riproduce un tetto ligneo a due spioventi. Degno di nota è anche l’ipogeo n. XIII che presenta al centro della stanza un focolare circolare a scopo rituale con un d. esterno di 0,50 e interno di 0,30 più coppella centrale. Sulla sommità del pianoro, dimora una roccia trachitica alta 1,95 mt, larga 2,50 e lunga 4,50 che in passato, proprio per la sua forma veniva denominata “campanile” oppure “toro” per il somigliare al bovino al quale sembrava fosse stata tagliata la testa. In verità, si tratta di un monolito utilizzato in origine come ipogeo e in seguito privato delle pareti. Area gestita dalla...
Read moreLe domus de janas che compongono questa necropoli, una delle più estese ed importanti della Sardegna, sono scavate sulla parete verticale e sul pianoro di un affioramento trachitico - alto circa 10 m e orientato a S - e consisono in una ventina di sepolture disposte per lo più ad una certa altezza rispetto al livello di campagna. Cronologicamente sono inquadrabili nel neo-eneolitico, fra IV e III millennio a.C., ma le prime fasi di utilizzo sono da ricondurre alla Cultura di Ozieri (Neolitico finale: 3200-2800 a.C.). Gli ipogei risultano accessibili solo in parte, in quanto il cedimento parziale del fronte di roccia ha causato la distruzione di alcuni vani e dei gradini o pedarole che consentivano di raggiungerli. L'impianto planimetrico delle sepolture è monocellulare o pluricellulare: a quest'ultimo tipo appartengono tre tombe di particolare interesse: la "Tomba del Capo", la "Tomba a capanna circolare" e la "Tomba a camera". La prima, di maggiori dimensioni comprende 18 ambienti disposti, in modo labirintico, attorno a due vani principali. Un atrio rettangolare introduce nell'anticella semicircolare (diam. m 7,10) il cui soffitto riproduce i travetti radiali di un tetto semiconico. Sulla parete di fondo si apre il portello d'ingresso alla cella principale (alt. m 1,80) sormontato da un falso architrave rettangolare a rilievo marcato. Le due celle retrostanti, rettangolari (m 6,80 x 4,10; m 8 x 8,60), sono disposte in successione l'una dopo l'altra sullo stesso asse. Gli ambienti presentano due colonne rastremate verso l'alto, mentre sulla parete sinistra della seconda cella si conserva la riproduzione di una falsa porta. Sulle pareti dei due ambienti maggiori si aprono i portelli d'ingresso di numerose celle secondarie caratterizzate dalla presenza di nicchie e banconi. La "Tomba a capanna", vicina alla precedente, conserva un primo vano a pianta rettangolare (m 1,75 x 0,80) – caratterizzato dalla presenza sul pavimento di tre fossette per offerte – che immette nella cella principale circolare (diam. m 3; alt. m 2,30). Questo secondo ambiente presenta sul pavimento 15 fossette per offerte, alcune delle quali tagliate da una tomba a fossa successiva, e altre due piccole nicchie scavate sulla parete antistante l'ingresso. Il soffitto, a cono, conserva la riproduzione di un tetto con travetti radiali. Sulle pareti laterali sono presenti i portelli di accesso a due vani aggiunti in un momento successivo al primo impianto della sepoltura. La "Tomba a camera" - il cui originario ingresso monumentale con scalinata (largh. m 2) è crollato a causa del cedimento del fronte roccioso - riproduce gli elementi architettonici di un'abitazione a pianta rettangolare. Un padiglione d'ingresso (m 2,85 x 2,75) conserva nel pavimento tre fossette e introduce nell'ambiente maggiore, rettangolare in pianta (m 4,50 x 3,06 x m 2). Questo secondo vano presenta due pilastri e un soffitto che riproduce un tetto a doppio spiovente, con trave centrale e travetti laterali. Sulle pareti laterali del vano sono risparmiati alcuni cubicoli disposti a coppia. Alcune altre sepolture della necropoli mostrano elementi architettonici o simbolici: sul pavimento di una delle tombe minori scavate sul pianoro dell'affioramento, ad esempio, è realizzato un focolare con anello circolare in rilievo e con fossetta centrale. La necropoli venne riutilizzata per un lungo arco di tempo. In età medievale la "Tomba del Capo" venne trasformata in luogo di culto. Sulle pareti delle due camere più interne furono realizzati affreschi di soggetto cristiano....
Read moreQuesto di S. Andrea Priu è stato uno dei siti archeologici messo in programma durante un viaggio di rientro con imbarco ad Olbia. Situato su un grande banco di trachite emergente alla estremità sud di una estesa vallata nel territorio di Bonorva, è sicuramente uno dei siti più interessanti ed importanti non tanto per la vastità (ve ne sono di più estesi specie in questa parte di Sardegna compresa tra Sassari e Nuoro) quanto per la singolarità di una tomba a capanna semicircolare detta "del Capo" con una miriade di ulteriori ambienti a questa connessi che ne fanno la più estesa in Sardegna ed in Europa. Inoltre vi sono altri esempi di tomba a capanna con tetto a due falde ed una a pianta e tetto a capanna circolare di prossima apertura (a fine indagini ancora in corso e dopo la sua messa in sicurezza). Il sito è inoltre riconosciuto anche per una tomba detta "campanile" (perché si trova sulla superficie esterna poco sopra la tomba "del Capo", questa riusata in epoca romana e bizantina come sepoltura prima e poi come chiesa affrescata intitolata a S. Andrea) od anche "a toro" per la possente monolitica struttura associata al quadrupede (a me invece è venuto in mente il mandrillo per la posa leggermente reclinata ed il colore rosso di licheni sviluppatisi sul lato nord della struttura!). Inoltre una grande sorpresa attende i futuri visitatori, essendo in ultimazione le indagini, la classificazione e la messa in sicurezza di una prima parte di quella che sembra essere una vasta domus romana. Una piccola scomodità (subito lenita dalla bellezza del sito) è rappresentata dalla biglietteria, shop, bar e servizi e da un locale adibito a piccola mostra sulle tecniche di trasporto e di uso dell'acqua da parte dei romani, posto a circa 800 m. dall'attuale ingresso del sito che non è il pretenzioso portale in cls con scritta sulla sommità e dotato di un robusto cancello (e allora che significa tanto dispendio di energia se non viene usato?) ma un modesto passaggio peraltro anche fangoso (e quindi insicuro) poco più a lato. Attendo pazientemente la notizia dell'apertura della tomba circolare e dei primi ambienti della domus...
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