Informazioni trovate online: La grotta di San Michele è ubicata ad 1 km dalla sponda meridionale del lago di Varano e a circa 3 km a nordovest di Cagnano Varano. Essa, costituita da un’unica ampia caverna di natura carsica che si apre nella collina del Pozzone, è lunga circa 50 metri, larga dai 6 ai 15,60 metri e alta dai 3 ai 7,20 metri. La grotta mostra tracce di frequentazione ininterrotta a partire dal Paleolitico fino all'epoca contemporanea e ha subito, nel corso dei secoli, diversi rimaneggiamenti, che in alcuni casi ne hanno alterato l’aspetto (tra il materiale di risulta sono stati recuperati frammenti lapidei, ceramici, vitrei ed osteologici di varie epoche).
Al Paleolitico Medio (Musteriano) risalgono alcuni materiali provenienti dalla Grotta di San Michele, in un deposito davanti all'ingresso e lungo il pendio sottostante. All'interno della grotta sono stati rinvenuti inoltre alcuni lembi residui di un deposito contenente utensili del Paleolitico Superiore e tracce di una specie di equus selvatico poi estintosi. Dall'area provengono anche frammenti di ceramica impressa riferibili al Neolitico antico.
Nel Medioevo l'antro fu trasformato in chiesa: il suo aspetto e la presenza di acqua stillante che si raccoglie in una pozza, che richiamano il santuario di Monte Sant'Angelo, hanno favorito il culto di san Michele. L'ingresso è costituito da un setto artificiale intonacato; il portale è sormontato da una nicchia che ospitava una statua di san Michele, datata 1631, trafugata in anni recenti e sostituita da una copia della celebre scultura del Ferrucci presente nella basilica micaelica di Monte Sant'Angelo.
L'interno presenta tre altari di epoca moderna e contemporanea: quello maggiore dedicato all'Arcangelo Michele, quelli laterali alla Vergine Annunziata e all'Arcangelo Raffaele. Il pavimento è costituito da basoli calcarei e presenta numerosi graffiti (impronte dei piedi, delle mani e nomi), opera dei pellegrini in varie epoche. Le pareti mostrano tracce, molto deteriorate, di una decorazione a fresco: alcune figure risultano di difficile interpretazione, ma si riconoscono tracce di una Crocifissione medievale. Meglio conservato appare un trittico trecentesco, trasposizione di un dipinto su tavola con cornice intagliata, con i santi Tommaso, Bartolomeo ed Antonio Abate, riconoscibili sia per gli attributi, sia per alcune lettere dei loro nomi ancora leggibili (S. ...OMA; S. BA[R]TO...; ANT...N). Al Cinquecento risale, invece, un affresco della Madonna con il Bambino. Tra le concrezioni calcaree che abbelliscono l'interno della grotta i devoti riconoscono tracce della presenza di san Michele (impronte di un'ala e dello zoccolo del...
Read moreLuogo meraviglioso per la pace e la tranquillità che ti trasmette. La grotta, in cui secondo la leggenda San Michele apparve e si riposo' prima di dirigersi a Montesantangelo, è rimasta come all' origine , con una flebile illuminazione e con un arredamento minimale ,che preserva Il progetto spirituale della natura. All' esterno troviamo uno spiazzo ben aggiustato con una scalinata ( via crucis) che porta in un uliveto sopra la grotta da dove si intravede uno splendido panorama del Lago di Varano e del suo istmo che lo separa dal mare. Tornando alla grotta, Si entra sotto un arco e si percorre un piccolo viale con profumi di frutti d' altri tempi. Si entra nella grotta dove si trovano piccoli antri di roccia, in uno di essi ci sarebbero rimaste le impronte Delle ali dell' arcangelo. Ci sono diversi altari in marmo, degli affreschi antichi non curati e rovinati dall' ambiente umido, l' altare maggiore con la statua di San Michele. Alla cui sinistra si può vedere un gioco di luci che a tanti sembrano far apparire due sagome di Padre Pio, da giovane e da anziano. In fondo alla grotta c'è una sorgente chiamata fonte di Santa Lucia, la leggenda vuole che sia acqua miracolosa. A contornare il tutto un simpatico vecchietto che fa il custode della...
Read moreGrotta trovata chiusa in due occasioni nonostante dovesse essere aperta secondo gli orari esposti. Visita riuscita solo perché il parroco, una volta contattato, è andato a prendere il custode a casa e lo ha portato alla grotta (che è di proprietà del Comune). Interni poco illuminati, pavimento bagnato e pericoloso, teca con la statua del Santo sporca e incrostata, fiori vecchi ovunque, candelieri arrugginiti e sporchi. Un senso di incuria e degrado generalizzata: il posto potrebbe essere meta di pellegrinaggi, generare economia per la località, ma non è minimamente promosso o pubblicizzato, la custodia è affidata a una persona molto anziana e con difficoltà motorie, la manutenzione ridotta al minimo. Lo spazio dietro l'altare è altamente sdrucciolevole ma non vi è la minima segnalazione di pericolo. Una polla d'acqua è separata dal pubblico da una cancellata arrugginita che può essere aperta da chiunque in assenza di serratura con lucchetto. La statua della Madonna è nel buio più completo, quella di San Pio si "salva" perché posta vicino all'uscita e beneficia di luce naturale. Perché...
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