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Monastero di Cairate — Attraction in Cairate

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Monastero di Cairate
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Tutankhamon il Faraone
Via Dante Alighieri, 42, 21050 Cairate VA, Italy
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Monastero di Cairate
ItalyLombardyCairateMonastero di Cairate

Basic Info

Monastero di Cairate

Piazza Giardino delle Badesse, Via Pontida, 21050 Cairate VA, Italy
4.6(162)
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Cultural
Family friendly
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attractions: , restaurants: Tutankhamon il Faraone
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Quadrivium Network & the Black Sun of the UltraViolet Dream
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Mon, Dec 29 • 7:00 PM
Via Daiz Via Daiz, 2207 Lake Como
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CAPODANNO ZEROEURO •  Ostello Bello Como
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Wed, Dec 31 • 10:00 PM
9 Viale Fratelli Rosselli, 22100 Como
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Craft pizza with a professional pizzaiolo
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Tue, Dec 30 • 2:30 PM
22100, Como, Lombardy, Italy
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Tutankhamon il Faraone

Tutankhamon il Faraone

Tutankhamon il Faraone

4.1

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Cristina GhielmettiCristina Ghielmetti
Il monastero è visitabile da qualche anno dopo un lungo restauro che l'ha strappato all'abbandono ed al decadere delle strutture. Di proprietà della Provincia di Varese, non chiede l'acquisto del biglietto ma solo un'offerta neanche obbligatoria, l'apertura e' nel fine settimana. Con l'ausilio di una piantina si possono visitare i due piani : quello inferiore che mostra scavi di sepolture, sarcofagi, ritrovamenti di utensili in metallo e di ceramica di secoli diversi, monete, monili. Suggestivo il percorso delle chiese con affreschi, in particolare l'opera di Aurelio Luini, che racconta episodi della vita della Vergine, occupa l'intera parete sino al soffitto della chiesa delle monache. Pochi gradini e si accede alla chiesa settecentesca che conserva un altare in marmo elegantemente decorato con angeli. Il piano superiore concede la vista sul cortile interno dal loggiato, da qui si arriva alla bellissima "sala della musica". Voluta da Antonia Castiglioni, mostra pareti decorate finemente e dipinti con strumenti musicali, figure e paesaggi in una cornice che segue tutta la parte alta della stanza. Alcune sale ospitano una piccola mostra su una Tv privata e sui suoi promotori. In tutto il percorso sono presenti pannelli descrittivi molto esaurienti ed interessanti che raccontano la storia del monastero dalle origini romane, al periodo longobardo, al rinascimento sino ai giorni nostri. Piccola curiosità: pare che il monastero abbia il suo "fantasma". Si tratterebbe di Manigunda, la monaca di nobili origini che ancora oggi non ha abbandonato il luogo da lei fondato... Mah! Per chi volesse proseguire la visita di Cairate spingendosi sino alla frazione di Peveranza, è possibile seguire l'itinerario del borgo dipinto. Le opere sono numerose e davvero belle, ne ho fotografate alcune.
Adriana RosasAdriana Rosas
Quello che è stato dal 737 al 1799 un monastero femminile, costruito su un sito abitato già dal III sec. a. C., oggi è in parte – il cosiddetto “cortile di san Pancrazio” – sede di uffici, in parte sede museale. Il complesso è stato pazientemente restaurato in anni abbastanza recenti per l’impegno del Comune prima e della Provincia di Varese poi, ma la suddivisione tra le due proprietà e la rifunzionalizzazione dei locali con filosofie e stili diversi, che ha permesso il recupero di un sito brutalizzato negli ultimi due secoli, non aiutano a comprendere una storia complessa e ad apprezzare appieno le cose belle che certamente ci sono. Ho avuto difficoltà a orientarmi nella parte museale (molto ricca). Ho trovato molto belli gli affreschi cinquecenteschi – di Aurelio Luini – sulla parete con cui venne chiusa l’abside della chiesa: sono stati riportati in buone condizioni e sono ben visibili. Interessante il chiostro porticato, costruito su due livelli in epoche differenti, in cui si possono vedere tracce di affreschi dedicati alla Via Crucis. Curiose, nella parte museale, la “sala della musica” (per il fregio affrescato sulla porzione superiore delle pareti e per le scene nella parte centrale) e, nella parte di proprietà comunale, la “sala dei fiori” (per gli affreschi a motivo floreale eseguiti presumibilmente alla fine del Quattrocento). NB. Il sito è visitabile sabato, domenica e nei giorni festivi, con orari diversi a seconda del giorno e del periodo dell’anno; nei giorni feriali, è visitabile su prenotazione.
Maria Cristina AlesseMaria Cristina Alesse
Pomeriggio alla scoperta di questo monastero di cui ignoravamo l’esistenza se non dopo aver letto una recensione su Milano today. A poco meno di 1 ora di macchina da Milano merita davvero una visita e ci si rende conto subito che ci si trova in un posto speciale e per fortuna salvato, restaurato e offerto alla visita dei curiosi come noi. Si offerto, perché tutto gratuito (gradita e dovuta secondo me offerta libera )accompagnati in visita attraverso le varie aeree da persone splendide animate davvero dall’amore del bello. Peccato che molte zone anche se restaurate e pronte per essere utilizzate (laboratori didattici e interattivi ) sono tuttora chiuse e non agibili. Un posto dal gran potenziale ma poco sfruttato e conosciuto per colpa di burocrazia e inezia di qualcuno.andate a visitarlo ❤️
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Il monastero è visitabile da qualche anno dopo un lungo restauro che l'ha strappato all'abbandono ed al decadere delle strutture. Di proprietà della Provincia di Varese, non chiede l'acquisto del biglietto ma solo un'offerta neanche obbligatoria, l'apertura e' nel fine settimana. Con l'ausilio di una piantina si possono visitare i due piani : quello inferiore che mostra scavi di sepolture, sarcofagi, ritrovamenti di utensili in metallo e di ceramica di secoli diversi, monete, monili. Suggestivo il percorso delle chiese con affreschi, in particolare l'opera di Aurelio Luini, che racconta episodi della vita della Vergine, occupa l'intera parete sino al soffitto della chiesa delle monache. Pochi gradini e si accede alla chiesa settecentesca che conserva un altare in marmo elegantemente decorato con angeli. Il piano superiore concede la vista sul cortile interno dal loggiato, da qui si arriva alla bellissima "sala della musica". Voluta da Antonia Castiglioni, mostra pareti decorate finemente e dipinti con strumenti musicali, figure e paesaggi in una cornice che segue tutta la parte alta della stanza. Alcune sale ospitano una piccola mostra su una Tv privata e sui suoi promotori. In tutto il percorso sono presenti pannelli descrittivi molto esaurienti ed interessanti che raccontano la storia del monastero dalle origini romane, al periodo longobardo, al rinascimento sino ai giorni nostri. Piccola curiosità: pare che il monastero abbia il suo "fantasma". Si tratterebbe di Manigunda, la monaca di nobili origini che ancora oggi non ha abbandonato il luogo da lei fondato... Mah! Per chi volesse proseguire la visita di Cairate spingendosi sino alla frazione di Peveranza, è possibile seguire l'itinerario del borgo dipinto. Le opere sono numerose e davvero belle, ne ho fotografate alcune.
Cristina Ghielmetti

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Quello che è stato dal 737 al 1799 un monastero femminile, costruito su un sito abitato già dal III sec. a. C., oggi è in parte – il cosiddetto “cortile di san Pancrazio” – sede di uffici, in parte sede museale. Il complesso è stato pazientemente restaurato in anni abbastanza recenti per l’impegno del Comune prima e della Provincia di Varese poi, ma la suddivisione tra le due proprietà e la rifunzionalizzazione dei locali con filosofie e stili diversi, che ha permesso il recupero di un sito brutalizzato negli ultimi due secoli, non aiutano a comprendere una storia complessa e ad apprezzare appieno le cose belle che certamente ci sono. Ho avuto difficoltà a orientarmi nella parte museale (molto ricca). Ho trovato molto belli gli affreschi cinquecenteschi – di Aurelio Luini – sulla parete con cui venne chiusa l’abside della chiesa: sono stati riportati in buone condizioni e sono ben visibili. Interessante il chiostro porticato, costruito su due livelli in epoche differenti, in cui si possono vedere tracce di affreschi dedicati alla Via Crucis. Curiose, nella parte museale, la “sala della musica” (per il fregio affrescato sulla porzione superiore delle pareti e per le scene nella parte centrale) e, nella parte di proprietà comunale, la “sala dei fiori” (per gli affreschi a motivo floreale eseguiti presumibilmente alla fine del Quattrocento). NB. Il sito è visitabile sabato, domenica e nei giorni festivi, con orari diversi a seconda del giorno e del periodo dell’anno; nei giorni feriali, è visitabile su prenotazione.
Adriana Rosas

Adriana Rosas

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Pomeriggio alla scoperta di questo monastero di cui ignoravamo l’esistenza se non dopo aver letto una recensione su Milano today. A poco meno di 1 ora di macchina da Milano merita davvero una visita e ci si rende conto subito che ci si trova in un posto speciale e per fortuna salvato, restaurato e offerto alla visita dei curiosi come noi. Si offerto, perché tutto gratuito (gradita e dovuta secondo me offerta libera )accompagnati in visita attraverso le varie aeree da persone splendide animate davvero dall’amore del bello. Peccato che molte zone anche se restaurate e pronte per essere utilizzate (laboratori didattici e interattivi ) sono tuttora chiuse e non agibili. Un posto dal gran potenziale ma poco sfruttato e conosciuto per colpa di burocrazia e inezia di qualcuno.andate a visitarlo ❤️
Maria Cristina Alesse

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Il monastero è visitabile da qualche anno dopo un lungo restauro che l'ha strappato all'abbandono ed al decadere delle strutture. Di proprietà della Provincia di Varese, non chiede l'acquisto del biglietto ma solo un'offerta neanche obbligatoria, l'apertura e' nel fine settimana. Con l'ausilio di una piantina si possono visitare i due piani : quello inferiore che mostra scavi di sepolture, sarcofagi, ritrovamenti di utensili in metallo e di ceramica di secoli diversi, monete, monili. Suggestivo il percorso delle chiese con affreschi, in particolare l'opera di Aurelio Luini, che racconta episodi della vita della Vergine, occupa l'intera parete sino al soffitto della chiesa delle monache. Pochi gradini e si accede alla chiesa settecentesca che conserva un altare in marmo elegantemente decorato con angeli. Il piano superiore concede la vista sul cortile interno dal loggiato, da qui si arriva alla bellissima "sala della musica". Voluta da Antonia Castiglioni, mostra pareti decorate finemente e dipinti con strumenti musicali, figure e paesaggi in una cornice che segue tutta la parte alta della stanza. Alcune sale ospitano una piccola mostra su una Tv privata e sui suoi promotori. In tutto il percorso sono presenti pannelli descrittivi molto esaurienti ed interessanti che raccontano la storia del monastero dalle origini romane, al periodo longobardo, al rinascimento sino ai giorni nostri. Piccola curiosità: pare che il monastero abbia il suo "fantasma". Si tratterebbe di Manigunda, la monaca di nobili origini che ancora oggi non ha abbandonato il luogo da lei fondato... Mah! Per chi volesse proseguire la visita di Cairate spingendosi sino alla frazione di Peveranza, è possibile seguire l'itinerario del borgo dipinto. Le opere sono numerose e davvero belle, ne ho...

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Quello che è stato dal 737 al 1799 un monastero femminile, costruito su un sito abitato già dal III sec. a. C., oggi è in parte – il cosiddetto “cortile di san Pancrazio” – sede di uffici, in parte sede museale. Il complesso è stato pazientemente restaurato in anni abbastanza recenti per l’impegno del Comune prima e della Provincia di Varese poi, ma la suddivisione tra le due proprietà e la rifunzionalizzazione dei locali con filosofie e stili diversi, che ha permesso il recupero di un sito brutalizzato negli ultimi due secoli, non aiutano a comprendere una storia complessa e ad apprezzare appieno le cose belle che certamente ci sono. Ho avuto difficoltà a orientarmi nella parte museale (molto ricca). Ho trovato molto belli gli affreschi cinquecenteschi – di Aurelio Luini – sulla parete con cui venne chiusa l’abside della chiesa: sono stati riportati in buone condizioni e sono ben visibili. Interessante il chiostro porticato, costruito su due livelli in epoche differenti, in cui si possono vedere tracce di affreschi dedicati alla Via Crucis. Curiose, nella parte museale, la “sala della musica” (per il fregio affrescato sulla porzione superiore delle pareti e per le scene nella parte centrale) e, nella parte di proprietà comunale, la “sala dei fiori” (per gli affreschi a motivo floreale eseguiti presumibilmente alla fine del Quattrocento).

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5y

Trattasi di un ex-monastero edificato nel 737 per volere della Regina longobarda Manigunda. La storia ci racconta che Federico Barbarossa, nel 1176 prima della battaglia di Legnano, trascorse la notte nella foresteria del monastero. Nel 1799 Napoleone Bonaparte trasformò l'edificio da religioso in laico e in seguito fu venduto a privati. Il Comune di Cairate acquistò nella seconda metà del Novecento l'ex complesso monastico trasformandolo negli anni 2000 in museo e area espositiva oltre a sede di uffici municipali e parco pubblico. L'itinerario di visita comprende: la chiesa, il chiostro, alcune stanze e il museo suddiviso in percorsi. Non sono in grado di descrivere l'interno in quanto abbiamo trovato chiuso, infatti meglio informarsi dei giorni e degli orari di apertura in quanto dovrebbe essere aperto solamente durante il week-end...

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