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Ex chiesa ed ex convento di San Bonaventura — Attraction in Canale Monterano

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Ex chiesa ed ex convento di San Bonaventura
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Nearby attractions
Antica Monterano
Str. Antica Monterano, 00060 Canale Monterano RM, Italy
Riserva Naturale Regionale Monterano
Str. Antica Monterano, 00060 Canale Monterano RM, Italy
AgriPark Stigliano
Via Braccianese Claudia km 34.00, SP, 3A, 00060 Canale Monterano RM, Italy
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Ex chiesa ed ex convento di San Bonaventura
ItalyLazioCanale MonteranoEx chiesa ed ex convento di San Bonaventura

Basic Info

Ex chiesa ed ex convento di San Bonaventura

Antica Monterano, Str. Antica Monterano, 00060 Canale Monterano RM, Italy
4.8(188)
Open until 12:00 AM
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attractions: Antica Monterano, Riserva Naturale Regionale Monterano, AgriPark Stigliano, restaurants:
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Antica Monterano

Riserva Naturale Regionale Monterano

AgriPark Stigliano

Antica Monterano

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4.7

(997)

Open until 12:00 AM
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Riserva Naturale Regionale Monterano

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4.8

(134)

Open until 12:00 AM
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AgriPark Stigliano

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(68)

Open 24 hours
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Simone PorrelliSimone Porrelli
Superato il portale d’ingresso, tramite un vestibolo si accedeva alla chiesa, con pianta centrale a croce greca. L’interno risulta armonicamente movimentato dalla presenza di pilastri angolari su basi modanate. Nella profonda abside doveva trovar posto l’altare maggiore, ora scomparso; i bracci laterali accoglievano 2 altari mediani e in ciascuno di questi si aprivano 2 cappelline, per un totale di 7 altari. Questi erano dedicati, procedendo dall’abside in senso antiorario, a San Bonaventura, alla Madonna dei Sette Dolori, Sant’Agostino, Sant’Antonio da Padova, San Filippo Benizi, San Michele Arcangelo e San Giuseppe; una tela per ciascuno di questi, ad esclusione della Madonna dei Sette Dolori, a cui era dedicata una statua lignea, era ospitata nelle cornici in stucco o molta sopra ciascun altare (al momento dell’abbandono queste opere vennero trasferite nella chiesa parrocchiale di Canale, Santa Maria Assunta in Cielo, dove se ne conserva una parte). Al corpo di fabbrica della chiesa si addossano le 3 ali porticale del convento, delimitanti un cortile. Il pavimento della chiesa: a differenza di quello che si è portati ad immaginare, non tutti i pavimenti delle chiesa di età barocca furono realizzati in marmi preziosi, nonostante il committente potesse essere, come in questo caso, la famiglia papale. Per San Bonaventura si scelse di utilizzare formelle di cotto di forma quadrata e rettangolare prodotte appositamente nella fornace di Canale. La differente cromia – variano dal giallo, all’arancio-rosato al rosso – doveva conferire vivacità alla tessitura del pavimento. Nelle chiese tutt’oggi utilizzate questa tipologia pavimentale più soggetta ad usura, è stata ormai sostituita. San Bonaventura, precocemente abbandonata, è forse l’unico esempio di chiesa berniniana che conserva l’originario pavimento in cotto. ENGLISH: After the entrance portal, through a vestibule you entered the church, with a central Greek cross plan. The interior is harmoniously moved by the presence of corner pillars on molded bases. The high altar, which has now disappeared, must have been placed in the deep apse; the lateral arms housed 2 median altars and in each of these there were 2 chapels, for a total of 7 altars. These were dedicated, proceeding counterclockwise from the apse, to San Bonaventura, the Madonna of the Seven Sorrows, Sant'Agostino, Sant'Antonio da Padova, San Filippo Benizi, San Michele Arcangelo and San Giuseppe; a canvas for each of these, with the exception of the Madonna dei Sette Dolori, to which a wooden statue was dedicated, was housed in the stucco frames or a lot above each altar (at the time of abandonment these works were transferred to the parish church of Canale, Santa Maria Assunta in Cielo, where a part of it is kept). The 3 portical wings of the convent, delimiting a courtyard, lean against the body of the church. The floor of the church: unlike what we are led to imagine, not all the floors of the church of the Baroque age were made of precious marble, although the client could be, as in this case, the papal family. For San Bonaventura it was decided to use square and rectangular terracotta tiles specially produced in the Canale furnace. The different colors - ranging from yellow, to orange-pink to red - had to give liveliness to the texture of the floor. In churches still used today, this type of flooring more subject to wear has now been replaced. San Bonaventura, precociously abandoned, is perhaps the only example of a Berninian church that preserves the original terracotta floor.
LorenzoLorenzo
LA CHIESA ED IL CONVENTO DI SAN BONAVENTURA (1675-1677) La Chiesa e il Convento di San Bonaventura a Monterano rappresentano una testimonianza storico-architettonica di rilevante interesse. Progettati dall'eminenza artistica di Gian Lorenzo Bernini, e realizzati sotto la guida di Mattia De' Rossi, questi edifici riflettevano la grandezza del barocco. Il complesso religioso venne edificato su commissione di Angelo Altieri, quando divenne Papa Clemente X, su un sito precedentemente occupato da una chiesa più antica, risalente forse al periodo etrusco. La chiesa, caratterizzata da una facciata flanqueggiata da due campanili e arricchita da lesene doriche e un frontone, è oggi un esempio di rovina pittoresca. All'interno, l'architettura centrale era accentuata da una navata unica con cappelle laterali e una cupola ottagonale, ora non più esistente. L'interno mostra ora un grande albero che, crescendo nel tempo, è diventato simbolo dell'intreccio tra natura e manufatto umano, metafora del ciclo di vita e decadenza. Il sito, caratterizzato da un declino dovuto a eventi storici come l'invasione francese del 1799 e l'abbandono dovuto alla malaria, rimane un luogo di fascino unico, testimone di un'epoca ormai lontana. La sua bellezza e atmosfera unica hanno attirato l'attenzione dell'industria cinematografica, facendo da sfondo a film di rilievo internazionale come "Ben Hur" e film italiani come "Il Marchese del Grillo". Questi elementi combinati rendono il Convento di San Bonaventura non solo un luogo di interesse storico e culturale, ma anche un'icona visiva e un simbolo del rapporto tra civiltà, storia e ambiente naturale.
Stefano CiottiStefano Ciotti
Beautiful place in the middle of amazing natural reserve. Offers two options to arrive to this old town. If you like walking, park in the solfatara valley and follow the Old Monterano red walk. Or if you prefer arrive at the first parking and look around and you will find the road to antica Monterano parking. It is easy to find. Look around and you will find the road. Good luck .
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Superato il portale d’ingresso, tramite un vestibolo si accedeva alla chiesa, con pianta centrale a croce greca. L’interno risulta armonicamente movimentato dalla presenza di pilastri angolari su basi modanate. Nella profonda abside doveva trovar posto l’altare maggiore, ora scomparso; i bracci laterali accoglievano 2 altari mediani e in ciascuno di questi si aprivano 2 cappelline, per un totale di 7 altari. Questi erano dedicati, procedendo dall’abside in senso antiorario, a San Bonaventura, alla Madonna dei Sette Dolori, Sant’Agostino, Sant’Antonio da Padova, San Filippo Benizi, San Michele Arcangelo e San Giuseppe; una tela per ciascuno di questi, ad esclusione della Madonna dei Sette Dolori, a cui era dedicata una statua lignea, era ospitata nelle cornici in stucco o molta sopra ciascun altare (al momento dell’abbandono queste opere vennero trasferite nella chiesa parrocchiale di Canale, Santa Maria Assunta in Cielo, dove se ne conserva una parte). Al corpo di fabbrica della chiesa si addossano le 3 ali porticale del convento, delimitanti un cortile. Il pavimento della chiesa: a differenza di quello che si è portati ad immaginare, non tutti i pavimenti delle chiesa di età barocca furono realizzati in marmi preziosi, nonostante il committente potesse essere, come in questo caso, la famiglia papale. Per San Bonaventura si scelse di utilizzare formelle di cotto di forma quadrata e rettangolare prodotte appositamente nella fornace di Canale. La differente cromia – variano dal giallo, all’arancio-rosato al rosso – doveva conferire vivacità alla tessitura del pavimento. Nelle chiese tutt’oggi utilizzate questa tipologia pavimentale più soggetta ad usura, è stata ormai sostituita. San Bonaventura, precocemente abbandonata, è forse l’unico esempio di chiesa berniniana che conserva l’originario pavimento in cotto. ENGLISH: After the entrance portal, through a vestibule you entered the church, with a central Greek cross plan. The interior is harmoniously moved by the presence of corner pillars on molded bases. The high altar, which has now disappeared, must have been placed in the deep apse; the lateral arms housed 2 median altars and in each of these there were 2 chapels, for a total of 7 altars. These were dedicated, proceeding counterclockwise from the apse, to San Bonaventura, the Madonna of the Seven Sorrows, Sant'Agostino, Sant'Antonio da Padova, San Filippo Benizi, San Michele Arcangelo and San Giuseppe; a canvas for each of these, with the exception of the Madonna dei Sette Dolori, to which a wooden statue was dedicated, was housed in the stucco frames or a lot above each altar (at the time of abandonment these works were transferred to the parish church of Canale, Santa Maria Assunta in Cielo, where a part of it is kept). The 3 portical wings of the convent, delimiting a courtyard, lean against the body of the church. The floor of the church: unlike what we are led to imagine, not all the floors of the church of the Baroque age were made of precious marble, although the client could be, as in this case, the papal family. For San Bonaventura it was decided to use square and rectangular terracotta tiles specially produced in the Canale furnace. The different colors - ranging from yellow, to orange-pink to red - had to give liveliness to the texture of the floor. In churches still used today, this type of flooring more subject to wear has now been replaced. San Bonaventura, precociously abandoned, is perhaps the only example of a Berninian church that preserves the original terracotta floor.
Simone Porrelli

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LA CHIESA ED IL CONVENTO DI SAN BONAVENTURA (1675-1677) La Chiesa e il Convento di San Bonaventura a Monterano rappresentano una testimonianza storico-architettonica di rilevante interesse. Progettati dall'eminenza artistica di Gian Lorenzo Bernini, e realizzati sotto la guida di Mattia De' Rossi, questi edifici riflettevano la grandezza del barocco. Il complesso religioso venne edificato su commissione di Angelo Altieri, quando divenne Papa Clemente X, su un sito precedentemente occupato da una chiesa più antica, risalente forse al periodo etrusco. La chiesa, caratterizzata da una facciata flanqueggiata da due campanili e arricchita da lesene doriche e un frontone, è oggi un esempio di rovina pittoresca. All'interno, l'architettura centrale era accentuata da una navata unica con cappelle laterali e una cupola ottagonale, ora non più esistente. L'interno mostra ora un grande albero che, crescendo nel tempo, è diventato simbolo dell'intreccio tra natura e manufatto umano, metafora del ciclo di vita e decadenza. Il sito, caratterizzato da un declino dovuto a eventi storici come l'invasione francese del 1799 e l'abbandono dovuto alla malaria, rimane un luogo di fascino unico, testimone di un'epoca ormai lontana. La sua bellezza e atmosfera unica hanno attirato l'attenzione dell'industria cinematografica, facendo da sfondo a film di rilievo internazionale come "Ben Hur" e film italiani come "Il Marchese del Grillo". Questi elementi combinati rendono il Convento di San Bonaventura non solo un luogo di interesse storico e culturale, ma anche un'icona visiva e un simbolo del rapporto tra civiltà, storia e ambiente naturale.
Lorenzo

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Stefano Ciotti

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Superato il portale d’ingresso, tramite un vestibolo si accedeva alla chiesa, con pianta centrale a croce greca. L’interno risulta armonicamente movimentato dalla presenza di pilastri angolari su basi modanate. Nella profonda abside doveva trovar posto l’altare maggiore, ora scomparso; i bracci laterali accoglievano 2 altari mediani e in ciascuno di questi si aprivano 2 cappelline, per un totale di 7 altari. Questi erano dedicati, procedendo dall’abside in senso antiorario, a San Bonaventura, alla Madonna dei Sette Dolori, Sant’Agostino, Sant’Antonio da Padova, San Filippo Benizi, San Michele Arcangelo e San Giuseppe; una tela per ciascuno di questi, ad esclusione della Madonna dei Sette Dolori, a cui era dedicata una statua lignea, era ospitata nelle cornici in stucco o molta sopra ciascun altare (al momento dell’abbandono queste opere vennero trasferite nella chiesa parrocchiale di Canale, Santa Maria Assunta in Cielo, dove se ne conserva una parte). Al corpo di fabbrica della chiesa si addossano le 3 ali porticale del convento, delimitanti un cortile. Il pavimento della chiesa: a differenza di quello che si è portati ad immaginare, non tutti i pavimenti delle chiesa di età barocca furono realizzati in marmi preziosi, nonostante il committente potesse essere, come in questo caso, la famiglia papale. Per San Bonaventura si scelse di utilizzare formelle di cotto di forma quadrata e rettangolare prodotte appositamente nella fornace di Canale. La differente cromia – variano dal giallo, all’arancio-rosato al rosso – doveva conferire vivacità alla tessitura del pavimento. Nelle chiese tutt’oggi utilizzate questa tipologia pavimentale più soggetta ad usura, è stata ormai sostituita. San Bonaventura, precocemente abbandonata, è forse l’unico esempio di chiesa berniniana che conserva l’originario pavimento in cotto.

ENGLISH: After the entrance portal, through a vestibule you entered the church, with a central Greek cross plan. The interior is harmoniously moved by the presence of corner pillars on molded bases. The high altar, which has now disappeared, must have been placed in the deep apse; the lateral arms housed 2 median altars and in each of these there were 2 chapels, for a total of 7 altars. These were dedicated, proceeding counterclockwise from the apse, to San Bonaventura, the Madonna of the Seven Sorrows, Sant'Agostino, Sant'Antonio da Padova, San Filippo Benizi, San Michele Arcangelo and San Giuseppe; a canvas for each of these, with the exception of the Madonna dei Sette Dolori, to which a wooden statue was dedicated, was housed in the stucco frames or a lot above each altar (at the time of abandonment these works were transferred to the parish church of Canale, Santa Maria Assunta in Cielo, where a part of it is kept). The 3 portical wings of the convent, delimiting a courtyard, lean against the body of the church. The floor of the church: unlike what we are led to imagine, not all the floors of the church of the Baroque age were made of precious marble, although the client could be, as in this case, the papal family. For San Bonaventura it was decided to use square and rectangular terracotta tiles specially produced in the Canale furnace. The different colors - ranging from yellow, to orange-pink to red - had to give liveliness to the texture of the floor. In churches still used today, this type of flooring more subject to wear has now been replaced. San Bonaventura, precociously abandoned, is perhaps the only example of a Berninian church that preserves the original...

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LA CHIESA ED IL CONVENTO DI SAN BONAVENTURA (1675-1677)

La Chiesa e il Convento di San Bonaventura a Monterano rappresentano una testimonianza storico-architettonica di rilevante interesse. Progettati dall'eminenza artistica di Gian Lorenzo Bernini, e realizzati sotto la guida di Mattia De' Rossi, questi edifici riflettevano la grandezza del barocco. Il complesso religioso venne edificato su commissione di Angelo Altieri, quando divenne Papa Clemente X, su un sito precedentemente occupato da una chiesa più antica, risalente forse al periodo etrusco. La chiesa, caratterizzata da una facciata flanqueggiata da due campanili e arricchita da lesene doriche e un frontone, è oggi un esempio di rovina pittoresca.

All'interno, l'architettura centrale era accentuata da una navata unica con cappelle laterali e una cupola ottagonale, ora non più esistente. L'interno mostra ora un grande albero che, crescendo nel tempo, è diventato simbolo dell'intreccio tra natura e manufatto umano, metafora del ciclo di vita e decadenza. Il sito, caratterizzato da un declino dovuto a eventi storici come l'invasione francese del 1799 e l'abbandono dovuto alla malaria, rimane un luogo di fascino unico, testimone di un'epoca ormai lontana.

La sua bellezza e atmosfera unica hanno attirato l'attenzione dell'industria cinematografica, facendo da sfondo a film di rilievo internazionale come "Ben Hur" e film italiani come "Il Marchese del Grillo". Questi elementi combinati rendono il Convento di San Bonaventura non solo un luogo di interesse storico e culturale, ma anche un'icona visiva e un simbolo del rapporto tra civiltà, storia e...

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