Un posto particolare che vale la pena di vistare
Ancora oggi il Santuario della Mentorella, il più antico santuario mariano d'Italia e forse d'Europa,
IL SANTUARIO SEGRETO DI PAPA GIOVANNI PAOLO II - "SONO VENUTO A CANTARE IL MAGNIFICAT" La prima uscita da Roma di Giovanni Paolo II è stata un pellegrinaggio. Il Papa si è recato proprio al Santuario della Mentorella, dove già altre volte, affascinato dalla bellezza del luogo, era salito a piedi per raccogliersi in preghiera. "In occasione dei miei soggiorni a Roma, ho spesso visitato il Santuario della Madonna della Mentorella... Leggiamo nel Vangelo di S. Luca che Maria, dopo l'annunciazione si recò tra le montagne per visitare la sua parente Elisabetta. Arrivata ad Ain-Karin, mise tutta la sua anima nelle parole del cantico, che la Chiesa ricorda ogni giorno nei Vespri: "L'anima mia magnificat il Signore". Ho desiderato di venire qui, tra queste montagne per cantare dietro le orme di Maria il "Magnificat...". Questo luogo mi ha aiutato molto a pregare. È perciò anche oggi ho desiderato venire qui. La preghiera, che in vari modi esprime il rapporto dell'uomo col Dio vivo, è anche il primo compito e quasi il primo annuncio del Papa". Per salutare il Santo Padre alla Mentorella, il 29 ottobre 1978 sono pervenute circa 20 mila persone
Sulla cima di una rupe che cade a picco sulla valle di Giovenzano sorge il Santuario della Mentorella. La chiesa, dedicata alla Beata Vergine, si dice che sia stata edificata dall'imperatore Costantino e consacrata da papa Silvestro I. La leggenda intorno alla nascita della chiesa è, come accade spesso, intrecciata alla realtà storica dell'epoca e si arricchisce di fascino e mistero. Il nome Mentorella ha, secondo gli studiosi, diverse origini, tra cui riportiamo le due più plausibili: dalla Torre Morella, fortilizio altomedioevale non più esistente; dal generale goto Wult, che convertitosi al Cristianesimo a Montecassino si ritirò successivamente in questo sito, che da lui trasse il nome il Wultvilla, volgarizzato, attraverso vari passaggi (Vultvilla, Vultuilla), in Vulturella e poi Mentorella. La storia del sito si accompagna con quella di Guadagnolo; il Santuario fu proprietà dei Monaci di Subiaco fino al tardo secolo XVI, quando lo lasciarono e ad essi subentrarono i Gesuiti. Dopo alterne vicende tornò di nuovo ai Benedettini, finché nel 1857 il papa Pio IX non lo concesse ai Padri Resurrezionisti Polacchi, ai quali ancora oggi appartiene. Già nel XIII secolo, Claro vescovo di Tivoli lamentò le cattive condizioni in cui versava il Santuario, pregando i fedeli di provvedere al suo decoroso mantenimento con somme di denaro. Nel 1390 risulta tra l'altro che la chiesa e il convento vennero di fatto abbandonati, forse per un breve periodo. Il grande rinnovamento del complesso monastico si ebbe nel XVII secolo, ad opera del gesuità Atanasio Kircher, che dal 1660, con l'aiuto economico dell'imperatore Leopoldo I d'Austria e di molti altri principi tedeschi, restaurò la chiesa e il convento e l'abbelli di molte immagini dipinte. Tra queste, di un certo interesse sono la decorazione della cappella di S. Silvestro, la prima a destra, con storie relative al Santo affrescate dal pittore Antonio Rosati da Vicovaro e le storie di S. Eustachio nella cappellina omonima, che sorge sulla rupe che sovrasta la chiesa. Padre Atanasio Kircher fu anche un insigne studioso del luogo; a lui si deve una Historia Eustachio-Mariana edita nel 1665, in cui si narrano le origini e le vincende storiche relative al Santuario. Fin dal 1664, il Kircher stabili di solennizzare la festività annuale il 29 settembre. Ancora oggi il Santuario della Mentorella, il più antico santuario mariano d'Italia e forse d'Europa, è meta abituale di fedeli, che salgono a deporre le loro preghiere ai piedi della Vergine. La facciata della chiesa mostra una grande semplicità architettonica: è adornata da due finestrelle e nel mezzo, sopra il portale d'ingresso, si apre un ovale, con pilastrini a raggiera sormontati da un archivolto a...
Read moreL 'antico santuario di Santa Maria in Vulturella sorge sul Monte Guadagnolo a circa 1200 metri sul livello del mare in prossimità di una vertiginosa rupe che si apre in questa porzione della catena degli Appennini sulla Valle del Giovenzano. Secondo la tradizione, la chiesa del Santuario fu edificata dall'Imperatore Costantino nel luogo dove S.Eustachio ebbe la visione di un cervo che mostrava una croce tra le corna. Si narra che un cavaliere dell'esercito romano di nome Placido stesse facendo una battuta di caccia in quei luoghi quando, in prossimità della rupe, gli comparve un cervo e la voce di Cristo gli disse che era venuto per salvarlo : Placido si convertì al cristianesimo fu perseguitato e martirizzato assieme ai componenti della sua famiglia ed è noto ai cristiani come S.Eustachio. Sulle origini del nome "mentorella" esistono varie ipotesi. Fino all'XI secolo il luogo veniva indicato con alcune piccole varianti Vulturella, Voltorella, Bulturella, Boltorella. Nel XII secolo queste denominazioni vanno via via scomparendo per lasciare il posto alla denominazione Vultvillia : nome che secondo alcuni storici sarebbe da ricondurre ad un nobile personaggio della corte di Totila, il conte Vult, che ritiratosi in questi luoghi ed abbandonata la religione pagana costruì una dimora che si chiamò Vultuilla. Il Cascioli ipotizzò che la stessa chiesa fosse stata eretta da questo stesso conte Vult. Secondo il Gori il nome "mentorella" sarebbe derivato dal termine "monterello" in uso presso gli abitanti di quei luoghi. Il luogo è legato oltre che a S.Eustachio anche a S.Benedetto e S. Gregorio. Alle spalle della chiesa si trova, infatti, una grotta che si dice sia stata eremo per S.Eustachio e, più tardi, per S.Benedetto. Il Gori riporta un'antica leggenda secondo la quale esisteva anticamente anche un'altra grotta nei pressi del monastero : in essa dimorava un feroce drago che arrecava grandi danni alla popolazione e allo stesso monastero. Fu così che un frate indossata una pesante corazza affrontò il drago riuscendo a sconfiggerlo ma tale fu l'impeto della lotta che rimasto investito dall'alito funesto della bestia morì anche lui insieme all'animale.
Sulla rupe, poco distante dalla grotta di S. Benedetto, si erge una piccola cappellina dedicata a S.Eustachio cui si arriva percorrendo una scala di 74 gradini : indicata come "scala santa" che fu realizzata nel XVII secolo. La piccola cappellina sorge sul luogo dove si ritiene che S.Eustachio ricevette la visione del cervo...
Read moreSecondo la leggenda, il Santuario della Mentorella è sorto per volontà di Costantino nel IV secolo nel luogo dove si convertì il tribuno romano Sant'Eustachio, vissuto tra il I e il II secolo d.C., grande cacciatore, dopo l'apparizione di Cristo tra le corna di un cervo.
Comunque sia, un documento del 594 testimonia che la proprietà fu donata da S.Gregorio, della gens Anicia a monaci benedettini: questo potrebbe essere sia un indizio della presenza di San Benedetto nella località, sia una prova dell'antichità del santuario, che forse prende il nome da Mons Vulturum, monte degli avvoltoi, che una volta erano numerosi nella zona.
Abbandonato alla fine del Medio Evo, il santuario fu scoperto al gesuita Athanasius Kircher, uno dei geni dell'età barocca, che con l'aiuto economico dell'imperatore Leopoldo I d'Austria e di molti altri principi tedeschi, restaurò la chiesa e il convento e l'abbellì di molte immagini dipinte.
Nel 1857 Papa Pio IX dona il santuario alla Congregazione della Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, i padri polacchi: proprio la loro presenza rese Giovanni Paolo II affezionato al Santuario
L’interno del Santuario della Mentorella è costituito da una navata centrale: Sia a destra che a sinistra troviamo due capelle: una dedicata a San Silvestro con dipinti che raffigurano la vita del Santo e l’Imperatore Costantino affrescate dal pittore Antonio Rosati da Vicovaro, forse anche autore dellestorie di S. Eustachio nella cappellina omonima, che sorge sulla rupe che sovrasta la chiesa, e la Cappella del Crocifisso, in cui è anche custodito un rilievo ligneo, forse un palliotto d'altare, risalente al XII secolo, che rappresenta sia la consacrazione della chiesa da parte di papa Silvestro, sia il miracolo di Sant'Eustachio.
Nel ciborio è racchiusa la statua della Vergine, in legno, alquanto più piccola del naturale. Essa è seduta in cattedra, nell'atto di sorreggere sul ginocchio sinistro Gesù, che la guarda teneramente e l'abbraccia. L'opera deve essere attribuita ad una bottega romana del secolo XII, una delle più importanti opere in legno della scultura lignea...
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