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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo — Attraction in Codognè

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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
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Ristorante Antica Pieve
Borgata, Borgo Gradisca, 46, 31020 Castello Roganzuolo TV, Italy
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Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
ItalyVenetoCodognèChiesa dei Santi Pietro e Paolo

Basic Info

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Via Castello di Regenza, 1, 31020 Castello Roganzuolo TV, Italy
4.6(91)
Open 24 hours
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Cultural
Scenic
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attractions: , restaurants: Ristorante Antica Pieve
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Ristorante Antica Pieve

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4.5

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Leo Salvatore TavernaLeo Salvatore Taverna
La chiesa di San Pietro e Paolo sorge al di sopra di una piacevole collinetta. Arrivati dentro l'edificio sacro, che conobbe diversi mutamenti architettonici, non si può fare a meno di rimanere colpiti dalla potenza, dall'espressività, dallo stile dei magnifici affreschi dell'abside, eseguiti da Francesco Pagani da Figino detto Francesco da Milano. Essi rappresentano episodi neotestamentari, adattati nella forma e nel costume dei personaggi alla moda rinascimentale, tranne per quel che riguarda alcuni personaggi sacri. Tra essi si notano gli episodi della decapitazione di Giovanni Battista, poi l'episodio della sfida di Simone Mago a San Pietro. Ai lati, prima dell'abside vi sono gli affreschi rispettivamente de: 1) l'episodio biblico di Giona e la balena; 2) l'episodio biblico del sacrificio di Isacco da parte di Abramo, che venne fermato dall'Angelo di Dio. In altro settore della chiesa possiamo vedere copia del trittico di Tiziano Vecellio, il cui originale è conservato altrove. Nel complesso si tratta di una chiesa di grande ricchezza artistica, famosa negli annali religiosi della cristianità vittoriese. Merita una citazione particolare la sollecitudine e la bravura con cui la signora Fiorella ci ha guidato attraverso la ricchezza artistica dell'edificio e la sua storia. Si raccomanda la visita di questo singolare e artisticamente molto ricco edificio.
Francesco SolettiFrancesco Soletti
Castello Roganzuolo è la frazione settentrionale di Santa Fior legata alla vicenda di un celebre dipinto del Tiziano. Corre l'anno 1543, infatti, quando la locale luminaria, ovvero la commissione sul decoro della parrocchia, commissiona al pittore cadorino una pala per l'altare maggiore, già incorniciato dagli affreschi del serravallese Francesco da Milano. La richiesta riguarda una Madonna col Bambino affiancata dai santi Pietro e Paolo, titolari della chiesa, e suggellata da una Deposizione. La prima vicissitudine patita dall'opera riguarda la consegna che avviene solo nel 1549 per lungaggini relative tra l'altro al pagamento, con una parte in natura consistente nella costruzione di una casa di campagna per il pittore. Il trittico resta al suo posto fino alla Prima Guerra Mondiale, quando viene nascosto in una soffitta tanto umida da danneggiarlo irrimediabilmente. Bisogna dire che il restauro ha fatto un mezzo miracolo, ma a motivo di questi trascorsi l'opera è attualmente custodita nel Museo diocesano di Vittorio Veneto. Quella che si vede oggi a Castello Roganzuolo è in effetti una copia, che tuttavia, nella sua splendida cornice dorata, ha l'indubbio merito di non far rimpiangere l'originale. Estratto da «Vittorio Veneto e le Prealpi Trevigiane» (Francesco Soletti, Touring Editore, 2016)
Pierantonio RosadaPierantonio Rosada
Ho già scritto su questo luogo in passato. Risultero' noioso ma la mia gioia e il mio stupore non sono diminuiti di un centimetro quando entro in questo recinto sacro. La lamentela è sempre la stessa e si riassume in 3 parole: chiesa sempre chiusa. E' vero che il panorama da quassù è molto bello ma sarebbe ancora più bello se ai turisti fosse data la possibilità di godere dell'interno dell'edificio sacro. I comuni che custodiscono questi gioielli hanno delle responsabilità di tutela e cura. E dovrebbero avere l'obbligo di rendere questi luoghi accessibili , non solo ai locali, anche ai numerosi ciclo turisti.
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La chiesa di San Pietro e Paolo sorge al di sopra di una piacevole collinetta. Arrivati dentro l'edificio sacro, che conobbe diversi mutamenti architettonici, non si può fare a meno di rimanere colpiti dalla potenza, dall'espressività, dallo stile dei magnifici affreschi dell'abside, eseguiti da Francesco Pagani da Figino detto Francesco da Milano. Essi rappresentano episodi neotestamentari, adattati nella forma e nel costume dei personaggi alla moda rinascimentale, tranne per quel che riguarda alcuni personaggi sacri. Tra essi si notano gli episodi della decapitazione di Giovanni Battista, poi l'episodio della sfida di Simone Mago a San Pietro. Ai lati, prima dell'abside vi sono gli affreschi rispettivamente de: 1) l'episodio biblico di Giona e la balena; 2) l'episodio biblico del sacrificio di Isacco da parte di Abramo, che venne fermato dall'Angelo di Dio. In altro settore della chiesa possiamo vedere copia del trittico di Tiziano Vecellio, il cui originale è conservato altrove. Nel complesso si tratta di una chiesa di grande ricchezza artistica, famosa negli annali religiosi della cristianità vittoriese. Merita una citazione particolare la sollecitudine e la bravura con cui la signora Fiorella ci ha guidato attraverso la ricchezza artistica dell'edificio e la sua storia. Si raccomanda la visita di questo singolare e artisticamente molto ricco edificio.
Leo Salvatore Taverna

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Castello Roganzuolo è la frazione settentrionale di Santa Fior legata alla vicenda di un celebre dipinto del Tiziano. Corre l'anno 1543, infatti, quando la locale luminaria, ovvero la commissione sul decoro della parrocchia, commissiona al pittore cadorino una pala per l'altare maggiore, già incorniciato dagli affreschi del serravallese Francesco da Milano. La richiesta riguarda una Madonna col Bambino affiancata dai santi Pietro e Paolo, titolari della chiesa, e suggellata da una Deposizione. La prima vicissitudine patita dall'opera riguarda la consegna che avviene solo nel 1549 per lungaggini relative tra l'altro al pagamento, con una parte in natura consistente nella costruzione di una casa di campagna per il pittore. Il trittico resta al suo posto fino alla Prima Guerra Mondiale, quando viene nascosto in una soffitta tanto umida da danneggiarlo irrimediabilmente. Bisogna dire che il restauro ha fatto un mezzo miracolo, ma a motivo di questi trascorsi l'opera è attualmente custodita nel Museo diocesano di Vittorio Veneto. Quella che si vede oggi a Castello Roganzuolo è in effetti una copia, che tuttavia, nella sua splendida cornice dorata, ha l'indubbio merito di non far rimpiangere l'originale. Estratto da «Vittorio Veneto e le Prealpi Trevigiane» (Francesco Soletti, Touring Editore, 2016)
Francesco Soletti

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Ho già scritto su questo luogo in passato. Risultero' noioso ma la mia gioia e il mio stupore non sono diminuiti di un centimetro quando entro in questo recinto sacro. La lamentela è sempre la stessa e si riassume in 3 parole: chiesa sempre chiusa. E' vero che il panorama da quassù è molto bello ma sarebbe ancora più bello se ai turisti fosse data la possibilità di godere dell'interno dell'edificio sacro. I comuni che custodiscono questi gioielli hanno delle responsabilità di tutela e cura. E dovrebbero avere l'obbligo di rendere questi luoghi accessibili , non solo ai locali, anche ai numerosi ciclo turisti.
Pierantonio Rosada

Pierantonio Rosada

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La chiesa di San Pietro e Paolo sorge al di sopra di una piacevole collinetta. Arrivati dentro l'edificio sacro, che conobbe diversi mutamenti architettonici, non si può fare a meno di rimanere colpiti dalla potenza, dall'espressività, dallo stile dei magnifici affreschi dell'abside, eseguiti da Francesco Pagani da Figino detto Francesco da Milano. Essi rappresentano episodi neotestamentari, adattati nella forma e nel costume dei personaggi alla moda rinascimentale, tranne per quel che riguarda alcuni personaggi sacri. Tra essi si notano gli episodi della decapitazione di Giovanni Battista, poi l'episodio della sfida di Simone Mago a San Pietro. Ai lati, prima dell'abside vi sono gli affreschi rispettivamente de:

  1. l'episodio biblico di Giona e la balena;
  2. l'episodio biblico del sacrificio di Isacco da parte di Abramo, che venne fermato dall'Angelo di Dio. In altro settore della chiesa possiamo vedere copia del trittico di Tiziano Vecellio, il cui originale è conservato altrove. Nel complesso si tratta di una chiesa di grande ricchezza artistica, famosa negli annali religiosi della cristianità vittoriese. Merita una citazione particolare la sollecitudine e la bravura con cui la signora Fiorella ci ha guidato attraverso la ricchezza artistica dell'edificio e la sua storia. Si raccomanda la visita di questo singolare e artisticamente molto...
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Castello Roganzuolo è la frazione settentrionale di Santa Fior legata alla vicenda di un celebre dipinto del Tiziano. Corre l'anno 1543, infatti, quando la locale luminaria, ovvero la commissione sul decoro della parrocchia, commissiona al pittore cadorino una pala per l'altare maggiore, già incorniciato dagli affreschi del serravallese Francesco da Milano. La richiesta riguarda una Madonna col Bambino affiancata dai santi Pietro e Paolo, titolari della chiesa, e suggellata da una Deposizione. La prima vicissitudine patita dall'opera riguarda la consegna che avviene solo nel 1549 per lungaggini relative tra l'altro al pagamento, con una parte in natura consistente nella costruzione di una casa di campagna per il pittore. Il trittico resta al suo posto fino alla Prima Guerra Mondiale, quando viene nascosto in una soffitta tanto umida da danneggiarlo irrimediabilmente. Bisogna dire che il restauro ha fatto un mezzo miracolo, ma a motivo di questi trascorsi l'opera è attualmente custodita nel Museo diocesano di Vittorio Veneto. Quella che si vede oggi a Castello Roganzuolo è in effetti una copia, che tuttavia, nella sua splendida cornice dorata, ha l'indubbio merito di non far rimpiangere l'originale. Estratto da «Vittorio Veneto e le Prealpi Trevigiane» (Francesco Soletti, Touring...

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Ho già scritto su questo luogo in passato. Risultero' noioso ma la mia gioia e il mio stupore non sono diminuiti di un centimetro quando entro in questo recinto sacro. La lamentela è sempre la stessa e si riassume in 3 parole: chiesa sempre chiusa. E' vero che il panorama da quassù è molto bello ma sarebbe ancora più bello se ai turisti fosse data la possibilità di godere dell'interno dell'edificio sacro. I comuni che custodiscono questi gioielli hanno delle responsabilità di tutela e cura. E dovrebbero avere l'obbligo di rendere questi luoghi accessibili , non solo ai locali, anche ai numerosi...

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