Ottima notizia! Dal 20 giugno al 2 novembre 2025 questo castello ospita la mostra “Antiche fonti. Tito Chini e la cultura termale nel Trentino”. L’oggetto dell’esposizione illustra uno dei aspetti storici e sociali più importanti della regione: il termalismo. Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, le località termali furono riconosciute con notevole gradimento dai ceti agiati come ameni centri di cura e di svago. I principali stabilimenti di Rabbi, Levico-Vetriolo, Roncegno, Pejo e Comano sono ancora oggi mete rinomate per le loro proprietà terapeutiche e conservano, dopo oltre un secolo, le qualifiche di poli turistici fortemente attrattivi. Per decorare le stazioni termali di questi luoghi con risultati artistici di rilievo venne chiamato l’artista Tito Chini (Firenze 1898 – Desio 1947), pittore e ceramista di formazione fiorentina, appartenente a una famiglia storica di decoratori. Chini fu chiamato nel 1936 a Vetriolo, località termale della Val di Sole, per decorare alcune pareti d’interni. Per la prima volta la mostra offre ai visitatori i dipinti dello stabilimento termale (salvati da una demolizione!), affiancati da inediti bozzetti preparatori e da una ricercata scelta di manufatti ceramici provenienti dalla manifattura di Borgo San Lorenzo. I materiali esposti si concentrano specificamente su Tito Chini e sul movimento stilistico dell’Art Déco, uno stile artistico che orientò le decorazioni degli stabilimenti termali dell’epoca. Di sicuro interesse per i visitatori sono i manifesti pubblicitari, spesso ideati e realizzati con elevata qualità artistica tanto da diventare i primi strumenti pubblicitari di promozione turistica delle...
Read moreCastel Caldes si trova in Val di Sole, nel centro dell’omonimo paese. All’ingresso siamo stati accolti da una signora molto gentile che ci ha informati che la visita al castello è gratuita. Sfortunatamente il secondo piano era chiuso per lavori, quindi non siamo riusciti a fare un giro completo. Dopo essere entrati nella prima sala, la più antica del castello, siamo stati reindirizzati alla visione di un filmato molto interessante relativo alle modifiche subite dal castello nel corso del tempo. L’edificio, infatti, ha conosciuto diversi ampliamenti e rifacimenti architettonici tra il XIII secolo e il 1500. L’aspetto attuale, pertanto, non è affatto simile agli altri castelli del Trentino. Altre tre guide si sono prodigate a raccontarci le successive stanze del castello, mostrandoci i dettagli originali e spiegandoci la storia del maniero. Sfortunatamente l’interno appare molto spoglio e i pochi mobili presenti sono di epoche successive. Ciò che sicuramente ha attirato maggiormente la nostra attenzione è stata la storia di Olinda, che sembra riecheggiare una vicenda realmente accaduta nei primi decenni del 1600: la figlia del signore si era innamorata di un menestrello e, contrastata dalla famiglia, aveva tentato una fuga d’amore. Questo tentativo non porta però a un lieto fine, poiché viene sventato dai fratelli che decidono di rinchiudere Olinda (Maria Elisabetta Thun) in una stanza piccolissima (circa 3,50x1,50m) all’interno Castel Caldes. La ragazza muore d’amore un anno dopo la sua reclusione, mentre il suo amato è...
Read morePosto all’imbocco della Val di Sole e affacciato sul torrente Noce. L'aspetto attuale del castello, una delle sedi del Museo Castello Buonconsiglio,prende spunto da varie culture, tipico di questa zona al confine del Principato Vescovile di Trento. Tra il 1230 e il 1235 fu realizzato il primo nucleo, una torre a cinque piani che fungeva anche da residenza, realizzata per volere di Rambaldo ed Arnoldo da Cagnò. Era utilizzata, insieme alla sovrastante Rocca di Samoclevo, per il controllo della Val di Sole. La grande casa-torre duecentesca a cinque piani eretta dalla famiglia Cagnò nel 1464 venne donata alla famiglia Thun che inglobò la primitiva torre in un nuovo edificio a pianta quadrata che corrisponde nelle forme all'attuale castello. Nel corso dell'Ottocento fu acquistato da una famiglia locale, mentre oggi è di proprietà della Provincia Autonoma di Trento, che lo ha restaurato e trasformato nella prestigiosa sede di esposizioni temporanee ed avvenimenti culturali. L'interno è affascinante e presenta soffitti a volte, rivestimenti lignei e sale affrescate. Fa parte del gruppo monumentale del castello la chiesetta dedicata alla Beata Vergine Maria, costruita alla fine del Cinquecento. Una leggenda vuole che il castello sia stato teatro della prigionìa di una giovane donna di nome Olinda, forse da identificarsi nella contessa Maria Elisabetta Thun, che venne rinchiusa dal padre Rodemondo in una piccola stanza per impedire il matrimonio con Arunte, menestrello di corte per il quale morì d'amore. Stanza...
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