Il parco minerario è costituito da una vasta area della provincia di Enna e include tutte le strutture e le apparecchiature di lavoro di quelle che furono tra le più grandi miniere di zolfo della Sicilia. Il sito, paesaggisticamente pregevole del parco, la cui ricchezza un tempo era costituita dalle miniere di zolfo, oggi costituisce una meta ricca di notevoli spunti culturali e naturalistici. L'estensione complessiva del parco è di 400 ettari; di questi, 200 ettari corrispondenti al nucleo di Floristella, sono demanio della Regione Siciliana. Gli altri 200 costituenti il nucleo di Grottacalda sono di proprietà privata. L'area del parco forma un triangolo ai cui vertici si trovano località come il lago di Pergusa e il parco faunistico-floreale della Ronza. Le aree del parco erano attraversate Fino al 1971 dalla dismessa ferrovia Dittaino-Piazza Armerina-Caltagirone che vi fermava per il traffico di merci ed operai a Mulinello, Floristella, Grottacalda e Valguanera. In corrispondenza della ormai dismessa stazione di Grottacalda, a 647 metri s.l.m., è presente un tratto boschivo per oltre 1,5 km. Il parco minerario Floristella-Grottacalda è uno dei più significativi insediamenti di archeologia industriale esistenti nel sud d'Italia Nel seicento e nel settecento, l’impennarsi della richiesta dello zolfo per la produzione della polvere pirica, motivò l’apertura di tantissimi siti estrattivi e la creazione di miniere in galleria in sostituzione delle cave a cielo aperto (le pirrere) che sino ad allora avevano soddisfatto il mercato. Attorno ad Enna nacquero così i poli minerari di Gallizzi, Floristella, Grottacalda, Giummentaro, Volpe, Salinella, Caliato, ad Aidone il grande polo del Baccarato, a Calascibetta Realmese. Grazie all’attività estrattiva nel Centro Sicilia, la trasformazione del territorio fu tale che in funzione delle presenze di grandi masse di manovalanza mineraria, molti paesi, tra i quali i paesi di Villarosa, sotto la feudalità dei Notarbartolo di Sciara e di Valguarnera Caropepe sotto la feudalità dei Valguarnera di Assoro, si popolarono enormemente. Per tutto il XIX secolo le miniere fecero da perno per la vita dell’intero centro Sicilia, masse incredibilmente folte di minatori, operai, lavoranti e tecnici, vissero le loro intere esistenze a stretto contatto del minerale, sacrificando in miniera l’infanzia e la gioventù, con la sola compagnia del canarino e della paura di finire i propri giorni schiacciati dal peso della terra riarsa dal sole. Il difficile mondo della miniera attirò i politici che di volta in volta videro nelle folle di minatori gente da riscattare e o da sfruttare ed anche il mondo letterario si fece affascinare dalla durezza della vita dei minatori, così che di miniere e di gente di miniera scrissero Pirandello, Verga, Rosso di San Secondo, Lanza, Sciascia e...
Read moreIl cuore della Sicilia
Il Parco Minerario Floristella Grottacalda accorpa le due omonime miniere di zolfo dismesse, risultando uno dei più espressivi insediamenti d'archeologia industriale esistenti nel sud d'Italia. Alla stregua di un grande museo a cielo aperto, il vasto complesso estrattivo fornisce una vera e propria "stratigrafia" delle diverse epoche e dei relativi sistemi e tecniche d'estrazione e di fusione dello zolfo. Ancora ben visibili e drammaticamente evocativi, appaiono i calcaroni (forni circolari per la fusione e separazione dello zolfo dal materiale inerte), le discenderie (cunicoli semiverticali utilizzati in epoca preindustriale per raggiungere il giacimento), i castelletti e gli impianti dei pozzi verticali (utilizzati in epoca recente per la discesa in sotterraneo), i forni Gill (sistema più moderno per la fusione dello zolfo).
Su un'altura si erge imponente il Palazzo Pennisi, antica residenza della famiglia proprietaria, che domina il complesso minerario di Floristella. La sontuosità del manufatto e la sua pregnanza architettonica, generano una sorta di contrasto con l'austerità del luogo, fornendo un'immediata e suggestiva immagine di ciò che doveva essere l'estremo divario sociale dell'epoca.
La particolare disposizione territoriale, la ricchezza di opportunità, la disponibilità già apprezzabile di servizi, rendono l'intera area eccezionalmente idonea all'escursionismo scolastico nelle forme più variegate: dalla gita di più giorni alla lezione all'aperto limitata al normale orario giornaliero...
Read moreVisitato oggi questo meraviglioso sito storico, culturale, sociale nonché tecnologico per gli anni che furono. Purtroppo non ne sono uscito pienamente soddisfatto della visita poiché non ho trovato alcuna guida, e nessun'altra indicazione dichiarata nel sito dell'ente parco. Ho visitato una parte sottostante e “accessibile” del bellissimo palazzo Pennisi, ma che era al buio, e se non fosse stato per le torce dei telefoni non avremmo visto le stampe e le foto dell’epoca che raffiguravano il duro lavoro dei validi minatori, ed inoltre saremmo pure caduti dalle scale! Incantevole la parte dei forni n.1 e n.2, ma anche lì, cosa assurda non vi era un'anima, nel senso che si poteva accedere senza sicurezza alcuna in punti pericolosi. Si era isolati dal mondo e neppure i cellulari prendevano! Non va bene ciò, se offrite la possibilità di visitare il sito bisogna che ci sia costantemente qualche addetto alla vigilanza. È anche una vostra responsabilità!!! Peccato perché anche alcuni turisti di nazionalità estera, dopo poco arrivati hanno visitato l'ingresso del palazzo, il forno n.3 e sono andati via lamentandosi per non aver ricevuto un supporto. Io per fortuna che ho stampato la vostra mappa e qualcosa ho visto, altrimenti avrei fatto lo stesso. Chissà, magari facendo pagare qualcosa, anche pochi euro, si potrebbe garantire un’assistenza decente come quella che si ha nella grande maggioranza dei musei. Dobbiamo migliorarci organizzativamente per fare bene alla “nostra”...
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