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Vajont Dam — Attraction in Erto e Casso

Name
Vajont Dam
Description
The Vajont Dam or Vaiont Dam is a disused dam in northern Italy. It is one of the tallest dams in the world, with a height of 262 m. It is in the valley of the Vajont under Monte Toc, in the municipality of Erto e Casso, 100 km north of Venice.
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Vajont Dam
ItalyFriuli-Venezia GiuliaErto e CassoVajont Dam

Basic Info

Vajont Dam

Strada Regionale, 251, 33080 Pordenone PN, Italy
4.7(3.5K)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

The Vajont Dam or Vaiont Dam is a disused dam in northern Italy. It is one of the tallest dams in the world, with a height of 262 m. It is in the valley of the Vajont under Monte Toc, in the municipality of Erto e Casso, 100 km north of Venice.

Cultural
Outdoor
Adventure
attractions: , restaurants:
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Phone
+39 0427 87333
Website
turismofvg.it

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Tue, Dec 9 • 9:00 AM
32042, Calalzo di Cadore, Veneto, Italy
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Thu, Dec 11 • 6:00 PM
3 Via Ripa, 32100 Belluno
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Reviews of Vajont Dam

4.7
(3,462)
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4.0
2y

Our visit to the Vajont Dam in Italy was a mixed experience. While we were unable to walk on the dam itself, as it seemed to be reserved for pre-announced visits only, we did find access to the bottom of the dam. Taking a walk in this area offered a unique perspective and allowed us to appreciate the grandeur of the structure.

However, it's impossible to separate the Vajont Dam from its tragic history. The dam is forever linked to the devastating landslide and subsequent flooding in 1963, which resulted in significant loss of life and property. This somber history casts a shadow over the site, serving as a reminder of the profound impact of that tragic event. Our visit was a mix of awe at the engineering feat and a reflection on the profound sorrow associated...

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5.0
37w

Mi sono recato presso questo sito in varie occasioni nel corso del tempo. Ricordo che la prima fu qualche anno addietro in compagnia di amici per una visita guidata della struttura (dopo aver fatto tappa al cimitero 🪦 di San Martino, località di Fortogna). La diga è davvero l'opera più imponente e monumentale che abbia mai avuto occasione di vedere in vita mia 😲. Dopo aver parcheggiato l'auto 🚘 presso una piazzola di sosta lungo la strada (può non essere effettivamente agevolissimo trovare posto) ci siamo diretti 🚶🏻‍♂️ verso la biglietteria per iniziare il tour guidato (costo della visita 5 euro 💶 da saldare in loco). La visita dura indicativamente 40 minuti ⏱ (molto preparate le guide 🧔🏻) e offre la possibilità di percorrere 🚶🏻‍♂️ completamente la diga da parte a parte tramite l'apposito camminamento. Durante l'attraversamento può essere estremamente suggestivo ma al contempo impressionante volgere lo sguardo 👀 sia a valle 🌄 (verso Longarone) che all'interno di quello che fu il bacino lacustre 🏞, per constatare l'entità della frana che scatenò il disastro. Peraltro, proseguendo lungo la ex S.S. 251 della Val di Zoldo e Val Cellina 🛣 che costeggia l'impianto, è possibile raggiungere altre località che furono in qualche modo interessate dalla catastrofe; si va dalle comunità di Erto e Casso (assolutamente caratteristica quest'ultima 🔝) ai comuni di Cimolais e Claut (che accolsero un considerevole numero di sopravvissuti) attraversando pure il Passo Sant'Osvaldo ⛰ (827 m. s.l.m.). Infine, dopo un'eventuale tappa a Barcis (sempre magnifico l'omonimo lago 🏞), si può raggiungere il piccolo comune di Vajont (istituto nel 1971) che, pur non presentando alcuna vocazione turistica in senso stretto, rappresenta a mio avviso un'imprescindibile tappa di questo significativo percorso della memoria. Una MEMORIA di cui tutti dovremmo riappropriarci, per tenere vivo il ricordo di ciò che fu e far nostri gli insegnamenti che ancora ci possono pervenire da una simile vicenda. Esperienza che naturalmente consiglio 👍 di fare, ma non c'è nemmeno bisogno di specificarlo.

P.S.❗️❗️❗️GOOGLE CENSURA❗️❗️❗️ RECENSIONE RIPUBBLICATA CON QUESTO NUOVO PROFILO CREATO A SEGUITO DEL VERGOGNOSO E INGIUSTIFICATO OSCURAMENTO DEL PRECEDENTE DA PARTE DEGLI AMMINISTRATORI DI GOOGLE ❗️❗️❗️STOP...

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5.0
6y

Posto da visitare almeno una volta nella vita, si respira l'aria della tragedia, non voluta dalla natura, ma voluta dall'uomo. Io e mia moglie circa 3 anni fa abbiamo fatto la visita guidata di gruppo. C'era la neve sul terreno, per questo motivo è stata un po' faticosa. Mi piacerebbe tornarci con una bella giornata di sole. Di questa storia fino al 2003 non sapevo nulla, poi in tv diedero il film di Martinelli dal titolo "Vajont" e mi appassionai a questa vicenda. Addirittura scoprì che qualche anno prima Marco Paolini aveva fatto addirittura un monologo sulla storia del Vajont, stupendo, toccante, emozionante, struggente, in ricordo di tante persone con le loro vite, le loro storie, le loro tradizioni, i loro lavori, i loro campi, i loro raccolti, i loro sogni, i loro amori, vita fatta di semplicità, cose genuine. Genitori, figli, zii, nonni, fratelli, sorelle, animali, case, campi, terreni trovarono la morte quella notte del 9 ottobre 1963, perchè l'uomo ha sfidato la natura, ha costruito dove non si doveva costruire, perchè non c'è stato controllo da parte di chi doveva controllare, perchè chi aveva in "Mano" la situazione non ha avuto il coraggio di evacuare tutte le persone lungo la valle del Piave, bastava semplicemente dire " NO RITIRIAMOCI, ABBIAMO SBAGLIATO, ANDIAMO VIA TUTTI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI" ed invece come succede oggi nessuno può sbagliare o meglio chi sbaglia non paga gli errori commessi. Guardate i telegiornali, i televideo di oggi, fino ad ora che sto scrivendo nessun titolo per il Vajont, nessun titolo sul televideo, perchè? Solo il tg3 Veneto e Telebelluno Dolomiti ne parlano. Non dimentichiamoci, sono morti circa 2000 persone, ancora oggi purtroppo la vita degli uomini viene messa in secondo piano per interessi. Per interesse nessuno penso sarebbe contento che un genitore, un figlio, zii, nonni, nipoti, persone venissero messi all'ultimo posto della "classifica", la vita umana va salvaguardata, non ha prezzo, non...

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Wioleta DudaWioleta Duda
Our visit to the Vajont Dam in Italy was a mixed experience. While we were unable to walk on the dam itself, as it seemed to be reserved for pre-announced visits only, we did find access to the bottom of the dam. Taking a walk in this area offered a unique perspective and allowed us to appreciate the grandeur of the structure. However, it's impossible to separate the Vajont Dam from its tragic history. The dam is forever linked to the devastating landslide and subsequent flooding in 1963, which resulted in significant loss of life and property. This somber history casts a shadow over the site, serving as a reminder of the profound impact of that tragic event. Our visit was a mix of awe at the engineering feat and a reflection on the profound sorrow associated with this place.
Simone CaldironiSimone Caldironi
Posto da visitare almeno una volta nella vita, si respira l'aria della tragedia, non voluta dalla natura, ma voluta dall'uomo. Io e mia moglie circa 3 anni fa abbiamo fatto la visita guidata di gruppo. C'era la neve sul terreno, per questo motivo è stata un po' faticosa. Mi piacerebbe tornarci con una bella giornata di sole. Di questa storia fino al 2003 non sapevo nulla, poi in tv diedero il film di Martinelli dal titolo "Vajont" e mi appassionai a questa vicenda. Addirittura scoprì che qualche anno prima Marco Paolini aveva fatto addirittura un monologo sulla storia del Vajont, stupendo, toccante, emozionante, struggente, in ricordo di tante persone con le loro vite, le loro storie, le loro tradizioni, i loro lavori, i loro campi, i loro raccolti, i loro sogni, i loro amori, vita fatta di semplicità, cose genuine. Genitori, figli, zii, nonni, fratelli, sorelle, animali, case, campi, terreni trovarono la morte quella notte del 9 ottobre 1963, perchè l'uomo ha sfidato la natura, ha costruito dove non si doveva costruire, perchè non c'è stato controllo da parte di chi doveva controllare, perchè chi aveva in "Mano" la situazione non ha avuto il coraggio di evacuare tutte le persone lungo la valle del Piave, bastava semplicemente dire " NO RITIRIAMOCI, ABBIAMO SBAGLIATO, ANDIAMO VIA TUTTI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI" ed invece come succede oggi nessuno può sbagliare o meglio chi sbaglia non paga gli errori commessi. Guardate i telegiornali, i televideo di oggi, fino ad ora che sto scrivendo nessun titolo per il Vajont, nessun titolo sul televideo, perchè? Solo il tg3 Veneto e Telebelluno Dolomiti ne parlano. Non dimentichiamoci, sono morti circa 2000 persone, ancora oggi purtroppo la vita degli uomini viene messa in secondo piano per interessi. Per interesse nessuno penso sarebbe contento che un genitore, un figlio, zii, nonni, nipoti, persone venissero messi all'ultimo posto della "classifica", la vita umana va salvaguardata, non ha prezzo, non dimentichiamolo
Lester WagmanLester Wagman
A reminder of the respect needed for the power and sometimes cruel beauty of nature. Definitely worth a visit if travelling through the Dolomites. This was the site of a terrible tragedy in 1963 when a massive landslide in the night from the slopes of Monte Toc above displaced millions of litres of water over the dam, drowning 1910 people (Including any children) in the village below. The dam is now disused and the site of a number of moving monuments and memorials to those who lost their lives.
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Our visit to the Vajont Dam in Italy was a mixed experience. While we were unable to walk on the dam itself, as it seemed to be reserved for pre-announced visits only, we did find access to the bottom of the dam. Taking a walk in this area offered a unique perspective and allowed us to appreciate the grandeur of the structure. However, it's impossible to separate the Vajont Dam from its tragic history. The dam is forever linked to the devastating landslide and subsequent flooding in 1963, which resulted in significant loss of life and property. This somber history casts a shadow over the site, serving as a reminder of the profound impact of that tragic event. Our visit was a mix of awe at the engineering feat and a reflection on the profound sorrow associated with this place.
Wioleta Duda

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Simone Caldironi

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Lester Wagman

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