Our visit to the Vajont Dam in Italy was a mixed experience. While we were unable to walk on the dam itself, as it seemed to be reserved for pre-announced visits only, we did find access to the bottom of the dam. Taking a walk in this area offered a unique perspective and allowed us to appreciate the grandeur of the structure.
However, it's impossible to separate the Vajont Dam from its tragic history. The dam is forever linked to the devastating landslide and subsequent flooding in 1963, which resulted in significant loss of life and property. This somber history casts a shadow over the site, serving as a reminder of the profound impact of that tragic event. Our visit was a mix of awe at the engineering feat and a reflection on the profound sorrow associated...
Read moreMi sono recato presso questo sito in varie occasioni nel corso del tempo. Ricordo che la prima fu qualche anno addietro in compagnia di amici per una visita guidata della struttura (dopo aver fatto tappa al cimitero 🪦 di San Martino, località di Fortogna). La diga è davvero l'opera più imponente e monumentale che abbia mai avuto occasione di vedere in vita mia 😲. Dopo aver parcheggiato l'auto 🚘 presso una piazzola di sosta lungo la strada (può non essere effettivamente agevolissimo trovare posto) ci siamo diretti 🚶🏻♂️ verso la biglietteria per iniziare il tour guidato (costo della visita 5 euro 💶 da saldare in loco). La visita dura indicativamente 40 minuti ⏱ (molto preparate le guide 🧔🏻) e offre la possibilità di percorrere 🚶🏻♂️ completamente la diga da parte a parte tramite l'apposito camminamento. Durante l'attraversamento può essere estremamente suggestivo ma al contempo impressionante volgere lo sguardo 👀 sia a valle 🌄 (verso Longarone) che all'interno di quello che fu il bacino lacustre 🏞, per constatare l'entità della frana che scatenò il disastro. Peraltro, proseguendo lungo la ex S.S. 251 della Val di Zoldo e Val Cellina 🛣 che costeggia l'impianto, è possibile raggiungere altre località che furono in qualche modo interessate dalla catastrofe; si va dalle comunità di Erto e Casso (assolutamente caratteristica quest'ultima 🔝) ai comuni di Cimolais e Claut (che accolsero un considerevole numero di sopravvissuti) attraversando pure il Passo Sant'Osvaldo ⛰ (827 m. s.l.m.). Infine, dopo un'eventuale tappa a Barcis (sempre magnifico l'omonimo lago 🏞), si può raggiungere il piccolo comune di Vajont (istituto nel 1971) che, pur non presentando alcuna vocazione turistica in senso stretto, rappresenta a mio avviso un'imprescindibile tappa di questo significativo percorso della memoria. Una MEMORIA di cui tutti dovremmo riappropriarci, per tenere vivo il ricordo di ciò che fu e far nostri gli insegnamenti che ancora ci possono pervenire da una simile vicenda. Esperienza che naturalmente consiglio 👍 di fare, ma non c'è nemmeno bisogno di specificarlo.
P.S.❗️❗️❗️GOOGLE CENSURA❗️❗️❗️ RECENSIONE RIPUBBLICATA CON QUESTO NUOVO PROFILO CREATO A SEGUITO DEL VERGOGNOSO E INGIUSTIFICATO OSCURAMENTO DEL PRECEDENTE DA PARTE DEGLI AMMINISTRATORI DI GOOGLE ❗️❗️❗️STOP...
Read morePosto da visitare almeno una volta nella vita, si respira l'aria della tragedia, non voluta dalla natura, ma voluta dall'uomo. Io e mia moglie circa 3 anni fa abbiamo fatto la visita guidata di gruppo. C'era la neve sul terreno, per questo motivo è stata un po' faticosa. Mi piacerebbe tornarci con una bella giornata di sole. Di questa storia fino al 2003 non sapevo nulla, poi in tv diedero il film di Martinelli dal titolo "Vajont" e mi appassionai a questa vicenda. Addirittura scoprì che qualche anno prima Marco Paolini aveva fatto addirittura un monologo sulla storia del Vajont, stupendo, toccante, emozionante, struggente, in ricordo di tante persone con le loro vite, le loro storie, le loro tradizioni, i loro lavori, i loro campi, i loro raccolti, i loro sogni, i loro amori, vita fatta di semplicità, cose genuine. Genitori, figli, zii, nonni, fratelli, sorelle, animali, case, campi, terreni trovarono la morte quella notte del 9 ottobre 1963, perchè l'uomo ha sfidato la natura, ha costruito dove non si doveva costruire, perchè non c'è stato controllo da parte di chi doveva controllare, perchè chi aveva in "Mano" la situazione non ha avuto il coraggio di evacuare tutte le persone lungo la valle del Piave, bastava semplicemente dire " NO RITIRIAMOCI, ABBIAMO SBAGLIATO, ANDIAMO VIA TUTTI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI" ed invece come succede oggi nessuno può sbagliare o meglio chi sbaglia non paga gli errori commessi. Guardate i telegiornali, i televideo di oggi, fino ad ora che sto scrivendo nessun titolo per il Vajont, nessun titolo sul televideo, perchè? Solo il tg3 Veneto e Telebelluno Dolomiti ne parlano. Non dimentichiamoci, sono morti circa 2000 persone, ancora oggi purtroppo la vita degli uomini viene messa in secondo piano per interessi. Per interesse nessuno penso sarebbe contento che un genitore, un figlio, zii, nonni, nipoti, persone venissero messi all'ultimo posto della "classifica", la vita umana va salvaguardata, non ha prezzo, non...
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