La miniera di Montevecchio, particolarmente ricca di risorse e di filoni metalliferi piombo-zinciferi, fu utilizzata almeno a partire da metà Ottocento con le concessioni date alle società Montevecchio e Pertusola. L'attività continuò tra alterne vicende fino alla cessazione avvenuta nel 1991. Gli impianti minerari si suddividono nei settori di Levante e di Ponente separati dal passo di Genna Serapis, nel quale è situato il nucleo centrale dell'abitato, che concentra in uno spazio unitario tutti gli edifici-simbolo della miniera (direzione, ospedale, scuola, chiesa, dopolavoro), realizzati in stili diversi secondo i differenti periodi di edificazione. Si possono osservare dunque richiami all'architettura colta del passato, l'uso del Liberty, soprattutto nelle decorazioni, un linguaggio semplice e funzionale, derivato dal Razionalismo. La direzione, terminata nel 1877, ospita lateralmente la cappella di Santa Barbara con un curioso accostamento di funzioni diverse. All'esterno sobrio della palazzina corrisponde un alto ed esuberante cortile con porticato "dorico", dove i dipinti policromi, con temi minerari, le ringhiere traforate, le aperture ad architrave o ad arco, la fontana con un mascherone barbato, anticipano lo straordinario salone delle riunioni: un vasto ambiente voltato a padiglione e decorato con pitture a trompe-l'oeil che ripetono fregi floreali, conchiglie, bouquet di fiori e bucrani, grottesche, uccelli. Sullo fondo blu sono evidenti gli stemmi recanti picconi e arnesi minerari con un chiaro richiamo alla funzione rappresentativa dell'edificio. Anche la chiesa riprende elementi decorativi di ispirazione eclettica, che si ripresentano in altri edifici, costruiti in periodi successivi. L'ospedale, realizzato nel 1885 e poi modificato, è una robusta costruzione con richiami classicisti, posta nel fondo del piazzale alberato sotto un'alta parete rocciosa. Dal 1938 al 1942 furono realizzati l'edificio che ospita la scuola e il dopolavoro, l'ufficio geologico, tutti situati in prossimità della piazza principale; il villaggio Righi, costituito da alcuni blocchi edilizi disposti su livelli diversi, a monte della stazione della teleferica Levante-Ponente; l'albergo Francesco Sartori per operai scapoli, che si erge con diversi piani fuori terra su una base di trachite, in una posizione particolarmente suggestiva sulla strada principale per la laveria Sanna. I vecchi cameroni, destinati ai minatori senza famiglia, risalgono invece alla fase ottocentesca dell'insediamento con ambienti disposti a schiera. Meritano un cenno anche le poderose strutture legate all'attività estrattiva del settore di Levante, inserite in un paesaggio suggestivo e notevolmente trasformato dall'uomo con i cumuli di sterili che segnano l'ambiente in modo evidente: qui sono visibili accanto alle laverie e agli impianti di servizio i castelli ottocenteschi del Pozzo San Giovanni nel cantiere di Piccalinna e del Pozzo Sant'Antonio, che presentano forme neo-medievali, e il castello in cemento armato del Pozzo Sartori. Ad ogni pozzo corrisponde la parte residenziale che comprende i semplici cameroni a schiera ad un solo piano, completati ciascuno da un camino, riservati agli operai scapoli, ed i villaggi per le famiglie costruiti in tempi diversi ed oggi abbandonati. La miniera fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale...
Read moreEsperienza molto interessante. I racconti delle guide ci hanno fatto rivivere il passato. 2 stelle per la cattiva organizzazione. Ci siamo stati il giorno di Pasquetta, apertura prevista dalle 9.30 alle 19.30, per cui abbiamo acquistato biglietto completo, 22 euro a persona. Siamo arrivati alle 9.40 circa, ma abbiamo dovuto attendere in coda in macchina più di un'ora perché all'ingresso bloccavano ogni macchina per consegnare il biglietto cartaceo nonostante il pagamento eseguito on line come da loro suggerito,per avere la certezza di visitare tutti i siti. Nessuna informazione all'ingresso per via della lunga coda .Parcheggio alle 11 circa e ci siamo recati subito alla galleria, sito più interessante.Altra fila interminabile, nessuna informazione sulla tempistica, solo alle 12.15 ci è stato riferito che partiva un gruppo di 25 ogni 40 Min. E prima di noi c'erano altri 2 gruppi, quindi per via del pranzo prenotato alle 13 abbiamo dovuto abbandonare. Ci siamo uniti ad un gruppo per la visita alle officine già avviata e poi pranzo. Pomeriggio nuovo tentativo alla galleria con lunga attesa, poi visita agli appartamenti sempre con l'attesa che si creasse il gruppo per partire. Alle 19.25 chiusura puntuale senza possibilità di visitare i siti mancanti. La lunga tempistica di attesa è stata giustificata con il fatto che oltre alle prenotazioni vi è stato un enorme numero di adesioni di non prenotati. Ma quindi la differenza fra prenotati e "non" dove sta? Abbiamo richiesto rimborso per i siti che non ci è stato possibile visitare a causa proprio delle informazioni incomplete ma la gestione rimborso è stata davvero ridicola. Sarebbe stato sufficiente informarci della tempistica di accesso in galleria prima di metterci in fila, avremmo a quel punto visitato la mattina gli altri siti e il pomeriggio la galleria senza perdere tempo in code inutili. Siamo stati invitati a tornare per completare la visita, ma non viviamo a due passi da lì, come altre persone che hanno avuto la nostra...
Read moreAbout 1.5h drive from Cagliari the mining area of Montevecchio, a UNESCO world heritage site, outlines the vibrant mining activity carried out from 1848 until 1991. In a historical-cultural tour (ca. 90-120mins) you can discover simple workers' housing, impressive management building as well as processing sites. At its peak the mines were the largest in Italy and employed about 4000 people. PS: the roof and spire of the Notre-Dame cathedral in Paris were covered with 460 tons of lead tiles (until destroyed by the tragic fire in April 2019) which were produced in the...
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