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Necropolis of Pranu Muttedu — Attraction in Goni

Name
Necropolis of Pranu Muttedu
Description
The necropolis of Pranu Muttedu is one of the most important funerary areas of pre-Nuragic Sardinia and is located near Goni, a small village in the province of South Sardinia.
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Necropolis of Pranu Muttedu
ItalySardiniaGoniNecropolis of Pranu Muttedu

Basic Info

Necropolis of Pranu Muttedu

SP23, 09040 Goni SU, Italy
4.7(367)
Closed
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spot

Ratings & Description

Info

The necropolis of Pranu Muttedu is one of the most important funerary areas of pre-Nuragic Sardinia and is located near Goni, a small village in the province of South Sardinia.

Cultural
Outdoor
Scenic
Off the beaten path
attractions: , restaurants:
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Phone
+39 380 266 2006
Website
fondazionepetrass.it
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Sun9 AM - 6 PMClosed

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Reviews of Necropolis of Pranu Muttedu

4.7
(367)
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5.0
4y

Ricco e denso di storia di chi ci ha preceduto. Nonostante le innumerevoli volte non mi stanco mai di visitarlo.

Il sito archeologico si trova nella Sardegna meridionale in località Pranu Muttedu, immerso tra boschi di lecci e querce da sughero secolari. L’area è divisa in due settori dalla strada provinciale che collega Goni a San Basilio: nel primo troviamo il cancello di ingresso, la biglietteria e i monumenti più importanti come i Menhir, la tomba II, la III e la I. Nel secondo settore è racchiusa la necropoli delle Domus De Janas, la tomba della Triade (n°IV) e quella detta Nuraxeddu (n°V). A poca distanza, su un pianoro, si rileva l’area di un villaggio di capanne datate tra il 3500 e il 2700 a.C. relative alla Cultura di Ozieri, in probabile relazione con la necropoli, inserita nello stesso arco temporale e culturale. La zona è stata scavata a più riprese dagli inizi degli anni 80' dall’équipe del Prof. Ercole Contu portando alla luce più di 50 menhir (il più vasto raggruppamento in Sardegna) disposti in coppie, in piccoli gruppi o in allineamenti (il più numeroso ne conta almeno 20 disposti sull’asse est-ovest in direzione del corso del sole) misuranti dal metro ai tre metri di altezza, rappresentanti divinità e forze generatrici. Oltre i menhir sono state rinvenute tombe ipogeiche di diverso tipo: megalitiche a camera, mono e bicellulari. La più interessante e fulcro dell’intera area sacra è la tomba II, avente ingresso e celle scavate in due grandi massi di arenaria trasportati da lontano. Essa misura 14,20 mt di diametro ed è composta da 3 parametri concentrici in pietra in contorno ad uno spazio interno quadripartito rispetto al nucleo centrale che ospita un’anticella e una cella precedute da un monolite in arenaria di forma rettangolare. La tomba fu poi coperta da un tumulo di terra e circondata da cerchi di pietre. Davanti all’ingresso fu collocato un menhir di piccole dimensioni e tutto intorno fu costruito un ulteriore circolo di circa 30-35 mt. Nella parte antistante la tomba è presente un recinto megalitico con funzione di ripiano atto ad ospitare i riti preliminari della sepoltura. Poco più distanti, vi sono le tombe I e III, mono e bicellulari precedute da corridoi di struttura dolmenica e racchiuse entro un circolo di pietre, con ciste di forma quadrangolare adatte a sepolture singole ospitanti corpi in posizione raccolta. Nell’altra area troviamo la tomba IV detta della “Triade” poiché composta da tre menhir di diverse dimensioni e la tomba V detta “Nuraxeddu” avente una camera sepolcrale di forma rettangolare di blocchi di pietra molto grandi. Più a sud invece si trovano le 5 domus de Janas sul bancone roccioso di Genna Accas e in prossimità si trovano 3 circoli di pietre definiti “cultuali”, funzionali ai rituali e cerimonie in onore dei defunti.

Dagli scavi sono stati rinvenuti un vaso a cestello miniaturistico, una pisside e una ciotola in miniatura con decori e motivi incisi, un pomo sferoide, un pugnale e uno stiletto in selce, punte di freccia in ossidiana, 2 vaghi di collana in argento collocati nel tardo periodo della Cultura di Ozieri fino al primo...

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4.0
7y

Il Parco archeologico di Pranu Muttedu è stato l'obiettivo prefissato di una domenica d'agosto lontano da spiagge troppo affollate. Decisione risultata vincente per aver conseguito simultaneamente molti altri obiettivi. Proveniendo da San Vito, abbiamo infatti attraversato all'andata tutta la piana e la valle del Gerrei con viste paesaggistiche d'eccezione per raggiungere infine, dopo aver superato Ballao e l'abitato di Goni, l'altopiano di Pranu Muttedu. Il sito si presenta ben strutturato ed organizzato con reception e biglietteria, interamente recintato (EVVIVA!!!), servizi, un bar (chiuso e che dall'aspetto non sembrava prevedere una sua apertura!), una sala multimediale con pannelli di raffronto in uno stato di iniziale abbandono ma con due computer e relativo schermo LIM che lasciava presupporre una sua qualche passata attività magari per gruppi o scolaresche. La visita è accompagnata per la parte del sito in cui si trova la biglietteria e lasciato alla libera iniziativa ed interesse personale per quella parte del sito opposta rispetto alla strada. Nella prima parte si trovano: menhir (alcuni isolati, altri allineati - quest'ultimi oggetto di una ricostruzione e riposizionamento in verticale avvenuto in epoca molto recente). Sempre qui, si trovano diverse tipologie di manufatti di forma circolare, alcuni con funzione funeraria, altri, i più grandi, di presumibile funzione sociale/assembleare. Nella seconda parte del sito, dal lato opposto alla strada che li divide, si trovano altre tombe meno indagate ed alcune domu de janas all'estremità di un costone roccioso affiorante. Come per altri siti della civiltà nuragica, il fatto di riuscire ad arrivare di buon'ora a ridosso dell'apertura del sito, permette di cogliere tutta la magica atmosfera che pervade il luogo, favorita anche da una luce radente che filtra da una vegetazione di sughero e dal vento, ultimo a raccontare il passato di questi luoghi ed a suggerire le più varie ipotesi, tutte valide e nessuna sufficientemente indagata relative a questa civiltà che incarna l'anima di questo popolo sardo antico ed attuale. P. S. : Consigliato il rientro proseguendo sulla strada in quota SP23 ed attraverso la SP6 Silius-Ballao con paesaggi ampi ed insolitamente...

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5.0
22w

Pranu Muttedu – das sardische Stonehenge – ist eine bedeutende Kult- und Begräbnisstätte (heute ein Archäologischer Park), auf einer Hochebene nahe dem Ort Goni, in der Region Trexenta, die zur italienischen Metropolitanstadt Cagliari auf Sardinien gehört. Der Name bedeutet: Ebene der Myrten. Die Fundstätte wurde 1975 in einem Korkeichenhain beiderseits der Straße Senorbi – Goni entdeckt.

Die Frühphase auf der Pranu Muttedu wird mit der auslaufenden Ozieri-Kultur in Verbindung gebracht, aber der Platz wurde weiter genutzt. Die teilweise einmaligen Denkmäler, darunter Rundgräber (italienisch Tomba a circolo) sind wohl am ehesten mit jenen von Li Muri vergleichbar.

Etwa 60 Menhire, die einzeln, paarweise, als Steinreihe mit bearbeiteten 20 Exemplaren – die wohl als (protoanthropomorphe) Vorstufe zu den Statuenmenhire anzusehen sind – oder, wie die „La Triade“ genannte Gruppe, auf der „Tomb IV“ genannten Anlage stehen; als drei unterschiedlich große, schlanke, säulenförmige Menhire.

Zwei größere und drei kleinere Tumuli liegen nahe der Steinreihe. Die Monumente werden von zwei oder drei rundlich-ovalen konzentrischen Steinwällen eingekreist, die einen Tumulus bilden der zuweilen gestuft ist. Die in den Tumulus integrierten Eingangskorridore (bei Grab III und V) werden von Orthostatenreihen gebildet. Die Kammern sind entweder klein und einräumig und scheinen für Einzelbegräbnisse errichtet zu sein (Grab 3). Größere (wie Grab V) haben Vorräume bzw. Seitennischen wie sie später für Nuraghenzugänge typisch sind, Ausgefallen ist die Bauweise von Grab II, das weiträumig von niedrigen Steinkreis von etwas über 30 m Durchmesser umgeben ist und dessen Tumulus noch teilweise erhalten ist. Sein Zugang und die fragmentarische 2-zellige Kammer wurden aus Steinblöcken herausgearbeitet die in eine Orthostatenkonstruktion integriert wurden. Die Frontseiten sind als eindeutige Nachfahren der Felskammern (Domus de Janas) erkennbar. Davor steht ein wie als Wächterstein aufgestellter Menhir.

Jenseits der Straße befinden sich einige rund eingefasste, mit flachen Steinlagen bedeckte und durch Menhirgruppen gekennzeichnete Erdgräber wie „La Triade“ und einige weniger bedeutende...

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Ilaria CardellaIlaria Cardella
Ricco e denso di storia di chi ci ha preceduto. Nonostante le innumerevoli volte non mi stanco mai di visitarlo. Il sito archeologico si trova nella Sardegna meridionale in località Pranu Muttedu, immerso tra boschi di lecci e querce da sughero secolari. L’area è divisa in due settori dalla strada provinciale che collega Goni a San Basilio: nel primo troviamo il cancello di ingresso, la biglietteria e i monumenti più importanti come i Menhir, la tomba II, la III e la I. Nel secondo settore è racchiusa la necropoli delle Domus De Janas, la tomba della Triade (n°IV) e quella detta Nuraxeddu (n°V). A poca distanza, su un pianoro, si rileva l’area di un villaggio di capanne datate tra il 3500 e il 2700 a.C. relative alla Cultura di Ozieri, in probabile relazione con la necropoli, inserita nello stesso arco temporale e culturale. La zona è stata scavata a più riprese dagli inizi degli anni 80' dall’équipe del Prof. Ercole Contu portando alla luce più di 50 menhir (il più vasto raggruppamento in Sardegna) disposti in coppie, in piccoli gruppi o in allineamenti (il più numeroso ne conta almeno 20 disposti sull’asse est-ovest in direzione del corso del sole) misuranti dal metro ai tre metri di altezza, rappresentanti divinità e forze generatrici. Oltre i menhir sono state rinvenute tombe ipogeiche di diverso tipo: megalitiche a camera, mono e bicellulari. La più interessante e fulcro dell’intera area sacra è la tomba II, avente ingresso e celle scavate in due grandi massi di arenaria trasportati da lontano. Essa misura 14,20 mt di diametro ed è composta da 3 parametri concentrici in pietra in contorno ad uno spazio interno quadripartito rispetto al nucleo centrale che ospita un’anticella e una cella precedute da un monolite in arenaria di forma rettangolare. La tomba fu poi coperta da un tumulo di terra e circondata da cerchi di pietre. Davanti all’ingresso fu collocato un menhir di piccole dimensioni e tutto intorno fu costruito un ulteriore circolo di circa 30-35 mt. Nella parte antistante la tomba è presente un recinto megalitico con funzione di ripiano atto ad ospitare i riti preliminari della sepoltura. Poco più distanti, vi sono le tombe I e III, mono e bicellulari precedute da corridoi di struttura dolmenica e racchiuse entro un circolo di pietre, con ciste di forma quadrangolare adatte a sepolture singole ospitanti corpi in posizione raccolta. Nell’altra area troviamo la tomba IV detta della “Triade” poiché composta da tre menhir di diverse dimensioni e la tomba V detta “Nuraxeddu” avente una camera sepolcrale di forma rettangolare di blocchi di pietra molto grandi. Più a sud invece si trovano le 5 domus de Janas sul bancone roccioso di Genna Accas e in prossimità si trovano 3 circoli di pietre definiti “cultuali”, funzionali ai rituali e cerimonie in onore dei defunti. Dagli scavi sono stati rinvenuti un vaso a cestello miniaturistico, una pisside e una ciotola in miniatura con decori e motivi incisi, un pomo sferoide, un pugnale e uno stiletto in selce, punte di freccia in ossidiana, 2 vaghi di collana in argento collocati nel tardo periodo della Cultura di Ozieri fino al primo calcolitico.
Bernd PfanzelterBernd Pfanzelter
Pranu Muttedu – das sardische Stonehenge – ist eine bedeutende Kult- und Begräbnisstätte (heute ein Archäologischer Park), auf einer Hochebene nahe dem Ort Goni, in der Region Trexenta, die zur italienischen Metropolitanstadt Cagliari auf Sardinien gehört. Der Name bedeutet: Ebene der Myrten. Die Fundstätte wurde 1975 in einem Korkeichenhain beiderseits der Straße Senorbi – Goni entdeckt. Die Frühphase auf der Pranu Muttedu wird mit der auslaufenden Ozieri-Kultur in Verbindung gebracht, aber der Platz wurde weiter genutzt. Die teilweise einmaligen Denkmäler, darunter Rundgräber (italienisch Tomba a circolo) sind wohl am ehesten mit jenen von Li Muri vergleichbar. Etwa 60 Menhire, die einzeln, paarweise, als Steinreihe mit bearbeiteten 20 Exemplaren – die wohl als (protoanthropomorphe) Vorstufe zu den Statuenmenhire anzusehen sind – oder, wie die „La Triade“ genannte Gruppe, auf der „Tomb IV“ genannten Anlage stehen; als drei unterschiedlich große, schlanke, säulenförmige Menhire. Zwei größere und drei kleinere Tumuli liegen nahe der Steinreihe. Die Monumente werden von zwei oder drei rundlich-ovalen konzentrischen Steinwällen eingekreist, die einen Tumulus bilden der zuweilen gestuft ist. Die in den Tumulus integrierten Eingangskorridore (bei Grab III und V) werden von Orthostatenreihen gebildet. Die Kammern sind entweder klein und einräumig und scheinen für Einzelbegräbnisse errichtet zu sein (Grab 3). Größere (wie Grab V) haben Vorräume bzw. Seitennischen wie sie später für Nuraghenzugänge typisch sind, Ausgefallen ist die Bauweise von Grab II, das weiträumig von niedrigen Steinkreis von etwas über 30 m Durchmesser umgeben ist und dessen Tumulus noch teilweise erhalten ist. Sein Zugang und die fragmentarische 2-zellige Kammer wurden aus Steinblöcken herausgearbeitet die in eine Orthostatenkonstruktion integriert wurden. Die Frontseiten sind als eindeutige Nachfahren der Felskammern (Domus de Janas) erkennbar. Davor steht ein wie als Wächterstein aufgestellter Menhir. Jenseits der Straße befinden sich einige rund eingefasste, mit flachen Steinlagen bedeckte und durch Menhirgruppen gekennzeichnete Erdgräber wie „La Triade“ und einige weniger bedeutende Domus de Janas.
Elisa ParianiElisa Pariani
Bel sito archeologico con qualche migliaio di ma... Dunque, di per sé il sito è ragionevolmente ben conservato e ben tenuto. Trattandosi di reperti antichissimi (3000ac o giù di lì, per intenderci) hanno tutto il fascino dell’ignoto, con quel misticismo così semplice e viscerale che i menhir, il loro posizionamento (ad esempio, la lunga fila con perfetto orientamento est-ovest durante gli equinozi), la disposizione circolare delle tombe, .. fanno percepire credo ad ogni visitatore. Ora arrivano i ma.. Il sito ha due edifici appena all’interno, uno adibito a biglietteria, l’altro - sebbene dotato di alcune ampie stanze - è sostanzialmente un deposito di cartelloni informativi in diverse lingue e viene usato dai visitatori esclusivamente per i servizi igienici. Non c’è un bar, nessuna possibilità di avere un caffè o cibo o altro, sebbene all’esterno ci sia un’area picnic grande. Avremmo fatto volentieri la visita guidata, che c’è circa ogni ora - ora e mezza, peccato che sono sospese tra le 12.30 e le 15.30 (magari ad agosto sarebbe il caso di intensificarle..?). Poi la zona... non c’è un una pizzeria né una tavola calda per non parlare di ristoranti nel raggio di kilometri (nell’ordine di 30 o 40km minimo!!!). Se decidete di venire a visitare questo bel sito, portatevi il pranzo al sacco. È un sito bello e interessante, penso abbastanza unico nel suo genere in Italia, una Stonehenge che “all’originale” non ha nulla da invidiare, essendo affascinante e probabilmente meno rimaneggiata. Perché non viene pubblicizzato di più? Perché, ad esempio, i resort non propongono la gita in giornata ai turisti? Certo, questo richiederebbe uno sforzo sia del sito che dei paesi attorno per creare qualche punto d’appoggio in più, ma avendo lì un sito così particolare e interessante potrebbero davvero avere successo... Coraggio! E per noi turisti, portatevi pazienza, entusiasmo, curiosità, scarpe comode e un panino e andate a visitarlo! Per chi è socio FAI, il biglietto costa 3€, per gli altri credo intorno ai 5€.
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Pranu Muttedu – das sardische Stonehenge – ist eine bedeutende Kult- und Begräbnisstätte (heute ein Archäologischer Park), auf einer Hochebene nahe dem Ort Goni, in der Region Trexenta, die zur italienischen Metropolitanstadt Cagliari auf Sardinien gehört. Der Name bedeutet: Ebene der Myrten. Die Fundstätte wurde 1975 in einem Korkeichenhain beiderseits der Straße Senorbi – Goni entdeckt. Die Frühphase auf der Pranu Muttedu wird mit der auslaufenden Ozieri-Kultur in Verbindung gebracht, aber der Platz wurde weiter genutzt. Die teilweise einmaligen Denkmäler, darunter Rundgräber (italienisch Tomba a circolo) sind wohl am ehesten mit jenen von Li Muri vergleichbar. Etwa 60 Menhire, die einzeln, paarweise, als Steinreihe mit bearbeiteten 20 Exemplaren – die wohl als (protoanthropomorphe) Vorstufe zu den Statuenmenhire anzusehen sind – oder, wie die „La Triade“ genannte Gruppe, auf der „Tomb IV“ genannten Anlage stehen; als drei unterschiedlich große, schlanke, säulenförmige Menhire. Zwei größere und drei kleinere Tumuli liegen nahe der Steinreihe. Die Monumente werden von zwei oder drei rundlich-ovalen konzentrischen Steinwällen eingekreist, die einen Tumulus bilden der zuweilen gestuft ist. Die in den Tumulus integrierten Eingangskorridore (bei Grab III und V) werden von Orthostatenreihen gebildet. Die Kammern sind entweder klein und einräumig und scheinen für Einzelbegräbnisse errichtet zu sein (Grab 3). Größere (wie Grab V) haben Vorräume bzw. Seitennischen wie sie später für Nuraghenzugänge typisch sind, Ausgefallen ist die Bauweise von Grab II, das weiträumig von niedrigen Steinkreis von etwas über 30 m Durchmesser umgeben ist und dessen Tumulus noch teilweise erhalten ist. Sein Zugang und die fragmentarische 2-zellige Kammer wurden aus Steinblöcken herausgearbeitet die in eine Orthostatenkonstruktion integriert wurden. Die Frontseiten sind als eindeutige Nachfahren der Felskammern (Domus de Janas) erkennbar. Davor steht ein wie als Wächterstein aufgestellter Menhir. Jenseits der Straße befinden sich einige rund eingefasste, mit flachen Steinlagen bedeckte und durch Menhirgruppen gekennzeichnete Erdgräber wie „La Triade“ und einige weniger bedeutende Domus de Janas.
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Elisa Pariani

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