Approfittando del viaggio di rientro da Mogoro a Villasimius abbiamo voluto completare la giornata, previa prenotazione obbligatoria al n. 377.39688443, con una visita al sito archeologico di Seruci ubicato in prossimità di una traversa posta sulla sinistra a pochi chilometri da Gonnesa lungo la SP108 diramazione della SS126. Maestoso, nonostante i crolli, domina una valle a pochi chilometri dal mare ed il sottostante ed esteso villaggio nuragico che si estendeva ai suoi piedi. Anche suggestivo, specie nell'approssimarsi del tramonto che colora di un rosso più acceso le pietre del nuraghe. Scoperto quasi fortuitamente grazie ad una concessione terriera ad una famiglia di agricoltori che costruirono con le pietre di crollo due edifici ora adibiti uno a biglietteria e centro informazioni e l’altro, più grande, oggi solo parzialmente utilizzato con servizi igienici. L’area di circa 16 ettari, recintata, ancora tutta da scavare e studiare, ha restituito per prime alcune capanne circolari isolate, altre formanti in piccolo agglomerato polifunzionale con corte interna, tutte ricche di reperti tutti ovviamente chiusi in un magazzino. Anche questo, come altri nel Sud Ovest della Sardegna è impostato su di un preesistente protonuraghe (periodo eneolitico, tra età della pietra ed età del rame - ndr) con una forma vagamente “a fagiolo”, è stato trasformato in età nuragica (età del bronzo antico) appunto in nuraghe a torre e subito dopo in nuraghe complesso polilobato con mastio in posizione eccentrica rispetto alle torri perimetrali. Il nuraghe, parzialmente visitabile, scavato solo in parte, è tutto da scoprire e da studiare perché presenta diversi vani ancora non indagati, oltre a parti soggette a crollo (e già in passato soggette ad opere di consolidamento dette “rifasci” – ndr). La visita è necessariamente guidata da archeologi competenti ed appassionati (come, fortunatamente, sono la maggior parte delle giovani guide dei siti sardi - ndr) appartenenti alla locale cooperativa. Anche il parco archeologico di Seruci soffre del male comune a tanti, troppi, siti sardi: la mancanza di finanziamenti e di attenzione per lo sviluppo delle indagini sulla restante parte del sito. Per quanto ottenuta “gratis”, tramite una raccolta fondi, tra le rovine del villaggio ed ai piedi del nuraghe si erge solitaria ed interrogativa una struttura in legno a mo’ di pulpito che vorrebbe essere un punto privilegiato di osservazione del panorama verso la vicina costa ovest del Sulcis. Personalmente ritengo superflua tale realizzazione (è troppo bassa per essere un punto di osservazione – c’è già il nuraghe più in alto che offre questa possibilità – ndr) e poi anche contraddittoria rispetto alle sistemazioni che sono già state programmate e parzialmente approntate (un percorso di visita su pedane in legno, percorribile anche per disabili… ma che non potranno salire sulla struttura! – ndr). …. si spende per l’effimero e non si cura la sostanza! Per i futuri sviluppi d'indagine c'è solo da confidare nei risultati di un incontro tra specialisti programmato per il prossimo 3 settembre e soprattutto nei finanziamenti che potrebbero derivare dal PNRR! “Incrociamo le dita!!!“
P.S.: durante questa estate le visite sono state limitate, per motivi dovuti all'eccessivo caldo, alle ore 17, 18 e 19. In quest'ultimo caso, con un piccolo aumento sul costo del biglietto, è stato possibile consumare un "aperitivo al tramonto" molto suggestivo e, per i più teneroni, anche romantico (vedi la prima...
Read moreIl sito è stato edificato alla fine del XIV° sec. a.C. nel Bronzo Recente in una zona mineraria ricca di carbone e piombo argentifero. Venne utilizzato sino al X° sec. a.C. nel Bronzo Finale, ed è costituito da un nuraghe complesso, un antimurale, un esteso villaggio di capanne e una tomba dei giganti, il tutto in circa 6 ettari. A scoprirlo fu Ignazio Sanfilippo nel 1897 e nel 1917, sotto la direzione dell’archeologo Antonio Taramelli, iniziarono i lavori di scavo che vennero effettuati a più riprese anche negli anni successivi (83’/85’/86’/88’) da Vincenzo Santoni. La torre centrale, che in origine era composta da 3 celle sovrapposte, si eleva per 15 mt ed ha un diametro di base di 60 cm ed è circondata da un antimurale a 5/6 torri che si estende per 62 mt sull’asse nord/sud e 41sull’asse ovest/est e due cortili interni che compongono insieme il nucleo centrale del bastione. Alcune torri versano ancora in buono stato e la loro sommità era incorniciata da merli in pietra che furono recuperati alla base delle strutture durante i lavori di scavo e restauro (oggi deposti a terra e visibili lungo la stradina che porta all’ingresso del nuraghe). E’ probabile che il pavimento fosse ricoperto di sughero per isolare gli ambienti e in una cella al 1°piano è ancora visibile la pietra di fondazione del nuraghe: una testa d’ascia levigata ed inserita tra le pietre del murale. All’esterno, si estende un grande villaggio composto da più di 200 capanne circolari suddivise in sei isolati risalente al Bronzo Finale. E’ presente una capanna delle riunioni, con un grande bancone sedile lungo tutto il perimetro, che ospitava i capi delle grandi famiglie intenti a prendere decisioni importanti per il villaggio. Durante gli scavi è stato portato alla luce un intero isolato composto da 14 ambienti disposti attorno ad un cortile centrale. Alcune abitazioni presentano residui di pareti divisorie interne ed alcuni ambienti aggiuntivi. Al centro del villaggio si trova una piazza adibita a scambio commerciale. La struttura più interessante è il tempio che al suo interno ospita un focolare sacro che ha restituito tracce di sacrifici rituali; nella capanna delle “terme” un bacile posto al centro del vano e dei sedili tutto intorno fanno pensare al probabile “rito del sudore” secondo il quale il bacile veniva riempito d’acqua in modo da poterci poi immergere pietre roventi che diffondevano ovunque il vapore. Un pozzo rivestito in pietra e profondo almeno 10 mt forniva l’acqua ad una grande vasca all’uscita nord del tempio, utilizzata per le abluzioni rituali. I fedeli potevano assistere e partecipare ai rituali dell’acqua e al culto della Dea Madre da un teatro gradonato. Non molto distante, sulla collina a 300 mt dal villaggio, sono visibili le fondamenta di ciò che era una tomba dei giganti che ha restituito solo resti di ossa del cranio e dello scheletro e nessuna traccia di utensili, armi o ceramiche. All’interno del nuraghe è stato rinvenuto un lingotto di rame a pelle di bue del peso di 4,5 kg che giungeva da Cipro, confermando perciò i rapporti commerciali con i popoli del Mediterraneo. Il sito è gestito, si può visitare in autonomia ma consiglio l'ausilio delle guide che sono davvero preparatissime, una risorsa...
Read moreIl complesso di Seruci, che si estende per oltre sei ettari, è costituito da un nuraghe complesso, un antemurale, un esteso villaggio di capanne e almeno una tomba di giganti, ubicata sulla collina prospiciente. Il nuraghe, in fase di scavo, ridotto ad un cumulo di macerie che si eleva per circa 14 m di altezza sul piano di campagna, era sicuramente un nuraghe complesso (forse pentalobato) con mastio centrale a tre celle sovrapposte, circondato da antemurale turrito. Il villaggio si compone di oltre un centinaio di capanne adagiate lungo un pendio sulla cui cima svetta la mole del nuraghe. Il Taramelli, che operò una prima campagna di scavo, mise in luce quattro capanne circolari. Fra queste, mostravano particolare interesse la capanna con bancone sedile alla base della pareti e nicchie sopraelevate entro le murature, e un'altra, cui era annesso un cortile rettangolare. Gli interventi più recenti, concentrati nel margine SO dell'insediamento - su una superficie di mq 550 - hanno portato all'acquisizione planimetrica di oltre 50 vani di diversa tipologia che si distribuiscono in sei isolati. Gli isolati, di uguale estensione e medesimo impianto ad "anello", distinti ma al contempo interrelati, si dispongono per lo più a gruppi di tre. Gli scavi hanno interessato finora un solo isolato, costituto da 14 ambienti disposti a sviluppo centripeto attorno ad un cortile centrale: una tipica struttura abitativa dell'ultima fase della civiltà nuragica, evoluzione dei semplici aggregati di capanne monocellulari. Stupendo!! La Guida preparata e...
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