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Forte Spagnolo — Attraction in L'Aquila

Name
Forte Spagnolo
Description
The Forte Spagnolo is a Renaissance castle in L'Aquila, central Italy.
Nearby attractions
Castle Park
Viale delle Medaglie d'Oro, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Fontana Luminosa
Piazza Battaglione degli Alpini, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Basilica of San Bernardino
Via S. Bernardino, 67100 L'Aquila AQ, Italy
MAXXI L'Aquila
Piazza Santa Maria Paganica, 15, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Porta Leone
Via Santa Maria a Forfona, 1, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Monastero di San Basilio
P.za S. Basilio, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Statue of Sallustio
Piazza del Palazzo, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Margherita Palace
Piazza del Palazzo, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Palazzo Cipolloni Cannella
Corso Vittorio Emanuele, 9, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Church of Saint Peter 'a Coppito'
Via S. Pietro a Coppito, ., 67100 L'Aquila AQ, Italy
Nearby restaurants
Arrosticini Divini
Via Castello, 13/15, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Bottiglieria Lo Zio
Piazza Regina Margherita, 4, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Trattoria Castello
Via Castello, 23, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Taverna dei Sazi
Via Giuseppe Garibaldi, 21, 67100 L'Aquila AQ, Italy
La Malandrina
Corso Vittorio Emanuele, 99, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Laboratorio Sciué Sciué
Via Giuseppe Garibaldi, 8, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Trattoria Braci e Abbacchi
Via Giuseppe Garibaldi, 30, 67100 L'Aquila AQ, Italy
V Garden Restaurant
Via del Crocifisso, 8, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Pizzeria al taglio "La Marchigiana"
Piazza Regina Margherita, 1A, 67100 L'Aquila AQ, Italy
LA QUINTANA
Via Tempera, 7, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Nearby hotels
Hotel Federico II
Via Strinella, 2, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Vagabondando Travel House
Via Arco delle Terziarie, 18, 67100 L'Aquila AQ, Italy
B&B del Viale
V.le della Croce Rossa, 19, 67100 L'Aquila AQ, Italy
B&B Celestino V
Via Paganica, 66, 67100 L'Aquila AQ, Italy
BB Palazzo Cappa
Via Paganica, 37, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Hotel L'Aquila
Via Simonetto, 5A, 67100 L'Aquila AQ, Italy
B&B Residenza San Giorgio
Via Paganica, 37, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Zirè
Via Strinella, 37, 67100 L'Aquila AQ, Italy
Palazzo dei Pavoni, Relais di Charme
Via Paganica, 18, 67100 L'Aquila AQ, Italy
B&B Eden
Via Collebrincioni, 2, 67100 L'Aquila AQ, Italy
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Forte Spagnolo
ItalyAbruzzoL'AquilaForte Spagnolo

Basic Info

Forte Spagnolo

Via Castello, 67100 L'Aquila AQ, Italy
4.5(644)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

The Forte Spagnolo is a Renaissance castle in L'Aquila, central Italy.

Cultural
Scenic
Family friendly
attractions: Castle Park, Fontana Luminosa, Basilica of San Bernardino, MAXXI L'Aquila, Porta Leone, Monastero di San Basilio, Statue of Sallustio, Margherita Palace, Palazzo Cipolloni Cannella, Church of Saint Peter 'a Coppito', restaurants: Arrosticini Divini, Bottiglieria Lo Zio, Trattoria Castello, Taverna dei Sazi, La Malandrina, Laboratorio Sciué Sciué, Trattoria Braci e Abbacchi, V Garden Restaurant, Pizzeria al taglio "La Marchigiana", LA QUINTANA
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Castle Park

Fontana Luminosa

Basilica of San Bernardino

MAXXI L'Aquila

Porta Leone

Monastero di San Basilio

Statue of Sallustio

Margherita Palace

Palazzo Cipolloni Cannella

Church of Saint Peter 'a Coppito'

Castle Park

Castle Park

4.6

(1.3K)

Open until 12:00 AM
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Fontana Luminosa

Fontana Luminosa

4.5

(3.8K)

Open until 12:00 AM
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Basilica of San Bernardino

Basilica of San Bernardino

4.7

(890)

Open 24 hours
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MAXXI L'Aquila

MAXXI L'Aquila

4.6

(216)

Open 24 hours
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Things to do nearby

Santo Stefano di S and the castle of Rocca Calascio
Santo Stefano di S and the castle of Rocca Calascio
Sun, Dec 7 • 10:30 AM
67020, Santo Stefano di Sessanio, Abruzzo, Italy
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Arrosticini Divini

Bottiglieria Lo Zio

Trattoria Castello

Taverna dei Sazi

La Malandrina

Laboratorio Sciué Sciué

Trattoria Braci e Abbacchi

V Garden Restaurant

Pizzeria al taglio "La Marchigiana"

LA QUINTANA

Arrosticini Divini

Arrosticini Divini

4.6

(1.2K)

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Bottiglieria Lo Zio

Bottiglieria Lo Zio

4.5

(227)

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Trattoria Castello

Trattoria Castello

4.6

(60)

$

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Taverna dei Sazi

Taverna dei Sazi

4.5

(310)

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Sandro ZeccaSandro Zecca
Nel febbraio del 1529 il vicerè Filiberto d’Orange ordinò la costruzione di una castellina bastionata in assi sul luogo più elevato della città, per tener con grosso presidio a freno i cittadini. Per costruire la castellina fu fatto parecchio largo, abbattendo 47 case, 7 chiese ed un ospedale. Il suo successore Pedro da Toledo ordinò al posto della castellina un edificio in pietra e affidò i lavori all'architetto Pedro Luis Escrivà. Per la realizzazione del forte furono tagliate le mura cittadine dalla Porta di Paganica alla Porta di Barisciano. Questa viene chiusa (non demolita) ed aperta Porta Castello, tuttora visibile. Nel 1536 Escrivà lascia la conduzione dei lavori per andare a Napoli dove realizzerà il Castello di Sant’Elmo. Al suo posto Gian Girolamo Scrivà, probabilmente un parente e nel 1542 Giovanni Giacomo dell’Acaja. L’anno seguente il governatore Gerolamo Xarque fece apporre il cartiglio sulla trabeazione secondo la quale avrebbe terminato i lavori nel 1543, cosa non corrispondente a verità. E’ la città a farsi carico dell’opera, materiali e manodopera. I lavori continuarono fino al 1567, quando la Regia Udienza di Napoli accolse le lagnanze degli aquilani sollevandoli da un onere che era diventato insostenibile. Oltre al denaro, gli aquilani erano precettati per il lavoro non retribuito. Per la costruzione degli enormi cannoni posti a difesa della fortezza vennero fuse una trentina di campane della città, tra cui la grande Campana posta sulla Torre Civica da 22.000 libbre (circa 7 tonnellate e 2,32 m di diametro) più grande del campanone di Milano. Nell’edificazione del Forte lo Scrivà tiene presente tutte le innovazioni per prevenire i danni causati da mine e cannoni nemici. Il castello dell’Aquila è un prototipo assoluto delle nuove fortezze dopo l’invenzione del cannone. Ha base quadrata con le diagonali orientate ai punti cardinali (3° di scarto) , ogni vertice dista 130 m. dal suo prossimo, le cortine comprese tra i bastioni sono lunghe 60 metri. La struttura esterna è in pietra di San Silvestro: c’era una cava a Collebrincioni, oggi esaurita, che ha dato la materia a questo castello. Le cortine salgono a scarpa fino a metà altezza e poi, dopo una cornice a forma di toro, verticalmente fino in cima. La scarpa ha una funzione antimina: all’interno ci sono spazi che lasciano sfogare i gas di scoppio non permettendo alla deflagrazione di danneggiare la muratura in modo grave. Lo spessore dei muri è di 10 metri alla base, 5 alla sommità. I bastioni, con 2 lati ciascuno da 35 m., sono raccordati alle cortine da doppi orecchioni, il più interno dei quali nasconde un fianco ritirato. Il fossato è largo in media 23 metri, mai allagato, serviva per ostacolare l’avvicinamento dei nemici e tenere coperta la parte bassa della cortina dal fuoco nemico. Conteneva una strada protetta da due metri di muraglia, di cui oggi restano alcune tracce, costruita nel 1647 dopo la sommossa antispagnola. Il ponte di accesso, lungo 33 m., è a 4 campate, l’ultima delle quali costruita nel 1885 con i conci prelevati dal teatro di Amiternum. I pilastri, due di pianta quadrata ed uno esagonale, sono posti con i lati orientati a 45° rispetto al forte, in questo modo i nemici non avrebbero potuto nascondersi dal fuoco di difesa. Il portale d’ingresso, in pietra marmorea, è stato eseguito dal maestro Pietro di Stefano, allievo di Salvato Salvati a cui un tempo era attribuita l’opera, a sua volta allievo di Silvestro Aquilano. Il portale è costituito da due arcate tra e quali sono scolpiti un teschio e una croce nodosa e ai cui lati si presentano due lesene che sorreggono la trabeazione. Al di sopra, il ricco fastigio che reca lo stemma di Carlo V con l’aquila bicipite, emblema del sacro romano impero. Lo stemma è sorretto da due draghi ed è posto in mezzo a due cornucopie. Sulla trabezione c’è il cartiglio fatto apporre dal governatore Xarque e reca le insegne di Don Pedro da Toledo. Il cortile ha pianta quadrata, con lati di circa 50 m.
Kento MasudaKento Masuda
In the 15th century, L’Aquila had grown to become the second most powerful city in the Kingdom of Naples, thriving on sheep, wool, and saffron exports, but much of this wealth was lost when the city sided with the French during the war for the Neapolitan throne, leading to Spanish occupation in 1504, intermittent French recapture in 1527, and the eventual defeat of Aquilan rebels by Viceroy Philibert of Orange, who ordered the construction of Forte Spagnolo on the city’s northern heights—a massive fortress designed by Spanish architect Pedro Luis Escrivà, later continued by Gian Girolamo Escribà, whose construction over thirty years imposed heavy taxes that impoverished the city, left parts unfinished, and necessitated the sale of the silver case of St. Bernardino of Siena, yet the fortress, intended not to defend the city but to control it with self-sufficient bastions, slanted walls, a deep ditch, merlons, cannons, “case matte,” a deviated aqueduct, and an anti-mine corridor, was never used in battle, later serving as a prison, military headquarters, suffering damage in World War II, and ultimately restored between 1949 and 1951 to house the Museo Nazionale d’Abruzzo.
Alex “Rajesh” MaxxiAlex “Rajesh” Maxxi
Il Forte Spagnolo dell'Aquila, noto anche come Castello Cinquecentesco, è un'imponente fortezza rinascimentale che domina la città. La sua storia e le sue caratteristiche architettoniche lo rendono un punto di riferimento di grande interesse. Edificato a partire dal 1534 per volontà del viceré spagnolo Don Pedro da Toledo, su progetto dell'architetto Pirro Luis Escrivà. La sua funzione era quella di controllare la città e prevenire nuove ribellioni da parte degli aquilani, dopo la loro partecipazione alla guerra contro gli spagnoli. La sua costruzione seguì le tecniche militari più avanzate dell'epoca, con una pianta quadrata e bastioni lanceolati agli angoli, in grado di resistere ai colpi delle nuove artiglierie. Per la sua realizzazione fu necessario radere al suolo un intero quartiere. L'ingresso principale, realizzato dallo scultore aquilano Pietro Di Stefano nel 1542, è elegante e imponente, sormontato dallo stemma di Carlo V. Il Forte ha subito gravi danni a seguito del terremoto del 2009 e da allora è in corso un lungo e complesso restauro. Prima del sisma, il Forte ospitava la sede del Museo Nazionale d'Abruzzo (MUNDA), che custodiva importanti reperti, tra cui l'enorme scheletro di un Mammuthus meridionalis. A causa dei danni, le collezioni sono state temporaneamente spostate in altre sedi. Attualmente, il Forte non è completamente aperto al pubblico per motivi di sicurezza, a causa dei lavori in corso. Tuttavia, in alcune occasioni è possibile visitare determinate aree. Alcuni musei hanno organizzato dei tour virtuali che consentono di esplorare la struttura in 3D. Futuro: L'obiettivo dei lavori di restauro è quello di riaprire completamente il Forte, restituendo alla città uno dei suoi simboli più importanti e ripristinando la sede del Museo Nazionale d'Abruzzo. In sintesi, il Forte Spagnolo è un monumento di grande valore storico e architettonico, testimonianza del passato dell'Aquila e della sua complessa storia. Nonostante le difficoltà legate ai danni del terremoto e al restauro, rimane un luogo affascinante e un punto di riferimento fondamentale per la città.
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Nel febbraio del 1529 il vicerè Filiberto d’Orange ordinò la costruzione di una castellina bastionata in assi sul luogo più elevato della città, per tener con grosso presidio a freno i cittadini. Per costruire la castellina fu fatto parecchio largo, abbattendo 47 case, 7 chiese ed un ospedale. Il suo successore Pedro da Toledo ordinò al posto della castellina un edificio in pietra e affidò i lavori all'architetto Pedro Luis Escrivà. Per la realizzazione del forte furono tagliate le mura cittadine dalla Porta di Paganica alla Porta di Barisciano. Questa viene chiusa (non demolita) ed aperta Porta Castello, tuttora visibile. Nel 1536 Escrivà lascia la conduzione dei lavori per andare a Napoli dove realizzerà il Castello di Sant’Elmo. Al suo posto Gian Girolamo Scrivà, probabilmente un parente e nel 1542 Giovanni Giacomo dell’Acaja. L’anno seguente il governatore Gerolamo Xarque fece apporre il cartiglio sulla trabeazione secondo la quale avrebbe terminato i lavori nel 1543, cosa non corrispondente a verità. E’ la città a farsi carico dell’opera, materiali e manodopera. I lavori continuarono fino al 1567, quando la Regia Udienza di Napoli accolse le lagnanze degli aquilani sollevandoli da un onere che era diventato insostenibile. Oltre al denaro, gli aquilani erano precettati per il lavoro non retribuito. Per la costruzione degli enormi cannoni posti a difesa della fortezza vennero fuse una trentina di campane della città, tra cui la grande Campana posta sulla Torre Civica da 22.000 libbre (circa 7 tonnellate e 2,32 m di diametro) più grande del campanone di Milano. Nell’edificazione del Forte lo Scrivà tiene presente tutte le innovazioni per prevenire i danni causati da mine e cannoni nemici. Il castello dell’Aquila è un prototipo assoluto delle nuove fortezze dopo l’invenzione del cannone. Ha base quadrata con le diagonali orientate ai punti cardinali (3° di scarto) , ogni vertice dista 130 m. dal suo prossimo, le cortine comprese tra i bastioni sono lunghe 60 metri. La struttura esterna è in pietra di San Silvestro: c’era una cava a Collebrincioni, oggi esaurita, che ha dato la materia a questo castello. Le cortine salgono a scarpa fino a metà altezza e poi, dopo una cornice a forma di toro, verticalmente fino in cima. La scarpa ha una funzione antimina: all’interno ci sono spazi che lasciano sfogare i gas di scoppio non permettendo alla deflagrazione di danneggiare la muratura in modo grave. Lo spessore dei muri è di 10 metri alla base, 5 alla sommità. I bastioni, con 2 lati ciascuno da 35 m., sono raccordati alle cortine da doppi orecchioni, il più interno dei quali nasconde un fianco ritirato. Il fossato è largo in media 23 metri, mai allagato, serviva per ostacolare l’avvicinamento dei nemici e tenere coperta la parte bassa della cortina dal fuoco nemico. Conteneva una strada protetta da due metri di muraglia, di cui oggi restano alcune tracce, costruita nel 1647 dopo la sommossa antispagnola. Il ponte di accesso, lungo 33 m., è a 4 campate, l’ultima delle quali costruita nel 1885 con i conci prelevati dal teatro di Amiternum. I pilastri, due di pianta quadrata ed uno esagonale, sono posti con i lati orientati a 45° rispetto al forte, in questo modo i nemici non avrebbero potuto nascondersi dal fuoco di difesa. Il portale d’ingresso, in pietra marmorea, è stato eseguito dal maestro Pietro di Stefano, allievo di Salvato Salvati a cui un tempo era attribuita l’opera, a sua volta allievo di Silvestro Aquilano. Il portale è costituito da due arcate tra e quali sono scolpiti un teschio e una croce nodosa e ai cui lati si presentano due lesene che sorreggono la trabeazione. Al di sopra, il ricco fastigio che reca lo stemma di Carlo V con l’aquila bicipite, emblema del sacro romano impero. Lo stemma è sorretto da due draghi ed è posto in mezzo a due cornucopie. Sulla trabezione c’è il cartiglio fatto apporre dal governatore Xarque e reca le insegne di Don Pedro da Toledo. Il cortile ha pianta quadrata, con lati di circa 50 m.
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Il Forte Spagnolo dell'Aquila, noto anche come Castello Cinquecentesco, è un'imponente fortezza rinascimentale che domina la città. La sua storia e le sue caratteristiche architettoniche lo rendono un punto di riferimento di grande interesse. Edificato a partire dal 1534 per volontà del viceré spagnolo Don Pedro da Toledo, su progetto dell'architetto Pirro Luis Escrivà. La sua funzione era quella di controllare la città e prevenire nuove ribellioni da parte degli aquilani, dopo la loro partecipazione alla guerra contro gli spagnoli. La sua costruzione seguì le tecniche militari più avanzate dell'epoca, con una pianta quadrata e bastioni lanceolati agli angoli, in grado di resistere ai colpi delle nuove artiglierie. Per la sua realizzazione fu necessario radere al suolo un intero quartiere. L'ingresso principale, realizzato dallo scultore aquilano Pietro Di Stefano nel 1542, è elegante e imponente, sormontato dallo stemma di Carlo V. Il Forte ha subito gravi danni a seguito del terremoto del 2009 e da allora è in corso un lungo e complesso restauro. Prima del sisma, il Forte ospitava la sede del Museo Nazionale d'Abruzzo (MUNDA), che custodiva importanti reperti, tra cui l'enorme scheletro di un Mammuthus meridionalis. A causa dei danni, le collezioni sono state temporaneamente spostate in altre sedi. Attualmente, il Forte non è completamente aperto al pubblico per motivi di sicurezza, a causa dei lavori in corso. Tuttavia, in alcune occasioni è possibile visitare determinate aree. Alcuni musei hanno organizzato dei tour virtuali che consentono di esplorare la struttura in 3D. Futuro: L'obiettivo dei lavori di restauro è quello di riaprire completamente il Forte, restituendo alla città uno dei suoi simboli più importanti e ripristinando la sede del Museo Nazionale d'Abruzzo. In sintesi, il Forte Spagnolo è un monumento di grande valore storico e architettonico, testimonianza del passato dell'Aquila e della sua complessa storia. Nonostante le difficoltà legate ai danni del terremoto e al restauro, rimane un luogo affascinante e un punto di riferimento fondamentale per la città.
Alex “Rajesh” Maxxi

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Nel febbraio del 1529 il vicerè Filiberto d’Orange ordinò la costruzione di una castellina bastionata in assi sul luogo più elevato della città, per tener con grosso presidio a freno i cittadini. Per costruire la castellina fu fatto parecchio largo, abbattendo 47 case, 7 chiese ed un ospedale. Il suo successore Pedro da Toledo ordinò al posto della castellina un edificio in pietra e affidò i lavori all'architetto Pedro Luis Escrivà. Per la realizzazione del forte furono tagliate le mura cittadine dalla Porta di Paganica alla Porta di Barisciano. Questa viene chiusa (non demolita) ed aperta Porta Castello, tuttora visibile. Nel 1536 Escrivà lascia la conduzione dei lavori per andare a Napoli dove realizzerà il Castello di Sant’Elmo. Al suo posto Gian Girolamo Scrivà, probabilmente un parente e nel 1542 Giovanni Giacomo dell’Acaja. L’anno seguente il governatore Gerolamo Xarque fece apporre il cartiglio sulla trabeazione secondo la quale avrebbe terminato i lavori nel 1543, cosa non corrispondente a verità. E’ la città a farsi carico dell’opera, materiali e manodopera. I lavori continuarono fino al 1567, quando la Regia Udienza di Napoli accolse le lagnanze degli aquilani sollevandoli da un onere che era diventato insostenibile. Oltre al denaro, gli aquilani erano precettati per il lavoro non retribuito. Per la costruzione degli enormi cannoni posti a difesa della fortezza vennero fuse una trentina di campane della città, tra cui la grande Campana posta sulla Torre Civica da 22.000 libbre (circa 7 tonnellate e 2,32 m di diametro) più grande del campanone di Milano. Nell’edificazione del Forte lo Scrivà tiene presente tutte le innovazioni per prevenire i danni causati da mine e cannoni nemici. Il castello dell’Aquila è un prototipo assoluto delle nuove fortezze dopo l’invenzione del cannone. Ha base quadrata con le diagonali orientate ai punti cardinali (3° di scarto) , ogni vertice dista 130 m. dal suo prossimo, le cortine comprese tra i bastioni sono lunghe 60 metri. La struttura esterna è in pietra di San Silvestro: c’era una cava a Collebrincioni, oggi esaurita, che ha dato la materia a questo castello. Le cortine salgono a scarpa fino a metà altezza e poi, dopo una cornice a forma di toro, verticalmente fino in cima. La scarpa ha una funzione antimina: all’interno ci sono spazi che lasciano sfogare i gas di scoppio non permettendo alla deflagrazione di danneggiare la muratura in modo grave. Lo spessore dei muri è di 10 metri alla base, 5 alla sommità. I bastioni, con 2 lati ciascuno da 35 m., sono raccordati alle cortine da doppi orecchioni, il più interno dei quali nasconde un fianco ritirato. Il fossato è largo in media 23 metri, mai allagato, serviva per ostacolare l’avvicinamento dei nemici e tenere coperta la parte bassa della cortina dal fuoco nemico. Conteneva una strada protetta da due metri di muraglia, di cui oggi restano alcune tracce, costruita nel 1647 dopo la sommossa antispagnola. Il ponte di accesso, lungo 33 m., è a 4 campate, l’ultima delle quali costruita nel 1885 con i conci prelevati dal teatro di Amiternum. I pilastri, due di pianta quadrata ed uno esagonale, sono posti con i lati orientati a 45° rispetto al forte, in questo modo i nemici non avrebbero potuto nascondersi dal fuoco di difesa. Il portale d’ingresso, in pietra marmorea, è stato eseguito dal maestro Pietro di Stefano, allievo di Salvato Salvati a cui un tempo era attribuita l’opera, a sua volta allievo di Silvestro Aquilano. Il portale è costituito da due arcate tra e quali sono scolpiti un teschio e una croce nodosa e ai cui lati si presentano due lesene che sorreggono la trabeazione. Al di sopra, il ricco fastigio che reca lo stemma di Carlo V con l’aquila bicipite, emblema del sacro romano impero. Lo stemma è sorretto da due draghi ed è posto in mezzo a due cornucopie. Sulla trabezione c’è il cartiglio fatto apporre dal governatore Xarque e reca le insegne di Don Pedro da Toledo. Il cortile ha pianta quadrata, con lati...

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In the 15th century, L’Aquila had grown to become the second most powerful city in the Kingdom of Naples, thriving on sheep, wool, and saffron exports, but much of this wealth was lost when the city sided with the French during the war for the Neapolitan throne, leading to Spanish occupation in 1504, intermittent French recapture in 1527, and the eventual defeat of Aquilan rebels by Viceroy Philibert of Orange, who ordered the construction of Forte Spagnolo on the city’s northern heights—a massive fortress designed by Spanish architect Pedro Luis Escrivà, later continued by Gian Girolamo Escribà, whose construction over thirty years imposed heavy taxes that impoverished the city, left parts unfinished, and necessitated the sale of the silver case of St. Bernardino of Siena, yet the fortress, intended not to defend the city but to control it with self-sufficient bastions, slanted walls, a deep ditch, merlons, cannons, “case matte,” a deviated aqueduct, and an anti-mine corridor, was never used in battle, later serving as a prison, military headquarters, suffering damage in World War II, and ultimately restored between 1949 and 1951 to house the Museo...

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Questa imponente fortezza del XVI secolo, eretta per volere del viceré spagnolo Don Pedro de Toledo, si erge maestosamente nella parte più elevata della città, offrendo una testimonianza tangibile della sua ricca storia e del suo glorioso passato. Il Forte Spagnolo, conosciuto anche come Castello Spagnolo, non è soltanto un monumento storico, ma è anche la dimora del Museo Nazionale d'Abruzzo, che attrae numerosi visitatori grazie alla sua eclettica collezione. Camminare attraverso le sale di questo museo è come intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo: dai reperti archeologici che raccontano la storia antica della regione, alle opere d'arte del XIX secolo che testimoniano la sua evoluzione culturale, fino alla notevole sezione numismatica che offre uno sguardo approfondito sullo sviluppo economico e sociale dell'area dall'antichità fino all'epoca moderna. Uno dei pezzi che maggiormente ha catturato la mia attenzione è stato il "Archidiskon meridionalis", una ricostruzione scheletrica impressionante di un elefante preistorico, che sottolinea l'importanza del museo anche nel campo della paleontologia. Inoltre, le opere del celebre scultore siciliano Emilio Greco aggiungono un ulteriore livello di profondità alla collezione, permettendo ai visitatori di apprezzare il talento artistico che ha fiorito in Italia nel corso dei secoli. Nonostante il museo sia stato temporaneamente chiuso per lavori di riparazione strutturale in seguito al terremoto, l'attrattiva del Forte Spagnolo rimane immutata. Il forte stesso, con le sue imponenti mura e i fossati che un tempo avrebbero potuto essere utilizzati per la difesa, racconta storie di strategie militari e di un passato in cui la sicurezza e la protezione erano di fondamentale importanza. La posizione del forte, dominante l'intera città dall'alto, offre inoltre una vista panoramica mozzafiato sull'Aquila e sui suoi dintorni, offrendo ai visitatori l'opportunità unica di contemplare la bellezza della regione dell'Abruzzo in tutta la sua gloria. È proprio questa combinazione di valore storico, culturale e naturale che rende il Forte Spagnolo e il Museo Nazionale d'Abruzzo tappa obbligata per chiunque visiti l'Aquila, offrendo spunti di riflessione sulla storia, l'arte e la natura che caratterizzano questa meravigliosa...

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