Mio marito ed io, nel corso di un lungo viaggio a tappe in bicicletta attraverso le meraviglie della Puglia, ci siamo organizzati in modo da poter visitare questo luogo magico, che per noi ha rappresentato un imperdibile "must": la mistica e solitaria abbazia di S.Maria di Cerrate, immersa in un fitto e profumato bosco secolare; in questo sito già dall'800 D.C. si era stabilita una piccola comunità di monaci Basiliani, di fede cristiana greco-bizantina. Con la conquista dei Normanni, che furono molto permissivi nei confronti di questa fede, nell'XI sec. furono finanziati da re Boemondo l'ampliamento delle strutture abbaziali e la costruzione della bellissima chiesa, che andò a sovrapporsi a un piccolo sacello preesistente. L'abbazia divenne un importante luogo di culto e meta di pellegrinaggio, e fu molto importante fino al '700, epoca nella quale l'ordine monastico fu sciolto e tutto cadde, purtroppo in totale abbandono. Il sito è stato recuperato grazie all'intervento del FAI, che grazie ai finanziamenti e soprattutto all'opera di volontari, lo ha finalmente reso fruibile. Ogni giorno il FAI rende possibile visitarlo su prenotazione con delle bravissime guide, come l'esperto che ha accompagnato noi; è una vera fortuna, perché è un luogo di una bellezza commovente. Nella chiesa sono visibili alcuni resti di dipinti murali del 1100, sui quali nel 1400 era stato sovrapposto un altro strato di affreschi, che sono stati pazientemente smantellati e ricostruiti pezzo per pezzo dagli esperti; si possono ammirare nelle antiche cantine. La comunità abbaziale si sostentava con attività agricole: coltivavano un frutteto, ulivi, grano; allevavano api e alcuni animali da latte; avevano realizzato un sistema di canalizzazioni per raccogliere l'acqua piovana in una cisterna sopra la quale sorge tutt'ora un pozzo. Sono stati restaurati i locali nei quali si macinava il grano e si frangevano le olive, nonché le macine e un frantoio a palmento oroginali. L'atmosfera di questo luogo è indescrivibile, riporta mente e fantasia indietro di un millennio, e fa riflettere seriamente sul passato di questa terra. Grazie al FAI ora questa meraviglia è di nuovo visibile e può raccontare...
Read moreChe dire... "benvenuti al Sud". Ma non in senso buono per i meravigliosi scorci paesaggistici o le numerose opere d'arte pregne della cultura millenaria dei popoli che si sono succeduti nei domini di queste terre, bensì per il modo di gestire strutture che dovrebbero essere patrimonio di tutti e facilmente (e ad un costo adeguato) fruibili. L'abbazia di Cerrate, un tempo abbandonata e facilmente visitabile, è stata oggetto di un bel lavoro di restauro che ha dato nuova vita alla struttura e l'ha (è evidente) resa una fonte di reddito dell'ente privato che ne ha preso in mano la gestione. Visitata di domenica mattina, in una delle "giornate FAI", per potervi accedere si è dovuta pagare una pigione di 8€ a persona (20€ per una famiglia di 3 persone con un figlio di massimo 18 anni). 8 euro per il solo accesso ad una struttura che, sebbene suggestiva per fare delle foto per un matrimonio, ha molto poco da offrire al turista affamato di cultura: qualche affresco, una cisterna, un frantoio ipogeo (o quel poco che ne resta) ed i capitelli delle numerose colonne del porticato. Nella particolare giornata di visita, alcune "bancarelle" perimetravano il cortile e qualche espositore ha messo in mostra dei prodotti tipici del Salento all'interno della "casa del massaro". Delle persone hanno anche inscenato alcuni antichi mestieri o mostrato come venivano realizzate un tempo corde, scope di saggina, filati e ricami. La merce esposta era tutta molto costosa (perchè l'arte si paga) in linea con il prezzo di ingresso che, per quello che veniva offerto (in termini di Cultura), non avrebbe dovuto superare i 3€. Personalmente non credo...
Read moreSe celebra la misa los domingos: Marzo, Abril, Mayo, Septiembre, Octubre- 18 Junio, Julio, Agosto- 19.30 Noviembre, Diciembre- 16 DE OBLIGADA VISITA, MARAVILLOSA. Y muy cerca de Lecce. Se cree que la abadía se fundó a finales S.XI cuando Boemondo de Altavilla, creó un cenobio griego, según la regla de San Basilio. Después de 1531, fue Hospital de los incurables. Después, se construyeron edificios en torno a la iglesia. El saqueo de los turcos en 1711 lo dejaron completamente abandonado; hasta que en 1965 intervino la ciudad de Lecce para su restauración.
La iglesia es un perfecto ejemplo significativo del románico pugliese. Tiene tres naves. Y a la izquierda un maravilloso pórtico con 24 columnas, cada una de ellas distinta entre sí, con figuras zoomorfas y mitológicas. Me pasé mucho tiempo en silencio viendo tanta belleza La fachada tiene un importante portal del S.XII esculpido en piedra leccese con motivos típicos bizantinos; y escenas del Nuevo Testamento como La Anunciación, La Visitación, La Natividad, La adoración de los Reyes Magos. Y a cada lado, una columna con figura de animal.
El interior estaba totalmente decorado con frescos del S.XII. Pero no es poco lo que se conserva. Es una maravilla. Uno al entrar queda sobrecogido con tanta belleza. Aparece un fresco con Caballeros, La Virgen con el Niño, varios santos (uno de ellos pienso que es San Nicolás), un Arcángel, Cristo con dos ángeles sobre el altar, y cada uno de lo arcos también está ricamente adornado. Del S.XIII es también la pared-puzzle. Hay también un bonito molino de prensa de cereal de 1667...
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