Luogo magico dov'è facile perdersi con la fantasia.
Luni 199 a.C Capitolo I - "L'approdo"
Con la sua nave Aron scendeva lungo la costa, il mare cantava dentro le grotte, insenature spendenti come conchiglie si succedevano in quel promontorio ammantato di verde che si calava a precipizio nell’acqua. Il mare era lucente come le spade dei suoi quarantotto guerrieri, oltrepassata la candida scogliera bianca la drakkar entrò nell’insenatura verdastra della Magra. La luna in cielo era una perla e la sua luce faceva risplendere le montagne bianche, poderose che si stagliavano irte verso il cielo. Da sopra la prua la sentinella scorse le mura della splendida città di Luni dedicata alle dea Luna, poi scese velocemente e si precipitò a riferire dell’avvistamento ad Aron che ritto sulla poppa ordinò subito di ammainare la vela e ai rematori di prendere posizione. I colpi precisi e ritmati delle pagaiate facevano scivolare la nave silenziosamente in quell’acqua ora bluastra come il petrolio. Il capitano fece segno di rallentare e di accostare la nave nell’ansa destra e di ormeggiare con le gomene la drakkar. Chiamò a se cinque dei suoi uomini migliori e scesero a terra per studiare l’assalto. In quel terreno morbido e paludoso le loro calzature di cuoio affondavano fino alle ginocchia rendendo faticoso l’ avanzamento, a carponi riuscirono ad arrivare a ridosso di grossi pioppi, e da li in mezzo alla pianura videro la splendida città che si affacciava sulla Seccagna. Navi romane erano a protezione del porto, mentre l’entrata principale subito dietro era sorvegliata a vista da molte guardie. Alte mura la circondavano alle spalle come un mantello di volpe, la luna faceva risplendere l’anfiteatro, il foro con le statue e le colonne, il teatro e le domus.
Dopo qualche minuto di riflessione con gesto della mano destra il vichingo ordinò agli uomini di gettarsi nel fosso che spartiva la piana in due. Senza proferir parola i guerrieri a carponi entrarono nell’acqua, le canne e i rovi coprivano le loro mosse e strisciando come serpi avanzavano nella notte apparentemente quieta. Nel frattempo stretta fra le nuvole plumbee la luna scomparve e le stelle che fino a poco prima brillavano come candele si spensero, nella pianura regnava il buio, il silenzio, la paura. Ad un tratto Aron bloccò gli uomini dietro di lui, il sentiero d'acqua li aveva condotti sul lato est della città. Le mura erano distanti all’incirca quattrocento passi ma li vicino si ergeva una costruzione alta circa 10 braccia e larga 5 sorvegliata a vista da due corpi di guardia armati di gladio composti da cinque uomini ciascuno. L’ingresso era sbarrato dalle aste incrociate da quattro maestosi centurioni che piantonavano l'ingresso. Aldilà della via c’era un anfiteatro. Aron era pensieroso, accovacciato a ridosso dell’argine si chiedeva cosa ci fosse di così prezioso la dentro per essere sorvegliato a vista da molte guardie. In cuor suo sapeva benissimo che con i suoi quarantotto uomini nulla avrebbe potuto contro la guardia armata della città. Dopo un attimo di riflessione la sua faccia da mastino parve deformarsi e negli occhi si accese una luce di follia, si voltò allora verso i suoi uomini e con voce autorevole, fredda e perentoria sentenziò : “torniamo alla nave”, gli uomini lo guardarono increduli, sbigottiti ma poi egli aggiunse: “ tra tre ore torneremo e assaliremo la costruzione, quel luogo sembra essere molto importante, sicuramente troveremo un ricco bottino”. Un lungo si di soddisfazione ruppe il silenzio della notte, per il solito percorso raggiunsero la nave. Nell’attesa scolarono rum e fumarono oppio. Arrivata l'ora Aron impartì l'ordine a dodici uomini di rimanere a guardia della nave e agli altri di seguirlo. Quando furono nei pressi della costruzione li divise in quattro gruppi da nove uomini ciascuno.Due gruppi si divisero, uno a sinistra a sbarrare la strada verso la città e un altro a destra a bloccare la via di...
Read moreThe museum is near the ancient mouth of the river Magra. This area was a natural landing ground used by the Etruscans and controlled by the Liguri. It was once a Roman military port and after the defeat and deportation of 47 thousand Liguri Apuani in approx. 180BC, it became home to a colony of two thousand Roman citizens. Many centuries ago when the ancient Greeks frequented the port it was dedicated to the goddess Selene. The Romans knew this goddess as Luna and they kept her as protector and patron of the city. The artefacts on display in the museum include statues, glasses and coins. There is also a section dedicated to sacred architecture and the sanctuary of the goddess Luna, the Grande Tempio, the Temple dedicated to Diana, an epigraph section and an area dedicated to private building works of the domus lunensi. In the archaeological section, visitors can see the mosaic area, the western Domus, the Decumano Massimo (an urban section of the Aurelia road), the portico of the forum, the theatre, and the Christian basilica. The Augustean amphitheatre and evocative mausoleum are through the...
Read moreThe amount of disinterest and laziness of the people running this place is truly remarkable. A site with enormous potential is just being left to decay, literally no effort is being made to provide even the tiniest amount of value to the visitor. Yet, even though my wife had already paid for the whole family, I got shouted at, that I would need to pay up.
Guys! Organize your entrance so you can keep track of people! Use a broom! Cut the grass! Finish the alleged renovation of the museum! Then OPEN the museum! When done, start asking for money. Without shouting at...
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