Il complesso archeologico si trova nel Comune di Macomer, sul pendio del Monte S. Antonio, a 720 mt s.l.m. Il sito, che comprende 3 tombe dei giganti, un nuraghe e un villaggio annesso, era già conosciuto dalla descrizione fatta dal Generale La Marmora nella prima metà del’800. La prima campagna di scavo iniziò nel 1973, condotta dal Prof. Ercole Contu e da Renato Loria, e ha permesso di datare il complesso al Bronzo Medio (1500-1200 a. C.). Già con il diserbo dell’area sono riaffiorate la tomba III e la II (A e B) e secondariamente la I (C) che probabilmente non è mai stata completata per l’assenza delle ali dell’esedra e di reperti ceramici o ossei ad eccezione di una moneta punica rinvenuta in prossimità dell’ingresso. Ciò fa pensare ad un riutilizzo successivo. Iniziando il percorso si incontra la tomba C (I), disposta a NO-SE con la fronte volta a SE. Purtroppo è in pessimo stato di conservazione ma ha una lunghezza residua di 8 mt, una lastra di testata larga 1.35 mt e chiusa ai lati da 2 blocchi di trachite. Subito dopo incontriamo la tomba II (B), anch’essa orientata a SE. In totale misura 17.40 mt con un corpo tombale di 11,40 mt, un vano funerario di 8,20 di lunghezza e l’arco dell’esedra di 14,50 con annesso un basso gradino. Il piano pavimentale è costituito da lastroni squadrati, piatti e levigati, alcuni dei quali giacciono al di fuori, nello spazio dell’esedra. Intorno alla tomba si notano conci lavorati ed archi monolitici cavi. La terza tomba, e anche la meglio conservata, è a nemmeno 40 mt dalla precedente. Anche questa ha l’ingresso a SE e ha una lunghezza di 22,40 mt e larghezza di 20,66. Il corpo tombale è absidato e allungato e la camera funeraria è rettangolare. L’esedra è composta da 14 pietre a sinistra e 13 a destra per una misura complessiva di 14,8 mt (corda) ed una freccia di 7,20 mt ed è presente un bancone sedile alla base. Il vano funerario misura 9,50 mt e la lastra di testata del corridoio ha una cornice in rilievo negativo e l’ingresso al corridoio funerario è dato da una lastra forata dal portello sopra una soglia alta quasi 10 cm. Al centro dell’esedra giace un concio a dentelli. Nella faccia posteriore se ne osservano 4 (dentelli), smussati e 3 incassi poco profondi e una breve risega che termina con un taglio netto. Nell’esedra troviamo anche un chiusino e numerosi conci finemente lavorati. La cosa che più colpisce del sito sono i 6 betìli disposti lungo la fiancata sinistra della tomba III. Si tratta di pietre antropomorfe figurate di forma conica, conosciute anche come Sas Perdas Marmuradas. Esse sono suddivise in tre figure rappresentanti il maschile e 3 il femminile in quanto sono presenti delle mammelle rilevate da 3 a 4 cm. L’altezza varia da 1,24 mt a 1,40 per i mammellati e 0,95/1,08 per quelli lisci. Hanno funzione sacrale nel rappresentare le divinità ritenute all’origine della vita e dunque capaci di riportare in vita dalla morte. Poco distante, si trova il nuraghe, di tipo complesso, composto da mastìo e bastione trilobato che racchiudeva 2 torri, una ad E e l’altra a SO. Il mastio è crollato all’interno, così come il bastione, pressoché inaccessibile. L’ingresso è a s/e con architrave. Intorno al nuraghe si estende il villaggio, non ancora completamente portato alla luce ma che conta circa 15 capanne, realizzate a secco con muri a doppio paramento, 6 ancora intatte e riutilizzate come ricovero per il bestiame sino ad epoca recente. Coordinate: 40°15’39’’...
Read moreSito nuragico ubicato negli immediati dintorni di Macomer sul colle detto di S. Antonio, raggiungibile dopo circa 5 km. tramite la strada comunale “Monte” subito a destra appena imboccata la SP43 per in direzione di Santu Lussurgiu, oggi Viale E. Lussu. Attrezzato con biglietteria e piccolo spazio commerciale, distributore di bevande, bagni è affidato in gestione alla coop. “Esedra Escursioni” di Macomer. E’ uno dei pochi siti nei quali ritrovare tutti gli elementi caratteristici della civiltà nuragica: il villaggio, il nuraghe, la necropoli. Il nuraghe è arroccato sul colle detto di S.Antonio, ai suoi piedi il villaggio costituito prevalentemente da capanne rotonde dal presumibile tetto in frasche e canne, ma anche (fatto questo abbastanza eccezionale – ndr) da capanne rettangolari con copertura in lastroni di pietra che, per le loro caratteristiche sono state successivamente riutilizzate come ricoveri di animali (ma ... c'è molto ancora da scavare e per scavare ... ci vogliono i finanziamenti! - ndr) ed infine, più a valle, la necropoli con ben tre tombe dei giganti e sei betili (in origine erano 11 - ndr): tre raffiguranti la dea madre e tre il dio toro, tutti insieme ed infissi a lato della necropoli a significare ed a ricordare il ciclo della vita: nascita, vita terrena, morte, ritorno a nuova vita. Uno speciale grazie alla guida Graziano per averci trasmesso buona parte del suo amore per la Sardegna.
P.S.: Per “Esedra Escursioni” si veda la specifica...
Read moreNon mi ha soddisfatto più di tanto..nuraghe sgarrupato e tombe poco definite ma ottimi i betili..da visitare nonostante tutto. Apprezzare questo sito diventa facile se si conoscono e si hanno vsitati siti dove le tombe dei giganti siano più definite ( Li Loghi, Sa Ena e'Thomes) Questo aiuta a capire la disposizione det resti sul terreno.
Il complesso nuragico di Tamùli è un importante sito archeologico risalente all'età del Bronzo medio (1500-1200 a.C.). È situato ad una altezza di 720 m, sul declivio del monte Sant'Antonio, dove la catena del Marghine si congiunge con il Montiferru e fa parte del comune di Macomer, provincia di Nuoro, da cui dista circa 5 chilometri.
Il sito era ben noto già nella prima metà dell'Ottocento grazie soprattutto alla descrizione che lo studioso gen. Alberto Della Marmora fece nel suo Voyage en Sardaigne, pubblicato nel 1840. Nell'atlante allegato illustrò compiutamente con numerosi disegni il nuraghe, due delle tre tombe dei giganti presenti, i betili ed alcuni conci presenti sul posto; molto ricca anche la documentazione fotografica pubblicata da Christian Zervos a Parigi, nel 1954.
Al 1973 risale la prima campagna di scavi a cura di Ercole Contu e Renato Loria.
Il complesso archeologico di Tamuli comprende una serie di sezioni diversificate quali un nuraghe, un villaggio e...
Read more