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Church of Saint Mary in Porclaneta — Attraction in Magliano de' Marsi

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Church of Saint Mary in Porclaneta
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Chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta is a Romanesque church in Rosciolo dei Marsi, in western Abruzzo, central Italy.
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Church of Saint Mary in Porclaneta
ItalyAbruzzoMagliano de' MarsiChurch of Saint Mary in Porclaneta

Basic Info

Church of Saint Mary in Porclaneta

67062 Rosciolo dei Marsi, Province of L'Aquila, Italy
4.9(253)
Open 24 hours
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Chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta is a Romanesque church in Rosciolo dei Marsi, in western Abruzzo, central Italy.

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Reviews of Church of Saint Mary in Porclaneta

4.9
(253)
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5.0
2y

Sorge nei pressi di Rosciolo, piccolo borgo di origini medievali ai piedi del monte Velino. Una prima antica chiesa è forse sorta tra il V e il VI secolo sulle rovine di un tempio pagano, ma l’attuale struttura, opera di un certo Nicolò, e che faceva parte di un insieme conventuale oggi scomparso, risale probabilmente all’inizio dell’XI. La prima data certa che testimoni senza ombra di dubbio l’esistenza di Santa Maria è il 1048, allorché il conte dei Marsi Berardo, dona il castello di Rosciolo e le sue pertinenze al monastero di Santa Maria; segue un’ulteriore donazione di Berardo del 1084, in cui il monastero è inserito nei possedimenti dell’Abbazia benedettina di Montecassino. Alterne vicende interessarono la chiesa nel corso dei secoli: la distruzione avvenuta nel 1268 in concomitanza con la battaglia fra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò; un periodo di abbandono da parte dei monaci nel 1362; le dispute fra i Conti dei Marsi e l’abbazia di Farfa per la proprietà del cenobio; l’acquisizione del complesso da parte della famiglia Colonna e la rivendicazione regia nel 1765; la distruzione del monastero fino ai restauri piuttosto invasivi del 1931.L’interno è di tipo basilicale,a tre navi suddivise in sei campate a tutto sesto su pilastri quadrati, con abside semicircolare. I capitelli dei pilastri sono scolpiti a raffigurare elementi geometrici, vegetali, zoomorfi e figure umane. Caratteristica è la cosiddetta “cornice benedettina“: un motivo decorativo d’ispirazione campano-abruzzese legato alla ripresa classicista promossa dall’abate cassinese Desiderio. La navata centrale è coperta con capriate in legno a vista. Al di sotto della zona presbiteriale furono ricavati gli ambienti ipogei della cripta, voltata a botte. Dell’impostazione primitiva della chiesa si conserva solo il braccio destro (la parte sinistra crollò durante la campagna di lavori del 1931), a cui fu aggiunta una quarta navatella ad un livello leggermente inferiore. Il pavimento è in pietra. A sinistra dell’ingresso si trova un ambone scolpito in pietra rivestita di stucco, con cassa quadrata che poggia su piedritti ottagonali; mostra influenze orientali e bizantine, realizzato nel 1150 come attestato dalla scritta: INGENII CERTUS VARII MULTIQUE ROBERTUS HOC LEVIGARUM NICODEMUS ADQUE DOLARUM; [ANNUS] MILLENUS CENTENUS QUINQUIE DENUS CUM FUIT HOC FACTUM FLUX(IT)/ …EPTEN … VI MENSE HOCTUBER. I capitelli sono decorati da figurine umane barbute e intrecciate a sinuosi elementi vegetali, e sorreggono archi trilobi, nel prospetto e nel retro, ed archi laterali a tutto sesto. Della decorazione rimangono un corpo acefalo di leone alla base del lettorino semi cilindrico, e bassorilievi su due fasce disposti a destra e sul parapetto della scala. Le scene mostrano diaconi e storie dell’Antico Testamento, come la danza di Salomè, David che lotta con l’orso e Giona divorato dalla balena. Nella zona superiore si trovano piccoli archetti a ferro di cavallo, decorazione che prosegue anche sul parapetto della scala. Lo spazio interno è diviso in due aree pressoché quadrate, separate da transenne in pietra su cui poggiano quattro esili colonnine con capitelli decorati e fusti tortili a sostegno di un’iconostasi lignea, raffigurante l’antico Tempio di Re Salomone, con le due colonne pilastro che sorreggevano il Tempio stesso: le colonne di Ioachim e Boaz, rispettivamente la “colonna del maestro” e la “colonna dell’apprendista“. Il presbiterio è rialzato e raccordato da cinque scalini in pietra. Vi si conserva un ciborio con intarsi di derivazione moresca, anch’esso attribuito alla bottega del...

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1y

Immersa nel silenzio suggestivo della valle di Porclaneta, la Chiesa della Madonna in Valle è un gioiello nascosto che cattura l'anima di chi vi entra. Fin dal primo sguardo, si percepisce una pace ancestrale che avvolge l'edificio, come se il tempo stesso avesse deciso di fermarsi rispettosamente ai suoi piedi.

Le pietre antiche che compongono la struttura raccontano storie di secoli, custodendo preghiere e speranze di generazioni passate. All'interno, la luce che filtra dalle piccole finestre crea un'atmosfera mistica, dove ogni raggio sembra un messaggio divino che illumina l'anima. Gli affreschi, seppur logorati dal tempo, conservano un fascino indescrivibile, un testamento della fede e della devozione di chi li ha creati.

La sensazione predominante è quella di trovarsi in un luogo sacro non solo per la sua destinazione religiosa, ma per l'energia spirituale che emana. Ogni angolo della chiesa sembra invitare alla riflessione e alla contemplazione, offrendo un rifugio dal caos del mondo moderno.

Il suono dei passi che risuonano sul pavimento in pietra amplifica il senso di solitudine e di introspezione, come se ogni movimento fosse un dialogo silenzioso con l'eternità. La Madonna in Valle, con il suo sguardo sereno, offre conforto e speranza, un abbraccio spirituale che consola e ispira.

Lasciare questo luogo è come svegliarsi da un sogno profondo e rigenerante, portando con sé una parte di quella pace interiore e una rinnovata connessione con il divino. La Chiesa della Madonna in Valle non è solo un monumento, ma un'esperienza dell'anima, un viaggio nel sacro che rimane...

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5.0
21w

Un vero gioiello dell'arte romanica d'Abruzzo! Una sorpresa che vi lascerà veramente senza parole. Tra l'altro potete unire questa visita all'escursione per la Normale sul monte Velino. Infatti dieci minuti prima della chiesetta, c'è il parcheggio da cui si parte per questo giro. Qui dovrete lasciare la macchina, perché più avanti è proibito. Si visita questa meravigliosa chiesa solo su appuntamento, chiamando la gentilissima signora Agata, che vi racconterà le mille influenze che troverete nei dipinti, nelle sculture e nelle scritture. Un'arte originalissima che vi racconterà milleuna storie. Anche Papa Ratzinger ha voluto visitarla. Sul piazzale antistante, un bel fontanile e ciò che rimane di un perimetro più grande curato un tempo dai monaci benedettini. Proseguendo a piedi per circa 400 metri c'è una maestosa quercia millenaria, coeva...

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CASALE CIVETTA DANIELECASALE CIVETTA DANIELE
Sorge nei pressi di Rosciolo, piccolo borgo di origini medievali ai piedi del monte Velino. Una prima antica chiesa è forse sorta tra il V e il VI secolo sulle rovine di un tempio pagano, ma l’attuale struttura, opera di un certo Nicolò, e che faceva parte di un insieme conventuale oggi scomparso, risale probabilmente all’inizio dell’XI. La prima data certa che testimoni senza ombra di dubbio l’esistenza di Santa Maria è il 1048, allorché il conte dei Marsi Berardo, dona il castello di Rosciolo e le sue pertinenze al monastero di Santa Maria; segue un’ulteriore donazione di Berardo del 1084, in cui il monastero è inserito nei possedimenti dell’Abbazia benedettina di Montecassino. Alterne vicende interessarono la chiesa nel corso dei secoli: la distruzione avvenuta nel 1268 in concomitanza con la battaglia fra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò; un periodo di abbandono da parte dei monaci nel 1362; le dispute fra i Conti dei Marsi e l’abbazia di Farfa per la proprietà del cenobio; l’acquisizione del complesso da parte della famiglia Colonna e la rivendicazione regia nel 1765; la distruzione del monastero fino ai restauri piuttosto invasivi del 1931.L’interno è di tipo basilicale,a tre navi suddivise in sei campate a tutto sesto su pilastri quadrati, con abside semicircolare. I capitelli dei pilastri sono scolpiti a raffigurare elementi geometrici, vegetali, zoomorfi e figure umane. Caratteristica è la cosiddetta “cornice benedettina“: un motivo decorativo d’ispirazione campano-abruzzese legato alla ripresa classicista promossa dall’abate cassinese Desiderio. La navata centrale è coperta con capriate in legno a vista. Al di sotto della zona presbiteriale furono ricavati gli ambienti ipogei della cripta, voltata a botte. Dell’impostazione primitiva della chiesa si conserva solo il braccio destro (la parte sinistra crollò durante la campagna di lavori del 1931), a cui fu aggiunta una quarta navatella ad un livello leggermente inferiore. Il pavimento è in pietra. A sinistra dell’ingresso si trova un ambone scolpito in pietra rivestita di stucco, con cassa quadrata che poggia su piedritti ottagonali; mostra influenze orientali e bizantine, realizzato nel 1150 come attestato dalla scritta: INGENII CERTUS VARII MULTIQUE ROBERTUS HOC LEVIGARUM NICODEMUS ADQUE DOLARUM; [ANNUS] MILLENUS CENTENUS QUINQUIE DENUS CUM FUIT HOC FACTUM FLUX(IT)/ …EPTEN … VI MENSE HOCTUBER. I capitelli sono decorati da figurine umane barbute e intrecciate a sinuosi elementi vegetali, e sorreggono archi trilobi, nel prospetto e nel retro, ed archi laterali a tutto sesto. Della decorazione rimangono un corpo acefalo di leone alla base del lettorino semi cilindrico, e bassorilievi su due fasce disposti a destra e sul parapetto della scala. Le scene mostrano diaconi e storie dell’Antico Testamento, come la danza di Salomè, David che lotta con l’orso e Giona divorato dalla balena. Nella zona superiore si trovano piccoli archetti a ferro di cavallo, decorazione che prosegue anche sul parapetto della scala. Lo spazio interno è diviso in due aree pressoché quadrate, separate da transenne in pietra su cui poggiano quattro esili colonnine con capitelli decorati e fusti tortili a sostegno di un’iconostasi lignea, raffigurante l’antico Tempio di Re Salomone, con le due colonne pilastro che sorreggevano il Tempio stesso: le colonne di Ioachim e Boaz, rispettivamente la “colonna del maestro” e la “colonna dell’apprendista“. Il presbiterio è rialzato e raccordato da cinque scalini in pietra. Vi si conserva un ciborio con intarsi di derivazione moresca, anch’esso attribuito alla bottega del maestro Roberto.
antonella rivaantonella riva
Bellissima chiesetta immersa tra i boschi e pascoli in un piccolo borgo frazione di Magliano dei Marsi. La strada per arrivarci non è proprio agevole, è molto stretta, ultimo tratto è sterrato e con buche. Attenzione che il prato antistante la chiesa e' privato e non si può parcheggiare. La visita è possibile solo se accompagnati dalla persona che custodisce le chiavi. Io ho chiamato il giorno prima e mi sono accordata con la gentilissima signora per l' orario così non abbiamo dovuto attendere e lei ci ha mostrato l' interno raccontandoci la storia e soffermandosi sugli elementi più interessanti raccontandoci diversi aneddoti. Io amo la storia medievale e ho veramente apprezzato con entusiasmo la visita che è gratuita ma consiglio di lasciare un' offerta alla signora che vi farà fare la visita.
Giuseppe De SanctisGiuseppe De Sanctis
Bellissima chiesa in piccola costruzione romanica anteriore al 1080. La chiesa ha una abside poligonale, articolata su tre ordini sovrapposti di colonnine collegate in alto da coppie di archetti a pieno centro alternate a coppie di archetti trilobi. L'interno a tre navate divise da arcate a pieno centro su pilastri con capitelli romanici. L'ambone è in calcare rivestito di stucco, sostenuto da quattro pilastrini ottagonali. Nel presbiterio si ammira un bel ciborio del 1150 realizzato da Roberto di Ruggero e Nicola da Guardiagrele, realizzato con archi trilobi decorati su quattro colonne a pianta ottagonale completati da copertura piramidale. Bellissimi anche i numerosi affreschi. La chiesa è uno scrigno di tesori artistici. Da visitare previa prenotazione, consigliatissima.
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Giuseppe De Sanctis

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