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Nuraghe Nolza — Attraction in Meana/Meana Sardo

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Nuraghe Nolza
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Nuraghe Nolza
ItalySardiniaMeana/Meana SardoNuraghe Nolza

Basic Info

Nuraghe Nolza

08030 Meana Sardo, Province of Nuoro, Italy
4.8(91)
Open 24 hours
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Ratings & Description

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Cultural
Outdoor
Scenic
Family friendly
Off the beaten path
attractions: , restaurants:
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Reviews of Nuraghe Nolza

4.8
(91)
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5.0
22w

Il nuraghe Nolza si erge sul rilievo Cuccuru Nolza a 470 mt s.l.m. sull’altipiano scistoso di Su Pranu, ai margini sud occidentali del Gennargentu, a circa 8 km di distanza dal Comune di Meana Sardo. Si tratta di un quadrilobato: una torre maggiore al centro e un bastione con 4 torri minori angolari attorno. Mentre i nuraghi monotorre e i trilobati del circondario avevano come funzione il controllo dei passi e dei guadi principali i primi e il controllo dei vari snodi i secondi, il quadrilobato aveva la funzione di caposaldo interno del territorio. Il sito venne già descritto in passato in modo molto dettagliato dallo storico Vittorio Angius nel 1842, venne studiato per la prima volta nel 1940 e successivamente indagato dal 1988 dal padre dell’archeologia sarda, Giovanni Lilliu. Dai lavori emersero due distinte fasi costruttive evidenziate da tecniche e materiali diversi: la prima risale al Bronzo recente (14°-13° sec. a.C.) e comprende il mastio, due delle 4 torri (E e F) e le cortine murarie orientale e settentrionale costruite con blocchi di scisto disposti in assetto a filari non regolari. La torre centrale è ad oggi alta 13 mt e la parte superiore era rifinita con blocchi di trachite policroma, lavorati con grande maestria. Dal mastio, una scala di 21 gradini conduce ad un piccolo spazio aperto sopraelevato rispetto alla base della torre, pavimentato con pietre di scisto (per rendere la struttura più solida), sfoglie di sughero per l’isolamento e argilla battuta per sigillare e rendere la superficie più omogenea. Di notevole interesse la presenza di un bancone con focolare in pietre di trachite. Successivamente, nel Bronzo finale (attorno al 12° sec. a.C.) a causa di importanti cedimenti strutturali, vennero quasi completamente smantellate le torri C e D a sud-ovest e sud-est con le relative cortine per realizzare 2 nuove torri e nuove cortine con blocchi di porfido (disposti in tecnica poligonale) proveniente da circa 3 km di distanza.  A ridosso delle mura sono stati rinvenuti oltre 100 blocchi di trachite perfettamente lavorati, che in origine costituivano la parte alta del monumento, ad oggi sistemati in fila sul prato al lato del nuraghe. Dal 1994 al 2001 si succedettero 9 campagne di scavo che misero in luce gli interni e un gran quantitativo di reperti. Furono rinvenute ceramiche e manufatti ad uso quotidiano risalenti al Bronzo recente e al Bronzo Medio come ciotole, tegami, 3 macine a stella in trachite e granito alterate dal calore, pestelli, boccali e brocche a becco, frammenti di fornello a ferro di cavallo e fusaiole. Rinvenuti anche dei reperti bronzei tra i quali un pungoletto a lama costolata, e reperti litici come semilune su scheggia di ossidiana e un lisciatoio di sezione piano convessa con scanalatura centrale su faccia piana. Il nuraghe tutto intorno ha un villaggio esteso per circa 2 ettari e mezzo, risalente al 16°-15° sec. a.C. del quale è stata oggetto di scavo solo la capanna 1. Il vano ha una forma circolare di circa 7 mt di diametro con muri spessi circa 1 mt. L’ingresso è rivolto a sud-sud/est e le analisi hanno permesso di attribuire al vano un riutilizzo in età romano-imperiale (1-2° sec. d.C.) trasformatosi in ambiente di lavoro, dotato di un tramezzo che suddivideva il vano.

Il sito è gestito, ingresso 3 euro (con riduzione per gruppi e minori) ed è possibile essere accompagnati in questo viaggio nel passato dalle preparatissime guide sempre cordiali e...

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5.0
40w

Bellissimo nuraghe polilobato, posto su un altura da cui domina a 360° lo scenario circostante; il nuraghe è ancora in parte da studiare e scavare, per quanto molta parte sia stata riportata alla luce (in passato era quasi totalmente ricoperto di terra), e al momento si possono notare delle tracce si un esteso villaggio che lo circonda. Il nuraghe stesso è parzialmente visitabile: si può accedere ad una torre secondaria, da cui si possono notare le tecniche costruttive, con una pietra un pò atipica, lo scisto nella parte più antica, a cui si uniscono le porzioni più moderne o i rinforzamenti realizzati con un altro tipo di pietra, più robusta e meno soggetta alle interperie. Si può anche entrare al secondo piano della torre principale. Ad accompagnare tutta la visita, oltre che una guida bravissima e preparatissima, anche la mascotte del sito, un piccolo cagnolino amichevole che vi seguirà in ogni dove. Il sito è gestito da una coperativa, che lo tiene molto bene, pulito e in ordine. L'ingresso è a pagamento e costa...

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5.0
4y

Nuraghe complesso molto interessante, presenta alcune unicità che possono incuriosire anche i più esperti. Si trova su un altopiano da cui si può vedere (non a caso) quasi mezza Sardegna. La grandezza del villaggio, ancora da scavare, si può già intuire. La nostra guida, Carmen, ci ha accompagnato in un viaggio nel tempo, ricco di suggestioni e strade ancora inesplorate. E' stata molto disponibile nell'accogliere le nostre domande, ci ha risposto sempre con grande gentilezza e competenza. Il luogo prevede un comodo parcheggio, un centro accoglienza con servizi igienici molto ordinati e un piccolo bookshop. Sicuramente torneremo per conoscere...

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Ilaria CardellaIlaria Cardella
Il nuraghe Nolza si erge sul rilievo Cuccuru Nolza a 470 mt s.l.m. sull’altipiano scistoso di Su Pranu, ai margini sud occidentali del Gennargentu, a circa 8 km di distanza dal Comune di Meana Sardo. Si tratta di un quadrilobato: una torre maggiore al centro e un bastione con 4 torri minori angolari attorno. Mentre i nuraghi monotorre e i trilobati del circondario avevano come funzione il controllo dei passi e dei guadi principali i primi e il controllo dei vari snodi i secondi, il quadrilobato aveva la funzione di caposaldo interno del territorio. Il sito venne già descritto in passato in modo molto dettagliato dallo storico Vittorio Angius nel 1842, venne studiato per la prima volta nel 1940 e successivamente indagato dal 1988 dal padre dell’archeologia sarda, Giovanni Lilliu. Dai lavori emersero due distinte fasi costruttive evidenziate da tecniche e materiali diversi: la prima risale al Bronzo recente (14°-13° sec. a.C.) e comprende il mastio, due delle 4 torri (E e F) e le cortine murarie orientale e settentrionale costruite con blocchi di scisto disposti in assetto a filari non regolari. La torre centrale è ad oggi alta 13 mt e la parte superiore era rifinita con blocchi di trachite policroma, lavorati con grande maestria. Dal mastio, una scala di 21 gradini conduce ad un piccolo spazio aperto sopraelevato rispetto alla base della torre, pavimentato con pietre di scisto (per rendere la struttura più solida), sfoglie di sughero per l’isolamento e argilla battuta per sigillare e rendere la superficie più omogenea. Di notevole interesse la presenza di un bancone con focolare in pietre di trachite. Successivamente, nel Bronzo finale (attorno al 12° sec. a.C.) a causa di importanti cedimenti strutturali, vennero quasi completamente smantellate le torri C e D a sud-ovest e sud-est con le relative cortine per realizzare 2 nuove torri e nuove cortine con blocchi di porfido (disposti in tecnica poligonale) proveniente da circa 3 km di distanza.  A ridosso delle mura sono stati rinvenuti oltre 100 blocchi di trachite perfettamente lavorati, che in origine costituivano la parte alta del monumento, ad oggi sistemati in fila sul prato al lato del nuraghe. Dal 1994 al 2001 si succedettero 9 campagne di scavo che misero in luce gli interni e un gran quantitativo di reperti. Furono rinvenute ceramiche e manufatti ad uso quotidiano risalenti al Bronzo recente e al Bronzo Medio come ciotole, tegami, 3 macine a stella in trachite e granito alterate dal calore, pestelli, boccali e brocche a becco, frammenti di fornello a ferro di cavallo e fusaiole. Rinvenuti anche dei reperti bronzei tra i quali un pungoletto a lama costolata, e reperti litici come semilune su scheggia di ossidiana e un lisciatoio di sezione piano convessa con scanalatura centrale su faccia piana. Il nuraghe tutto intorno ha un villaggio esteso per circa 2 ettari e mezzo, risalente al 16°-15° sec. a.C. del quale è stata oggetto di scavo solo la capanna 1. Il vano ha una forma circolare di circa 7 mt di diametro con muri spessi circa 1 mt. L’ingresso è rivolto a sud-sud/est e le analisi hanno permesso di attribuire al vano un riutilizzo in età romano-imperiale (1-2° sec. d.C.) trasformatosi in ambiente di lavoro, dotato di un tramezzo che suddivideva il vano. Il sito è gestito, ingresso 3 euro (con riduzione per gruppi e minori) ed è possibile essere accompagnati in questo viaggio nel passato dalle preparatissime guide sempre cordiali e disponibili.
Carlo ArtizzuCarlo Artizzu
Bello, ma non impressionante quanto quello di Barumini, che è ovviamente da 5 stelle. Eravamo in gita a Laconi e dopo aver mangiato ho notato su Maps la presenza di questo Nuraghe a mezz'ora di strada, e abbiamo deciso di visitarlo. Non è esattamente di strada, ma considerando il punto di partenza aveva un senso fare qualche km per vederlo. Biglietto 5 euro e una mezz'ora di visita per conoscere la storia del Nuraghe per noi sconosciuto, sono stati utili a farsi un idea. 5 stelle le meritano a nostra guida e le persone di Meana Sardo che ci hanno accolto, offerto il caffè, e consigliato la strada migliore per tornare a casa. Grazie
Maria Antonietta BazzoniMaria Antonietta Bazzoni
La visita al Nuraghe Nolza di Meana Sardo è stata un’esperienza speciale. Il sito è affascinante e immerso in un paesaggio straordinario: dalla sommità si gode una splendida vista sui vigneti eroici, coltivati con passione sulle pendici circostanti, che rendono l’atmosfera ancora più suggestiva. A rendere la visita speciale è stata la guida, Marco, che con grande professionalità e simpatia ci ha accompagnati tra le pietre millenarie del nuraghe, raccontandoci la storia e le curiosità di questo straordinario monumento. Una tappa davvero consigliata a chi desidera scoprire l’anima più autentica della Sardegna.
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Carlo Artizzu

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Maria Antonietta Bazzoni

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