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Sanctuary of Montevergine — Attraction in Mercogliano

Name
Sanctuary of Montevergine
Description
Nearby attractions
Museo Abbaziale Di Montevergine
83013 Mercogliano, Province of Avellino, Italy
Nearby restaurants
Ristorante Parthenos
Piazzale San Guglielmo - Santuario di Montevergine, 83013 Mercogliano AV, Italy
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Keywords
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Sanctuary of Montevergine things to do, attractions, restaurants, events info and trip planning
Sanctuary of Montevergine
ItalyCampaniaMercoglianoSanctuary of Montevergine

Basic Info

Sanctuary of Montevergine

Piazzale San Guglielmo, 83013 Mercogliano AV, Italy
4.7(2.9K)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Accessibility
attractions: Museo Abbaziale Di Montevergine, restaurants: Ristorante Parthenos
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Phone
+39 0825 72924
Website
santuariodimontevergine.it

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Reviews

Nearby attractions of Sanctuary of Montevergine

Museo Abbaziale Di Montevergine

Museo Abbaziale Di Montevergine

Museo Abbaziale Di Montevergine

4.6

(12)

Open 24 hours
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Things to do nearby

Pompeii and Herculaneum with an archaeologist and tickets
Pompeii and Herculaneum with an archaeologist and tickets
Thu, Dec 4 • 10:15 AM
80045, Pompei, Campania, Italy
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Nearby restaurants of Sanctuary of Montevergine

Ristorante Parthenos

Ristorante Parthenos

Ristorante Parthenos

4.2

(76)

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Reviews of Sanctuary of Montevergine

4.7
(2,897)
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5.0
6y

Secondo la devozione popolare la Madonna di Montevergine è la Mamma celeste dei napoletani. Un affetto, quello dei partenopei, che ha radici lontane e che è valso alla Vergine venerata nell’abbazia in provincia di Avellino gli appellativi di “Mamma Schiavona” e “Mamma Bruna”. L’icona della Madonna, che ha raccolto lacrime, dolore e speranze di migliaia di pellegrini, è infatti un grande ex voto, un dono della famiglia reale, gli Angiò di Napoli, alla comunità di monaci. Nel tempo i napoletani hanno cominciato a rivolgersi alla Madonna di Montevergine chiamandola “Mamma Schiavona” e “Mamma Bruna”, perché il dipinto mostra la Vergine con un incarnato scuro, tanto simile a quello dei mori (servi di origine nord-africana), così vicino alla semplicità del popolo, che ha percepito Maria quasi come una schiava, una donna tra la gente, una mamma in grado di comprendere le fragilità delle persone semplici.

UNA CLINICA DELLO SPIRITO

Anche oggi la Madonna di Montevergine è particolarmente amata: quasi 2 milioni di pellegrini dalla Campania, dal Lazio e dalla Calabria, oltre a numerose comunità di cittadini dello Sri Lanka provenienti dal Napoletano, ogni anno giungono sul monte Partenio. E questa venerazione si è ulteriormente rinvigorita durante il Giubileo della misericordia; l’abbazia di Montevergine è, infatti, una delle Porte sante della Campania. Racconta a Credere l’abate, padre Riccardo Guariglia: «Il Giubileo ha suscitato nelle persone il risveglio della coscienza: è ciò che notiamo noi confessori e questo è un dato molto positivo. Il santuario di Montevergine è una clinica dello spirito. Spesso nelle parrocchie c’è difficoltà a esprimere il sentimento della riconciliazione, mentre nei santuari le persone arrivano proprio con questo specifico obiettivo. I pellegrini chiedono di attraversare la Porta santa, subito dopo di ricevere il sacramento della Confessione e di prendere parte all’Eucaristia. Il pellegrinaggio in questo luogo diventa un cammino di conversione sotto lo sguardo della Madonna, che è la principale artefice della riconciliazione degli uomini con Dio. I pellegrini che giungono al santuario a piedi spesso ci chiedono di essere accompagnati da un monaco lungo il tragitto per un supporto nella preghiera e per la recita del santo Rosario. Nel cuore delle persone tutto l’amore è rivolto a “Mamma Schiavona”. Ai piedi della Madonna di Montevergine vengono deposte fotografie e lettere con richieste di grazie. Le persone si arrampicano fino ai piedi della Madonna raffigurata nel grande dipinto custodito nella basilica, superando l’altezza dell’altare con l’aiuto di un piccolo sgabello». Chiediamo a padre Riccardo quali sono le principali richieste dei pellegrini: «In questa società confusionaria e dell’apparire, i pellegrini continuano a chiedere a Maria salute, unione familiare, fede smarrita. Sono tantissime le mamme che vengono qui per pregare per la salute dei propri figli o che piangono per i divorzi e si affidano a Maria, che è la regina della famiglia. In quest’anno del Giubileo abbiamo riscontrato un profondo bisogno di fede e di un incontro autentico con Dio da parte delle persone, che chiedono la Confessione». Il giorno della Candelora c’è poi la tradizione della processione dei cosiddetti “femminielli”, ovvero delle persone omosessuali che considerano la Madonna di Montevergine loro patrona. Si tratta di un evento che attira una forte curiosità mediatica ma che in realtà conta poche persone, tra i quali volti noti dello spettacolo e della politica. Invece nel corso dell’anno, come riferisce il padre abate, c’è una presenza senza clamore di numerosi fedeli omosessuali che giungono nel santuario con un profondo bisogno di incontrare Dio.

IL SANTO FONDATORE

L’origine ufficiale del santuario risale alla consacrazione della prima chiesa nel 1126. Tuttavia l’ascesa di san Guglielmo da Vercelli al monte è di qualche anno prima. Guglielmo era intenzionato a raggiungere Gerusalemme; a Taranto fu assalito da banditi, che, delusi per il magro bottino, lo ridussero in fin di vita. Egli vide...

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5.0
3y

Il santuario di Montevergine è un complesso monastico mariano di Mercogliano, situato nella frazione di Montevergine: è monumento nazionale. L'abbazia territoriale di Montevergine è una della sei abbazie territoriali italiane. Al suo interno viene venerato il quadro della Madonna di Montevergine e si stima che ogni anno sia visitato da circa un milione e mezzo di pellegrini tra cui uno dei più importanti si verifica l'ultimo Giovedì di Maggio che parte dal comune di San Cipriano Picentino (SA) per la durata di tre giorni. La storia del santuario di Montevergine è strettamente legata alla figura di Guglielmo da Vercelli, un monaco eremita vissuto tra l'XI e il XII secolo, attratto dai pellegrinaggi nei luoghi della cristianità. Nel 1126 fu consacrata la prima Chiesa dedicata alla Madonna, ma, contrariamente a quanto è spesso raccontato, non si verificò alcuna apparizione: Guglielmo seguì soltanto la sua profonda devozione nei confronti della Vergine Maria. Ben presto i monaci di Montevergine si riunirono in una congregazione detta Verginiana, riconosciuta ufficialmente l'8 agosto 1879 da Papa Leone XIII, nel corso dei secoli la congrega ha svolto servizio sia di evangelizzazione, utilizzando addirittura il dialetto locale pur di arrivare ai ceti più bassi della società, sia di cura dei malati, con la costruzione di numerosi nosocomi in Campania e nel resto del sud Italia. Dopo la morte di San Guglielmo, nel 1142, il santuario raggiunse il periodo di massimo splendore tra il XIII ed il XII, quando si arricchì di numerose opere d'arte e si espanse notevolmente grazie alle offerte di feudatari, Papi e Re: fu in questo periodo che venne donato il dipinto della Madonna, oggi venerato nella basilica cattedrale, ma anche numerose reliquie, tra cui le ossa di San Gennaro, che furono poi trasferite nel Duomo di Napoli nel 1497.

Nel 1807 il corpo di San Guglielmo fu traslato dall'Abbazia del Goleto di Sant'Angelo dei Lombardi a Montevergine, nel 1868 il santuario fu dichiarato monumento nazionale.

Durante la seconda guerra mondiale, tra il 1939 ed il 1946, ospitò segretamente la Sacra Sindone, non solo per proteggerla dai bombardamenti ma anche per nasconderla nel caso in cui Adolf Hitler avrebbe voluto impossessarsene. (Il programma Voyager vi ha dedicato una puntata)

Notevoli furono le novità apportate in questo periodo, come la ristrutturazione della foresteria, del monastero e della basilica antica, l'apertura della funicolare, apertura della cripta che contiene le spoglie di San Guglielmo, creati musei, negozi, presepi, riorganizzando secondo i moderni standard nel 2000, e il 25 Giugno 2012 dopo un lungo periodo dedicato al restauro, il quadro della Madonna fu nuovamente collocato all'interno della Basilica antica, nella Cappella e non più nella chiesa...

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7y

Emozionante, facilmente raggiungibile, ben organizzato, pulito. Mi è piaciuta moltissimo la cripta con le reliquie dei Santi, in particolare San Modestino. Exciting, easily accessible, well organized, clean. I really liked the crypt with the relics of the saints, especially San Modestino. On the spot you will find a bar, stalls with local products. Spannend, leicht zugänglich, gut organisiert, sauber. Mir gefiel die Krypta mit den Reliquien der Heiligen, vor allem San Modestino, wo es eine Bar und Stände mit lokalen Produkten gibt Захватывающий, легкодоступный, хорошо организованный, чистый. Мне очень понравился склеп с мощами святых, особенно Сан-Модестино. На месте вы найдете бар, киоски с...

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Pasquale Dell' ErarioPasquale Dell' Erario
Secondo la devozione popolare la Madonna di Montevergine è la Mamma celeste dei napoletani. Un affetto, quello dei partenopei, che ha radici lontane e che è valso alla Vergine venerata nell’abbazia in provincia di Avellino gli appellativi di “Mamma Schiavona” e “Mamma Bruna”. L’icona della Madonna, che ha raccolto lacrime, dolore e speranze di migliaia di pellegrini, è infatti un grande ex voto, un dono della famiglia reale, gli Angiò di Napoli, alla comunità di monaci. Nel tempo i napoletani hanno cominciato a rivolgersi alla Madonna di Montevergine chiamandola “Mamma Schiavona” e “Mamma Bruna”, perché il dipinto mostra la Vergine con un incarnato scuro, tanto simile a quello dei mori (servi di origine nord-africana), così vicino alla semplicità del popolo, che ha percepito Maria quasi come una schiava, una donna tra la gente, una mamma in grado di comprendere le fragilità delle persone semplici. UNA CLINICA DELLO SPIRITO Anche oggi la Madonna di Montevergine è particolarmente amata: quasi 2 milioni di pellegrini dalla Campania, dal Lazio e dalla Calabria, oltre a numerose comunità di cittadini dello Sri Lanka provenienti dal Napoletano, ogni anno giungono sul monte Partenio. E questa venerazione si è ulteriormente rinvigorita durante il Giubileo della misericordia; l’abbazia di Montevergine è, infatti, una delle Porte sante della Campania. Racconta a Credere l’abate, padre Riccardo Guariglia: «Il Giubileo ha suscitato nelle persone il risveglio della coscienza: è ciò che notiamo noi confessori e questo è un dato molto positivo. Il santuario di Montevergine è una clinica dello spirito. Spesso nelle parrocchie c’è difficoltà a esprimere il sentimento della riconciliazione, mentre nei santuari le persone arrivano proprio con questo specifico obiettivo. I pellegrini chiedono di attraversare la Porta santa, subito dopo di ricevere il sacramento della Confessione e di prendere parte all’Eucaristia. Il pellegrinaggio in questo luogo diventa un cammino di conversione sotto lo sguardo della Madonna, che è la principale artefice della riconciliazione degli uomini con Dio. I pellegrini che giungono al santuario a piedi spesso ci chiedono di essere accompagnati da un monaco lungo il tragitto per un supporto nella preghiera e per la recita del santo Rosario. Nel cuore delle persone tutto l’amore è rivolto a “Mamma Schiavona”. Ai piedi della Madonna di Montevergine vengono deposte fotografie e lettere con richieste di grazie. Le persone si arrampicano fino ai piedi della Madonna raffigurata nel grande dipinto custodito nella basilica, superando l’altezza dell’altare con l’aiuto di un piccolo sgabello». Chiediamo a padre Riccardo quali sono le principali richieste dei pellegrini: «In questa società confusionaria e dell’apparire, i pellegrini continuano a chiedere a Maria salute, unione familiare, fede smarrita. Sono tantissime le mamme che vengono qui per pregare per la salute dei propri figli o che piangono per i divorzi e si affidano a Maria, che è la regina della famiglia. In quest’anno del Giubileo abbiamo riscontrato un profondo bisogno di fede e di un incontro autentico con Dio da parte delle persone, che chiedono la Confessione». Il giorno della Candelora c’è poi la tradizione della processione dei cosiddetti “femminielli”, ovvero delle persone omosessuali che considerano la Madonna di Montevergine loro patrona. Si tratta di un evento che attira una forte curiosità mediatica ma che in realtà conta poche persone, tra i quali volti noti dello spettacolo e della politica. Invece nel corso dell’anno, come riferisce il padre abate, c’è una presenza senza clamore di numerosi fedeli omosessuali che giungono nel santuario con un profondo bisogno di incontrare Dio. IL SANTO FONDATORE - L’origine ufficiale del santuario risale alla consacrazione della prima chiesa nel 1126. Tuttavia l’ascesa di san Guglielmo da Vercelli al monte è di qualche anno prima. Guglielmo era intenzionato a raggiungere Gerusalemme; a Taranto fu assalito da banditi, che, delusi per il magro bottino, lo ridussero in fin di vita. Egli vide in quell’event
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Il santuario di Montevergine è un complesso monastico mariano di Mercogliano, situato nella frazione di Montevergine: è monumento nazionale. L'abbazia territoriale di Montevergine è una della sei abbazie territoriali italiane. Al suo interno viene venerato il quadro della Madonna di Montevergine e si stima che ogni anno sia visitato da circa un milione e mezzo di pellegrini tra cui uno dei più importanti si verifica l'ultimo Giovedì di Maggio che parte dal comune di San Cipriano Picentino (SA) per la durata di tre giorni. La storia del santuario di Montevergine è strettamente legata alla figura di Guglielmo da Vercelli, un monaco eremita vissuto tra l'XI e il XII secolo, attratto dai pellegrinaggi nei luoghi della cristianità. Nel 1126 fu consacrata la prima Chiesa dedicata alla Madonna, ma, contrariamente a quanto è spesso raccontato, non si verificò alcuna apparizione: Guglielmo seguì soltanto la sua profonda devozione nei confronti della Vergine Maria. Ben presto i monaci di Montevergine si riunirono in una congregazione detta Verginiana, riconosciuta ufficialmente l'8 agosto 1879 da Papa Leone XIII, nel corso dei secoli la congrega ha svolto servizio sia di evangelizzazione, utilizzando addirittura il dialetto locale pur di arrivare ai ceti più bassi della società, sia di cura dei malati, con la costruzione di numerosi nosocomi in Campania e nel resto del sud Italia. Dopo la morte di San Guglielmo, nel 1142, il santuario raggiunse il periodo di massimo splendore tra il XIII ed il XII, quando si arricchì di numerose opere d'arte e si espanse notevolmente grazie alle offerte di feudatari, Papi e Re: fu in questo periodo che venne donato il dipinto della Madonna, oggi venerato nella basilica cattedrale, ma anche numerose reliquie, tra cui le ossa di San Gennaro, che furono poi trasferite nel Duomo di Napoli nel 1497. Nel 1807 il corpo di San Guglielmo fu traslato dall'Abbazia del Goleto di Sant'Angelo dei Lombardi a Montevergine, nel 1868 il santuario fu dichiarato monumento nazionale. Durante la seconda guerra mondiale, tra il 1939 ed il 1946, ospitò segretamente la Sacra Sindone, non solo per proteggerla dai bombardamenti ma anche per nasconderla nel caso in cui Adolf Hitler avrebbe voluto impossessarsene. (Il programma Voyager vi ha dedicato una puntata) Notevoli furono le novità apportate in questo periodo, come la ristrutturazione della foresteria, del monastero e della basilica antica, l'apertura della funicolare, apertura della cripta che contiene le spoglie di San Guglielmo, creati musei, negozi, presepi, riorganizzando secondo i moderni standard nel 2000, e il 25 Giugno 2012 dopo un lungo periodo dedicato al restauro, il quadro della Madonna fu nuovamente collocato all'interno della Basilica antica, nella Cappella e non più nella chiesa grande principale.
Kristina M M.Kristina M M.
Emozionante, facilmente raggiungibile, ben organizzato, pulito. Mi è piaciuta moltissimo la cripta con le reliquie dei Santi, in particolare San Modestino. Exciting, easily accessible, well organized, clean. I really liked the crypt with the relics of the saints, especially San Modestino. On the spot you will find a bar, stalls with local products. Spannend, leicht zugänglich, gut organisiert, sauber. Mir gefiel die Krypta mit den Reliquien der Heiligen, vor allem San Modestino, wo es eine Bar und Stände mit lokalen Produkten gibt Захватывающий, легкодоступный, хорошо организованный, чистый. Мне очень понравился склеп с мощами святых, особенно Сан-Модестино. На месте вы найдете бар, киоски с местными продуктами.
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Secondo la devozione popolare la Madonna di Montevergine è la Mamma celeste dei napoletani. Un affetto, quello dei partenopei, che ha radici lontane e che è valso alla Vergine venerata nell’abbazia in provincia di Avellino gli appellativi di “Mamma Schiavona” e “Mamma Bruna”. L’icona della Madonna, che ha raccolto lacrime, dolore e speranze di migliaia di pellegrini, è infatti un grande ex voto, un dono della famiglia reale, gli Angiò di Napoli, alla comunità di monaci. Nel tempo i napoletani hanno cominciato a rivolgersi alla Madonna di Montevergine chiamandola “Mamma Schiavona” e “Mamma Bruna”, perché il dipinto mostra la Vergine con un incarnato scuro, tanto simile a quello dei mori (servi di origine nord-africana), così vicino alla semplicità del popolo, che ha percepito Maria quasi come una schiava, una donna tra la gente, una mamma in grado di comprendere le fragilità delle persone semplici. UNA CLINICA DELLO SPIRITO Anche oggi la Madonna di Montevergine è particolarmente amata: quasi 2 milioni di pellegrini dalla Campania, dal Lazio e dalla Calabria, oltre a numerose comunità di cittadini dello Sri Lanka provenienti dal Napoletano, ogni anno giungono sul monte Partenio. E questa venerazione si è ulteriormente rinvigorita durante il Giubileo della misericordia; l’abbazia di Montevergine è, infatti, una delle Porte sante della Campania. Racconta a Credere l’abate, padre Riccardo Guariglia: «Il Giubileo ha suscitato nelle persone il risveglio della coscienza: è ciò che notiamo noi confessori e questo è un dato molto positivo. Il santuario di Montevergine è una clinica dello spirito. Spesso nelle parrocchie c’è difficoltà a esprimere il sentimento della riconciliazione, mentre nei santuari le persone arrivano proprio con questo specifico obiettivo. I pellegrini chiedono di attraversare la Porta santa, subito dopo di ricevere il sacramento della Confessione e di prendere parte all’Eucaristia. Il pellegrinaggio in questo luogo diventa un cammino di conversione sotto lo sguardo della Madonna, che è la principale artefice della riconciliazione degli uomini con Dio. I pellegrini che giungono al santuario a piedi spesso ci chiedono di essere accompagnati da un monaco lungo il tragitto per un supporto nella preghiera e per la recita del santo Rosario. Nel cuore delle persone tutto l’amore è rivolto a “Mamma Schiavona”. Ai piedi della Madonna di Montevergine vengono deposte fotografie e lettere con richieste di grazie. Le persone si arrampicano fino ai piedi della Madonna raffigurata nel grande dipinto custodito nella basilica, superando l’altezza dell’altare con l’aiuto di un piccolo sgabello». Chiediamo a padre Riccardo quali sono le principali richieste dei pellegrini: «In questa società confusionaria e dell’apparire, i pellegrini continuano a chiedere a Maria salute, unione familiare, fede smarrita. Sono tantissime le mamme che vengono qui per pregare per la salute dei propri figli o che piangono per i divorzi e si affidano a Maria, che è la regina della famiglia. In quest’anno del Giubileo abbiamo riscontrato un profondo bisogno di fede e di un incontro autentico con Dio da parte delle persone, che chiedono la Confessione». Il giorno della Candelora c’è poi la tradizione della processione dei cosiddetti “femminielli”, ovvero delle persone omosessuali che considerano la Madonna di Montevergine loro patrona. Si tratta di un evento che attira una forte curiosità mediatica ma che in realtà conta poche persone, tra i quali volti noti dello spettacolo e della politica. Invece nel corso dell’anno, come riferisce il padre abate, c’è una presenza senza clamore di numerosi fedeli omosessuali che giungono nel santuario con un profondo bisogno di incontrare Dio. IL SANTO FONDATORE - L’origine ufficiale del santuario risale alla consacrazione della prima chiesa nel 1126. Tuttavia l’ascesa di san Guglielmo da Vercelli al monte è di qualche anno prima. Guglielmo era intenzionato a raggiungere Gerusalemme; a Taranto fu assalito da banditi, che, delusi per il magro bottino, lo ridussero in fin di vita. Egli vide in quell’event
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