Ci sono luoghi che restano impressi nell’anima come fotografie storte ma vere, piene di luce, profumi e suoni che nessun tempo potrà cancellare. San Cosimo alla Macchia per me è uno di questi.
Non è solo un santuario, non è solo un luogo di culto. È un frammento di infanzia che torna ogni volta che ci metto piede. È l’odore dell’incenso mescolato a quello delle bancarelle, il rumore delle monete nelle mani degli anziani davanti ai ceri, le statue enormi che da piccoli sembravano ancora più grandi. È il silenzio improvviso che scende dentro la chiesa, anche quando fuori c’è festa.
Una volta c’era lo zoo. Lo ricordo come si ricordano i sogni: gabbie, animali, lo stupore negli occhi da bambino e un misto di gioia e dispiacere. Per noi era magia: vedere una scimmia, un leone, un lama a pochi passi era qualcosa di straordinario. Col tempo, lo zoo è sparito, e con lui anche quel senso di meraviglia un po’ selvaggia. Ma è rimasta la nostalgia dolce di quei giorni, fatta di cose semplici e autentiche.
Ogni visita è un ritorno, non solo fisico, ma emotivo. Anche adesso, da adulti, San Cosimo ha un’energia che spiazza: c’è fede, certo, ma anche pace, ombra, memoria. Il piazzale immenso, i pellegrini, le bancarelle con i fichi secchi, i pupazzetti di plastica, i santini e le ciambelle: ogni cosa ha il suo posto, ogni cosa ha un sapore antico che consola.
San Cosimo è un rifugio per il cuore, soprattutto quando fuori il mondo fa troppo rumore. È un angolo sospeso tra sacro e popolare, tra spiritualità e quotidianità. È un luogo dove anche solo sedersi su una panchina e guardarsi intorno...
Read moreEs un importante santuario en toda la región. No es artísticamente algo grandioso ni precioso, pero la belleza está en la historia que guarda.
Su origen está ligado a la presencia de los monjes de la Orden de San Basilio en la zona, que llegaron de Oriente bajo el edicto de Leon III en el 727. Ellos fueron los responsables de instaurar y dar a conocer el culto a los Santos Doctores de la Iglesia, y quienes trajeron sus reliquias e iconos, y contribuyeron a la fundación de varios conventos. El asentamiento en Oria fue destruido en el 977, quedando salvos la iglesia y una parte del convento. Entonces la capilla se convirtió en un asilo para eremitas y peregrinos que volvían de Tierra Santa hacia sus lugares de origen.
Durante el curso de los siglos hubo muchos milagros, y la devoción fue tal que en el S.XVII, el obispo de la ciudad inició obras para extender el santuario para dar cabida a más peregrinos. El edifico actual es de esta época. La fachada de estilo neoclasico es de finales del S.XIX. El tímpano triangular lo corona Cristo Redentor. La plaza es de 1939 Tiene una nave central y dos laterales, de las cuales la derecha está dedicada a los Santos Doctores, con los bustos de Cosme y Damián bajo un baldaquino neogotico. El altar en la nave central es precioso, de piedra, con figuras en bronce de tantos doctores de la Iglesia incrustadas. Hay también una capilla de Cristo y otra...
Read moreIl 26 dicembre in vacanza con la mia famiglia (con cane) e in ricordo dì mio padre che tanto era affezionato ai santi medici siamo andati a messa lì. Purtroppo l’insegna che vietava l’ingresso ai cani era posta dentro e non all’ingresso della chiesa. Sono stato sgradevolmente cacciato dal celebrante prima della messa e nonostante i modi ho chiesto scusa non avendo visto divieti apposti. Alla mia garbata risposta lo stesso, ancor più infastidito mi ha risposto “perché nelle moschee non vai senza scarpe?”. Non comprendo una risposta offensiva per coloro che frequentano le moschee e vanno rispettati ed io mi sono allontanato ma ritengo che un poco dì gentilezza sia dovuta da parte dì tutti ed ancor più da un uomo di chiesa. Spero possa leggere questo messaggio per avere più rispetto per le altre religioni oltre che per i propri fedeli. PS anche gli animali vanno rispettati e in tutte le chiese dove mi sono recato il mio cane è sempre...
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