Eredità romane e medioevali si conservano intorno alla piccola (ex) cattedrale di Oschiri, tra le più suggestive e significative della Sardegna centro-settentrionale. In un altura nel Monte Acuto, una delle aree sarde più ‘romanizzate’, un castrum romano-bizantino e rovine medievali dominano dall’alto la piana bagnata da fiume e lago Coghinas. È lo scenario che troverai attorno a Nostra Signora di Castro, a cinque chilometri dall’abitato di Oschiri. Risalendo il colle della piccola chiesa romanica, rivivrai la storia di XI e XII secolo, periodo in cui sorse l’edificio, eretto tra le sponde del lago, il castrum di Luguido, il villaggio e il castello di Castra, che danno nome al tempio. Fu cattedrale della diocesi di Castro, soppressa nel 1508 dopo più di quattro secoli di vita. La data di costruzione è incerta: il Liber judicum turritanorum la ritiene fondata da Mariano I di Torres nell’XI secolo, coeva di Nostra Signora del Regno di Ardara, della quale rispecchia lo stile romanico-lombardo; altre fonti riferiscono della sua consacrazione legata a quella della cattedrale di sant’Antioco di Bisarcio, nel 1164 o 1174. L’area dell’ex cattedrale è chiusa da un recinto fatto di cumbessias (alloggi per pellegrini) e un edificio a due piani, dove sono allestite mostre temporanee su storia del santuario e sito archeologico. La chiesa è meta di pellegrinaggio: il cortile si anima soprattutto la domenica dopo Pasqua, per la festa della Madonna di Castro. Saliti i cinque gradini della scalinata, ti colpirà la luce riflessa dai blocchi trachitici che compongono l’edificio: assumono gradazioni dal rosa intenso al rosso porpora scuro. Due lesene affiancano il portale e dividono la facciata in tre specchi, ognuno con tre archetti (nove in totale) appoggiati su peducci variamente decorati. L’interno è a unica navata, lunga 11 metri e larga cinque. L’abside semicircolare ha copertura lignea a capriate. Sulla sinistra si apre un grande portico, aggiunto posteriormente. Dall’altare ‘romanico’ ci è giunta una pergamena, conservata nella parrocchia di Oschiri, che inneggia a santa Restituta, martire africana il cui culto nell’Isola si colloca nell’alto Medioevo. Alla stessa età risalgono alcune sepolture nell’area circostante.
A Oschiri, borgo del Logudoro orientale, ai piedi del Limbara, in mezzo a vallate ricoperte di lecci, sugherete e macchia mediterranea, sorgono altri edifici di culto più o meno coevi dell’ex cattedrale: nel centro storico, vicino alla parrocchiale dell’Immacolata, c’è la chiesa di san Demetrio, in campagna i santuari di san Giorgio, san Pietro, santo Stefano e Nostra Signora di Othi. Case basse e strade strette in pietra caratterizzano un paese di tradizione agropastorale, dove si producono ottimi formaggi, vermentino e panadas. Il territorio è disseminato, oltre che di eredità romane e bizantine, anche di testimonianze preistoriche, tra cui spiccano 70 domus de Janas, raggruppate in necropoli, il misterioso complesso di santo Stefano e 60 insediamenti nuragici. I reperti sono...
Read morePassaggio ad Oschiri (SS). Chiesa di Nostra Signora di Castro Appena fuori dal paese di Oschiri, la chiesa di Nostra Signora di Castro campeggia sulla valle del lago Coghinas. La sua silhouette, un vestito di pietra rossastra e bruna, si nota gia’ prima di arrivare. Sotto le sue mura, la valle silenziosa e ingiallita dal fieno, è macchiata dalle chiome verdi del sughero. Cancelli di ferro sbarrati, un lieve pendio ti guida all'interno del luogo sacro. All'interno, un ampio patio verde, con al centro un grande albero e un piccolo uomo. Lui, un Olmo, l'altro Manlio, il custode. Dietro le fronde che proiettando una freschissima e schiacciante ombra, la piccola chiesa, un'opera straordinariamente intatta, una porta del tempo della Sardegna più antica, quella romana. Bellissima, completa. La statua della Madonna al sui interno è portata in processione dai fedeli di Oschiri il lunedì dell’Angelo. Continua il racconto mistico dell’uomo con il ritrovamento, presso quella valle, di una donna misteriosa, ripescata morta e condotta in quella chiesa e delle tombe disseminate oltre le mura. Il suo racconto è un’insieme di aneddoti di viandanti, turisti occasionali, di festaioli e solitari meditatori, e poi se ne esce con la storia del vecchio Olmo. "Un giorno lontano, non so dirvi quando, una tempesta, violenta e scura, si abbatté nella valle. Il colle, a guardia del passo di Oschiri, subì l'attacco feroce di fulmini e saette. Fortunati i sugheri piegati dal vento poiché una sola pianta pagò la furia della natura di quel giorno. Una lancia di fuoco squarciò il cielo e spezzò quel solitario Olmo. Distrutto, bruciato, ferito, pareva a tutti morto, tranne che a Manlio, che si oppose a tutti e a tutto per impedire la rimozione del legno. Lasciatelo, diceva, ricrescerà. È un Olmo forte ed a buone radici, lasciatelo. E cosi fu.” Oggi da Manlio ho imparato che la natura combatte se stessa, disfa e crea a piacimento, l'uomo non potrà mai elevarsi sopra di essa. Testo e foto di © Antonello Porchedda (Ogni riferimento a persone, fatti e cose, è...
Read moreA Roman-Byzantine castrum and medieval ruins dominate the plain washed by the river and lake Coghinas from above. This is the scenario that you will find around Nostra Signora di Castro, five kilometers from the town of Oschiri. An interesting beautifully preserved church in the middle of an unpopulated landscape. Beautiful view on the surrounding landscape and the lake Lago Del Coghinas. As an example, I added four new photos to the photo from 2019, where you can see what kind of water shortage...
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