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Necropoli ipogea Mesu 'e Montes — Attraction in Ossi

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Necropoli ipogea Mesu 'e Montes
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Necropoli ipogea Mesu 'e Montes
ItalySardiniaOssiNecropoli ipogea Mesu 'e Montes

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Necropoli ipogea Mesu 'e Montes

07045 Ossi, Province of Sassari, Italy
4.7(75)
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Cultural
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Wed, Dec 31 • 9:00 AM
07046, Porto Torres, Sardinia, Italy
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Wed, Dec 31 • 10:00 AM
07041, Alghero, Sardinia, Italy
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Ilaria CardellaIlaria Cardella
La necropoli è ubicata alle pendici del Monte Mamas nel territorio Sassarese, scavata in una parete calcarea alta circa 430 mt ed è composta di un totale di 18 tombe pluricellulari che si inerpicano lungo l’asse est- ovest risalenti al periodo tra il Neolitico finale e il Bronzo Medio. La morfologia della parete rocciosa le divide in due gruppi: le prime 8 nell’asse ovest e le ultime dieci nell’asse est. Il primo ad indagarle fu l’archeologo Ercole Contu nel 1968, il quale tramite un primo sopralluogo ne individuò 7 e l’anno successivo altri 10. Nel 1994 si decise poi di mettere in sicurezza il sito ripulendo gli ipogei dai detriti derivanti dal ricovero del bestiame. Le tombe I, II, V e XIII riproducono le particolarità strutturali delle abitazioni prenuragiche (soffitti, pali, architravi), nonché simboli e segni sacri legati al rituale funerario. La tomba II, fu scavata nell’agosto 1985 e insieme alla numero I presenta una planimetria a T di 12 vani, ampliati in tre fasi successive per nuove inumazioni a causa dell’incremento demografico. La tomba I è provvista di un portello d’accesso con cornice manomessa sul lato sinistro e al suo interno le pareti sono ornate da motivi architettonici e decorazioni di protomi taurine. La tomba II risulta essere quella più ricca a livello decorativo in quanto presenta sulle pareti protomi taurine, corna lunate con muso allungato del Dio Toro, incisioni a V in serie ravvicinate che vanno a formare uno zig zag in fila orizzontale, incisioni a denti di lupo, segni di pittura in ocra rossa. A livello architettonico sono presenti nel mezzo della cella principale due pilastri che sorreggono il soffitto e che alla loro base presentano due piedistalli di cui uno tondo e l’altro rettangolare. Tra i due pilastri risalta un magnifico focolare con al centro tre bozze ovoidali disposte a triangolo. Delle 18 tombe spiccano altresì la numero III e la numero XVI poiché entrambe presentano un prospetto architettonico dove la porta di ingresso riprende la stele centinata delle Tombe dei Giganti già presenti nell’Isola ma con la differenza di essere invece scolpita nella roccia. Nella tomba III sono presenti sulla sommità 3 fori ove probabilmente venivano collocati tre piccoli betili votivi e l’apertura risulta manomessa e ampliata in epoca successiva per rendere più agevole l’ingresso. Infatti le pareti risultano completamente annerite a causa della pratica di affumicazione del formaggio in tempi recenti. Nella tomba XVI, sempre a prospetto architettonico, sono visibili decorazioni a “denti di sega” e sempre sulla sommità dei fori per i betili. La tomba V invece è l’unica in tutta la necropoli con planimetria a sviluppo laterale. Tra tutte è invece rimasta pressoché integra la numero XIII poiché trovandosi a 4 mt di altezza dal piano di campagna è risultata per tutto questo tempo inaccessibile e si è potuta conservare nel tempo. La numero XVIII, l’ultima, è invece ad oggi distrutta. Il sito è di facile accesso dalla SP 97: un cartello a bordo strada indica le Domus e una stretta stradina che porta sino ad uno spiazzo lastricato con al centro una grossa quercia che fa da guardiana al sito.
Sara OroSara Oro
Necropoli a dir poco stupenda! Per raggiungerla seguite le indicazioni di Google Maps, fino ad uno spiazzo di fronte ad un murale, da cui si gode tra l'altro di ottimo panorama sulla vallata; da qui potete optare per due soluzioni: o parcheggiate qui e proseguite per il sentiero, la cui imboccatura si trova alle coordinate 40.630465, 8.613711, in salita abbastanza ripida e impegnativa, oppure precorrete il sentiero in macchina, fino al gigantesco albero sotto cui parcheggiare; se scegliete quest'ultima opzione risparmierete un pò di fiato per il percorso vero e proprio alle domus. Da qua avete un altra scelta da prendere: ci sono due sentieri. A sinistra si sale subito, con discreta pendenza che va ad aumentare, ma troverete quasi subito le prime domus e via via le altre. Se scegliete il sentiero a destra dell'albero, con massi a delimitarlo, farete un bel trekking discretamente impegnativo, tra alberelli e macchia mediterranea, sentiero che si unisce al sentiero di sinistra dopo un lungo giro, quindi vedrete le domus alla fine del tour, e farete l'ultimo tratto in discesa. La scelta varia in base al proprio gusto. Se non interessa il trekking ma solo le domus prendere la strada a sinistra, altrimenti destra. Queste domus sono fantastiche: una di queste è ricca di incisioni, decorazioni di vario genere, pilastri con protomi, un bacile inusuale con 3 sfere all'interno, ecc. Le domus più in alto sono le più mastodontiche a livello di dimensioni, talmente tanto che sembrano delle cattedrali. Da queste si gode di un ottimo panorama. Prendetevi del tempo per questa visita, e magari portate un pranzo al sacco da gustare ai piedi dell'albero secolare. Sito non gestito; visita gratuita.
LayleddaLayledda
Lasciata la SP97 si percorre una stradina cementata per poche centinaia di metri e si raggiunge un'area molto curata e accogliente in cui poter fare una passeggiata o un picnic. A sinistra troverete delle saline in pietra che vi condurranno direttamente alla necropoli. Le tombe sono numerate. Imperdibile la tomba II con focolare particolarissimo e corna taurine sulle pareti e sui pilastri. Avanzando ancora troverete uno dei prospetti più belli che abbia mai visto con evidenti incavi per i tre betilini sulla sommità. Fantastico anche il colpo d'occhio sulla natura circostante.
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La necropoli è ubicata alle pendici del Monte Mamas nel territorio Sassarese, scavata in una parete calcarea alta circa 430 mt ed è composta di un totale di 18 tombe pluricellulari che si inerpicano lungo l’asse est- ovest risalenti al periodo tra il Neolitico finale e il Bronzo Medio. La morfologia della parete rocciosa le divide in due gruppi: le prime 8 nell’asse ovest e le ultime dieci nell’asse est. Il primo ad indagarle fu l’archeologo Ercole Contu nel 1968, il quale tramite un primo sopralluogo ne individuò 7 e l’anno successivo altri 10. Nel 1994 si decise poi di mettere in sicurezza il sito ripulendo gli ipogei dai detriti derivanti dal ricovero del bestiame. Le tombe I, II, V e XIII riproducono le particolarità strutturali delle abitazioni prenuragiche (soffitti, pali, architravi), nonché simboli e segni sacri legati al rituale funerario. La tomba II, fu scavata nell’agosto 1985 e insieme alla numero I presenta una planimetria a T di 12 vani, ampliati in tre fasi successive per nuove inumazioni a causa dell’incremento demografico. La tomba I è provvista di un portello d’accesso con cornice manomessa sul lato sinistro e al suo interno le pareti sono ornate da motivi architettonici e decorazioni di protomi taurine. La tomba II risulta essere quella più ricca a livello decorativo in quanto presenta sulle pareti protomi taurine, corna lunate con muso allungato del Dio Toro, incisioni a V in serie ravvicinate che vanno a formare uno zig zag in fila orizzontale, incisioni a denti di lupo, segni di pittura in ocra rossa. A livello architettonico sono presenti nel mezzo della cella principale due pilastri che sorreggono il soffitto e che alla loro base presentano due piedistalli di cui uno tondo e l’altro rettangolare. Tra i due pilastri risalta un magnifico focolare con al centro tre bozze ovoidali disposte a triangolo. Delle 18 tombe spiccano altresì la numero III e la numero XVI poiché entrambe presentano un prospetto architettonico dove la porta di ingresso riprende la stele centinata delle Tombe dei Giganti già presenti nell’Isola ma con la differenza di essere invece scolpita nella roccia. Nella tomba III sono presenti sulla sommità 3 fori ove probabilmente venivano collocati tre piccoli betili votivi e l’apertura risulta manomessa e ampliata in epoca successiva per rendere più agevole l’ingresso. Infatti le pareti risultano completamente annerite a causa della pratica di affumicazione del formaggio in tempi recenti. Nella tomba XVI, sempre a prospetto architettonico, sono visibili decorazioni a “denti di sega” e sempre sulla sommità dei fori per i betili. La tomba V invece è l’unica in tutta la necropoli con planimetria a sviluppo laterale. Tra tutte è invece rimasta pressoché integra la numero XIII poiché trovandosi a 4 mt di altezza dal piano di campagna è risultata per tutto questo tempo inaccessibile e si è potuta conservare nel tempo. La numero XVIII, l’ultima, è invece ad oggi distrutta. Il sito è di facile accesso dalla SP 97: un cartello a bordo strada indica le Domus e una stretta stradina che porta sino ad uno spiazzo lastricato con al centro una grossa quercia che fa da guardiana al sito.
Ilaria Cardella

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Necropoli a dir poco stupenda! Per raggiungerla seguite le indicazioni di Google Maps, fino ad uno spiazzo di fronte ad un murale, da cui si gode tra l'altro di ottimo panorama sulla vallata; da qui potete optare per due soluzioni: o parcheggiate qui e proseguite per il sentiero, la cui imboccatura si trova alle coordinate 40.630465, 8.613711, in salita abbastanza ripida e impegnativa, oppure precorrete il sentiero in macchina, fino al gigantesco albero sotto cui parcheggiare; se scegliete quest'ultima opzione risparmierete un pò di fiato per il percorso vero e proprio alle domus. Da qua avete un altra scelta da prendere: ci sono due sentieri. A sinistra si sale subito, con discreta pendenza che va ad aumentare, ma troverete quasi subito le prime domus e via via le altre. Se scegliete il sentiero a destra dell'albero, con massi a delimitarlo, farete un bel trekking discretamente impegnativo, tra alberelli e macchia mediterranea, sentiero che si unisce al sentiero di sinistra dopo un lungo giro, quindi vedrete le domus alla fine del tour, e farete l'ultimo tratto in discesa. La scelta varia in base al proprio gusto. Se non interessa il trekking ma solo le domus prendere la strada a sinistra, altrimenti destra. Queste domus sono fantastiche: una di queste è ricca di incisioni, decorazioni di vario genere, pilastri con protomi, un bacile inusuale con 3 sfere all'interno, ecc. Le domus più in alto sono le più mastodontiche a livello di dimensioni, talmente tanto che sembrano delle cattedrali. Da queste si gode di un ottimo panorama. Prendetevi del tempo per questa visita, e magari portate un pranzo al sacco da gustare ai piedi dell'albero secolare. Sito non gestito; visita gratuita.
Sara Oro

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Layledda

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La necropoli è ubicata alle pendici del Monte Mamas nel territorio Sassarese, scavata in una parete calcarea alta circa 430 mt ed è composta di un totale di 18 tombe pluricellulari che si inerpicano lungo l’asse est- ovest risalenti al periodo tra il Neolitico finale e il Bronzo Medio. La morfologia della parete rocciosa le divide in due gruppi: le prime 8 nell’asse ovest e le ultime dieci nell’asse est. Il primo ad indagarle fu l’archeologo Ercole Contu nel 1968, il quale tramite un primo sopralluogo ne individuò 7 e l’anno successivo altri 10. Nel 1994 si decise poi di mettere in sicurezza il sito ripulendo gli ipogei dai detriti derivanti dal ricovero del bestiame. Le tombe I, II, V e XIII riproducono le particolarità strutturali delle abitazioni prenuragiche (soffitti, pali, architravi), nonché simboli e segni sacri legati al rituale funerario. La tomba II, fu scavata nell’agosto 1985 e insieme alla numero I presenta una planimetria a T di 12 vani, ampliati in tre fasi successive per nuove inumazioni a causa dell’incremento demografico. La tomba I è provvista di un portello d’accesso con cornice manomessa sul lato sinistro e al suo interno le pareti sono ornate da motivi architettonici e decorazioni di protomi taurine. La tomba II risulta essere quella più ricca a livello decorativo in quanto presenta sulle pareti protomi taurine, corna lunate con muso allungato del Dio Toro, incisioni a V in serie ravvicinate che vanno a formare uno zig zag in fila orizzontale, incisioni a denti di lupo, segni di pittura in ocra rossa. A livello architettonico sono presenti nel mezzo della cella principale due pilastri che sorreggono il soffitto e che alla loro base presentano due piedistalli di cui uno tondo e l’altro rettangolare. Tra i due pilastri risalta un magnifico focolare con al centro tre bozze ovoidali disposte a triangolo. Delle 18 tombe spiccano altresì la numero III e la numero XVI poiché entrambe presentano un prospetto architettonico dove la porta di ingresso riprende la stele centinata delle Tombe dei Giganti già presenti nell’Isola ma con la differenza di essere invece scolpita nella roccia. Nella tomba III sono presenti sulla sommità 3 fori ove probabilmente venivano collocati tre piccoli betili votivi e l’apertura risulta manomessa e ampliata in epoca successiva per rendere più agevole l’ingresso. Infatti le pareti risultano completamente annerite a causa della pratica di affumicazione del formaggio in tempi recenti. Nella tomba XVI, sempre a prospetto architettonico, sono visibili decorazioni a “denti di sega” e sempre sulla sommità dei fori per i betili. La tomba V invece è l’unica in tutta la necropoli con planimetria a sviluppo laterale. Tra tutte è invece rimasta pressoché integra la numero XIII poiché trovandosi a 4 mt di altezza dal piano di campagna è risultata per tutto questo tempo inaccessibile e si è potuta conservare nel tempo. La numero XVIII, l’ultima, è invece ad oggi distrutta. Il sito è di facile accesso dalla SP 97: un cartello a bordo strada indica le Domus e una stretta stradina che porta sino ad uno spiazzo lastricato con al centro una grossa quercia che fa da...

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A circa 10 chilometri dal centro abitato di Ossi, in provincia di Sassari, si trova un luogo affascinante e misterioso: la Necropoli ipogea Mesu 'e Montes.

La necropoli è un complesso di 18 domus de janas, tombe scavate nella roccia calcarea, risalenti al periodo prenuragico (3500-2200 a.C.).

Le tombe sono divise in due gruppi da un antico tratturo, e si trovano in un luogo suggestivo, circondate da boschi e montagne. Le domus de janas sono tutte pluricellulari, e alcune di esse sono riccamente decorate con motivi geometrici, figure animali e simboli religiosi.

Tra le tombe più importanti della necropoli si segnalano la tomba I, con un impianto planimetrico a "T" e 12 celle, e la tomba XIII, formata da un'ampia anticella che immette in tre vani coassiali.

La Necropoli ipogea Mesu 'e Montes è un luogo magico, che ci permette di immergerci nella vita e nella cultura delle popolazioni nuragiche. Le tombe sono un esempio dell'abilità degli antichi sardi nell'arte della scultura e dell'architettura, e testimoniano la loro profonda spiritualità.

Un viaggio nel tempo

Immaginate di essere un viaggiatore del tempo, catapultati nel periodo prenuragico. Vi trovate in un luogo selvaggio e incontaminato, circondato da boschi e montagne.

Ad un tratto, intravedete una serie di aperture nella roccia. Sono le domus de janas, tombe scavate nella roccia calcarea, utilizzate dalle popolazioni nuragiche per seppellire i loro morti.

Entrate in una delle domus. La luce fioca del sole penetra attraverso l'ingresso, illuminando le pareti decorate con motivi geometrici, figure animali e simboli religiosi.

Vi sentite come se foste stati trasportati in un altro mondo, un mondo lontano e misterioso.

Un luogo da visitare

La Necropoli ipogea Mesu 'e Montes è un luogo affascinante e misterioso, che vale la pena di visitare. È aperta al pubblico e può essere visitata liberamente.

Se decidete di visitarla, vi consigliamo di indossare scarpe comode, in quanto il percorso è in parte in salita.

Un patrimonio da conservare

La Necropoli ipogea Mesu 'e Montes è un patrimonio culturale importante, che deve essere conservato per le generazioni future. È un luogo che ci permette di conoscere meglio la storia e la cultura della Sardegna, e che ci invita a riflettere sul significato...

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