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Pozzo Sacro del Predio Canopoli — Attraction in Pèifugas/Perfugas

Name
Pozzo Sacro del Predio Canopoli
Description
Nearby attractions
Sa Rundine - didattica e servizi culturali
Via Nazario Sauro, 07034 Perfugas SS, Italy
Nearby restaurants
Su'Eranu
Via Dante Alighieri, 07034 Perfugas SS, Italy
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Pozzo Sacro del Predio Canopoli
ItalySardiniaPèifugas/PerfugasPozzo Sacro del Predio Canopoli

Basic Info

Pozzo Sacro del Predio Canopoli

Via Garibaldi, 07034 Perfugas SS, Italy
4.5(189)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Accessibility
attractions: Sa Rundine - didattica e servizi culturali, restaurants: Su'Eranu, Domo De Janas
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4.6

(45)

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Reviews of Pozzo Sacro del Predio Canopoli

4.5
(189)
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4.0
8y

Il pozzo sacro deve il nome a Domenico Canopoli, proprietario dell'orto nel quale l'edificio fu scoperto, nel 1924. Il tempio a pozzo, tra i più raffinati della Sardegna nuragica, presenta lo schema consueto: un vestibolo che introduce in una scala di collegamento con la camera del pozzo. L'edificio è costruito con conci di calcare – cavati dagli affioramenti di Laerru - perfettamente lavorati e posti in opera su filari regolari. Il vestibolo, rettangolare (larghezza m 2,70; profondità m 1,88), con pavimento perfettamente lastricato, presenta alle pareti due banconi-sedile formati da due blocchi lavorati. Al centro del vano era presente una sorta di "mensa sacrificale" con vaschetta e cavità pervia nella parte superiore; il blocco è oggi scomparso. Dal vestibolo si accede alla scala (lunghezza m 2,30; larghezza m 0,90) che con 8 gradini discende nella piccola camera del pozzo. La copertura è costituita da tre lastre disposte ad altezza scalare. La cella, oggi svettata, è perfettamente circolare in pianta e troncoconica in alzato (diametro m 1,70/1,60; altezza m 2,75); le pareti sono rivestite da blocchi perfettamente lavorati e connessi, disposti su undici filari in leggero aggetto. I conci del paramento esterno del tamburo, così come quelli del vestibolo, presentano due bozze in rilievo di incerto significato: si tratta, forse, di un accorgimento tecnico che facilitava la presa e il trasporto dei blocchi, ma non si esclude una funzione ornamentale. Al tamburo è collegato l'impianto di drenaggio, formato da cinque lastre di calcare con canaletti per il deflusso dell'acqua che sgorgava all'interno del pozzo. L'area adiacente al pozzo era racchiusa da un recinto di grossi blocchi di trachite, edificato sui resti di un precedente tempio "in antis" di forma rettangolare. Intorno al pozzo, si estendono i resti di un villaggio e, a non molta distanza, doveva sorgere un nuraghe complesso. Dal pozzo provengono interessanti ex-voto: tra questi, una figurina di toro rappresenta uno degli esemplari più raffinati della piccola plastica bronzea nuragica. Il monumento è databile alla fine del Bronzo medio, Bronzo recente, Bronzo finale, età del Ferro....

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Grazie ad una visita guidata condotta da una valente archeologa operante nel territorio di Perfugas abbiamo avuto modo di visitare il Pozzo Sacro del Predio Canopoli, proprio ai piedi della chiesa di S. Maria degli Angeli. Scoperto agli inizi degli anni '20 del secolo scorso, per caso, in seguito ad uno scavo di un pozzo per l'approvvigionamento idrico di una famiglia del luogo, fu scoperto un pozzo, si!, ma sacro, costruito verso la fine del periodo nuragico. Il disegno in pianta è quello ricorrente "a serratura", tipico di quasi tutti i pozzi sacri della Sardegna. In questo pozzo è sorprendente la posa dei conci di bianca pietra calcarea, scalettati a formare un gradevole disegno delle pareti, inclinate e convergenti, di accesso al pozzo che, se non risalisse a più di tremila anni fa, definirei di design moderno. Il pozzo è stato recentemente oggetto di un restauro delle pietre che non ha ottenuto gli effetti desiderati, anzi provocando degli annerimenti superficiali anziché conservare ed esaltare il bianco della pietra. Alcune aggiunte non sono state eliminate, come i due sedili laterali, che altro non sono che spezzoni di stipiti di un portale, e la pietra centrale con due coppelle orlate ad uso votivo che però sembrerebbe essere fuori contesto per un culto dell'acqua e più coerente con un culto dei morti. Una meccanicistica recinzione metallica circonda ed isola il sito riportato alla luce estraniandolo, in stridente contrasto, dal contesto abitativo dell'intorno. Si consiglia di completare la visita con la vicina chiesa di S. Maria degli Angeli ed al Museo Archeologico Paleobotanico (MAP) di Perfugas con un conveniente...

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Un must see si vous passez par Perfugas. Le puits sacré soutient la comparaison avec ceux de Santa Cristina à Paulilatino, de Santa Vittoria à Serri, et surtout celui d'Irru à Nulvi, qui peut se visiter dans la même journée en s'organisant bien. Il est malheureusement un peu desservi par sa situation en plein centre historique (lequel recouvre certainement beaucoup d'autres vestiges nuragiques depuis longtemps). Pour visiter, il faut prendre rendez-vous par téléphone, de préférence à l'avance pour ne pas trop attendre. Vous pouvez combiner la visite du puits sacré avec celle du retable - l'un des plus grands de Sardaigne - abrité par l'église voisine, ainsi que celle du musée archéologique local. La guide à laquelle j'ai eu affaire était très compétente...

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Michele MarrasMichele Marras
Il pozzo sacro deve il nome a Domenico Canopoli, proprietario dell'orto nel quale l'edificio fu scoperto, nel 1924. Il tempio a pozzo, tra i più raffinati della Sardegna nuragica, presenta lo schema consueto: un vestibolo che introduce in una scala di collegamento con la camera del pozzo. L'edificio è costruito con conci di calcare – cavati dagli affioramenti di Laerru - perfettamente lavorati e posti in opera su filari regolari. Il vestibolo, rettangolare (larghezza m 2,70; profondità m 1,88), con pavimento perfettamente lastricato, presenta alle pareti due banconi-sedile formati da due blocchi lavorati. Al centro del vano era presente una sorta di "mensa sacrificale" con vaschetta e cavità pervia nella parte superiore; il blocco è oggi scomparso. Dal vestibolo si accede alla scala (lunghezza m 2,30; larghezza m 0,90) che con 8 gradini discende nella piccola camera del pozzo. La copertura è costituita da tre lastre disposte ad altezza scalare. La cella, oggi svettata, è perfettamente circolare in pianta e troncoconica in alzato (diametro m 1,70/1,60; altezza m 2,75); le pareti sono rivestite da blocchi perfettamente lavorati e connessi, disposti su undici filari in leggero aggetto. I conci del paramento esterno del tamburo, così come quelli del vestibolo, presentano due bozze in rilievo di incerto significato: si tratta, forse, di un accorgimento tecnico che facilitava la presa e il trasporto dei blocchi, ma non si esclude una funzione ornamentale. Al tamburo è collegato l'impianto di drenaggio, formato da cinque lastre di calcare con canaletti per il deflusso dell'acqua che sgorgava all'interno del pozzo. L'area adiacente al pozzo era racchiusa da un recinto di grossi blocchi di trachite, edificato sui resti di un precedente tempio "in antis" di forma rettangolare. Intorno al pozzo, si estendono i resti di un villaggio e, a non molta distanza, doveva sorgere un nuraghe complesso. Dal pozzo provengono interessanti ex-voto: tra questi, una figurina di toro rappresenta uno degli esemplari più raffinati della piccola plastica bronzea nuragica. Il monumento è databile alla fine del Bronzo medio, Bronzo recente, Bronzo finale, età del Ferro. (Sardegna Cultura)
Carlo SalvettiCarlo Salvetti
Grazie ad una visita guidata condotta da una valente archeologa operante nel territorio di Perfugas abbiamo avuto modo di visitare il Pozzo Sacro del Predio Canopoli, proprio ai piedi della chiesa di S. Maria degli Angeli. Scoperto agli inizi degli anni '20 del secolo scorso, per caso, in seguito ad uno scavo di un pozzo per l'approvvigionamento idrico di una famiglia del luogo, fu scoperto un pozzo, si!, ma sacro, costruito verso la fine del periodo nuragico. Il disegno in pianta è quello ricorrente "a serratura", tipico di quasi tutti i pozzi sacri della Sardegna. In questo pozzo è sorprendente la posa dei conci di bianca pietra calcarea, scalettati a formare un gradevole disegno delle pareti, inclinate e convergenti, di accesso al pozzo che, se non risalisse a più di tremila anni fa, definirei di design moderno. Il pozzo è stato recentemente oggetto di un restauro delle pietre che non ha ottenuto gli effetti desiderati, anzi provocando degli annerimenti superficiali anziché conservare ed esaltare il bianco della pietra. Alcune aggiunte non sono state eliminate, come i due sedili laterali, che altro non sono che spezzoni di stipiti di un portale, e la pietra centrale con due coppelle orlate ad uso votivo che però sembrerebbe essere fuori contesto per un culto dell'acqua e più coerente con un culto dei morti. Una meccanicistica recinzione metallica circonda ed isola il sito riportato alla luce estraniandolo, in stridente contrasto, dal contesto abitativo dell'intorno. Si consiglia di completare la visita con la vicina chiesa di S. Maria degli Angeli ed al Museo Archeologico Paleobotanico (MAP) di Perfugas con un conveniente biglietto cumulativo.
Vidal De VelaVidal De Vela
Un must see si vous passez par Perfugas. Le puits sacré soutient la comparaison avec ceux de Santa Cristina à Paulilatino, de Santa Vittoria à Serri, et surtout celui d'Irru à Nulvi, qui peut se visiter dans la même journée en s'organisant bien. Il est malheureusement un peu desservi par sa situation en plein centre historique (lequel recouvre certainement beaucoup d'autres vestiges nuragiques depuis longtemps). Pour visiter, il faut prendre rendez-vous par téléphone, de préférence à l'avance pour ne pas trop attendre. Vous pouvez combiner la visite du puits sacré avec celle du retable - l'un des plus grands de Sardaigne - abrité par l'église voisine, ainsi que celle du musée archéologique local. La guide à laquelle j'ai eu affaire était très compétente et cordiale.
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Il pozzo sacro deve il nome a Domenico Canopoli, proprietario dell'orto nel quale l'edificio fu scoperto, nel 1924. Il tempio a pozzo, tra i più raffinati della Sardegna nuragica, presenta lo schema consueto: un vestibolo che introduce in una scala di collegamento con la camera del pozzo. L'edificio è costruito con conci di calcare – cavati dagli affioramenti di Laerru - perfettamente lavorati e posti in opera su filari regolari. Il vestibolo, rettangolare (larghezza m 2,70; profondità m 1,88), con pavimento perfettamente lastricato, presenta alle pareti due banconi-sedile formati da due blocchi lavorati. Al centro del vano era presente una sorta di "mensa sacrificale" con vaschetta e cavità pervia nella parte superiore; il blocco è oggi scomparso. Dal vestibolo si accede alla scala (lunghezza m 2,30; larghezza m 0,90) che con 8 gradini discende nella piccola camera del pozzo. La copertura è costituita da tre lastre disposte ad altezza scalare. La cella, oggi svettata, è perfettamente circolare in pianta e troncoconica in alzato (diametro m 1,70/1,60; altezza m 2,75); le pareti sono rivestite da blocchi perfettamente lavorati e connessi, disposti su undici filari in leggero aggetto. I conci del paramento esterno del tamburo, così come quelli del vestibolo, presentano due bozze in rilievo di incerto significato: si tratta, forse, di un accorgimento tecnico che facilitava la presa e il trasporto dei blocchi, ma non si esclude una funzione ornamentale. Al tamburo è collegato l'impianto di drenaggio, formato da cinque lastre di calcare con canaletti per il deflusso dell'acqua che sgorgava all'interno del pozzo. L'area adiacente al pozzo era racchiusa da un recinto di grossi blocchi di trachite, edificato sui resti di un precedente tempio "in antis" di forma rettangolare. Intorno al pozzo, si estendono i resti di un villaggio e, a non molta distanza, doveva sorgere un nuraghe complesso. Dal pozzo provengono interessanti ex-voto: tra questi, una figurina di toro rappresenta uno degli esemplari più raffinati della piccola plastica bronzea nuragica. Il monumento è databile alla fine del Bronzo medio, Bronzo recente, Bronzo finale, età del Ferro. (Sardegna Cultura)
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