Sito naturalisticamente meraviglioso, unico anche per accoglienza e ospitalità.
Dopo due settimane trascorse nell’estremo meridione della Sicilia orientale, posso affermare che, eccettuata la riserva naturale di Vendicari, poco può competere con il sito di Punta delle Formiche.
Appena arrivati (il parcheggio giusto è l’ultimo, che si affaccia direttamente sulla Punta, subito dopo il penultimo), si è affascinati dalla particolarità del paesaggio, composito e vario, che si spalanca all’improvviso in un territorio a forte vocazione agricola, tanto che le serre in alcuni punti giungono quasi al mare.
Il promontorio divide la costiera sabbiosa, a levante, e la scogliera alta, a ponente. Nel lato di levante è presente una frastagliata grande insenatura, nel lato di ponente (dove si può tra l’altro apprezzare il tramonto sul mare) una molto ampia cala sabbiosa, dove l’accumulo di posidonia non disturba più di tanto, accessibile grazie a una scaletta di legno. Entrambe iniziano con la spiaggia, per poi dar vita a un articolato sistema sabbia-scoglio, assai raro per varietà e complessità. Anche l’occhio profano apprezza inoltre nelle rocce, prevalentemente arenarie, una notevole varietà geologica. Se questa varietà del paesaggio già si coglie immediatamente alla vista dalla superficie, anche nelle screziature di azzurro dell’acqua, costituisce un autentico paradiso per chi sa indossare la maschera e spingersi fino a qualche metro di profondità, pur senza essere un grande nuotatore. Potrà apprezzare una autentica foresta sottomarina, un ecosistema assolutamente integro, con una fioritura di vari tipi di alghe e imponenti macchie di poseidonia. Mai visto niente del genere così vicino alla costa sui fondali italiani. I pesci non sono moltissimi per quantità, ma colpisce la biodiversità, che fiorisce e si manifesta in un fondale, come si è detto, straordinario. Ai soliti saraghi, occhiate, donzelle, donzelle pavonine, bavose, castagnole, sciarrani e murene, ecc., si aggiungono tonnetti, oloturie e stelle marine rosse. Chi poi è uno snorkeler e un nuotatore più esperto di me potrà arrivare alla non lontana secca, dove si riferiscono altre e più sorprendenti meraviglie.
Non va sottovalutato l’aspetto storico. Punta delle Formiche è stato l’obiettivo della 51a divisione britannica, supportata dalla prima divisione canadese, nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943. Sono ancora visibili tracce delle difese costiere.
Questa meraviglia ancora incontaminata è ora gestita da Nino, che da alcuni anni ha dismesso le serre del suo terreno, dopo averle curate per quarant’anni, e ha deciso di valorizzarlo in termini ecosostenibili. E’ presente dunque un assai capiente parcheggio coperto, con strutture in legno. Un prato non impattante dove posizionare ombrelloni, alle spalle della spiaggia. Una funzionale doccia artigianale. Un bagno chimico. La sfida, ora, sarà quella di conciliare la natura incontaminata del luogo con una elevata frequentazione, dato che questo lido ha tutte le carte in regola per diventare una delle mete top del turismo della Sicilia orientale. Al momento, si può godere il fatto che, tranne i weekend, la frequentazione è piuttosto contenuta. E personalmente me lo sono goduto tutto!
Nino incarna la gentilezza e l’ospitalità tipica della Sicilia, specie di queste parti. E’ disponibile a qualsiasi richiesta e si profonde in articolate spiegazioni, proprie del Cicerone che illustra un sito che ama e sente profondamente come parte di sé. Io sono un chiacchierone e molto curioso, per cui abbiamo passato ore a parlare, tra la sua assistenza a un cliente e l’altra, tra una mia immersione e l’altra.
In conclusione, un sito unico e imperdibile, di cui ci...
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