Il tempio della Beata Vergine della Ghiara, detto anche basilica della Madonna della Ghiara, è uno dei principali edifici religiosi di Reggio Emilia. Sorge lungo l'antico corso della Ghiara, oggi corso Garibaldi. Il Tempio, cattolico, Basilica minore, è di proprietà del Comune di Reggio, è officiata dall'ordine religioso cattolico dei servi di Maria. All'interno è custodito un pregevole organo, realizzato nel XVIII secolo. Questa chiesa fu costruita grazie alle offerte dei fedeli a seguito di un miracolo legato ad una immagine della Vergine che sorgeva nella zona. L'edificio attuale ha sostituito una costruzione più semplice eretta dai frati serviti ai quali sin dal 1313 apparteneva il luogo. Un'immagine della Madonna, dipinta sul muro dell'orto dei religiosi, fu riprodotta in carta da Lelio Orsi (1569) e ridipinta da Giovanni de' Bianchi detto il Bertone (1573) e nel 1596 traslata in una cappelletta. Le cronache dell'epoca riportano la vicenda di un sordomuto, un certo Marchino da Castelnovo Monti, che avrebbe riavuto l'uso della parola e dell'udito in seguito a un miracolo della Vergine. Sei giorni dopo, il 5 maggio 1596, sarebbe avvenuto un altro miracolo, con l'improvvisa guarigione di una donna, Margherita, detta Caugliana dal paese d'origine del marito, inferma da diciotto anni. Un monumento marmoreo esterno con l'iscrizione Ut posteri notus foret ecc., a sinistra di chi osserva la facciata, indica il luogo preciso dove era l'immagine. In breve tempo il luogo divenne meta di pellegrinaggio e, grazie alle offerte dei fedeli, si decise di edificare un nuovo tempio che potesse contenere il dipinto legato al miracolo. Fu fatta richiesta al duca Alfonso II d'Este di far progettare ai suoi architetti un modello per il nuovo edificio. Ne furono realizzati tre: uno da Giovan Battista Aleotti di Argenta, uno da Cosimo Pagliani di Siena e un terzo da Alessandro Balbo di Ferrara che venne approvato dal duca. La prima pietra dell'edificio venne collocata il 6 giugno del 1597 dal vescovo Claudio Rangone alla presenza del duca e della duchessa Margherita Gonzaga, demolendo parte del precedente convento e della chiesa dei servi. La direzione dei lavori venne affidata a Francesco Pacchioni, architetto e scultore reggiano. Il nuovo architetto sarà anche il progettista della cupola e l'ideatore degli stucchi interni. Nel 1619 la chiesa era già a buon termine e il 12 maggio venne consacrata. Il tempio ha una pianta a croce greca con larghezza all'interno di 45 m, lungo 60 m (le maggiori dimensioni di questo lato sono dovute al coro nel braccio occidentale) e con al centro una cupola con lanterna. Nei quattro angoli rientranti della croce sono altrettanti spazi quadrati, di dimensioni minori, sormontati da altre quattro cupole emisferiche, non visibili all'esterno. La facciata, di ordine dorico nella parte inferiore e ionico nella superiore, è in laterizio, con inserti in marmo bianco di Verona nelle basi e nei capitelli delle lesene e nelle cornici. Sulla porta centrale è scolpito in marmo un bassorilievo con la Vergine della Ghiara di Salvatore da Verona, dono del Comune di Reggio del 1642. Le due porte laterali furono invece eseguite nel 1631. L'interno, nello stile del tardo Rinascimento, colpisce per la profusione di dorature, la ricchezza dei marmi ed i sontuosi affreschi con cui la scuola dei Carracci, ispirandosi alle storie dell'Antico Testamento, ornò le volte e le cupole. Nelle quadrature e ripartizioni delle volte si svolge un ciclo pittorico che ha come soggetto le donne dell'Antico Testamento. La decorazione pittorica della grande crociera come da prima fu ideata aveva però altro carattere e fu solo nel 1615 (21 febbraio) che la congregazione della fabbrica votò il progetto degli affreschi che poi furono eseguiti. Non è noto chi fu il teologo che ideò il tema della glorificazione delle eroine della Bibbia, le cui virtù sono viste in analogia con le virtù della...
Read moreLe visite individuali sono gratuite e lo scenario illuminotecnico è nella posizione base. È possibile l'illuminazione turistica su richiesta in Sagrestia con un'offerta minima di 5 €. Per accompagnare la visita si consiglia di guardare il video di presentazione della Basilica (circa 30 minuti). La Basilica della Madonna della Ghiara, uno tra i santuari mariani più importanti d’Italia, è nato nella fede e devozione del popolo reggiano riconoscente verso la beata Vergine Maria per gli straordinari e numerosi benefici ricevuti. Origine del Santuario L’origine e lo sviluppo del santuario della Madonna della Ghiara è legata alla presenza dei Servi di Maria a Reggio Emilia. Chiamati dalla comunità reggiana, si stabilirono nel 1313 nella città e costruirono il convento e la chiesa dedicata alla SS.ma Annunziata nella zona ovest denominata “Ghiara” o Giarra”, perché località ghiaiosa, essendo l’antico letto del fiume Crostolo deviato verso il 1226 all’esterno delle mura cittadine. Nel 1517 venne costruita una seconda e più ampia chiesa situata longitudinalmente al corso Ghiara e dedicata alla Natività di Nostro Signore. Sul muro di cinta dell’orto dei frati, al “ Canton dei Servi”, dietro l’abside della suddetta chiesa venne affrescato , in un’ampia nicchia, un’immagine della Madonna con Bambino che venne oggetto di venerazione dei reggiani e forestieri e ornata di molti ex voto. La nuova immagine miracolosa Col passare degli anni l’affresco della Madonna del “Canton dei Servi” era così corroso dalle intemperie da risultare illeggibile. Il sig Ludovico Pratissoli , di concerto con i frati della comunità, commissionò al pittore novellarese Lelio Orsi ( 1511-1587) un nuovo disegno nel 1569. La nuova proposta non ricopiò il prototipo precedente, ma risultò una originale creazione dell’artista (ora conservata nel Museo della Ghiara). Quattro anni più tardi venne incaricato il pittore reggiano Giovanni Bianchi, detto Bertone, di riportare in affresco il bozzetto di Lelio Orsi. E’ raffigurata la Madre di Dio, seduta in un paesaggio austero e spoglio, con le mani giunte ed il volto implorante, in atto di adorazione del bambino Gesù . Una scritta nella cornice del dipinto commenta “ Quem genuit adoravit” ( Adorò colui che generò). La nuova immagine richiamò un crescente numero di fedeli e fu necessario costruirvi una piccola cappella ricavata all’interno dell’orto dei frati. Un giovane di circa 15 anni di nome Marchino, nativo di una frazione tra Ramiseto e Castelnuovo Monti, orfano da bambino, sordomuto e privo di lingua dalla nascita, si recò, nelle prime ore del 29 aprile 1596 all’oratorio della Vergine appena aperto da 23 giorni e, pregando intensamente, riacquistò l’udito, gli crebbe la lingua, gli fu concessa la parola e la conoscenza dei nomi di tutte le cose. La notizia del prodigio si sparse per tutta la città e numerosi devoti e confraternite accorsero a venerare la prodigiosa immagine. Il Vescovo di Reggio, mons. Claudio Rangone, istituì una commissione per esaminare i fatti con teologi, medici e giuristi ed inviò le conclusioni al Papa Clemente VIII che , in data 22 luglio 1596, approvò il miracolo epermise la venerazione pubblica della miracolosa immagine ed i pellegrinaggi. Il nuovo culto venne subito posto sotto il controllo delle autorità laiche e religiose: fu il Comune, con una delibera che seguì di soli quattro giorni il miracolo, ad assumersi l'onere di proteggere l'immagine e di onorarla con la costruzione di un...
Read moreOrari SS. Messe Feriali: 7.30, 9.00, 18.30 Domenica e festivi: 7.30, 9.30, 11.00, 12.00, 18.30, 20.30 Rosario ore 18.00
Notizie storiche
La costruzione della Basilica è legata al miracolo avvenuto il 29 aprile 1596 quando il giovane Marchino, sordomuto dalla nascita, ottenne miracolosamente parola ed udito mentre pregava davanti a un'immagine della Madonna dipinta dal Bertone. In quel punto, a sinistra del tempio, ora si trova una memoria marmorea. Il progetto del tempio è dell'architetto ferrarese Alessandro Balbi; la realizzazione è del reggiano Francesco Pacchioni che ne iniziò la costruzione nel 1597. Peculiarità della Basilica è lo straordinario ciclo di affreschi e pale d'altare eseguiti dai migliori artisti del '600 emiliano: Ludovico Carracci, Gianfrancesco Barbieri (il Guercino), Lionello Spada, Alessandro Tiarini, Carlo Bonomi e Luca Ferrari. Le corporazioni delle arti contribuirono con preziose donazioni: l'acquasantiera della corporazione della lana e quella dell'arte della seta; il Comune commissionò al Guercino un'opera che è ritenuta il capolavoro: la "Crocefissione di Cristo, con ai piedi la Madonna e i Santi Maria Maddalena, San Giovanni e San Prospero". Da non tralasciare: la sala dei paramenti sacri e dei tessuti dal XVI al XIX secolo e il tesoro della Ghiara costituito da reliquiari, ostensori, calici, ex voto di altissimo pregio. Merita infine una visita il museo in cui, tra i vari preziosi esposti, vi è il disegno originale di Lelio Orsi che ha ispirato l'affresco del Bertone e la corona donata alla Madonna dal Consiglio...
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