Quando si parla di una “riserva” si pensa immediatamente ad un’area più o meno vasta con reti, cancelli, sentieri ed aree pic-nic; nella realtà non sempre è così. La Legge Regionale 29/1997 che ha istituito Parchi e Riserve del Comune di Roma ha inteso salvaguardare prevalentemente territori di grande interesse ambientalistico e paesaggistico anche se al loro interno ci sono poi strade, agglomerati urbani e proprietà private.
E’ il caso della Riserva Naturale della Marcigliana, un territorio di 4.679 ettari compreso tra la Via Salaria e la Nomentana, sottratto alla speculazione edilizia e lasciato all’agricoltura (oltre il 75% del territorio); in questa Riserva ci sono strade, case e una centrale elettrica ma anche una bellissima campagna che offre paesaggi che lasciano senza fiato, aree archeologiche, antichi casali (oltre 800), castelli e torri di avvistamento.
Marcigliana Marcigliana Marcigliana In qualsiasi punto di questa Riserva è possibile fermare l’auto (siamo ad appena 9 chilometri dalla Cassia), percorrere una strada poderale o un sentiero nei campi e allestire un bel pic-nic in un campo di margherite.
Se poi ci si vuole approvvigionare di prodotti genuini, carne, salumi, formaggi, vini, frutta e verdura, è possibile farlo presso alcune aziende agricole che restano aperte anche il sabato (Azienda Agricola Fortunato) o la Domenica (Antiqua Agriturismo).
Marcigliana Marcigliana Marcigliana L’itinerario che abbiamo preparato inizia dalla Via Salaria e termina alla Casa del Parco dove è possibile percorrere un “sentiero natura”; dopo aver superato il cavalcavia autostradale del raccordo GRA-Fiano si gira a destra e si percorre la strada asfaltata che si inoltra nella bella e verde campagna.
Il terreno, in gran parte coltivato, alterna le profonde incisioni tipiche dei terreni emersi (qui, 800.000 anni fa, c’era il mare) a boschetti di pini, querce, olmi e carpino bianco anche se poi non mancano gli alieni Eucaliptus.
Marcigliana Marcigliana Marcigliana Percorsi pochi chilometri si costeggia l’area archeologica di Crustumerium antica cittadina latina che affacciava sulla Valle del Tevere; attualmente l’area, al cui interno vi sono un centinaio di tombe, è visitabile solo su appuntamento anche se sono in corso i lavori per creare un itinerario archeologico.
Proseguendo lungo la via si raggiunge una grande centrale elettrica dove ai margini sorge un delizioso laghetto di pesca, meta ideale per un pic-nic.
Il “lago della Bufalotta”, che si è formato sbarrando in parte il corso di un fosso, ospita al suo interno numerose specie: trote, carpe, black-bass e pesci gatto. Con appena 4 Euro è possibile ottenere la tessera che ha la validità di un anno e accedere alle sponde dove, se non si desidera pescare, si può sempre prendere il sole godendo del...
Read moreLà dove il fiume Allia, scendendo dai monti Crustumini in una gola profonda, si getta nel Tevere poco sotto la via Salaria (Tito Livio, Ab Urbe Condita, Libro V) Non si sbaglia se si annovera il fiume Allia tra quei torrenti misteriosi di città protostoriche, fiume quasi nudo, dannatamente misterico, perché riporta fatti e racconti mitologici in relazione con le intime esperienze di ognuno di noi. Fiume che porge ai nostri sguardi storie semplici eppure leggendarie: acque cristalline, o forse sarebbe meglio dire cristallografie della storia. E nello scorrere freddo, quasi disperante, di queste acque, un alveo frammentario pone uno spazio d’attesa, forse vano. Ma finalmente, nascosto da una rigogliosa vegetazione, appare un torrente dalle acque calme. Un tempo avrebbe visto un intero esercito di uomini battersi in ritirata, fuggiti tra annegamenti e grida di terrore. Il fiume Allia oggi scorre in un luogo anomico: riserva naturale protetta e pericolosa zona in transito tra un passato glorioso e un presente menomato. Riserva naturale per chi? Forse per i latifondisti di oggi, che tacciono e delimitano senza criterio? Comunemente identificato con il Fosso della Bettina, è uno dei corsi più ragguardevoli che scende dalle alture della Marcigliana e va a confluire nel Tevere. Le pecore 2.0, dopo aver bevuto l’acqua del torrente, se ne vanno a pascolare nel villaggio di Crustumerium. In mezzo a un campo dove svettano i tralicci dell’ala tensione. Le acque del fiume Allia fluiscono silenziose, senza curarsi degli ovini, né dei crustumini sepolti sotto terra. Questo percorso non è...
Read moreLa Riserva si estende su una serie di alture delimitate ad ovest dal corso del Tevere, a sud dal fosso della Bufalotta, a nord dal Rio del Casale che segna anche il limite. Le basse colline arrotondate sono ancora coltivate a seminativo estensivo o destinate a pascolo, mentre i versanti delle valli sono ricoperte da vegetazione a macchia: si tratta dei residui di bosco di querce (cerro, farnia, roverella e farnetto) spesso accompagnate da aceri e olmi. La fauna, minacciata da urbanizzazione e caccia fino all’istituzione della Riserva, è di estremo interesse: rilevanti le presenze dei mammiferi (volpe, faina, donnola, ma anche tasso e istrice), tra cui spicca quella della lepre italica specie endemica italiana. Di fondamentale interesse è il sistema paesistico storico delle grandi tenute (Marcigliana, Tor S. Giovanni), caratterizzate da antichi casali, spesso costruiti su nuclei di ville romane e da torri medievali che creano un continuum storico unico. In quest’area sorgeva l’antica città latina di Crustumerium con la sua imponente cinta difensiva posta a controllo di un antico percorso viario di collegamento tra l’Etruria e...
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