Il sito è ubicato in territorio di Sorgono in località Coa ‘e sa Mandara, immerso tra i folti boschi di sughero e lecci su una collina di 559 m.s.l.m. Biru ‘e concas significa letteralmente “Sentiero delle teste” e la denominazione è dovuta alla presenza di circa 200 menhir, grossi massi di granito locale scolpiti e levigati ritrovati all’inizio del XX° secolo concentrati tutti in circa cinque ettari di terreno. Le prime notizie risalgono al 1990 quando vennero individuati i primi 30 menhir; successivamente nel 1994 iniziarono i lavori diretti dall’archeologa M. Ausilia Fadda che videro l’innalzamento in sito di una parte di essi in due lineamenti. Alcuni menhir presenti il loco sono risultati essere più arcaici rispetto ad altri (risalenti al Neolitico recente 2700-1700 a.C.) e vengono detti proto-antropomorfi, poiché lavorati nel tentativo di ricreare un volto umano stilizzato con tanto di naso e occhi (ne è di esempio un menhir adagiato a terra), oppure come testimonia una statua menhir in 7° posizione nel secondo allineamento, un volto e un pugnale in vita. Il Comune di Sorgono decise così nel 2004 di acquistare i terreni per valorizzare il sito e nel 2006 il Ministero della Cultura stanziò i fondi per dare vita ad un vero e proprio parco caratterizzato da tre diversi sentieri più cartellonistica: sentiero archeologico, naturalistico e sentiero paesaggistico. A seguito di ciò, tra il 2010 e il 2011vennero effettuati nuovi lavori di scavo e vennero individuati molti altri menhir (che non è però stato possibile re-innalzare) più una struttura muraria megalitica a doppio paramento lunga circa 160 mt, con porta d’accesso rettangolare rivolta ad est, risalente alla fase della cultura di Monte Claro, nel pieno periodo Eneolitico (2400-2100 a.C.). Nella zona più bassa della collina fu individuato un villaggio composto da capanne circolari che ha restituito notevoli quantità di frammenti ceramici, punte di freccia di ossidiana e selce. Lo studio di ciò che è rimasto dei reperti ha permesso di datare il sito con sicurezza tra il Neolitico Recente e l’Eneolitico (IV-III millennio a.C.) e si è pensato che la presenza di grandi quantità di frammenti sia dovuta all’esito della battaglia del 6° sec. ordinata da Papa Magno Gregorio contro gli idoli Barbaricini nell’intento di cristianizzare l’isola. Nel sito è presente una sorgente ubicata all’inizio del sentiero archeologico, massi con coppelle risalenti alle ultime fasi del neolitico e inizio dell’età del Rame, due nuraghi (uno a corridoio, denominato Biru ‘e Concas risalente al Bronzo recente e il maestoso proto-nuraghe Talei, risalente all’età del Bronzo Medio) più i ruderi di una tomba dei giganti e di un dolmen. La grande concentrazione di opere all’interno del sito fa pensare che il complesso megalitico fosse un ricco centro di incontri e scambi.
Il sito risulta di libero accesso tramite una scaletta in legno che permette di oltrepassare il muretto a secco che circonda l'area archeologica. In periodi di festa nel vicino paese di Sorgono, è possibile usufruire dell'ausilio di guide esperte che, dietro piccolo contributo, vi accompagneranno lungo il percorso archeologico illustrandovi dettagliatamente la storia...
Read moreBellissimo parco archeologico, seppur molto trascurato. Si arriva facilmente da Sorgono, ed è presente un parcheggio. Il cancello è sempre chiuso, e non è presente nessuna guida o sorta di gestione, e al parco si accede tramite una scaletta di legno di quelle tipiche della montagna, che aiuta a scavalcare il muretto. L'accesso è libero, ed il parco presenta un abbozzo di gestione di parecchi anni fa, lasciata molto allo sbando, con sentieri segnati su alcune mappe visibili in giro per tutto il parco, ma purtroppo a causa appunto dell'incuria, i detti sentieri non sono spesso riconoscibili e individuabili e quindi seguibili con facilità. I menhir sono tutti riconoscibili e individuabili con facilità, anche quelli posti in cima all'avvallamento, ed inoltre è presente anche una bozza di muraglia megalitica, semi sommersa dalla terra. A svettare c'è il nuraghe omonimo, ma è completamente invaso dai rovi e di difficile accesso, secondo il periodo è difficile proprio avvicinarsi, visto che non c'è un vero e proprio sentiero e bisogna andare un pò a sentimento. L'intero sito merita molto, nonostante la disposizione dei menhir stessi è stata deturpata da presunti "studiosi", che li hanno disposti nelle posizioni in cui sono visionabili ora, ma sicuramente non corrispondente a quella originaria; si potrebbe fare di meglio nella gestione visto che il sito è più unico che raro, vista la quantità...
Read moreA pochi chilometri da Sorgono, borgo immerso nei boschi del Mandrolisai, sorge il parco archeologico di Biru 'e Concas che letteralmente significa ‘sentiero delle teste’, comunemente è definito ‘Stonehenge sarda’. In questo sito è presente la maggiore concentrazione di menhir del Mediterraneo, risalente a circa cinquemila anni fa. Questo luogo si trova al centro esatto dell’Isola, emana sacralità e genera molta suggestione. Sono presenti circa duecento grossi massi scolpiti e levigati fino a ottenere una forma ogivale: i più antichi, proto-antropomorfi, risalenti al Neolitico. In sostanza, i monumenti megalitici sono pietre sacre ‘allungate’, un tempo conficcate (perdas fittas), che, per certo, rappresentano simboli fallici della fertilità evocanti la dea Madre, primordiale divinità prenuragica, e, forse, ricorderebbero le figure mitiche ed eroiche degli antenati. Trenta sono schierate in doppia fila, come guerrieri a difesa dell’area sacra, altre 170 stese per terra e rivolte a ovest, verso il tramonto, molte spezzate, forse per effetto della ‘guerra santa’ contro gli idoli dei barbaricini, dichiarata da papa Gregorio magno nel VI secolo, durante la cristianizzazione della Sardegna...
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