La Morgia di Pietravalle è l’unica accessibile è visitabile delle morge presenti nel tratto del medio-Trigno.
Oggi si comincia a parlare di “sistema” delle morge anche grazie all’operato dell’associazione culturale Rocciamorgia e precedute da qualche iniziativa organizzata dall’Archeoclub di Trivento a metà degli anni 2000.
Benché la più interessante, da un punto di vista antropologico-sociale ed archeologico, resti quella di Pietra Martino (detta Del Cuoco), quest’ultima è inaccessibile anche per la colpevole incuria in cui versa il percorso turistico che dovrebbe darvi accesso, perciò la morgia di Pietravalle è attualmente l’unica opportunità che hai per conoscere una modalità insediamentale molto diffusa nel sud Italia: quella rupestre.
Non dimenticare che questo luogo è importante non solo per gli aspetti storico-archeologici ma anche per quelli geologici, faunistici e floristici.
Le guide sono gentili e competenti ed il percorso, benché incompleto (non ancora è stata allestita la via ferrata che dovrebbe condurre alla cappella posta nella parte più alta della morgia), è molto suggestivo.
Il paesaggio circostante, che spazia dai morbidi colli arati ad ovest fino al Bosco possedimento della famiglia Caracciolo, è davvero mozzafiato: sorprendente e, nelle giornate più terse e con la luce giusta, commuovente.
Ti consiglio di andarci soprattutto al tramonto ma, se vuoi prendere due piccioni con una fava, anche nella tarda mattinata va bene: la passeggiata apre lo stomaco per un pranzo od una cena ottimi all’agriturismo di Tonino Ciccarella, “La morgia dei Briganti”, dove con una media di 30 € a persona si mangiano i prodotti dell’azienda agricola cucinati a dovere in ricette ricche di sapori...
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