Abbazia di San Pietro Apostolo e Primo Papa di Roma, Villanova, frazione del comune veronese di San Bonifacio, ma in Diocesi di Vicenza come le altre Chiese dello stesso Comune (Duomo, Praissola, Locara, Lobia, Sant'Abbondio Vecchio). Del complesso monastico benedettino resta la Cattedrale Abbaziale di San Pietro e una buona porzione degli antichi edifici già adibiti a case coloniche e dimore private di gente di campagna. Per tanti anni, nel XX secolo, la Parrocchia di Villanova di San Bonifacio è stata retta da una straordinaria figura di sacerdote: Monsignor Giuseppe Dalla Tomba, oggi defunto. È stato Don Giuseppe a riportare, con opportuni restauri, la ex-Cattedrale della soppressa Abbazia, divenuta Chiesa Parrocchiale, alle pristine forme romaniche, conservando la parte essenziale dell'apparato decorativo barocco. Per se stesso e per i propri successori alla guida della Parrocchia Villanovese, Mons. Dalla Tomba, a memoria della antica Sede Abbaziale, per tramite del Vescovo di Vicenza ottenne il prestigiosissimo Titolo Prelatizio di " Abate Mitrato", con il privilegio di portare " durante munere" l'Anello Prelatizio. Oggi ammiriamo lungo la S.S. che collega Verona a Vicenza la spettacolare struttura romanica, sovrastata dal robustissimo Campanile gotico cuspidato con la tipica " pigna" di cotto delle Terre tra Tagliamento e Ticino, con tre monofore ogivali ad aprire la cella campanaria sui 4 lati del quadrato della canna della torre. Antico fortilizio, le cui vestigia costituiscono la porzione inferiore del Campanile, fu dai Benedettini alzato in mattoni per dare alla loro Cattedrale una degna torre campanaria. Qui, in questo fatto, l'utilizzo di un preesistente fortilizio di pietre su cui impostare il resto del Campanile, consta la ragione della sua spropositata larghezza (11 metri di lato) rispetto alla lunghezza (35 metri) e alla larghezza ( 15 metri) dell'adiacente Tempio. Interno basilicale a tre strette navate terminanti in altrettante Absidi. Presbiterio fortemente sopralzato sulla Cripta irta di colonnine che ne sostengono le volticine. Qui è la Veneratissima Tomba del Servo di Dio Don Giuseppe Ambrosini, originario di qui e morto ad appena 24 anni. Don Ambrosini, primo Sacerdote ordinato dal nuovo Vescovo di Vicenza Mons. Ferdinando Rodolfi (nominato nel 1911) nonostante la pessima salute, scartato per debolezza di voce dal ruolo di vice-parroco del gran Duomo di Arzignano, si avvicinò a San Giovanni Calabria, Fondatore a Verona della Pia Opera Buoni Fanciulli e desideroso di fondare una Congregazione Religiosa maschile di preti e fratelli conversi (laici) a favore dell'Opera. Don Giuseppe Ambrosini ottenne dal suo Vescovo Mons. Rodolfi di unirsi a Don Calabria a Verona, ma la malattia ebbe il sopravvento, e il giovanissimo prete innamorato di Dio invece di diventare il secondo ( subito dopo il fondatore San Giovanni) Povero Servo della Divina Provvidenza ( la Congregazione fondata appunto da Don Calabria), fu costretto a rientrare in famiglia, qui a Villanova. Morì. Se il giorno solenne in cui nello stracolmo Duomo di Vicenza il primo ad essere ordinato Sacerdote dal Vescovo Ferdinando Rodolfi, essendo il primo in ordine alfabetico, poco dopo di Lui c'era Giuseppe Dalla Tomba a ricevere la Ordinazione Sacra. Don Giuseppe assieme a San Giovanni Calabria e poi, dopo la morte di Questi (1954) da solo, già Parroco di Villanova, si fece promotore della Devozione al suo Confratello e Compagno di Studi nel Seminario di Vicenza. Dal cimitero di San Bonifacio Mons. Dalla Tomba fece trasferire la Salma del Pretino Santo nella cripta della ex-Cattedrale Abbaziale, facendogli erigere un sobrio monumento funebre Don Giuseppe Ambrosini attende gente, tanta gente per cui pregare in Paradiso e ottenere da Gesù per essa ogni sorta di Miracolo e Grazia. Lo si invochi con la più viva Fiducia....
Read moreSembra che le origini dell’abbazia risalgano all’alto Medio Evo: ne sarebbero prova alcuni marmi scolpiti e reimpiegati nell’ attuale edificio sacro, il pluteo posto nella cripta , le colonne della cripta e quelle della navata centrale, la piccola abside di destra della cripta (che fa supporre la presenza di un tempietto paleocristiano costruito verso l’anno 763 e probabilmente distrutto dal terremoto del 1117). Le prime notizie documentate sull’ abbazia risalgono agli inizi del secolo XII: infatti l’attuale costruzione romanica venne compiuta nel 1131, sotto l’ abate Uberto dei Conti di San Bonifacio. Nel 1168, con una bolla di Alessandro III, furono definiti i confini e si fissarono i diritti fra l’abbazia e la parrocchia di San Bonifacio. Il suo successore, Lucio III, prese sotto la protezione apostolica il monastero, tutelandone i diritti e l’integrità dei beni presenti e futuri (1185). Otto anni dopo Enrico VI, con un diploma imperiale, concesse all’ abate Riprando e ai suoi successori parecchi nuovi possessi e la giurisdizione civile sopra di essi. Nel secolo XIII, banditi i Conti dal castello di San Bonifacio che si erano dimostrati provvidi benefattori e protettori, l’ abbazia andò incontro ad un periodo di decadenza e subì devastazioni, saccheggi, rovine d’ogni sorte sotto le signorie degli Ezzelini e degli Scaligeri.
Nel 1315 l’abate Sperandio fu eletto Vescovo di Vicenza e poco più tardi, nel 1331, un altro abate (Nicola) divenne il centesimo Vescovo di Verona. Verso il 1400 l’abate Guglielmo da Modena compì un’ opera davvero encomiabile, restaurando il campanile, le mura e gli edifici annessi, trovati in condizioni disastrose. Riportò così il complesso allo splendore originario.
Nella prima metà del secolo XV divenne un’abbazia commendataria di collazione pontificia, cioè data in amministrazione ad altissimi prelati. La commenda fu poi restituita da Torquato Bembo nelle mani di Pio IV, il quale affidò l’abbazia alla congregazione del Monte Oliveto: così ai primitivi benedettini neri subentrarono quelli bianchi, gli Olivetani appunto (1562). Il 12 settembre 1771, su decreto del Senato Veneto, fu soppresso il monastero con tutti i suoi vasti beni; da allora Villanova divenne una parrocchia, alle dipendenze della diocesi di Vicenza. Il 23 aprile 1949, per mezzo di un decreto concistoriale, il S. Padre Pio XII ripristinò alla insigne e antichissima chiesa di San Pietro Apostolo il titolo di abbazia, ed al suo parroco pro tempore concesse il titolo di Abate-Parroco, col privilegio di portare l’anello.
Da quando è stato detto appare chiaro come l’abbazia, anzi tutto il complesso, sia stato oggetto di successivi restauri e manomissioni da parte dei vari abati nel corso dei secoli. Riassumendo, gli interventi sono così delineabili:
Attorno al 1400 l’ abate Guglielmo da Modena faceva costruire la cuspide e la cella campanaria, sostituiva la bifora della facciata dell’ abbazia con il rosone, inseriva l’ attuale portale al posto del precedente, che aveva probabilmente il protiro pensile.
Tra il 1500-1600, con l’ avvento della congregazione Olivetana, si inserivano gli attuali altari, si aprivano le finestre sulla facciata in corrispondenza delle tre navate, si collocavano gli otto angeli lungo la navata principale, si nascondevano le capriate in legno con la realizzazione di volte a vela, si costruiva lo scalone conducente al presbiterio.
Bellissima Abbazia che ho visitato nella magica atmosfera natalizia dell' ultimo giorno del 2021,accompagnato nel percorso dalle dolci melodie del Natale e da un sacerdote che si e' dimostrato molto gentile nel fornirmi indicazioni e ad accogliere le mie richieste... nella cripta la preghiera di ringraziamento davanti al Santissimo e l' urna del prossimo Beato Don Giuseppe Ambrosini. Tutto bene come sempre Grazie a Dio... e Buon Anno...
Read moreMolto bella e con tanta storia , antica e grande . Dentro c’è un signore che volontariamente ci ha spiegato la storia a partire dai primi anni fino al 1400 e poi ai giorni nostri . Dentro si trovano diversi stili , opere , reperti archeologici anche di animali oltre che umani . C’è una torre dove con l’aiuto del volontario , si può salire fino in cima , come scendere nella cripta sottostante la chiesa . Il signore ci ha spiegato con passione e gentilezza tutta la storia , ogni angolo racchiude qualcosa , incredibile il valore che può avere tutto questo . Le opere nonostante l’età , le guerre e le vicissitudini dei monaci , padroni e stranieri invasori sono conservate bene . Consiglio se siete a Verona , Vicenza o nel castello vicino , di visitare anche...
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