Verso la fine del IX secolo, vicino al punto in cui l'Ete morto confluisce nel Chienti nacque, sulle rovine di una preesistente basilica paleocristiana, un cenobio benedettino che nell'887 divenne abbazia, consacrata alla presenza del vescovo Teodosio e di Carlo III il Grosso, nipote di Carlo Magno. In seguito altri imperatori fecero importanti donazioni e riconobbero privilegi a questa Abbazia che sorgeva in un punto strategico lungo la ricca Valle del Chienti, dove svolgeva anche un ruolo difensivo verso le incursioni dei Saraceni dalla costa. L'abbazia, comunità monastica autosufficiente, crebbe e divenne potente dal IX al XIII secolo. In seguito perse i suoi possedimenti, confluiti fra quelli dell'Abbazia cistercense di Chiaravalle di Fiastra. Nel 1790 il vescovo di Fermo Andrea Minucci, com'è ricordato in una lapide incastonata fra i mattoni del caseggiato che fiancheggia la facciata della basilica, trasformò la chiesa in casale agricolo, manomettendo pesantemente la sua struttura e trasformando la navata destra in stalla. La famiglia Berdini, attuale proprietaria delle terre e del complesso architettonico della zona, ha contribuito al suo restauro, rendendo la Basilica nuovamente visitabile a...
Read moreVerso la fine del IX secolo nelle vicinanze del punto in cui il fiume Ete Morto confluisce nel Chienti, probabilmente sui resti di una preesistente basilica cristiana del V secolo, nasce un piccolo cenobio benedettino. Il luogo è considerato strategico e di vitale importanza tanto che il vescovo di Fermo Teodosio e l’imperatore Carlo III il Grosso investono sul piccolo cenobio che si trasformerà ben presto in una delle prime e più potenti abbazie marchigiane. L’Abbazia di Santa Croce al Chienti, prima, sarà la punta di diamante di un sistema di difesa lungo la valle del Chienti e poi un saldo punto di appoggio per gli imperatori e i loro vassalli che elargivano donazioni e protezioni. Il settembre 887 segna la data della cerimonia di consacrazione dell’Abbazia avvenuta alla presenza del vescovo di Fermo Teodosio e dell’imperatore Carlo III il Grosso, nipote di Carlo Magno. Oggi dell’antico complesso abbaziale, molto articolato e completamente autosufficiente, non resta che la chiesa, a pianta basilicale, a tre navate. I resti del monastero sono immersi nella tranquillità e nella pace della campagna di Casette...
Read moreAntica abbazia benedettina, di patronato imperiale, ha vissuto il suo momento di splendore nell'alto medioevo. Successivamente la sua importanza è andata calando fino a essere incorporata, alla fine del '200, all'abbazia cistercense di Chiaravalle di Fiastra. Nel XVIII sec. ha subito due restauri, da parte dei vescovi di Fermo, che l'hanno ridotta a casa colonica e chiesa rurale. Fino a pochi anni fa la struttura era abbandonata e rischiava il crollo. Essendo proprietà privata e non vincolata dalla Soprintendenza è stato molto difficile riuscire a restaurarla. L'intervento di recupero, a spese dello Stato, è stato volto a recuperare il recuperabile, consolidando le mura, eliminando quasi completamente le suddivisioni interne, riscoprendo l'esistenza di una cripta, ed evitando ogni ricostruzione ipotetica. Il risultato, riuscito anche se discutibile per alcune scelte, è quindi quello di un monumento che si presenta con tutte le sue stratificazioni storiche, ben evidenti nelle murature e nelle aperture delle pareti. Certamente un interessantissimo esempio del romanico...
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