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Church of Saint Giusta — Attraction in Santa Justa/Santa Giusta

Name
Church of Saint Giusta
Description
Nearby attractions
Nearby restaurants
Pizzeria Zia Berta
Via Paùli Tabentis, 5, 09096 Santa Giusta OR, Italy
Ristorante Il Canneto
Via Parigi, 09170 Oristano OR, Italy
Nearby hotels
B&B Cuccuru e Portu
Via Bellini, 74, 09096 Santa Giusta OR, Italy
B&B Filomena
Via Gioacchino Rossini, 7, 09096 Santa Giusta OR, Italy
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Church of Saint Giusta
ItalySardiniaSanta Justa/Santa GiustaChurch of Saint Giusta

Basic Info

Church of Saint Giusta

Via Manzoni, 2, 09096 Santa Giusta OR, Italy
4.7(418)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Scenic
attractions: , restaurants: Pizzeria Zia Berta, Ristorante Il Canneto
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Website
comune.santagiusta.or.it

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Discover the ancient art of weaving with Arianna
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Sun, Dec 7 • 4:00 PM
09075, Santu Lussurgiu, Sardinia, Italy
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Sardinian Roots – Turismo delle radici | Evento finale
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Thu, Dec 11 • 9:30 AM
Piazza Duomo, 09170 Oristano
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Nearby restaurants of Church of Saint Giusta

Pizzeria Zia Berta

Ristorante Il Canneto

Pizzeria Zia Berta

Pizzeria Zia Berta

4.3

(362)

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Ristorante Il Canneto

Ristorante Il Canneto

4.3

(241)

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Michele MarrasMichele Marras
La basilica di S. Giusta domina da un poggio l’abitato omonimo (di cui è parrocchiale), Il mutamento del poleonimo originario in quello di Sancta Iusta dipende dall’istituzione della sede diocesana, attestata dal 1119 (quando il vescovo Augustinus presenziò alla consacrazione del S. Saturno di Cagliari) al 1503, quando fu incorporata nell’archidiocesi arborense. Non si sono rintracciate fonti documentarie coeve all’edificazione della cattedrale, da collocarsi nel terzo decennio del XII secolo, in quanto la sua abside è esemplata su quella del braccio sud del transetto della cattedrale di S. Maria a Pisa (consacrata nel 1118) e servì da modello a quella del S. Pietro di Terralba, ultimato nel 1144. L’impianto della chiesa è trinavato con abside a sudest e cripta presbiteriale, «dove si crede che S. Giusta vi abbia sofferto il martirio» (A. Della Marmora). Al fianco sudovest si addossano le cappelle e la sacrestia di fabbrica seriore; il campanile neoromanico fu costruito nel 1908. Nel quadro dell’ultimo restauro la rimozione dell’arredo marmoreo presbiteriale, realizzato nel 1847, ha prodotto il recupero di frammenti di un pluteo romanico decorato a cerchi intersecantisi. Nella cripta, l’indagine archeologica ha evidenziato strutture nuragiche e puniche, ma nessuna traccia delle ipotizzate preesistenze altomedioevali. La fabbrica romanica, in cantoni di arenaria del Sinis di media pezzatura, è frutto di un progetto unitario, da riferirsi a un architetto pisano e alle sue maestranze. La scarpa dello zoccolo è interrotta dai plinti cubici che innalzano le basi delle membrature verticali. Gli ampi archetti scaricano nei fianchi alternativamente su un peduccio e sul capitello sgusciato d’una lesena di forte aggetto, nel prospetto absidale sempre lungo una lesena (nelle testate delle navatelle) o sul pulvino dadiforme sovrapposto all’abaco a tavoletta che sormonta il capitello classicheggiante delle semicolonne di partizione dell’abside in specchi di ritmo serrato. Le monofore sono centinate a doppio strombo, con luce ritagliata in lastre fra le cortine murarie. I portali laterali hanno architrave timpanato, quello sudovest con arco di scarico a sesto rialzato, quello nordest senza. Il portale principale ha stipiti, capitelli, architrave in marmo e lunetta che include una croce in trachite bruna. I capitelli (corti e lunghi) presentano una serie di caulicoli e foglie d’acanto, mentre nell’architrave sono scolpiti con resa plastica un leone e una leonessa che si affrontano per le terga e atterrano cervi. La facciata si distingue per slancio ascensionale e vasti paramenti lisci, scanditi soltanto dalla coppia di lesene fiancheggianti il portale; le lesene si raccordano in alto con un’arcata, nascente dal capitello sgusciato da cui partono due arcatelle laterali, meno ampie. Nel frontone timpanato, due lesene delimitano lo specchio centrale, dove campeggia una losanga gradonata, in asse con la trifora che illumina la navata mediana. Questa ha copertura lignea, mentre le campatelle delle navate laterali e della cripta semipogeica e absidata hanno volte a crociera, spiccanti nei muri da mensole, nei setti divisori dagli abachi a tavoletta fra l’imposta delle arcate e i capitelli che sormontano le colonne marmoree di spoglio. Nell’aula, i capitelli sono in parte reimpiegati, in parte rilavorati in età romanica e tutti marmorei, a differenza di quelli della cripta, tutti calcarei e scolpiti ex novo a imitazione di tipi classici. (Sardegna Cultura)
Vincenzo SodduVincenzo Soddu
Arroccata in cima a una maestosa scalinata, la basilica di Santa Giusta è un gioiello dell'architettura romanica sarda. Sebbene risulti cattedrale della diocesi di Santa Giusta, attiva sino al 1503, nessun documento ne attesta la data di costruzione, dedotta da altri fattori tra il 1135 e il 1145. Le forme, realizzate sotto la direzione di maestranze toscane, sono chiaramente romaniche-pisane, non a caso molto simili a quelle del duomo di Pisa. La basilica non è stata rimaneggiata nei secoli, conservando la sua bellezza originaria. L’armonioso edificio è lungo 28 metri, largo la metà. È formato da un’aula divisa in tre navate e da sette colonne per parte - navata centrale con copertura lignea e navate minori a crociera – e da una cripta sottostante, unica del Romanico sardo, tutta in muratura, rettangolare con quattro navatelle, voltate a crociera e divise da colonne nane in marmo. La ‘severa’ facciata, costruita, come tutta la chiesa, in arenaria delle cave della penisola del Sinis, è tripartita da un’arcata che inquadra un portale, dove sono scolpiti nel marmo un leone e una leonessa che predano un porco e un capriolo, simboli della vittoria del Vangelo sull’eresia.
Giovanni AliquòGiovanni Aliquò
Bella, suggestiva, caratteristica, esempio davvero sorprendente di architettura romanica di derivazione pisana (1135 - 1145). Posta sulla sommità di una collinetta, si entra, salendo le scale, in un luogo che, austero all'esterno (la facciata riporta un leone e una leonessa che predano animali), è pieno di elementi suggestivi all'interno. L'altare in posizione rialzata, con sottostante una cripta, domina le tre navate in cui è ripartita la Basilica. Gestione molto attenta alla pulizia, in ragione della pandemia, e animazione della parrocchia curata all'insegna della cortesia e dell'accoglienza. Da visitare.
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La basilica di S. Giusta domina da un poggio l’abitato omonimo (di cui è parrocchiale), Il mutamento del poleonimo originario in quello di Sancta Iusta dipende dall’istituzione della sede diocesana, attestata dal 1119 (quando il vescovo Augustinus presenziò alla consacrazione del S. Saturno di Cagliari) al 1503, quando fu incorporata nell’archidiocesi arborense. Non si sono rintracciate fonti documentarie coeve all’edificazione della cattedrale, da collocarsi nel terzo decennio del XII secolo, in quanto la sua abside è esemplata su quella del braccio sud del transetto della cattedrale di S. Maria a Pisa (consacrata nel 1118) e servì da modello a quella del S. Pietro di Terralba, ultimato nel 1144. L’impianto della chiesa è trinavato con abside a sudest e cripta presbiteriale, «dove si crede che S. Giusta vi abbia sofferto il martirio» (A. Della Marmora). Al fianco sudovest si addossano le cappelle e la sacrestia di fabbrica seriore; il campanile neoromanico fu costruito nel 1908. Nel quadro dell’ultimo restauro la rimozione dell’arredo marmoreo presbiteriale, realizzato nel 1847, ha prodotto il recupero di frammenti di un pluteo romanico decorato a cerchi intersecantisi. Nella cripta, l’indagine archeologica ha evidenziato strutture nuragiche e puniche, ma nessuna traccia delle ipotizzate preesistenze altomedioevali. La fabbrica romanica, in cantoni di arenaria del Sinis di media pezzatura, è frutto di un progetto unitario, da riferirsi a un architetto pisano e alle sue maestranze. La scarpa dello zoccolo è interrotta dai plinti cubici che innalzano le basi delle membrature verticali. Gli ampi archetti scaricano nei fianchi alternativamente su un peduccio e sul capitello sgusciato d’una lesena di forte aggetto, nel prospetto absidale sempre lungo una lesena (nelle testate delle navatelle) o sul pulvino dadiforme sovrapposto all’abaco a tavoletta che sormonta il capitello classicheggiante delle semicolonne di partizione dell’abside in specchi di ritmo serrato. Le monofore sono centinate a doppio strombo, con luce ritagliata in lastre fra le cortine murarie. I portali laterali hanno architrave timpanato, quello sudovest con arco di scarico a sesto rialzato, quello nordest senza. Il portale principale ha stipiti, capitelli, architrave in marmo e lunetta che include una croce in trachite bruna. I capitelli (corti e lunghi) presentano una serie di caulicoli e foglie d’acanto, mentre nell’architrave sono scolpiti con resa plastica un leone e una leonessa che si affrontano per le terga e atterrano cervi. La facciata si distingue per slancio ascensionale e vasti paramenti lisci, scanditi soltanto dalla coppia di lesene fiancheggianti il portale; le lesene si raccordano in alto con un’arcata, nascente dal capitello sgusciato da cui partono due arcatelle laterali, meno ampie. Nel frontone timpanato, due lesene delimitano lo specchio centrale, dove campeggia una losanga gradonata, in asse con la trifora che illumina la navata mediana. Questa ha copertura lignea, mentre le campatelle delle navate laterali e della cripta semipogeica e absidata hanno volte a crociera, spiccanti nei muri da mensole, nei setti divisori dagli abachi a tavoletta fra l’imposta delle arcate e i capitelli che sormontano le colonne marmoree di spoglio. Nell’aula, i capitelli sono in parte reimpiegati, in parte rilavorati in età romanica e tutti marmorei, a differenza di quelli della cripta, tutti calcarei e scolpiti ex novo a imitazione di tipi classici. (Sardegna Cultura)
Michele Marras

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Arroccata in cima a una maestosa scalinata, la basilica di Santa Giusta è un gioiello dell'architettura romanica sarda. Sebbene risulti cattedrale della diocesi di Santa Giusta, attiva sino al 1503, nessun documento ne attesta la data di costruzione, dedotta da altri fattori tra il 1135 e il 1145. Le forme, realizzate sotto la direzione di maestranze toscane, sono chiaramente romaniche-pisane, non a caso molto simili a quelle del duomo di Pisa. La basilica non è stata rimaneggiata nei secoli, conservando la sua bellezza originaria. L’armonioso edificio è lungo 28 metri, largo la metà. È formato da un’aula divisa in tre navate e da sette colonne per parte - navata centrale con copertura lignea e navate minori a crociera – e da una cripta sottostante, unica del Romanico sardo, tutta in muratura, rettangolare con quattro navatelle, voltate a crociera e divise da colonne nane in marmo. La ‘severa’ facciata, costruita, come tutta la chiesa, in arenaria delle cave della penisola del Sinis, è tripartita da un’arcata che inquadra un portale, dove sono scolpiti nel marmo un leone e una leonessa che predano un porco e un capriolo, simboli della vittoria del Vangelo sull’eresia.
Vincenzo Soddu

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Bella, suggestiva, caratteristica, esempio davvero sorprendente di architettura romanica di derivazione pisana (1135 - 1145). Posta sulla sommità di una collinetta, si entra, salendo le scale, in un luogo che, austero all'esterno (la facciata riporta un leone e una leonessa che predano animali), è pieno di elementi suggestivi all'interno. L'altare in posizione rialzata, con sottostante una cripta, domina le tre navate in cui è ripartita la Basilica. Gestione molto attenta alla pulizia, in ragione della pandemia, e animazione della parrocchia curata all'insegna della cortesia e dell'accoglienza. Da visitare.
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The Church of Saint Justa is a beautiful Romanesque church located in Santa Giusta, Sardinia. It was built in the 12th century and is dedicated to Saint Justa, a Christian martyr who was killed in the 3rd century. The church is made of sandstone and has a simple but elegant design. The interior is divided into three naves and is decorated with beautiful frescoes. The church is a popular tourist destination and is well worth a visit if you are...

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Arroccata in cima a una maestosa scalinata, la basilica di Santa Giusta è un gioiello dell'architettura romanica sarda. Sebbene risulti cattedrale della diocesi di Santa Giusta, attiva sino al 1503, nessun documento ne attesta la data di costruzione, dedotta da altri fattori tra il 1135 e il 1145. Le forme, realizzate sotto la direzione di maestranze toscane, sono chiaramente romaniche-pisane, non a caso molto simili a quelle del duomo di Pisa. La basilica non è stata rimaneggiata nei secoli, conservando la sua bellezza originaria. L’armonioso edificio è lungo 28 metri, largo la metà. È formato da un’aula divisa in tre navate e da sette colonne per parte - navata centrale con copertura lignea e navate minori a crociera – e da una cripta sottostante, unica del Romanico sardo, tutta in muratura, rettangolare con quattro navatelle, voltate a crociera e divise da colonne nane in marmo. La ‘severa’ facciata, costruita, come tutta la chiesa, in arenaria delle cave della penisola del Sinis, è tripartita da un’arcata che inquadra un portale, dove sono scolpiti nel marmo un leone e una leonessa che predano un porco e un capriolo, simboli della vittoria del Vangelo...

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