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Badia A Settimo — Attraction in Scandicci

Name
Badia A Settimo
Description
Nearby attractions
GAMPS Scandicci
Piazza Vittorio Veneto, 1, 50018 Scandicci FI, Italy
Nearby restaurants
Botta Botta Fio Fio trasferita presso Tennis Club La Fiorita
Via Alfiero Gemmi caduto dello Scire, 2, 50018 Badia a Settimo FI, Italy
Botta Botta Fio Fio La Fiorita
Via Alfiero Gemmi caduto dello Scire, 2, 50018 BADIA A SETTIMO FI, Italy
Trattoria Angiolino
Via Trento, 739, 50013 Campi Bisenzio FI, Italy
Trattoria Locanda Dino
Via S. Colombano, 78, 50018 Scandicci FI, Italy
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Badia A Settimo tourism.Badia A Settimo hotels.Badia A Settimo bed and breakfast. flights to Badia A Settimo.Badia A Settimo attractions.Badia A Settimo restaurants.Badia A Settimo travel.Badia A Settimo travel guide.Badia A Settimo travel blog.Badia A Settimo pictures.Badia A Settimo photos.Badia A Settimo travel tips.Badia A Settimo maps.Badia A Settimo things to do.
Badia A Settimo things to do, attractions, restaurants, events info and trip planning
Badia A Settimo
ItalyTuscanyScandicciBadia A Settimo

Basic Info

Badia A Settimo

Via S. Lorenzo a Settimo, 15, 50018 Scandicci FI, Italy
4.6(247)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Scenic
Accessibility
attractions: GAMPS Scandicci, restaurants: Botta Botta Fio Fio trasferita presso Tennis Club La Fiorita, Botta Botta Fio Fio La Fiorita, Trattoria Angiolino, Trattoria Locanda Dino
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Phone
+39 055 731 0537
Website
badiadisettimo.it

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Reviews

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4.9

(238)

Closed
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Botta Botta Fio Fio trasferita presso Tennis Club La Fiorita

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Botta Botta Fio Fio trasferita presso Tennis Club La Fiorita

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4.1

(343)

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Botta Botta Fio Fio La Fiorita

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4.2

(225)

$$

Closed
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Trattoria Angiolino

Trattoria Angiolino

4.6

(801)

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Trattoria Locanda Dino

Trattoria Locanda Dino

4.3

(388)

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Reviews of Badia A Settimo

4.6
(247)
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4.0
46w

Da tempo era nei programmi ma rimandavo perché ... la Badia non è aperta di norma al turista (c'è la possibilità l'ultimo sabato del mese previo contatto). Mi sono deciso e credo ne sia valsa la pena perché l'Abbazia va oltre la Chiesa (è aperta, tra l'altro, la domenica dalle 10:00 alle 12:15 per la funzione religiosa). La visita dura circa tre ore e percorre tutti gli ambienti monastici al momento visitabili perché, allo stato attuale, sono molti i cantieri aperti, per motivi archeologici, atti a mettere in luce le varie fasi costruttive (siamo vicini all'Arno e qui, nei secoli, il fiume, più volte esondato, ha portato strati su strati di materiale di riempimento "costringendo" a costruire sempre più in alto). Qui è passata la Storia che si perde nella notte dei tempi. Sin dal X secolo, quando in questa zona sorgeva un Oratoio dedicato a San Salvatore. Poi, con i Conti Cadolingi, nel 1004, si formò il primo nucleo di ciò che col tempo si affermò essere un influente e potente Monastero con territori lontani fino al Mugello. Fu retto prima dai Benedettini Cluniacensi poi, nell'XI secolo, passo ai Benedettini Vallombrosani di Giovanni Guidalberto, fondatore della comunità. Qui il 13 febbraio 1068, di fronte alla Chiesa la famosa Prova del Fuoco fatta da Pietro Igneo per dimostrare la rettitudine dei Vallombrosani. Per giungere al 1236 quando, per ordine di Papa Gregorio IX, qui giunsero i Benedettini Cistercensi provenienti dall'Abbazia di San Gargano, luogo ormai in declino. Poi, era il 27 luglio 1782, Pietro Leopoldo, Gran Duca di Toscana, decretò la soppressione dell'Ordine Monastico, con la vendita ai privati, per farne una fattoria, sia delle terre che di buona parte del complesso e l'allontanamento dei monaci. Solo nel '900 si pensò al recupero della struttura; furono riacquistate dai privati tutte le parti cedute nel '700 e, in diverse fasi, si risanò parti del complesso. La Cripta, dell'XI secolo (forse di origine pagana) fu riportata allo stato originario (l'acustica è ... perfetta). La facciata stessa, in stile gotico con influenze rinascimentali, fu ripristinata, stonacandola e abbattendo il porticato. Lo stesso Campanile, colpito da una cannonata nel '44, fu ricostruito "tale e quale" nel 1957 su progetto dell'Arch. Nello Baroni. Nel tempo furono e sono stati aperti scavi archeologici per "studiare" le varie fasi costruttive nel tempo ... con molte sorprese che la guida saprà mettere in luce. Oggi la Chiesa, a tre navate, si presenta in una veste ... semplice ma, nonostante la spoliazione e i danni del tempo, qui sono presenti capolavori dell'arte sacra. Possiamo vedere un Sarcofago con le spoglie delle Contesse Cadolinge Cilla e Gasdia; il Martirio di San Lorenzo, di Domenico Buti; la tomba del Poeta Dino Campana, qui sepolto nel 1946; la Cappella di San Quintino, affrescata nel 1629 da Giovanni da San Giovanni con il "Ritrovamento di San Quintino" e "La Consegna delle chiavi a San Pietro". Qui la reliquia di San Quintino. Nella Cappella Maggiore un fregio in terracotta di Benedetto Buglioni; ciò che rimane degli affreschi di Domenico Ghirlandaio, due tondi con l'Arcangelo Gabriele e l'Annunciazione; il Tabernacolo di Giuliano da Maiano, del 1441. Nella Sacrestia due dipinti su tavola del tardo '400, di Domenico Ghirlandaio e bottega: "Adorazione dei Magi" e "Deposizione di Cristo nel Sepolcro" e, sempre in Sacrestia, la "Deposizione di Cristo nel Sepolcro", di Francesco Botticini. In uno degli spazi del Cortile dei Melaranci un affresco della Madonna col Bambino e due reliquari; il più antico del 1345, è renano in stile gotico, il secondo, del 1350, è toscano di maestranze senesi. Fanno parte del culto di Sant'Orsola e le 11.000 Vergini. Continuando nel Chiostro Grande, risalente al XV secolo, decorato dal Ghirlandaio e Domenico Puligo ... decorazioni, ahimè, scomparse. Da questo Cortile si accede alla Cappella di San Jacopo, con gli affreschi del 1315 di Buonamico Buffalmacco ... rovinati e poco leggibili. In ultimo la Sala dei Conversi, a tre navate...

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5.0
2y

The Badia Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo is a stunning example of medieval architecture. The abbey, dating back to the 12th century, is a treasure trove of history and art. The frescoes and frescoes are a true masterpiece, adorned with intricate details and vibrant colors. The abbey's peaceful setting, surrounded by a lush garden, makes it an ideal spot for reflection and contemplation. The guided tour of the abbey is a must, as it offers a glimpse into the rich history and the daily life of the monks who once lived there. The Badia Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo is a hidden gem, tucked away in the Roman countryside, it's a must-see for anyone interested in medieval...

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5.0
4y

Fin dal X secolo è attestato nel piviere di San Giuliano a Settimo un oratorio dedicato a San Salvatore, al quale nel 988 il conte Adimaro donò i diritti sulle chiese di San Martino alla Palma e di San Donato a Lucardo. Tale donazione venne confermata dieci anni dopo dall'imperatore Ottone III[3]. L'oratorio attirò l'attenzione dei conti Cadolingi che nel 1004 vi chiamarono i benedettini cluniacensi affinché vi fondassero un'abbazia[4]. La scelta dei Cadolingi non era dettata solo da fervore religioso ma si inseriva in un ampio disegno per il controllo del territorio attraverso la fondazione di castelli e monasteri per poter mantener intatto il loro patrimonio fondiario e per poterlo anche difendere; tali monasteri venivano fondati sempre nei pressi di importanti vie stradali e fluviali. Nel corso dell'XI secolo il patrimonio dell'abbazia aumentò considerevolmente grazie a donazioni che portarono il cenobio ad avere influenza su territori lontani; emblematica ad esempio è la donazione di beni nel Mugello fatta dal conte Guglielmo per poter creare un feudo cadolingio tra Toscana ed Emilia. Sempre nello stesso secolo il monastero adottò la riforma Vallombrosana sotto l'influenza dello stesso Giovanni Gualberto. Il 13 febbraio 1068 di fronte alla chiesa si tenne la famosa prova del fuoco fatta da Pietro Igneo per dimostrare la rettitudine dei Vallombrosani e la corruzione del vescovo Pietro Mezzabarba; tra il 1073 e il 1076 i priori vallombrosani si...

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Michele De GruttolaMichele De Gruttola
Da tempo era nei programmi ma rimandavo perché ... la Badia non è aperta di norma al turista (c'è la possibilità l'ultimo sabato del mese previo contatto). Mi sono deciso e credo ne sia valsa la pena perché l'Abbazia va oltre la Chiesa (è aperta, tra l'altro, la domenica dalle 10:00 alle 12:15 per la funzione religiosa). La visita dura circa tre ore e percorre tutti gli ambienti monastici al momento visitabili perché, allo stato attuale, sono molti i cantieri aperti, per motivi archeologici, atti a mettere in luce le varie fasi costruttive (siamo vicini all'Arno e qui, nei secoli, il fiume, più volte esondato, ha portato strati su strati di materiale di riempimento "costringendo" a costruire sempre più in alto). Qui è passata la Storia che si perde nella notte dei tempi. Sin dal X secolo, quando in questa zona sorgeva un Oratoio dedicato a San Salvatore. Poi, con i Conti Cadolingi, nel 1004, si formò il primo nucleo di ciò che col tempo si affermò essere un influente e potente Monastero con territori lontani fino al Mugello. Fu retto prima dai Benedettini Cluniacensi poi, nell'XI secolo, passo ai Benedettini Vallombrosani di Giovanni Guidalberto, fondatore della comunità. Qui il 13 febbraio 1068, di fronte alla Chiesa la famosa Prova del Fuoco fatta da Pietro Igneo per dimostrare la rettitudine dei Vallombrosani. Per giungere al 1236 quando, per ordine di Papa Gregorio IX, qui giunsero i Benedettini Cistercensi provenienti dall'Abbazia di San Gargano, luogo ormai in declino. Poi, era il 27 luglio 1782, Pietro Leopoldo, Gran Duca di Toscana, decretò la soppressione dell'Ordine Monastico, con la vendita ai privati, per farne una fattoria, sia delle terre che di buona parte del complesso e l'allontanamento dei monaci. Solo nel '900 si pensò al recupero della struttura; furono riacquistate dai privati tutte le parti cedute nel '700 e, in diverse fasi, si risanò parti del complesso. La Cripta, dell'XI secolo (forse di origine pagana) fu riportata allo stato originario (l'acustica è ... perfetta). La facciata stessa, in stile gotico con influenze rinascimentali, fu ripristinata, stonacandola e abbattendo il porticato. Lo stesso Campanile, colpito da una cannonata nel '44, fu ricostruito "tale e quale" nel 1957 su progetto dell'Arch. Nello Baroni. Nel tempo furono e sono stati aperti scavi archeologici per "studiare" le varie fasi costruttive nel tempo ... con molte sorprese che la guida saprà mettere in luce. Oggi la Chiesa, a tre navate, si presenta in una veste ... semplice ma, nonostante la spoliazione e i danni del tempo, qui sono presenti capolavori dell'arte sacra. Possiamo vedere un Sarcofago con le spoglie delle Contesse Cadolinge Cilla e Gasdia; il Martirio di San Lorenzo, di Domenico Buti; la tomba del Poeta Dino Campana, qui sepolto nel 1946; la Cappella di San Quintino, affrescata nel 1629 da Giovanni da San Giovanni con il "Ritrovamento di San Quintino" e "La Consegna delle chiavi a San Pietro". Qui la reliquia di San Quintino. Nella Cappella Maggiore un fregio in terracotta di Benedetto Buglioni; ciò che rimane degli affreschi di Domenico Ghirlandaio, due tondi con l'Arcangelo Gabriele e l'Annunciazione; il Tabernacolo di Giuliano da Maiano, del 1441. Nella Sacrestia due dipinti su tavola del tardo '400, di Domenico Ghirlandaio e bottega: "Adorazione dei Magi" e "Deposizione di Cristo nel Sepolcro" e, sempre in Sacrestia, la "Deposizione di Cristo nel Sepolcro", di Francesco Botticini. In uno degli spazi del Cortile dei Melaranci un affresco della Madonna col Bambino e due reliquari; il più antico del 1345, è renano in stile gotico, il secondo, del 1350, è toscano di maestranze senesi. Fanno parte del culto di Sant'Orsola e le 11.000 Vergini. Continuando nel Chiostro Grande, risalente al XV secolo, decorato dal Ghirlandaio e Domenico Puligo ... decorazioni, ahimè, scomparse. Da questo Cortile si accede alla Cappella di San Jacopo, con gli affreschi del 1315 di Buonamico Buffalmacco ... rovinati e poco leggibili. In ultimo la Sala dei Conversi, a tre navate suddivisa da colonne.
Edoardo MariottiEdoardo Mariotti
Fin dal X secolo è attestato nel piviere di San Giuliano a Settimo un oratorio dedicato a San Salvatore, al quale nel 988 il conte Adimaro donò i diritti sulle chiese di San Martino alla Palma e di San Donato a Lucardo. Tale donazione venne confermata dieci anni dopo dall'imperatore Ottone III[3]. L'oratorio attirò l'attenzione dei conti Cadolingi che nel 1004 vi chiamarono i benedettini cluniacensi affinché vi fondassero un'abbazia[4]. La scelta dei Cadolingi non era dettata solo da fervore religioso ma si inseriva in un ampio disegno per il controllo del territorio attraverso la fondazione di castelli e monasteri per poter mantener intatto il loro patrimonio fondiario e per poterlo anche difendere; tali monasteri venivano fondati sempre nei pressi di importanti vie stradali e fluviali. Nel corso dell'XI secolo il patrimonio dell'abbazia aumentò considerevolmente grazie a donazioni che portarono il cenobio ad avere influenza su territori lontani; emblematica ad esempio è la donazione di beni nel Mugello fatta dal conte Guglielmo per poter creare un feudo cadolingio tra Toscana ed Emilia. Sempre nello stesso secolo il monastero adottò la riforma Vallombrosana sotto l'influenza dello stesso Giovanni Gualberto. Il 13 febbraio 1068 di fronte alla chiesa si tenne la famosa prova del fuoco fatta da Pietro Igneo per dimostrare la rettitudine dei Vallombrosani e la corruzione del vescovo Pietro Mezzabarba; tra il 1073 e il 1076 i priori vallombrosani si riunirono spesso qui.
riccardo francesco ciampiriccardo francesco ciampi
Visita guidata organizzata dalla Soprintendenza Archeologica di Firenze Prato Pistoia, estremamente interessante e dettagliata: dopo una breve introduzione sulla storia dell'antica Abbazia, ci hanno mostrato gli scavi all'interno del Convento. Gli scavi sono stati utili per dimostrare quanto gli antichi monaci avessero avuto un impatto sinergico con l'ambiente e i suoi abitanti, per promuovere la tecnologia (all'avanguardia del tempo sia per l'agricoltura che per la vita quotidiana del convento) e soprattutto per far rifiorire l'economia, bonificando la zona paludosa e fertile della piana dell'Arno. Gli scavi hanno dimostrato che ogni volta che l'Arno esondava, ricoprendo di detriti tutti gli ambienti, fuori e dentro al Convento, vi si ricostruiva sopra: sono stati ritrovati oggetti e manufatti risalenti a varie epoche. Del complesso è visitabile normalmente solo la Chiesa, interessante per gli affreschi. Da segnalare che vi sono le spoglie del poeta Dino Campana
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riccardo francesco ciampi

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