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Abbazia di Valvisciolo — Attraction in Sermoneta

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Abbazia di Valvisciolo
Description
Valvisciolo Abbey is a Cistercian monastery in the province of Latina, central Italy, near the towns of Sermoneta and Ninfa. It is an example of rigorous Romanesque-Cistercian architecture, considered a masterpiece of that style in central Italy second only to the nearby Fossanova Abbey.
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Abbazia di Valvisciolo
ItalyLazioSermonetaAbbazia di Valvisciolo

Basic Info

Abbazia di Valvisciolo

Via Abbadia, 14, 04013 Sermoneta LT, Italy
4.6(248)
Open 24 hours
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Valvisciolo Abbey is a Cistercian monastery in the province of Latina, central Italy, near the towns of Sermoneta and Ninfa. It is an example of rigorous Romanesque-Cistercian architecture, considered a masterpiece of that style in central Italy second only to the nearby Fossanova Abbey.

Cultural
Scenic
Family friendly
Accessibility
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Giuseppe GuarinoGiuseppe Guarino
L'abbazia di Valvisciolo si trova in provincia di Latina, fra Sermoneta, l'oasi di Ninfa e Latina Scalo. L'abbazia è ubicata a 116 m s.l.m. su un contrafforte che si affaccia su una piccola valle, per tradizione medievale, detta "dell'usignolo". Il nome del complesso monastico sembrerebbe derivare dalla suddetta valle. Edificata in rigoroso stile romanico-gotico-cistercense è uno dei massimi capolavori del genere della provincia dopo l'abbazia di Fossanova. La tradizione vuole che questa abbazia sia stata fondata nel VIII secolo da monaci greci e sia stata occupata e restaurata dai templari nel XIII secolo. Quando nel XIV secolo questo ordine venne disciolto subentrarono i cistercensi. A questa abbazia è legata una leggenda medioevale, dove si narra che nel 1314, quando venne posto al rogo l'ultimo gran maestro templare, Jacques de Molay gli architravi delle chiese si spezzarono. Ancora oggi, osservando attentamente l'architrave del portale principale dell'abbazia, si riesce a intravedere una crepa. Gli indizi della presenza templare sono costituiti da alcune caratteristiche croci: nel primo gradone del pavimento della chiesa, nel soffitto del chiostro e quella più famosa di tutte scolpita nella parte sinistra dell'occhio centrale del rosone[1], venuta alla luce nei restauri di inizio secolo. In tempi recenti, sul lato occidentale del chiostro, abbattendo un muro posticcio, sono venute alla luce, graffite sull'intonaco originale, le cinque famose parole del magico palindromo: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, con la variante, sinora un unicum, che le venticinque lettere sono disposte in cinque anelli circolari concentrici, ognuno dei quali diviso in cinque settori, in modo da formare una figura simile ad un bersaglio. Nel 1411 l'abbazia fu ceduta in commenda a Paolo Caetani. Nel 1523 fu declassata da papa Clemente VII a priorato semplice. Nel 1529 fu ridotta a priorato secolare. Tra il 1600 e il 1605 fu abitata dai cistercensi della congregazione dei foglianti fino al 1619. Tra il 1619 e il 1635 l'abbazia fu abitata dai minimi di San Francesco di Paola. Tornarono nuovamente i foglianti che l'abitarono fino alla soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone Bonaparte. Papa Pio IX fece due importanti visite all'abbazia nel 1863 e nel 1865. Fu per volere di Pio IX che l'abbazia divenne priorato conventuale dipendente dalla congregazione di Casamari. Il 5 luglio 1888 il priore d. Bartolomeo M. Daini riscattò il complesso monastico messo all'asta dal comune di Sermoneta con la somma di 10.150 £. Ora l'abbazia continua ad essere abitata dai monaci cistercensi della congregazione di Casamari. Nel marzo 2014 è festeggiato a Sermoneta e a Valvisciolo il 150º anniversario del ritorno dei monaci voluto da papa Pio IX. #AbbaziaDiValvisciolo🇮🇹 #Lazio🇮🇹 #ITALY🇮🇹 #ITALIA🇮🇹 #AbbaziaDiValvisciolo #Sermoneta #Lazio #ITALY #ITALIA #JOELSEINLAZIO #joelsepelinlazio #joelesepelinlazio #guarinogiuseppeinlazio #giuseppeguarinoinlazio #GiuseppeGuarinoAllAbbaziaDiValvisciolo #JoelSeAllAbbaziaDiValvisciolo #JoeleSepelAllAbbaziaDiValvisciolo #JoelSeInItaly #JoeleSepelInItaly #GuarinoGiuseppeInItalia #GiuseppeGuarinoInItaly #GiuseppeGuarinoInItalia #JOELSE #gg #js #cn #JOELSEPEL #JOELESEPEL #GUARINOGIUSEPPE #GIUSEPPEGUARINO #CrumbleNot @joelsepel @joelesepelofficial
Giuliano TarquiniGiuliano Tarquini
“Un luogo di silenzio e bellezza sospeso nel tempo” Ho visitato l’Abbazia di Valvisciolo in una mattina luminosa di settembre, e fin da subito ho percepito quella sensazione rara di pace che solo certi luoghi sanno trasmettere. L’abbazia si trova in una posizione incantevole, ai piedi di Sermoneta, circondata da ulivi e colline, in un silenzio che invita a rallentare e respirare. La chiesa, semplice e solenne, è un perfetto esempio di architettura romanico-gotica cistercense. L’interno è sobrio, privo di eccessi, ma proprio per questo intenso: le pietre chiare e le arcate slanciate trasmettono un senso di armonia e raccoglimento. Ho apprezzato molto il gioco di luci naturali che filtra dalle piccole finestre, creando un’atmosfera quasi mistica. Nel chiostro si respira la storia. Ogni dettaglio, ogni pietra, sembra raccontare secoli di vita monastica e di preghiera. Ho trovato affascinanti anche le tracce templari incise sulle mura: piccole croci, simboli e segni che aggiungono mistero e fascino al luogo. I monaci, discreti ma accoglienti, custodiscono con cura questo spazio. C’è anche un piccolo negozio dove si possono acquistare prodotti monastici: miele, liquori e tisane, tutti preparati seguendo antiche ricette. È un modo semplice ma sincero per portarsi a casa un ricordo autentico. La vista che si gode all’esterno è meravigliosa: dall’abbazia si apre uno scenario naturale che abbraccia tutta la pianura pontina, fino al mare, e regala una sensazione di libertà e contemplazione. Consiglio di venire qui senza fretta, magari in un giorno feriale, per godersi appieno il silenzio e la spiritualità del luogo. È una meta perfetta per chi ama la storia, l’arte medievale e i luoghi che invitano alla riflessione. Io ci tornerò sicuramente: Valvisciolo non è solo un monumento, ma un’esperienza dell’anima.
Roberto CecchiniRoberto Cecchini
Recuperiamo un'altra delle recensioni fatte tre anni or sono e misteriosamente scomparse, anche perché questo è uno dei luoghi di punta di questa ricchissima e bellissima zona. Questa abbazia costituisce un gioiello architettonico e un punto di riferimento spirituale molto importante. La tradizione vuole che venne fondata nell’VIII secolo da monaci basiliani ma poi ha visto passare diversi ordini religiosi (oggi ci sono i Cistercensi e per questo è anche molto nota la produzione di moltissimi prodotti tipici dell'attività monastica) e, secondo alcune fonti, anche i Cavalieri Templari hanno soggiornato qui. L'edificio che vediamo oggi, in stile romanico-gotico-cistercense, è riferibile al rifacimento del XII secolo ed è considerata a pieno titolo uno degli esempi di architettura religiosa più interessanti di tutto il territorio del Lazio meridionale. La facciata è semplice, a capanna, con un bellissimo rosone: l’interno, a tre navate, è sempre semplice, con otto pilastri di forma rettangolare privi di ornamenti architettonici nella navata centrale mentre le navate laterali, più piccole della navata centrale, furono aggiunte in epoca successiva alla prima costruzione. Il chiostro, restaurato a metà degli anni '50 con le sue colonne e capitelli finemente decorati, è un’oasi di pace e bellezza e da qui si accede anche a un piccolo museo (la “Galleria White”, presente dal 2003) e a un presepe permanente. Spettacolare la vista che si gode di fronte. Utili info? Allora lasciate un like e guardate le altre recensioni fatte su quest'area e soprattutto su Roma ma non solo.
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Giuseppe Guarino

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Edificata in rigoroso stile romanico-gotico-cistercense è uno dei massimi capolavori del genere della provincia dopo l'abbazia di Fossanova. La tradizione vuole che questa abbazia sia stata fondata nel VIII secolo da monaci greci e sia stata occupata e restaurata dai templari nel XIII secolo. Quando nel XIV secolo questo ordine venne disciolto subentrarono i cistercensi.

A questa abbazia è legata una leggenda medioevale, dove si narra che nel 1314, quando venne posto al rogo l'ultimo gran maestro templare, Jacques de Molay gli architravi delle chiese si spezzarono. Ancora oggi, osservando attentamente l'architrave del portale principale dell'abbazia, si riesce a intravedere una crepa. Gli indizi della presenza templare sono costituiti da alcune caratteristiche croci: nel primo gradone del pavimento della chiesa, nel soffitto del chiostro e quella più famosa di tutte scolpita nella parte sinistra dell'occhio centrale del rosone[1], venuta alla luce nei restauri di inizio secolo. In tempi recenti, sul lato occidentale del chiostro, abbattendo un muro posticcio, sono venute alla luce, graffite sull'intonaco originale, le cinque famose parole del magico palindromo: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, con la variante, sinora un unicum, che le venticinque lettere sono disposte in cinque anelli circolari concentrici, ognuno dei quali diviso in cinque settori, in modo da formare una figura simile ad un bersaglio.

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Ho visitato l’Abbazia di Valvisciolo in una mattina luminosa di settembre, e fin da subito ho percepito quella sensazione rara di pace che solo certi luoghi sanno trasmettere. L’abbazia si trova in una posizione incantevole, ai piedi di Sermoneta, circondata da ulivi e colline, in un silenzio che invita a rallentare e respirare.

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