LA QUERCIA DELLE CHECCHE Fra la quercia e l'uomo c'è uno stretto legame che percorre tutto il cammino della civilizzazione per arrivare fino a pochi decenni fa; e per tanti anni questo rapporto fu veramente totale e indissolubile. Il suo legno ha fornito per secoli il materiale primario per ogni sorta di grande costruzione o piccolo utensile: dalle navi alle botti, dalle ghiande quale alimento, alla corteccia per la concia, fino all'inchiostro che Leonardo usava per i suoi disegni. Contrariamente a quanto si crede comunemente essa non è l'albero più longevo o quello più maestoso esistente in natura: le sequoie la battono in altezza, il pino della California in vecchiezza. Ma la quercia o rovere e roverella, cerro, farnia, sughera si adatta a diversi climi e habitat; e come il genere umano, essa si combina e mischia dando origine fino a quattrocentocinquanta specie diverse, così da diventare l'albero più diffuso ad ogni latitudine. Ora, anche questo rovere (Quercia petraea) che ha messo radici in località Le Checche - gazze in dialetto toscano - nel comune di Pienza (SI) all'incirca 300 anni fa; dall'alto dei suoi 19 metri, sorretta da un tronco di circa 4,90 metri, e forte di una chioma di oltre 34 metri di diametro, ha potuto fregiarsi (grazie anche all'aiuto di volontari bipedi) del titolo di albero monumentale. E al riparo di questa matriarca, invito i viaggiatori ad una sosta in questo luogo, che mi auguro sia un auspicio di sempre maggior rispetto per la...
Read moreEnglish Review Must see tree in this are, it is absolutely huge, not to far off the main road. Also poppy fields in this area at the correct time of the year also worth having a look at. Parking here is very easy as there is a large dirt parking place off the road. There are no toilet facilities here as it is fairly remote. Would have loved to have seen it while the older limbs where...
Read moreUn sito naturalistico molto interessante. Il luogo trasmette nella sua semplicità un'atmosfera particolare. Sarà la vista delle verdi fronde maestose della quercia che si stagliano sullo sfondo dei colori ocra della Val d'Orcia, sarà forse la storia di oltre 350 anni che aleggia intorno a noi o saranno forse le due enormi branche cadute, ormai spoglie e grigie che si stagliano anch'esse maestose ai piedi del gigante come opere d'arte surrealiste, ricordo di ferite di un guerra che l'albero sembra aver vinto. Di una delle tante guerre che ha vinto e dovrà ancora vincere nel futuro contro i tanti che ancora non rispettano la natura e i suoi equilibri. Oltre le foto e i selfie di rito quindi, venite a trovare questo albero antico per lasciate spazio alla introspezione escatologica e per provare a ritrovare anche solo per un momento quell'equilibrio con il mondo naturale che abbiamo...
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