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Caves of Labante — Attraction in Unione dell'Appennino Bolognese

Name
Caves of Labante
Description
Nearby attractions
Cascate di S. Cristoforo di Labante o cascate dell'Aneva
40034 Labante, Metropolitan City of Bologna, Italy
Chiesa di San Cristoforo
Via Val D'Aneva, 102, 40034 Labante BO, Italy
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Keywords
Caves of Labante tourism.Caves of Labante hotels.Caves of Labante bed and breakfast. flights to Caves of Labante.Caves of Labante attractions.Caves of Labante restaurants.Caves of Labante travel.Caves of Labante travel guide.Caves of Labante travel blog.Caves of Labante pictures.Caves of Labante photos.Caves of Labante travel tips.Caves of Labante maps.Caves of Labante things to do.
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Caves of Labante
ItalyEmilia-RomagnaUnione dell'Appennino BologneseCaves of Labante

Basic Info

Caves of Labante

Via Val D'Aneva, 40034 Labante BO, Italy
4.6(1.4K)
Open until 12:00 AM
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spot

Ratings & Description

Info

Outdoor
Adventure
Accessibility
attractions: Cascate di S. Cristoforo di Labante o cascate dell'Aneva, Chiesa di San Cristoforo, restaurants:
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Phone
+39 353 478 8113
Website
comune.casteldaiano.bo.it
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MonOpen 24 hoursOpen

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Reviews

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Cascate di S. Cristoforo di Labante o cascate dell'Aneva

Chiesa di San Cristoforo

Cascate di S. Cristoforo di Labante o cascate dell'Aneva

Cascate di S. Cristoforo di Labante o cascate dell'Aneva

4.6

(93)

Open until 12:00 AM
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Chiesa di San Cristoforo

Chiesa di San Cristoforo

3.8

(14)

Open 24 hours
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Reviews of Caves of Labante

4.6
(1,382)
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5.0
3y

Le Grotte di Labante, situate nell'Appennino bolognese a poca distanza dalla chiesa di Santa Maria di Labante nel comune di Castel d'Aiano si sono formate grazie al fiume proveniente dalla sorgente di San Cristoforo, che qui forma una piccola cascata. La sorgente ha una portata media estiva che si aggira intorno agli 11 litri al secondo e viene utilizzata come rifornimento idrico e potabile. La sorgente di San Cristoforo venne scoperta alla fine del XIX secolo e dal 1986 viene utilizzata anche per alimentare l’acquedotto che rifornisce i comuni di Castel d’Aiano e di Vergato.

La sorgente del torrente si trova a circa 622 metri sul livello del mare e subito dopo al punto dove sgorga è stato creato un breve cunicolo all’interno della roccia nel quale si susseguono diverse vasche. La maggior parte dell’acqua viene portata al serbatoio principale dell’acquedotto, che si trova nei pressi del parcheggio adiacente la chiesa e, da qui, attraverso la forza di gravità viene distribuita al comune di Vergato. Un’altra parte viene invece pompata in serbatoi più alti che permettono di servire anche Castel d’Aiano.

Il “troppo pieno”, ovvero il volume d’acqua eccedente la capacità massima delle prime vasche di captazione, viene rilasciato e va a sgorgare lungo la roccia dando vita alla cascata di San Cristoforo, proprio sotto la chiesa. Qui l’acqua scende su due speroni di roccia che formano un profilo assai particolare che negli anni continua ad evolversi. L’acqua calcarea che scendendo dalla roccia si deposita al di sotto, ha segnato un progressivo allungamento della montagna che è andata pian piano ad occupare la strada del sentiero CAI 166, richiedendo una piccola modifica del percorso.

Le grotte di travertino di Labante sono tra le più grandi in Italia di questo materiale. Sono lunghe 54 metri e presentano un dislivello di circa 15 metri. Al suo interno la roccia è totalmente cava, dando vita a un fenomeno carsico unico nel suo genere.

Intorno alle grotte di Labante furono sviluppate delle cave, dismesse da circa vent’anni, per l’estrazione del travertino che è stato impiegato per la costruzione di numerose abitazioni del circondario, per la chiesa di San Cristoforo posta proprio sopra le grotte e anche per molte tombe etrusche attualmente visibili all’interno dei Giardini Margherita di Bologna.

Nel 2005 è stato notato che il pavimento che collega i due ingressi contrapposti delle grotte era formato da accumuli di diversi centimetri di spessore che formavano dei ciottoli arrotondati. Il nome di queste formazioni è “pisoliti” e si tratta di concrezioni libere, ovvero non saldate alla roccia, che sono conosciute anche come “perle di grotta” in quanto il loro sviluppo è identico a quello delle perle all’interno delle ostriche. Queste formazioni hanno solitamente dimensioni minuscole, ma le più grandi possono raggiungere anche i 2 o 3 centimetri di diametro.

Nelle grotte di Labante è particolare il fatto che sui pisoliti è andata formandosi una serie di bande molto sottili e ravvicinate sulle quali si sono depositate 2 lamine di spessore più alto. Il motivo di questi depositi è dovuto al fatto che durante gli anni ’90 è stata prosciugata la sorgente, sospendendo l’apporto di acqua alle cascate in...

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26w

Le Grotte di Labante, incastonate nello splendido scenario dell’Appennino tosco-emiliano, sono un autentico tesoro naturalistico che incanta grandi e piccoli. Situate nel comune di Castel d’Aiano, queste grotte rappresentano uno dei rari esempi in Italia di grotta primaria di travertino, formata direttamente dalla deposizione delle acque ricche di calcio. La loro bellezza è resa ancora più magica dalla suggestiva cascata che scende lungo le rocce ricoperte di muschio, creando uno spettacolo naturale da fiaba.

L’area intorno è un vero paradiso per gli amanti della natura. Sentieri ben segnalati si snodano tra boschi, prati e affioramenti rocciosi, offrendo percorsi adatti a famiglie, escursionisti e fotografi in cerca di scorci unici. L’acqua che sgorga limpida e abbondante è protagonista assoluta, regalando frescura e suoni rilassanti in ogni angolo.

L’area picnic, ben attrezzata, permette di trascorrere una giornata immersi nella tranquillità, magari gustando prodotti tipici del territorio. Tutto intorno, l’Appennino tosco-emiliano si mostra in tutta la sua maestosità: un mosaico di verde, silenzi e natura incontaminata.

Le Grotte di Labante non sono solo una meta turistica, ma un’esperienza rigenerante che celebra la forza e la delicatezza della natura. Un luogo da visitare, amare...

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3y

un escursione per tutti Recensione di Grotte di Labante Recensito 4 settimane fa si arriva alla località San Cristoforo di Labante. appena oltrepassata la chiesa sulla sinistra c'è un comodo parcheggio. Attraversando la strada si imbocca il sentiero che porta alla grotta, posta sotto alla chiesa. Dal parcheggio sono 20 metri. Uniche nel genere, con una struttura molto particolare. secondo da come la si guarda può apparire un drago che sputa acqua o un tasso che beve nel laghetto sottostante. La prima entrata è chiusa da un cancello al quale si arriva tramite un ponticello di legno un pò scivoloso per via dell'acqua che sgocciola, ma al cui'interno si vede una stalattite grande. La roccia è ricoperta di muschi che aumentano il fascino della cascata. sul lato opposto ci si può arrampicare ed entrare nella grotta alla scoperta di rocce porose, alcune sono bucate dall'erosione altre arrotondate. l'escursione in se stessa richiede molto poco tempo, ma intorno alla zona si aprono percorsi di trekking dal percorso delle tane a quello delle fate. oppure si può godere dello spazio verde intorno per rilassarsi e...

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Mauro FaldiMauro Faldi
Le Grotte di Labante, situate nell'Appennino bolognese a poca distanza dalla chiesa di Santa Maria di Labante nel comune di Castel d'Aiano si sono formate grazie al fiume proveniente dalla sorgente di San Cristoforo, che qui forma una piccola cascata. La sorgente ha una portata media estiva che si aggira intorno agli 11 litri al secondo e viene utilizzata come rifornimento idrico e potabile. La sorgente di San Cristoforo venne scoperta alla fine del XIX secolo e dal 1986 viene utilizzata anche per alimentare l’acquedotto che rifornisce i comuni di Castel d’Aiano e di Vergato. La sorgente del torrente si trova a circa 622 metri sul livello del mare e subito dopo al punto dove sgorga è stato creato un breve cunicolo all’interno della roccia nel quale si susseguono diverse vasche. La maggior parte dell’acqua viene portata al serbatoio principale dell’acquedotto, che si trova nei pressi del parcheggio adiacente la chiesa e, da qui, attraverso la forza di gravità viene distribuita al comune di Vergato. Un’altra parte viene invece pompata in serbatoi più alti che permettono di servire anche Castel d’Aiano. Il “troppo pieno”, ovvero il volume d’acqua eccedente la capacità massima delle prime vasche di captazione, viene rilasciato e va a sgorgare lungo la roccia dando vita alla cascata di San Cristoforo, proprio sotto la chiesa. Qui l’acqua scende su due speroni di roccia che formano un profilo assai particolare che negli anni continua ad evolversi. L’acqua calcarea che scendendo dalla roccia si deposita al di sotto, ha segnato un progressivo allungamento della montagna che è andata pian piano ad occupare la strada del sentiero CAI 166, richiedendo una piccola modifica del percorso. Le grotte di travertino di Labante sono tra le più grandi in Italia di questo materiale. Sono lunghe 54 metri e presentano un dislivello di circa 15 metri. Al suo interno la roccia è totalmente cava, dando vita a un fenomeno carsico unico nel suo genere. Intorno alle grotte di Labante furono sviluppate delle cave, dismesse da circa vent’anni, per l’estrazione del travertino che è stato impiegato per la costruzione di numerose abitazioni del circondario, per la chiesa di San Cristoforo posta proprio sopra le grotte e anche per molte tombe etrusche attualmente visibili all’interno dei Giardini Margherita di Bologna. Nel 2005 è stato notato che il pavimento che collega i due ingressi contrapposti delle grotte era formato da accumuli di diversi centimetri di spessore che formavano dei ciottoli arrotondati. Il nome di queste formazioni è “pisoliti” e si tratta di concrezioni libere, ovvero non saldate alla roccia, che sono conosciute anche come “perle di grotta” in quanto il loro sviluppo è identico a quello delle perle all’interno delle ostriche. Queste formazioni hanno solitamente dimensioni minuscole, ma le più grandi possono raggiungere anche i 2 o 3 centimetri di diametro. Nelle grotte di Labante è particolare il fatto che sui pisoliti è andata formandosi una serie di bande molto sottili e ravvicinate sulle quali si sono depositate 2 lamine di spessore più alto. Il motivo di questi depositi è dovuto al fatto che durante gli anni ’90 è stata prosciugata la sorgente, sospendendo l’apporto di acqua alle cascate in maniera prolungata.
Luigi RizzoLuigi Rizzo
Le Grotte di Labante, incastonate nello splendido scenario dell’Appennino tosco-emiliano, sono un autentico tesoro naturalistico che incanta grandi e piccoli. Situate nel comune di Castel d’Aiano, queste grotte rappresentano uno dei rari esempi in Italia di grotta primaria di travertino, formata direttamente dalla deposizione delle acque ricche di calcio. La loro bellezza è resa ancora più magica dalla suggestiva cascata che scende lungo le rocce ricoperte di muschio, creando uno spettacolo naturale da fiaba. L’area intorno è un vero paradiso per gli amanti della natura. Sentieri ben segnalati si snodano tra boschi, prati e affioramenti rocciosi, offrendo percorsi adatti a famiglie, escursionisti e fotografi in cerca di scorci unici. L’acqua che sgorga limpida e abbondante è protagonista assoluta, regalando frescura e suoni rilassanti in ogni angolo. L’area picnic, ben attrezzata, permette di trascorrere una giornata immersi nella tranquillità, magari gustando prodotti tipici del territorio. Tutto intorno, l’Appennino tosco-emiliano si mostra in tutta la sua maestosità: un mosaico di verde, silenzi e natura incontaminata. Le Grotte di Labante non sono solo una meta turistica, ma un’esperienza rigenerante che celebra la forza e la delicatezza della natura. Un luogo da visitare, amare e ricordare.
barbara casellibarbara caselli
un escursione per tutti Recensione di Grotte di Labante Recensito 4 settimane fa si arriva alla località San Cristoforo di Labante. appena oltrepassata la chiesa sulla sinistra c'è un comodo parcheggio. Attraversando la strada si imbocca il sentiero che porta alla grotta, posta sotto alla chiesa. Dal parcheggio sono 20 metri. Uniche nel genere, con una struttura molto particolare. secondo da come la si guarda può apparire un drago che sputa acqua o un tasso che beve nel laghetto sottostante. La prima entrata è chiusa da un cancello al quale si arriva tramite un ponticello di legno un pò scivoloso per via dell'acqua che sgocciola, ma al cui'interno si vede una stalattite grande. La roccia è ricoperta di muschi che aumentano il fascino della cascata. sul lato opposto ci si può arrampicare ed entrare nella grotta alla scoperta di rocce porose, alcune sono bucate dall'erosione altre arrotondate. l'escursione in se stessa richiede molto poco tempo, ma intorno alla zona si aprono percorsi di trekking dal percorso delle tane a quello delle fate. oppure si può godere dello spazio verde intorno per rilassarsi e fare un picnic.
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Le Grotte di Labante, situate nell'Appennino bolognese a poca distanza dalla chiesa di Santa Maria di Labante nel comune di Castel d'Aiano si sono formate grazie al fiume proveniente dalla sorgente di San Cristoforo, che qui forma una piccola cascata. La sorgente ha una portata media estiva che si aggira intorno agli 11 litri al secondo e viene utilizzata come rifornimento idrico e potabile. La sorgente di San Cristoforo venne scoperta alla fine del XIX secolo e dal 1986 viene utilizzata anche per alimentare l’acquedotto che rifornisce i comuni di Castel d’Aiano e di Vergato. La sorgente del torrente si trova a circa 622 metri sul livello del mare e subito dopo al punto dove sgorga è stato creato un breve cunicolo all’interno della roccia nel quale si susseguono diverse vasche. La maggior parte dell’acqua viene portata al serbatoio principale dell’acquedotto, che si trova nei pressi del parcheggio adiacente la chiesa e, da qui, attraverso la forza di gravità viene distribuita al comune di Vergato. Un’altra parte viene invece pompata in serbatoi più alti che permettono di servire anche Castel d’Aiano. Il “troppo pieno”, ovvero il volume d’acqua eccedente la capacità massima delle prime vasche di captazione, viene rilasciato e va a sgorgare lungo la roccia dando vita alla cascata di San Cristoforo, proprio sotto la chiesa. Qui l’acqua scende su due speroni di roccia che formano un profilo assai particolare che negli anni continua ad evolversi. L’acqua calcarea che scendendo dalla roccia si deposita al di sotto, ha segnato un progressivo allungamento della montagna che è andata pian piano ad occupare la strada del sentiero CAI 166, richiedendo una piccola modifica del percorso. Le grotte di travertino di Labante sono tra le più grandi in Italia di questo materiale. Sono lunghe 54 metri e presentano un dislivello di circa 15 metri. Al suo interno la roccia è totalmente cava, dando vita a un fenomeno carsico unico nel suo genere. Intorno alle grotte di Labante furono sviluppate delle cave, dismesse da circa vent’anni, per l’estrazione del travertino che è stato impiegato per la costruzione di numerose abitazioni del circondario, per la chiesa di San Cristoforo posta proprio sopra le grotte e anche per molte tombe etrusche attualmente visibili all’interno dei Giardini Margherita di Bologna. Nel 2005 è stato notato che il pavimento che collega i due ingressi contrapposti delle grotte era formato da accumuli di diversi centimetri di spessore che formavano dei ciottoli arrotondati. Il nome di queste formazioni è “pisoliti” e si tratta di concrezioni libere, ovvero non saldate alla roccia, che sono conosciute anche come “perle di grotta” in quanto il loro sviluppo è identico a quello delle perle all’interno delle ostriche. Queste formazioni hanno solitamente dimensioni minuscole, ma le più grandi possono raggiungere anche i 2 o 3 centimetri di diametro. Nelle grotte di Labante è particolare il fatto che sui pisoliti è andata formandosi una serie di bande molto sottili e ravvicinate sulle quali si sono depositate 2 lamine di spessore più alto. Il motivo di questi depositi è dovuto al fatto che durante gli anni ’90 è stata prosciugata la sorgente, sospendendo l’apporto di acqua alle cascate in maniera prolungata.
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barbara caselli

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