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Forte Albertino di Vinadio — Attraction in Vinadio

Name
Forte Albertino di Vinadio
Description
The Forte Albertino is an alpine fortress in Vinadio, Piedmont, northern Italy, located outside the town in the Stura di Demonte Valley. It is now used as a museum.
Nearby attractions
Forte Neghino
12010 Vinadio, Province of Cuneo, Italy
Nearby restaurants
La Locanda Di Vinadio
Via Roma, 16, 12010 Vinadio CN, Italy
Bar Genzianella (Affittacamere la Genzianella)
Via Vittorio Emanuele III, 45, 12010 Vinadio CN, Italy
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Via Roma, 9, 12010 Vinadio CN, Italy
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Via Cav. G. Peano, 19, 12010 Vinadio CN, Italy
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Via Vittorio Emanuele III, 10, 12010 Vinadio CN, Italy
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Forte Albertino di Vinadio
ItalyPiedmontVinadioForte Albertino di Vinadio

Basic Info

Forte Albertino di Vinadio

Piazza Vittorio Veneto, 8, 12010 Vinadio CN, Italy
4.5(1.3K)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

The Forte Albertino is an alpine fortress in Vinadio, Piedmont, northern Italy, located outside the town in the Stura di Demonte Valley. It is now used as a museum.

Cultural
Outdoor
Accessibility
attractions: Forte Neghino, restaurants: La Locanda Di Vinadio, Bar Genzianella (Affittacamere la Genzianella)
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Phone
+39 0171 959151
Website
fortedivinadio.com

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La Locanda Di Vinadio

Bar Genzianella (Affittacamere la Genzianella)

La Locanda Di Vinadio

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Bar Genzianella (Affittacamere la Genzianella)

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Alessandro VolucelloAlessandro Volucello
Il Forte di Vinadio val la pena di esser visitato. La storia che promana da ogni pietra è forte e appare viva, particolarmente godibile durante una giornata soleggiata, come quella che abbiamo fortunatamente attraversato oggi io e l'amico che mi accompagnava. La struttura è di tipo militare e di estensione elevata, probabilmente fra le maggiori di tutto l'arco alpino. Architettonicamente affascinante, sfortunatamente ristrutturata solo in parte e per taluni locali adibita a deposito di mezzi di trasporto moderni, loro parti e materiali di lavoro. Si osservano, inoltre, parti risistemate ad arte e altre arruffate, probabilmente frutto dell'interessamento di scelte amministrative, direzioni e gruppi di lavoro differenti. Le pecche descritte rammaricano, poiché l'opera è così bella e porta con sé una storia così rilevante da meritare non solo le 4 stelle, ma anche le 5 (raggiungibili, dunque, con un ripristino ben fatto e anche solo poche accortezze). I lavori di erezione sono cominciati nel 1834 per volontà di Carlo Alberto di Savoia e terminati nel 1847 con un paio d'anni, all'interno, d'interruzione. Durante la II Guerra Mondiale, il forte è stato oggetto di bombardamento da parte degli Alleati, ma anche di distruzione dall'interno da parte dei Tedeschi in ritirata, col brillamento di una polveriera. Durante la I Guerra Mondiale fu sede carceraria per Austriaci, ma (e qui si rinviene un piccolissimo spicchio di storia dell'Unità d'Italia sconosciuto ai più, come perlopiù proprio dell'Unità d'Italia sconosciuta appare una storia pingue e trasparente) anche per Garibaldini che, insieme allo stesso "Eroe" dei Due Mondi, avrebbero esagerato a parer degli stessi Savoia, cercando un'inopportuna marcia su Roma. Dopo 24 giorni di prigionia, alla prima occasione, li si fece, comunque, destinatari di amnistia. Sicuramente gli eventi di un certo rilievo che potrebbero emergere con studi vieppiù approfonditi, per ogni periodo vissuto da questa struttura militare, sono parecchi. Concludo la recensione con l'invito a osservare i buchi sul muro, lasciati all'interno dei locali adibiti a palestra e cinema, dati da fucilate o pistolettate, i quali suscitano stupore e sgomento insieme. Buona visita!
Cinzia UsaiCinzia Usai
Passando sulla statale della valle Stura si incontra il Forte Albertino, una delle più grandi fortificazioni del Piemonte, che racchiude l'intera città al suo interno. A volerne la realizzazione fu Carlo Emanuele III, con Re Carlo Alberto di Savoia, i lavori iniziarono nel 1834 e terminarono nel 1847. Nonostante una breve interruzione, dal 1837 al 1839, in soli undici anni si realizzò un vero capolavoro dell’ingegneria e della tecnica militare e per la sua costruzione in alcuni momenti furono impegnate 4000 persone. La fortificazione, che fiancheggia a ponente il paese, ha una lunghezza di circa 1.200 metri su tre piani, (l’altezza in alcuni punti è di 18 metri, lo spessore alla base di oltre un metro e mezzo) si sviluppa dalla roccia del fortino al fiume Stura. Non fu mai utilizzato militarmente, in quanto l’inizio delle guerre di indipendenza portò i Savoia verso il fronte austriaco. Attualmente, grazie al contributo della Regione Piemonte, il Comune di Vinadio s'impegna nella promozione e nella valorizzazione della fortezza con l'organizzazione di numerosi eventi al suo interno, tra cui le visite guidate di cui ho usufruito.
Paolo M. CPaolo M. C
Prima volta a Vinadio e bella esperienza nella visita del forte immerso nel cuore e nel verde della cittadina cuneese. Immensa architettura militare sicuramente tra le più significative dell’arco alpino. I bastioni, i sotterranei e le gallerie protette, danno una visuale ben precisa dell'opera strutturale Il percorso si snoda su tre livelli di camminamento per un totale di una decina di chilometri. Venne progettato sotto il regno di Carlo Alberto di Savoia, costituendo una inespugnabile fortezza a difesa del confine tra lo Stato Piemontese e la vicina Francia, ma non fu mai un teatro di scontri. Peccato per l'inciviltà di taluni che hanno in alcuni locali imbrattato con la vernice spray. Poco rispetto per la memoria storica di questi luoghi che comunque potrebbero avere da parte della locale amministrazione una maggior cura anche nel inserire dati e descrizione con pannelli fissi... (suggerimento). Vicino si trova anche il lago artificiale che è stato creato grazie ad un piccolo invaso artificiale con basso livello dell'acqua circondato dell'adiacente fiume Stura. Merita oltre alle escursioni montane di esser visitato.
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Il Forte di Vinadio val la pena di esser visitato. La storia che promana da ogni pietra è forte e appare viva, particolarmente godibile durante una giornata soleggiata, come quella che abbiamo fortunatamente attraversato oggi io e l'amico che mi accompagnava. La struttura è di tipo militare e di estensione elevata, probabilmente fra le maggiori di tutto l'arco alpino. Architettonicamente affascinante, sfortunatamente ristrutturata solo in parte e per taluni locali adibita a deposito di mezzi di trasporto moderni, loro parti e materiali di lavoro. Si osservano, inoltre, parti risistemate ad arte e altre arruffate, probabilmente frutto dell'interessamento di scelte amministrative, direzioni e gruppi di lavoro differenti. Le pecche descritte rammaricano, poiché l'opera è così bella e porta con sé una storia così rilevante da meritare non solo le 4 stelle, ma anche le 5 (raggiungibili, dunque, con un ripristino ben fatto e anche solo poche accortezze). I lavori di erezione sono cominciati nel 1834 per volontà di Carlo Alberto di Savoia e terminati nel 1847 con un paio d'anni, all'interno, d'interruzione. Durante la II Guerra Mondiale, il forte è stato oggetto di bombardamento da parte degli Alleati, ma anche di distruzione dall'interno da parte dei Tedeschi in ritirata, col brillamento di una polveriera. Durante la I Guerra Mondiale fu sede carceraria per Austriaci, ma (e qui si rinviene un piccolissimo spicchio di storia dell'Unità d'Italia sconosciuto ai più, come perlopiù proprio dell'Unità d'Italia sconosciuta appare una storia pingue e trasparente) anche per Garibaldini che, insieme allo stesso "Eroe" dei Due Mondi, avrebbero esagerato a parer degli stessi Savoia, cercando un'inopportuna marcia su Roma. Dopo 24 giorni di prigionia, alla prima occasione, li si fece, comunque, destinatari di amnistia. Sicuramente gli eventi di un certo rilievo che potrebbero emergere con studi vieppiù approfonditi, per ogni periodo vissuto da questa struttura militare, sono parecchi. Concludo la recensione con l'invito a osservare i buchi sul muro, lasciati all'interno dei locali adibiti a palestra e cinema, dati da fucilate o pistolettate, i quali suscitano stupore e sgomento insieme. Buona visita!
Alessandro Volucello

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Passando sulla statale della valle Stura si incontra il Forte Albertino, una delle più grandi fortificazioni del Piemonte, che racchiude l'intera città al suo interno. A volerne la realizzazione fu Carlo Emanuele III, con Re Carlo Alberto di Savoia, i lavori iniziarono nel 1834 e terminarono nel 1847. Nonostante una breve interruzione, dal 1837 al 1839, in soli undici anni si realizzò un vero capolavoro dell’ingegneria e della tecnica militare e per la sua costruzione in alcuni momenti furono impegnate 4000 persone. La fortificazione, che fiancheggia a ponente il paese, ha una lunghezza di circa 1.200 metri su tre piani, (l’altezza in alcuni punti è di 18 metri, lo spessore alla base di oltre un metro e mezzo) si sviluppa dalla roccia del fortino al fiume Stura. Non fu mai utilizzato militarmente, in quanto l’inizio delle guerre di indipendenza portò i Savoia verso il fronte austriaco. Attualmente, grazie al contributo della Regione Piemonte, il Comune di Vinadio s'impegna nella promozione e nella valorizzazione della fortezza con l'organizzazione di numerosi eventi al suo interno, tra cui le visite guidate di cui ho usufruito.
Cinzia Usai

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Paolo M. C

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Il Forte di Vinadio val la pena di esser visitato. La storia che promana da ogni pietra è forte e appare viva, particolarmente godibile durante una giornata soleggiata, come quella che abbiamo fortunatamente attraversato oggi io e l'amico che mi accompagnava. La struttura è di tipo militare e di estensione elevata, probabilmente fra le maggiori di tutto l'arco alpino. Architettonicamente affascinante, sfortunatamente ristrutturata solo in parte e per taluni locali adibita a deposito di mezzi di trasporto moderni, loro parti e materiali di lavoro. Si osservano, inoltre, parti risistemate ad arte e altre arruffate, probabilmente frutto dell'interessamento di scelte amministrative, direzioni e gruppi di lavoro differenti. Le pecche descritte rammaricano, poiché l'opera è così bella e porta con sé una storia così rilevante da meritare non solo le 4 stelle, ma anche le 5 (raggiungibili, dunque, con un ripristino ben fatto e anche solo poche accortezze). I lavori di erezione sono cominciati nel 1834 per volontà di Carlo Alberto di Savoia e terminati nel 1847 con un paio d'anni, all'interno, d'interruzione. Durante la II Guerra Mondiale, il forte è stato oggetto di bombardamento da parte degli Alleati, ma anche di distruzione dall'interno da parte dei Tedeschi in ritirata, col brillamento di una polveriera. Durante la I Guerra Mondiale fu sede carceraria per Austriaci, ma (e qui si rinviene un piccolissimo spicchio di storia dell'Unità d'Italia sconosciuto ai più, come perlopiù proprio dell'Unità d'Italia sconosciuta appare una storia pingue e trasparente) anche per Garibaldini che, insieme allo stesso "Eroe" dei Due Mondi, avrebbero esagerato a parer degli stessi Savoia, cercando un'inopportuna marcia su Roma. Dopo 24 giorni di prigionia, alla prima occasione, li si fece, comunque, destinatari di amnistia. Sicuramente gli eventi di un certo rilievo che potrebbero emergere con studi vieppiù approfonditi, per ogni periodo vissuto da questa struttura militare, sono parecchi. Concludo la recensione con l'invito a osservare i buchi sul muro, lasciati all'interno dei locali adibiti a palestra e cinema, dati da fucilate o pistolettate, i quali suscitano stupore e sgomento...

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5.0
28w

Impressive and intriguing fortress built between 1834 and 1847 to defend the country against French attacks. It is one of the most important military works in the whole alpine arc ! During the First World War, the fort (which ultimately never experienced clashes) was disarmed and transformed into a prisoner camp by the Austrians.

A real masterpiece of engineering and military technique and for its construction which employed during certain periods 4000 people !

The fortification, which runs along the village to the west, has a length as the crow flies of around 1,200 meters which develop from La Roche du Fortin to the...

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4.0
4y

Amazing fort that was built in the late 800, was famous for the "cannoni installazione a campana " Unique in the Italian forts built in the same period... The fort doesn't has war experience , in fact during the first war all the armaments were transferred to the east front (Friuli, Veneto and Trentino) , used then as a warehouse or troop training ... after which it began a slow decay process due to the fact that modern weapons technology made it no longer useful for war purposes ... abandoned for several years it no longer had adequate maintenance and to today it remains a structure abandoned to...

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