Recensione: Zen… ma fino a un certo punto
Benvenuti nel tempio della pace interiore – ma solo se la vostra idea di “zen” include una traversata epica tra boschi, tornanti e l’occasionale dubbio esistenziale tipo “ma dove diamine sto andando?”. Sì, perché il posto è talmente in mezzo al nulla che per trovarlo dovreste chiedere indicazioni a un cervo. Spoiler: nemmeno lui sa dov’è.
Una volta giunti a destinazione – stanchi, affamati e spiritualmente provati – vi accoglie un locale che definire "rustico" è come dire che il Colosseo ha bisogno di una mano di vernice. L’arredo sembra fermo a una festa rave del 2003, con un vago odore di incenso e sogni infranti. Ma hey, se siete fan dei dreadlocks (compresi quelli con fauna annessa), vi sentirete a casa. I bambini corrono e urlano come se fosse un parco giochi selvaggio, e voi sarete lo spettatore involontario del loro reality show.
Il cibo? Buono, su questo nulla da dire. Piatti curati, ingredienti interessanti, porzioni oneste. Ma il conto? Una fucilata degna di un ristorante stellato – senza la stella, né il ristorante. È quel tipo di esperienza gastronomica dove a fine pasto ti viene da controllare se ti hanno servito del tartufo d’albino o se hai pagato l’affitto del mese per una ciotola di cous cous spirituale.
Il servizio è… intermittente. Ogni tanto il personale si eclissa dietro le quinte, probabilmente a meditare sulla caducità della vita o a cercare il Wi-Fi. Ma d’altronde siamo nel regno del “vivi e lascia vivere”, quindi attendi, respira, e accetta il karma.
Alla fine, resta una domanda: che cosa può spingere un essere umano a inerpicarsi fin quassù? Forse la ricerca del sé, forse la FOMO, forse un consiglio sbagliato su Google Maps. Nel mio caso, una momentanea perdita di lucidità.
Morale: se amate il silenzio rotto solo da urla infantili, il cibo buono ma salato (nel prezzo, mica nei sapori), e l’avventura degna di Frodo per arrivarci, accomodatevi pure. Io, invece, ho trovato l’illuminazione… sulla via...
Read moreMenu " alla carta" ( nonostante sia pubblicizzato diversamente) che ad Upega fa decisamente sorridere; Soprattutto considerato che qualche km più giù , a Viozene , hai il problema di dire di no ai camerieri che oortano cibi vari; Qualità sufficiente, con qualche meno meno, per citare, antipasto misto al piatto, due cipolle dolci con uvetta ,trancio di focaccia con lardo , pomodoro con cremina erborinata, ed un altro che non ricordo, tanto era memorabile... Il primo...polenta concia, che ad upefa vuol dire polenta " espressa" a tranci con un sughetto ai formaggi,sigh!... altri hanno preso i tagliolini al capriolo, non male..., il secondo, capriolo ( quello del sugo ) con polenta, che poi, era, a dire il vero ..polenta con un po' di capriolo, bollito...dolci, due tra cui scegliere, non considerati, passiamo oltre , caffè e , nota positiva, ci viene donata, su richesta, una mezza bottiglia di genepy...che ovviamente svuotiamo ...non male davvero...Il conto... Nonostante ci sia scritto ..menu completo 25 euro anche all interno del locale, si ostinano a conteggiare i singoli piatti e le singole caraffe di vino sfuso, quindi per caso , visto che non tutti hanno preso primo secondo ed antipasto , il conto é venuto circa 25 euro a testa come il menù completo ..mah.. Nota curiosa, dei due primi proposti ho chiesto un assaggio , alla fine volevo una fetta di polenta e due tagliatelle, ovviamente é stato impossibile...diciamo che in regime di monopolio può andare bene,...non c'è altro quindi...( Ah, e poi ci sono acqua buona ed...
Read morestavo facendo un pellegrinaggio da Torino al Santo Sepolcro, procedendo in ginocchio e spargendo ceci mentre procedevo per aumentare le sofferenze. Sono giunto in questa locanda e mi hanno salvato! In primo luogo mi hanno fatto notare che il santo sepolcro era nella direzione opposta quella in cui mi stavo dirigendo, in secondo mi hanno fatto presente che tornando sui miei passi avrei risparmiato energie perché potevo usare due volte gli stessi ceci. Mi hanno chiesto il perché della mia impresa, e gli ho risposto che volevo aver l'anima redenta dopo aver peccato contro natura durante un convegno carnale con un opossum non consenziente. Mi hanno risposto che gli opossum sono infidi animali istrionici e che anche loro erano incorsi in simili esperienze con altri procaci animali del bosco. Mi hanno esortato a interrompere il pellegrinaggio e a fermarmi a cena. La cucina era ottima, poi un amico mi aveva detto che il cuoco è il sosia di Asthon Kutcher asiatico. Però il mio amico si sbagliava perché è molto più sexy di Ashton Kutcher. La cameriera anche era di bella presenza certamente sprecata in un locale di montagna quando potrebbe essere una star del varietà. C'era anche un altro ragazzo che faceva disegni bellissimi, mi ha fatto un tatuaggio splendido sul petto rappresentante i miei idoli di gioventù: Malgioglio e Venticello. la prossima volta che mi viene una crisi...
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