CRAK Brewery & Taproom — Restaurant in Campodarsego

We visited here Saturday 19th September 2020, we were staying in Pianiga, about 12km away in Frank, however had cycled here via Padova, the brewery is north of the city on an industrial estate about 9-10km away. I wasn't sure about public transport options, but just checked Google Maps and it seems that a 208 bus from the centre will get you within a few minutes walk. For those driving there is parking outside. The brewery is housed in a fairly standard large industrial unit, but a gate at the front leads to a garden area and the Taproom around the side. COVID-19 restrictions are enforced very well here, you will need to use your mask as soon as you get up from the table and use a QR code scanner to read the menus to check what beers are available, most folk were paying contactless and you pay for each round, so no ongoing tab. There was a great selection of beers, the larger part of which was NEIPAs, DIPAs, APAs etc but there were Sours, Pastry Stouts, Barley Wine etc, I think 24 or more available. The beers were very good, however I did find one or two of the NEIPAs really aggressively hoppy to the point that really ruined my enjoyment of one of the two beers that we were drinking alongside each other. The Imperial Stout I finished on was great. Prices were a touch on the high side but in line with similar craft places I guess. You can buy beer to take away plus merchandise. I would heartily recommend visiting here, we left with our cycle panniers stacked with 26 cans, 2 bottles and 2 T Shirts. Staff here were great and it opens from 5pm every day...

I've been there a few times now, and I feel like they are letting themselves go. Little. Selection was good, not great. About 1/4 of taps were empty (kegs kicked or whatever), I found odd that inside the very same brewery they had no more kegs of their own beer and put cans instead. Being an IPA forward brewery it would be appreciated if the server knew the hops inside said beers, "American hops" is kinda vague (there's a preeeetty big difference between a cascade and a mosaic, both American), if you don't know, maybe write them down on the menu. (On the server's defense she asked the owner who blurted out "I don't know tell him something like citra and whatever, like equinox" and rushed out). I find weird that you can't have half pours for all the beers (or maybe flights??) when you have 24 taps and they keep bar-prices inside the brewery, shouldn't it be cheaper cutting the distro tier?.

TL/DR: The brewery is trying to follow an American-style way in product and presentation, but it looks like they lost their track. Maybe...

Il locale si presenta come un ex capannone industriale arredato come sala hobby con tocchi di arredamento “garage” ed industrial chic, le sedute sono informali, i tavoli presi da una vecchia cantina dei bis nonni.

L’ ambiente dall’ atmosfera ed il servizio informale, ma allo stesso tempo ricercato, alcuni elementi estetici raffinati ed un offerta gastronomica semplice ma non banale

Non c’è possibilità dì prenotazione e non c’è servizio al tavolo solo runner di sala che si occupano dell’accoglienza, dare info e sbarazzare i tavoli.

Rinuncio volentieri all’accoglienza forzata dei camerieri dai sorrisi studiati e ci si immerge in un ambiente dove sei già a casa . La voglia di assaggiare e spaziare da una pizza all’altra è incentivata non solo dalla descrizione ma anche dalla possibilità di ordinare uno solo spicchio per ogni tipologia di pizza.

Le maggior parte delle materie prime sono selezionate tra la filiera del territorio ma non mancano delle citazione orientali/ fusion che servono a rendere indimenticabile un panino vegetariano che il più delle volte metterei nel dimenticatoio, mentre lo sto mangiando

kimchi, pane panco,

non ci si vincola alla crociata del “eat local” che può essere limitante per l’ espressività

livello e fortemente legate al territorio, l’offerta gastronomica ben studiata,organoletticamente esplosiva, materia prima stagionale, dritta al cuore.

Si spende anche 25 euro per una pizza con: crudo di code di gambero Argentino, salsa di fichi della loro farm, soncino, cipolla di Tropea agrodolce, burrata, pesto di pistacchi, pepe rosa.

Nella sala l’illuminazione è intima, atmosfera velata quel che basta, creata in modo semplice ed economico: pendono dal soffitto lunghi cavi che terminano con scatole metalliche, i bulbi internamente, arrivano ad un metro e mezzo dai tavoli, creano una luce spot che scolpisce il cibo sul tavolo come attori su un palcoscenico.

Uno dei punti di ancoraggio sui quali lo sguardo è costretto a posarsi nella sala è sicuramente la bottaia, il progetto si chiama “cantina” una parte monumentale, trasparente, dietro una vetrata enorme che fa da retrobanco al bancone bevendo dal bancone si riesce ad intravedere perfettamente tutte le botti in maturazione, botti provenienti da da distillerie di whisky, rum etc

Hanno circa 140 posti nella sala al chiuso che utilizzano durante l’inverno ed uno spazio esterno molto ampio con circa 300 posti che usano di estate

L’uso della sala interna di inverno, lo spazio esterno d’estate. Consentono l’uso della sala interna solamente in situazioni meteorologiche critiche.

Colpisce non avere vino nell’offerta e non vedere dell’ acqua in vendita, c’è una spina sul muro in mezzo alla sala dalla quale tutti posso servirsi autonomamente e gratis.

Fondamentale hanno rinunciato a parte del fatturato sulla vendita dell’acqua per guadagnarsi un’identità ancora più forte e definita facendo una scelta forte, facendo passare il messaggio che sono dei professionisti delle fermentazioni e non ci interessa marginare...