Per quanto neofita nel campo della tanto conclamata haute cuisine che il luogo vuole proporre appare doveroso rappresentare fedelmente quanto proposto dalla famigerata Lanterna Verde, presunto baluardo della ristorazione più ricercata in Valchiavenna. Una volta entrati veniamo accolti dal personale di sala al completo, immediatamente quindi palesiamo il voucher regalatoci (il più costoso e completo “ gourmet gourmand”). La reazione è del tutto impreveduta: al limite dello stizzito a più riprese i soggetti precitati non mancano di sottolineare con punte di puntigliosa insofferenza come avremmo dovuto annunciare la circostanza in fase di prenotazione telefonica e che avrebbero potuto deo gratias servirci solo perché il ristorante era sostanzialmente deserto (sabato sera ndr). Sul punto in particolare la signora è stata particolarmente pedante. Veniamo quindi condotti al tavolo all’interno di quella che ricorda facilmente una sala delle armi mitteleuropea per dare il via all’esperienza subissati dalla brigata di Sala che senza tregua tra una portata e l’altra ci sciorinano prima una entree (unica vera nota di merito insieme ai panificati) e arditi antipasti di certo prova di grande inventiva ma complessivamente anonimi nella resa pratica. Precedono i piatti stracolmi calici di vini sbrigativamente esposti tanto quanto i piatti stessi che vengono banalmente descritti in maniera didascalica. La risposta del personale a qualche curiosità in più è tautologica e del tutto affettata. Tocca quindi al main dish (agnello con pepperoni e bieta). Ben consapevoli della tipica entità dei piatti proposti da questo genere di ristorazione non si può soprassedere di fronte a due risibili fette di carne ben cotta ma del tutto priva di qualsivoglia interesse come l’accostamento, se non con il rosso blended coordinato di un’affumicatura in linea con la ratio del piatto. Chiudono il sipario un dolce stucchevole e un piattino con della piccola pasticceria dal sapore d’oltralpe. Ma ad onor del vero non è tanto la cucina che ha caratterizzato il fallimento della cena quanto piuttosto l’atteggiamento tenuto dai camerieri sin dal principio. Dietro una poco credibile mal recitata affabilità la percezione è di essere stati davvero serviti “per dovere” e non piacere soprattutto di nuovo dalla signora, che si intratteneva invece con sontuose chiacchiere con i vicini commensali. Mentre i giovani camerieri si limitavano ad eseguire in silenzio le indicazioni, quanto meno il signore ha manifestato un po’ più di cordialità ed è l’unico con il quale è stato possibile intrattenere qualche abbozzata chiacchiera di circostanza e nel merito. Nel complesso quindi un’esperienza occasionale e poco felice: forse la stella Michelin sulla cui attribuzione non si hanno certo le qualifiche per sindacare ha dato un po’ alla testa ai Tonola che confondono il saper fare bene con il tirarsela, prerogativa che non pertiene a nessuno in questo strano mondo. Si ricordino che la società non si compone sono di impomatati cisisbei ma bensì di persone normali che hanno comunque il diritto e la qualità per potersi avvicinare a loro. E noi che pensavamo di capitare nel paradiso della trota siamo tornati a casa...
Read moreEsperienza che mi sento di definire kafkiana. Ci siamo recati un sabato sera presso questa famosa Lanterna Verde che si erge a deus ex machina dell’alta cucina valtellinese e qui l’inizio del declino.
All’arrivo, abbiamo presentato il voucher regalo, valido per un menu degustazione “gourmet e gourmand” per due persone, comprensivo di percorso vini, come indicato sul loro sito. Senza darci modo di spiegare, ci è stato subito ribadito — con tono freddo e perentorio — sia dal signore che dalla signora all’ingresso, che avremmo dovuto “avvisare”, nonostante la prenotazione fosse avvenuta con giorni di anticipo. Ci è stato anche detto che eravamo fortunati a poterci accomodare, vista la scarsità di tavoli prenotati per la serata. Un’accoglienza che, a dir poco, ha lasciato a desiderare.
Una volta seduti, è iniziato il servizio del menu degustazione. Nota di merito all’entrée, davvero curato e ben bilanciato. Il resto delle portate presentava accostamenti originali, che possono piacere o meno a seconda del gusto personale. Ma il vero punto dolente della serata non è stato il cibo, bensì il servizio.
In un ristorante con una stella Michelin e una stella verde, mi aspetto che l’esperienza sia curata sotto ogni aspetto, servizio incluso. Invece le portate sono arrivate a ritmo serrato, senza pause, con spiegazioni ridotte all’osso. Alle domande rivolte ai camerieri sono seguite risposte piatte, prive di entusiasmo o dettagli. I camerieri più giovani sembravano NPC programmati solo per servire e sparecchiare, senza una parola in più. Nessuno pretende la loquacità del generale Vannacci, ma neanche un silenzio che tende al mutismo.
La cameriera più anziana, con noi, si è limitata a un sorriso di circostanza, evitando qualsiasi interazione, mentre al tavolo accanto non mancavano chiacchiere, sorrisi e risate. Ci siamo sentiti trattatati come clienti di serie B, forse solo perché giovani ventenni capitati qui con modalità differenti rispetto alla classica clientela? Ai posteri l’ardua sentenza.
Post scriptum: tra il dolce e la piccola pasticceria, la cucina ha chiuso “baracca e burattini”, spegnendo tutte le luci e lasciandoci soli nella sala, in un’atmosfera surreale, più da sala da tè che da ristorante di...
Read moreLost in the Italian mountains, near the Swiss boarder, this village restaurants appears to be the only commercial entity in town. The restaurant is family run. Much respect is paid towards the quality, seasonality, and sourcing of produce. The team was able to accommodate a vegan lunch on requests, and did so graciously. I was impressed by the natural and authentic service to the highest standards. At true pleasure to be welcomed into what felt like the familiarity and comfort of a caring and passionate home. The veggie pasta made fresh for me may be the best I've had. If you're in the area and want a fancy meal where you'll feel lost in time, this is...
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