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Trattoria Delle Miniere — Restaurant in Comunità Montana della Valle Brembana

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Trattoria Delle Miniere
Description
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Restart - Pizza Take Away
Via Sante Calvi, 25c, 24014 Piazza Brembana BG, Italy
Osteria Cattaneo
Via Bortolo Belotti, 20, 24014 Piazza Brembana BG, Italy
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The Green Lake House
Via l'Oro, 13, 24010 Lenna BG, Italy
Bed & Breakfast e Home Restaurant Casa Marinella
Via C. Oberti, 86, 24010 Lenna BG, Italy
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Trattoria Delle Miniere things to do, attractions, restaurants, events info and trip planning
Trattoria Delle Miniere
ItalyLombardyComunità Montana della Valle BrembanaTrattoria Delle Miniere

Basic Info

Trattoria Delle Miniere

Via Coltura, 2, 24010 Lenna BG, Italy
4.7(354)
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spot

Ratings & Description

Info

attractions: , restaurants: Restart - Pizza Take Away, Osteria Cattaneo
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Phone
+39 0345 172 0026
Website
trattoriadelleminiere.it

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Tartare Di Cervo E Sedano Bianco Fermentato
Fondo al ginepro, levistico e fresco di sedano al gin iseo
Panada
La nostra versione della zuppa di pane locale con bocconcini di pomodoro marinati al timo serpillo, uova di trota e crumble di pane
Filetto Di Salmerino Alpino A Bassa Temperatura
Salsa beurre blanc con insalatina di taccole ed erbe spontanee dai nostri prati
Carnaroli Mantecato Ai Lamponi
Salsa ai fegatini e olio al porro
Raviolone Di Bollito
Salsa al prezzemolo e salsa al rafano con fondo di carne e brunoise di mostarda

Reviews

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Sat, Dec 13 • 5:00 PM
Via Giuseppe Garibaldi 3, 24122 Bergamo
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Nearby restaurants of Trattoria Delle Miniere

Restart - Pizza Take Away

Osteria Cattaneo

Restart - Pizza Take Away

Restart - Pizza Take Away

4.6

(58)

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Osteria Cattaneo

Osteria Cattaneo

4.5

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Reviews of Trattoria Delle Miniere

4.7
(354)
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5.0
26w

Aperta nel 1927 dalla famiglia Beltramelli, che ne ha decretato la fortuna per decenni, facendone un luogo anche di aggregazione sociale, la Trattoria delle Miniere di Lenna,  appartato borgo nel cuore della bergamasca Val Brembana, dal 2020 ha cambiato volto. Poco nella forma, molto nella sostanza. Dopo diverse esperienze formative che gli hanno consentito di acquisire tecniche e consapevolezza, il giovane Lorenzo Bonini è tornato nel suo paese natale e ha rilevato l'attività della storica trattoria, con idee ben chiare circa quella che sarebbe stata la sua proposta di cucina, che si raccoglie, senza equivoci,  intorno ad una espressione chiave: territorio. Sì, perché è la Val Brembana, con i suoi prodotti - frutto di un'agricoltura e di modalità di allevamento tipicamente di montagna - che Lorenzo vuole valorizzare. Il legame con il territorio e i suoi prodotti significa anche memoria della cucina di tradizione Memoria che Lorenzo Bonini desidera fare propria, attraverso le tecniche acquisite, per proporre una cucina contemporanea. Il menù, sempre aperto a variazioni correlate alla disponibilità dei prodotti, rappresenta bene l'idea di cucina di Lorenzo, ove sono sempre presenti richiami alla tradizione, ma aggiornati e riletti in chiave personale. É così che, nel menu di fine Maggio, troviamo la cocotte di taleggio (formaggio tipico che prende il nome dalla vicina omonima valle, dove viene prodotto), uovo fondente "Le selvagge" (dal nome dell'azienda che le produce a Nembro, non lontano dalla trattoria, da galline livornesi allevate allo stato brado nel bosco), catalogna ed erbette selvatiche; la "Panada", ovvero una rilettura della zuppa di pane locale (servita tiepida) con tocchetti di pomodoro al timo, mollica e crumble di pane e uova di trota; i tradizionali casoncelli (realizzati con acqua e farina e ripieni di arrosto e salsiccia) cui Lorenzo ha tolto il "peso" (nella ricetta tradizionale) della pancetta per aggiungervi, a discrezione del cliente, una spruzzata di aroma di cannella, senza togliervi, per fortuna, il burro fuso d'alpeggio. A seguire, gli gnocchetti verdi all'Agrì (formaggio presidio Slow Food, da latte vaccino o caprino, prodotto dalla Latteria Sociale della vicina Valtorta) e tarassaco, al profumo di aglio Orsino; il rollé di capretto (locale) al rosa, con il suo fondo al rosmarino e verdure di stagione spadellate; la guancia di maialino stufata, senape fresca e purea di patate montata al burro. Anche la carta dei dolci conferma l'estrema attenzione per la cultura gastronomica del territorio. In essa troviamo, infatti, il golosissimo cuffin sfogliato (una sorta di muffin/brioche), servito tiepido, da inzuppare nella rösömada (uno zabaione) al Moscato di Scanzo (altra eccellenza del territorio) e il Leadél (espressione del dialetto locale per "lievito"), una riuscita rivisitazione della tradizionale torta delle feste di Lenna. Il pranzo o la cena si aprono con deliziosi amuse-bouche dove la fragranza del pane, della focaccia e dei fogli di polenta (da farina di mais locale) - tutto fatto in casa - vengono esaltati dalla bontà del burro d'alpeggio e si chiudono con un pre-dessert. Anche il caffè (di notevole qualità) viene servito accompagnato da piccole friandises maison. Sono disponibili due convenienti menu degustazione, con 4 o 6 portate, rispettivamente a 45 e 55  Euro. Per non mancare di coerenza (ma, in questo caso, pure di coraggio) anche la carta dei vini presenta referenze esclusivamente di aziende vinicole del territorio. Scelta che ci sentiamo di apprezzare e condividere. Il servizio è familiare (in senso letterale), professionale e capace di porre il cliente nelle migliori condizioni per avvicinarsi in maniera consapevole alla convincente esperienza gastronomica. Il locale, trasformato e ben arredato nei medesimi locali della storica trattoria, è moderno, spazioso, luminoso. Pochi tavoli (rotondi) e molto ben distanziati. All'ingresso è stato opportunamente conservato il vecchio bancone bar. Il dehors potrebbe essere meglio valorizzato. Magari nel...

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5.0
50w

Spinti da un video su TikTok che elogiava la cucina della Trattoria Delle Miniere, abbiamo deciso di intraprendere il viaggio da Ferrara per provare personalmente questo locale. Possiamo affermare con assoluta certezza che l’esperienza è stata straordinaria, non solo per la qualità dei piatti, ma anche per l’atmosfera accogliente e l’attenzione al dettaglio dimostrata dal personale.

Il menù degustazione di 6 portate è stato un viaggio gastronomico che ha saputo unire tradizione e creatività. Tra tutte le portate, l’aletta di vitello brasata al marsala e miele di castagno, accompagnata da una purea di patate montata al burro, è stata senza dubbio il piatto che ci ha colpiti di più. La carne era tenerissima, quasi si scioglieva in bocca, mentre la combinazione di marsala e miele regalava un perfetto equilibrio tra dolcezza e intensità. Un vero capolavoro.

Un altro piatto che merita una menzione speciale è l’antipasto di bocconcini di trota bianca, accompagnati da un’emulsione affumicata e un’insalatina di rape fermentate. Fresco, raffinato e ben bilanciato nei sapori, ha rappresentato un inizio perfetto per il menù.

Tra i primi, abbiamo apprezzato sia il Carnaroli mantecato al siero di latte con senape e salsa mugnaia alle uova di salmerino, che si distingueva per cremosità e delicatezza, sia gli gnocchetti all’Agrì di Valtorta e zucca di stagione, arricchiti da un rapé di Agrì stagionato e una riduzione al balsamico di Tosca che aggiungeva una nota dolce e acidula.

Il dolce ha chiuso il pasto con eleganza: un parfait alle noci caramellate, con morbido biscotto alla noce, mousse e crispy di noce, un omaggio alle sfumature di questo frutto autunnale.

La qualità delle materie prime, la maestria nella preparazione e il rapporto qualità-prezzo fanno della Trattoria Delle Miniere una meta imprescindibile per gli amanti della buona cucina. Questo locale non solo vale il viaggio, ma rappresenta un’esperienza che porteremo nel cuore. Non vediamo...

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5.0
3y

Il locale, dall'esterno, pare la classica trattoria di un piccolo paesino delle valli. Tuttavia dentro si respira un'aria completamente diversa, giovane e fresca, come lo staff, preparato, cordiale e competente. Ottima attenzione e cura in fase di prenotazione, caratteristiche riscontrabili anche durante tutto il servizio. Molto gradita, e non scontata, almeno per la sottoscritta, la presentazione attenta di ogni portata del menù degustazione, vero protagonista del pranzo. Qualità degli ingredienti eccelsa, bilanciamento delle consistenze e dei sapori impeccabile: tecnicamente ineccepibile. Il resto del giudizio può unicamente essere lasciato al gusto personale; a tal proposito, se amate i gusti forti, non potete perdervi il soffice di porcini, finferli trifolati e olio al tartufo! Ecco perché consiglio vivamente di lasciarvi guidare dallo chef nel suo menù degustazione, per capire e apprezzare meglio una cucina innovativa che ha avuto il coraggio di tornare alle antiche radici (anche fisicamente), rispettandole ma valorizzandole nel contesto del 2022. Da provare (e riprovare e ancora)! P.s. solo 45€ p.p. per un menù di 6 portate e piccoli assaggi di accompagnamento: non ci sono proprio scuse...

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AlfioAlfio
Aperta nel 1927 dalla famiglia Beltramelli, che ne ha decretato la fortuna per decenni, facendone un luogo anche di aggregazione sociale, la Trattoria delle Miniere di Lenna,  appartato borgo nel cuore della bergamasca Val Brembana, dal 2020 ha cambiato volto. Poco nella forma, molto nella sostanza. Dopo diverse esperienze formative che gli hanno consentito di acquisire tecniche e consapevolezza, il giovane Lorenzo Bonini è tornato nel suo paese natale e ha rilevato l'attività della storica trattoria, con idee ben chiare circa quella che sarebbe stata la sua proposta di cucina, che si raccoglie, senza equivoci,  intorno ad una espressione chiave: territorio. Sì, perché è la Val Brembana, con i suoi prodotti - frutto di un'agricoltura e di modalità di allevamento tipicamente di montagna - che Lorenzo vuole valorizzare. Il legame con il territorio e i suoi prodotti significa anche memoria della cucina di tradizione Memoria che Lorenzo Bonini desidera fare propria, attraverso le tecniche acquisite, per proporre una cucina contemporanea. Il menù, sempre aperto a variazioni correlate alla disponibilità dei prodotti, rappresenta bene l'idea di cucina di Lorenzo, ove sono sempre presenti richiami alla tradizione, ma aggiornati e riletti in chiave personale. É così che, nel menu di fine Maggio, troviamo la cocotte di taleggio (formaggio tipico che prende il nome dalla vicina omonima valle, dove viene prodotto), uovo fondente "Le selvagge" (dal nome dell'azienda che le produce a Nembro, non lontano dalla trattoria, da galline livornesi allevate allo stato brado nel bosco), catalogna ed erbette selvatiche; la "Panada", ovvero una rilettura della zuppa di pane locale (servita tiepida) con tocchetti di pomodoro al timo, mollica e crumble di pane e uova di trota; i tradizionali casoncelli (realizzati con acqua e farina e ripieni di arrosto e salsiccia) cui Lorenzo ha tolto il "peso" (nella ricetta tradizionale) della pancetta per aggiungervi, a discrezione del cliente, una spruzzata di aroma di cannella, senza togliervi, per fortuna, il burro fuso d'alpeggio. A seguire, gli gnocchetti verdi all'Agrì (formaggio presidio Slow Food, da latte vaccino o caprino, prodotto dalla Latteria Sociale della vicina Valtorta) e tarassaco, al profumo di aglio Orsino; il rollé di capretto (locale) al rosa, con il suo fondo al rosmarino e verdure di stagione spadellate; la guancia di maialino stufata, senape fresca e purea di patate montata al burro. Anche la carta dei dolci conferma l'estrema attenzione per la cultura gastronomica del territorio. In essa troviamo, infatti, il golosissimo cuffin sfogliato (una sorta di muffin/brioche), servito tiepido, da inzuppare nella rösömada (uno zabaione) al Moscato di Scanzo (altra eccellenza del territorio) e il Leadél (espressione del dialetto locale per "lievito"), una riuscita rivisitazione della tradizionale torta delle feste di Lenna. Il pranzo o la cena si aprono con deliziosi amuse-bouche dove la fragranza del pane, della focaccia e dei fogli di polenta (da farina di mais locale) - tutto fatto in casa - vengono esaltati dalla bontà del burro d'alpeggio e si chiudono con un pre-dessert. Anche il caffè (di notevole qualità) viene servito accompagnato da piccole friandises maison. Sono disponibili due convenienti menu degustazione, con 4 o 6 portate, rispettivamente a 45 e 55  Euro. Per non mancare di coerenza (ma, in questo caso, pure di coraggio) anche la carta dei vini presenta referenze esclusivamente di aziende vinicole del territorio. Scelta che ci sentiamo di apprezzare e condividere. Il servizio è familiare (in senso letterale), professionale e capace di porre il cliente nelle migliori condizioni per avvicinarsi in maniera consapevole alla convincente esperienza gastronomica. Il locale, trasformato e ben arredato nei medesimi locali della storica trattoria, è moderno, spazioso, luminoso. Pochi tavoli (rotondi) e molto ben distanziati. All'ingresso è stato opportunamente conservato il vecchio bancone bar. Il dehors potrebbe essere meglio valorizzato. Magari nel prossimo futuro.
Anna InnocentiAnna Innocenti
Il locale, dall'esterno, pare la classica trattoria di un piccolo paesino delle valli. Tuttavia dentro si respira un'aria completamente diversa, giovane e fresca, come lo staff, preparato, cordiale e competente. Ottima attenzione e cura in fase di prenotazione, caratteristiche riscontrabili anche durante tutto il servizio. Molto gradita, e non scontata, almeno per la sottoscritta, la presentazione attenta di ogni portata del menù degustazione, vero protagonista del pranzo. Qualità degli ingredienti eccelsa, bilanciamento delle consistenze e dei sapori impeccabile: tecnicamente ineccepibile. Il resto del giudizio può unicamente essere lasciato al gusto personale; a tal proposito, se amate i gusti forti, non potete perdervi il soffice di porcini, finferli trifolati e olio al tartufo! Ecco perché consiglio vivamente di lasciarvi guidare dallo chef nel suo menù degustazione, per capire e apprezzare meglio una cucina innovativa che ha avuto il coraggio di tornare alle antiche radici (anche fisicamente), rispettandole ma valorizzandole nel contesto del 2022. Da provare (e riprovare e ancora)! P.s. solo 45€ p.p. per un menù di 6 portate e piccoli assaggi di accompagnamento: non ci sono proprio scuse per perdervelo!
Marco TanziMarco Tanzi
Un pranzo? No, Un'esperienza culinaria di prodotti tipici! Location storica come il nome, ma una nuova gestione da inizio mese ha valorizzato la trattoria, che chiamerei meglio ristorante, dato l'arredamento e il servizio offerto! Cibo con materie prima di ottima qualità e cucinati magistralmente, tutto rigorosamente fatto in casa, dalla pasta fresca ai dolci. Personalmente mi sono fermato con un amico durante una pedalata, subito ci accolgono con un entrè della casa, una sfoglia di mais e un mini panino verde con battuta di trota, delicatissimo. Come prima portata un carpaccio di manzo al pepe e nocciole, e casoncelli al burro, buonissimi. Second portata ravioli all'anatra con gelatina di mele e capriolo con taragna, si scioglieva letteralmente in bocca. Dolci al cucchiaio, e per preparare il palato, offerto una crema al latte aromatizzata alla menta. Infine caffè bio accompagnato da due pasticcini anche loro home made! Prezzo giusto per il servizio offerto e la qualità dei piatti! Ma ripeto, forse sarebbe da chiamarsi "Ristorante delle Miniere". Da tornarci sicuramente!!
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Aperta nel 1927 dalla famiglia Beltramelli, che ne ha decretato la fortuna per decenni, facendone un luogo anche di aggregazione sociale, la Trattoria delle Miniere di Lenna,  appartato borgo nel cuore della bergamasca Val Brembana, dal 2020 ha cambiato volto. Poco nella forma, molto nella sostanza. Dopo diverse esperienze formative che gli hanno consentito di acquisire tecniche e consapevolezza, il giovane Lorenzo Bonini è tornato nel suo paese natale e ha rilevato l'attività della storica trattoria, con idee ben chiare circa quella che sarebbe stata la sua proposta di cucina, che si raccoglie, senza equivoci,  intorno ad una espressione chiave: territorio. Sì, perché è la Val Brembana, con i suoi prodotti - frutto di un'agricoltura e di modalità di allevamento tipicamente di montagna - che Lorenzo vuole valorizzare. Il legame con il territorio e i suoi prodotti significa anche memoria della cucina di tradizione Memoria che Lorenzo Bonini desidera fare propria, attraverso le tecniche acquisite, per proporre una cucina contemporanea. Il menù, sempre aperto a variazioni correlate alla disponibilità dei prodotti, rappresenta bene l'idea di cucina di Lorenzo, ove sono sempre presenti richiami alla tradizione, ma aggiornati e riletti in chiave personale. É così che, nel menu di fine Maggio, troviamo la cocotte di taleggio (formaggio tipico che prende il nome dalla vicina omonima valle, dove viene prodotto), uovo fondente "Le selvagge" (dal nome dell'azienda che le produce a Nembro, non lontano dalla trattoria, da galline livornesi allevate allo stato brado nel bosco), catalogna ed erbette selvatiche; la "Panada", ovvero una rilettura della zuppa di pane locale (servita tiepida) con tocchetti di pomodoro al timo, mollica e crumble di pane e uova di trota; i tradizionali casoncelli (realizzati con acqua e farina e ripieni di arrosto e salsiccia) cui Lorenzo ha tolto il "peso" (nella ricetta tradizionale) della pancetta per aggiungervi, a discrezione del cliente, una spruzzata di aroma di cannella, senza togliervi, per fortuna, il burro fuso d'alpeggio. A seguire, gli gnocchetti verdi all'Agrì (formaggio presidio Slow Food, da latte vaccino o caprino, prodotto dalla Latteria Sociale della vicina Valtorta) e tarassaco, al profumo di aglio Orsino; il rollé di capretto (locale) al rosa, con il suo fondo al rosmarino e verdure di stagione spadellate; la guancia di maialino stufata, senape fresca e purea di patate montata al burro. Anche la carta dei dolci conferma l'estrema attenzione per la cultura gastronomica del territorio. In essa troviamo, infatti, il golosissimo cuffin sfogliato (una sorta di muffin/brioche), servito tiepido, da inzuppare nella rösömada (uno zabaione) al Moscato di Scanzo (altra eccellenza del territorio) e il Leadél (espressione del dialetto locale per "lievito"), una riuscita rivisitazione della tradizionale torta delle feste di Lenna. Il pranzo o la cena si aprono con deliziosi amuse-bouche dove la fragranza del pane, della focaccia e dei fogli di polenta (da farina di mais locale) - tutto fatto in casa - vengono esaltati dalla bontà del burro d'alpeggio e si chiudono con un pre-dessert. Anche il caffè (di notevole qualità) viene servito accompagnato da piccole friandises maison. Sono disponibili due convenienti menu degustazione, con 4 o 6 portate, rispettivamente a 45 e 55  Euro. Per non mancare di coerenza (ma, in questo caso, pure di coraggio) anche la carta dei vini presenta referenze esclusivamente di aziende vinicole del territorio. Scelta che ci sentiamo di apprezzare e condividere. Il servizio è familiare (in senso letterale), professionale e capace di porre il cliente nelle migliori condizioni per avvicinarsi in maniera consapevole alla convincente esperienza gastronomica. Il locale, trasformato e ben arredato nei medesimi locali della storica trattoria, è moderno, spazioso, luminoso. Pochi tavoli (rotondi) e molto ben distanziati. All'ingresso è stato opportunamente conservato il vecchio bancone bar. Il dehors potrebbe essere meglio valorizzato. Magari nel prossimo futuro.
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Alfio

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Un pranzo? No, Un'esperienza culinaria di prodotti tipici! Location storica come il nome, ma una nuova gestione da inizio mese ha valorizzato la trattoria, che chiamerei meglio ristorante, dato l'arredamento e il servizio offerto! Cibo con materie prima di ottima qualità e cucinati magistralmente, tutto rigorosamente fatto in casa, dalla pasta fresca ai dolci. Personalmente mi sono fermato con un amico durante una pedalata, subito ci accolgono con un entrè della casa, una sfoglia di mais e un mini panino verde con battuta di trota, delicatissimo. Come prima portata un carpaccio di manzo al pepe e nocciole, e casoncelli al burro, buonissimi. Second portata ravioli all'anatra con gelatina di mele e capriolo con taragna, si scioglieva letteralmente in bocca. Dolci al cucchiaio, e per preparare il palato, offerto una crema al latte aromatizzata alla menta. Infine caffè bio accompagnato da due pasticcini anche loro home made! Prezzo giusto per il servizio offerto e la qualità dei piatti! Ma ripeto, forse sarebbe da chiamarsi "Ristorante delle Miniere". Da tornarci sicuramente!!
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