Farnese, uno di quei borghi fiabeschi arroccati su scogli tufacei che punteggiano la provincia di Viterbo, si presenta alla vista nel solito modo repentino, sui bordi di una delle tante crepature che interrompono la distesa ondulata di coltivazioni di legumi e cereali alternate agli antichi pascoli ed alle aree boschive sparse a macchia di leopardo, residuo di arcaiche foreste famose per aver dato riparo a briganti il cui nome è divenuto talmente leggendario da aver ispirato un percorso tematico percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo. È in una delle viuzze del centro storico di questo paese che abbiamo trovato l'osteria. Da una scaletta si accede alla sala, illuminata dalla soffusa luce che filtra dalle piccole finestre, il cui sobrio ma elegante allestimento fa subito intendere che non siamo approdati ad una trattoria da rumorosi pranzi domenicali in famiglia (niente contro quella tipologia di locali, anzi), bensì ad una cucina che, pur citando gli ingredienti distintivi del territorio (per di più nel rigoroso rispetto della stagionalità e della freschezza dei medesimi), fa di essi una talentuosa interpretazione. Infatti i prezzi non sono quelli del tipico ristorante laziale, ma restano comunque accettabili, specialmente se rapportati alla qualità ottima del cibo offerto. Dal menù abbiamo scelto alcuni piatti che, proprio per la disponibilità di alcune materie prime piuttosto che di altre, hanno subìto piccole ma interessanti variazioni: tra gli antipasti la sfoglia con carciofi e crema di pecorino ed il coniglio marinato sul purè di fave, come primo la zuppa di ceci con aglio nero ed infine, tra i dolci, la fondente di fragole con crema di menta. Tutto davvero ottimo. Buono anche il vino...
Read moreCapitare da Miriam è sempre un piacere: la sua accoglienza ti fa sentire subito a casa, con quella genuinità rara da trovare. Non è la prima volta che passo in zona e il piatto che mi fa tornare, puntualmente, è il patè di fegatini con composta di fichi. Non ho mai mangiato fegatini di quel livello: cremosi, intensi, bilanciati dalla dolcezza dei fichi. Anche solo quello vale il viaggio.
Il menù non è vastissimo (nota di merito, perché significa cura e freschezza) e riserva sempre delle belle sorprese. Tra i piatti provati, menzione speciale alle chitarrine con menta e guanciale, profumate e golose al punto giusto. La carta dei vini si concentra sui naturali e qualche bolla della zona: forse un po’ meno fornita rispetto all’ultima volta che ero stata, ma comunque interessante.
Un pensiero va speso: supportiamo le piccole attività che sanno lavorare. Gestire un’osteria comporta costi e sacrifici, e non sempre è semplice. Per questo mi ha fatto storcere il naso sentire al tavolo accanto due ragazze ordinare acqua e due primi, chiedendo anche di stravolgere un risotto al pomodoro e melanzane (che avevo preso anch’io), togliendo burro e parmigiano. Dov’è il rispetto per il lavoro di chi cucina? Miriam e la sua osteria meritano di essere sostenute, perché sanno trasmettere autenticità,...
Read morePrima ancora di entrare si notano subito i tanti riconoscimenti esposti all’ingresso, segno che qui la qualità è davvero di casa. Miriam, accoglie gli ospiti con calore e naturalezza, mettendo tutti a proprio agio fin dal primo momento. L’ambiente è caldo e accogliente, con un’atmosfera intima e rilassata che invita a godersi la serata senza fretta.
In cucina Antonella, propone una cucina locale ricercata, capace di reinterpretare ricette di altri tempi con creatività e una grande attenzione alle materie prime del territorio.
A fine cena, incuriosito dall’esperienza, mi sono fermato a parlare con loro. Miriam e Antonella mi hanno raccontato la loro filosofia, fatta di passione, rispetto per la tradizione culinaria italiana e il desiderio di creare contrasti di sapori ricercati che sanno trasmettere emozione e riportano a riscoprire la bontà della semplicità.
Un ristorante che merita pienamente tutti i suoi riconoscimenti. Esperienza genuina, sapori veri e un’accoglienza che difficilmente si dimentica.
Da provare almeno una...
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