La notte era fresca, le luci al neon con la loro freddezza fendevano il buio. Entrammo ar Coccaro con anticipo teutonico, e una solerte cameriera ci accolse con sorriso e aria melliflua. Fummo gentilmente ammessi al casereccio desco e iniziamo a scrutarci attorno. Il luogo richiamava l’essenza della sagra di paese (porto ad esempio quella della sanguisuga all’acqua randagia di Forlimpopoli): ci fu sottoposto un menù. Qui le strade si divisero I due boccaloni miei commensali si fecero ingolosire dalla scintillante offerta del menù “Le Mura”, mentre il più compassato sottoscritto si pregiò di optare per una più aristocratica crostonata seguita da una regal graminia di origini nursine. A questo punto il tempo si fa sostanza e anche l’illusione più reale comincia a manifestarsi: forse confusi dal nostro anticipo, il personale pensò comunque che volessimo cibarci con il fuso di Sofia (GMT +1). Come Sartre venne confuso e disorientato dalla semplice visione della radice di un albero, così noialtri percepimmo estremamente vicino il senso dell’assurdo, una volta osservata la composizione dell’agape. Il più fumiliar tagliere fu seguito da pantagrueliche quantità di pane frammiste ad un potpourri di verdure dall’aspetto stiracchiato, che poco si richiamano alla materica sensazione umami. Il senso dell’assurdo sinora efficacemente sopito dagli astanti esplose in tutta la sua potenza di fronte alle Palle, le scrutammo dubbiosi, a tratti spaventati - “come dovremmo affrontarle?” - Giunse dunque la provvida cameriera, come Orsonaldo a rimorchio sulla fascia destra, suggerendoci di - “tagliare, farcire ed ingerire voluttuosamente” - Parlava forse della tagliatella o dei piaceri della vita? Con adamitico trasposto procedemmo alla castrazione dei suddetti fritti accorgendoci con stupore che quello che ci era stato portato era sugo di pomodoro e non ragutto. Come in ogni biblica memoria, alla difficoltà segue sempre la luce divina e così menzione d’onore va al personale: dolce, disponibile, premurosamente dappico. Richiamandoci all’ideale tanto agognato dall’autore ellenico Nikos Kazantzakis, riempiamo l’anima di carne e la carne di anima e veniamo al mondo ancora e ancora, e la nazionale vince alla tv. Suggested ci...
Read moreThe view is beautiful, the potential is great but we maybe had a bad luck... Pizza dough was hard as a rock, it seemed as if they waited too long to bring them to the table, knives were so unsharpened that it was possible to squeeze them with the full force of one's hand and nothing happened, and coffee was watery and really bad :/ But they choose great ingredients on top and they are all prepared with care, so I would guess the intention to do it really well is there, we just did not see it in it's best. Big plus - there is a great playground next to...
Read moreUn ristorante essenziale e non pretenzioso negli arredi, situato all'interno del parco dedicato a Giacomo Leopardi, in loco appellato " Parco San Rocco ". Una vista spettacolare di cui si può godere dalla terrazza in cui nella bella stagione si pasteggia, una gradevole brezza che allieta l'avventore anche nelle giornate più calde e soprattutto una cucina schietta e genuina, realizzata con prodotti a km zero, che ripropone fedelmente i piatti di tradizione della marca fermana.
Si può scegliere alla carta o optare per uno dei diversi menù degustazione, il cui prezzo spazia, a secondo del numero delle portate, dai 20 ai 27 euro, coperto, caffè, acqua e un quartino di vino, a testa, compresi.
Siamo in tre e ordiniamo il menù, basic, "Le mura ", composto da un tagliere di affettati misti, cipolle in agrodolce, patate della nonna e tagliatelle fritte. Integriamo con due porzioni di squisiti cremini e olive all'ascolana, REALMENTE preparati in casa. Da bere mezzo litro di vino bianco per i miei commensali e una birra alla spina per me.
Tutto degno di nota, strepitose le tagliatelle fritte che da sole valgono il viaggio. Sono una specialità di Monterubbiano, visivamente possono assomigliare a degli arancini. Qui vengono realizzate con doppia panatura, per renderle più croccanti e sono servite con, a parte, una ciotola di ragù di carne e un'altra di parmigiano grattugiato, con cui condirle dopo averle divise in quattro parti, o a metà se si preferisce. In totale, per quanto qui sopra descritto, abbiamo speso 74 euro.
Servizio alla buona, ma simpatico e attento. La sera il locale funziona anche come pizzeria. Prenotazione consigliabile.
Data dell'ultima visita :...
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