Accoglienza: carente Menù: accattivante Ambiente: non confacente Servizio: manchevole Piatti: non all'altezza Prezzi: elevati rispetto a quanto offerto

Raggiungiamo I Granari percorrendo strade poco illuminate che pullulano di agriturismi sino a immetterci in una piccola stradina in discesa che porta al locale, posteggiamo in uno spazio buio, sui ciottoli, sotto gli alberi e ci incamminiamo cercando di non inciampare verso l'ingresso del locale. Si accede allo stesso da una rampa di un vecchio box. Ci fanno accomodare all'esterno in un tavolino in posizione centrale, non avevamo comunque prenotato. Dopo una lunga attesa in cui osserviamo i piatti serviti agli altri tavoli, noi testardi, ordiniamo ostriche, champagne, antipasti crudi e cotti, foglie di ulivo all'astice (ci vengono serviti invece strozzapreti). Ancora una lunga attesa e veniamo serviti. A parte le ostriche, lo champagne e il dolce, tutto il resto ci delude, compreso il servizio. Ci sentiamo due pesci fuor d'acqua perché intorno a noi tutti paiono apprezzare gli stessi nostri piatti. Ciò che agli altri pare una prelibatezza a noi non sembra superiore al cibo servito in un modesto banchetto. Paghiamo comunque soddisfatti il conto, ubriachi d'amore e di champagne facendo un "mea culpa" per aver cercato il pesce in una zona in cui invece avremmo potuto gustare dell'ottimo cinghiale.