Davvero divino ! La recensione sulla Guida Slow Food (riduttiva rispetto alla realtá) descrive una cucina casalinga, con un menu fisso a prezzo fisso, vini esclusi, buono nella media Langarola, sia pure elevata. Noi abbiamo trovato una proposta molto piú alta, basata su tradizione e territorio (con alcune ispirazioni dalla Liguria, dalla cima al brandacujun, declinate in versioni locali), arricchita da una innovazione non modaiola, da un estro sensibile e delicato, da una maestria che rivela la sensibilitá di una cultura culinaria robusta. L'offerta del Moscato locale iniziale é accompagnata da un assaggio di salumi locali e "frisciulin" caldi, ripieni di toma di Murazzano. Gli antipasti : saccoccia ripiena (come una cima) alla salsina di uovo sodo, insalatina tiepida di gallina (strepitosa), tortino caldo di stoccafisso e patate su crema di ceci (ispirato al brandacujun ligure, ma con storia a sé), il tortino di parmigiano con carciofi, avvolto in una sfoglia sottilissima e croccante, accompagnato da una crema di carciofi e grana. I primi piatti : raviolini quadrati (piccolissimi) al burro di alpeggio aromatizzato al rosmarino, seguiti da tajarin (sottili come capellini) alle nocciole. Il crescendo delle portate ha toccato l'apoteosi con i raviolini, una raritá di armonia ed eleganza di sapori, sia insieme che distinti, la pasta ed il suo ripieno di carni piemontesi, il profumo del rosmarino non rosolato nel burro, che ha mantenuto la propria fragranza. Mio malgrado, ho dovuto passare la mano con i secondi piatti per lasciare spazio al dolce, mentre Diego ha scelto il coniglio al limone con verdure, altrettanto buono. Degna chiusura con il delicatissimo budino al rum e il digestivo della casa all'alloro : ulteriore trionfo di aromi ! Il locale é intimo e curato, il servizio é garbato e gentile, il conto é assai contenuto rispetto al livello della cena consumata (Euro 68 in due). La chef Clelia é una vera fuoriclasse, ha la sapienza di chi possiede solide radici e profonda cultura, declinandole con talento e creativitá, ma senza alcuna concessione a tendenze passeggere. Va precisato, per capire appieno la definizione di "cucina casalinga" come valore alto e...
Read moreI tanti ristoranti di Langa, Roero e Monferrato regalano sempre emozioni che rimangono indelebili nei cassetti della memoria degli amanti della cucina. L'alta Langa come l'Estremadura in Spagna aggiungono un tocco poetico unico. Non solo per le materie prime che la difficile terra dispensa con parsimonia, ma credo nei ristoratori, nelle cuoche come Clelia che si sono tramandate nei locali storici e hanno resistito stoicamente al vento delle mode,ed alle difficolta per essere raggiunti. Oggi grazie al turismo di qualità ed alla consapevolezza della cultura gastronomica che dà il giusto valore all autenticità vivono un bellissimo momento. Fantastico in una sera d'estate percorre i tornanti ed i crinali che da Dogliani ti portano prima a Belvedere poi a Murazzano per arrivare in questo angolo di paradiso. La bella piazza con la pavimentazione in pietra, le antiche case curate e soprattutto la Trattoria Salvetti ti aprono il cuore. Il sorriso che ti regalano nell' accoglierti ti danno la conferma che hai scelto bene nella prenotazione. Il locale ha pochi coperti ed è pieno, e chi non è stato previdente nel prenotare non trova posto. Pane e grissini fatti in casa un calice di Alta Langa per accompagnare un fantastico stuzzichino in attesa della bella sequenza di piatti che arrivano dalla cucina. Abbiamo scelto un bianco del Roero e un fantastico Nebbiolo che il grande Massimo Martinelli produce nell' eremo di Vicoforte Arrivano gli antipasti della tradizione con quel tocco di leggerezza che i grandi cuochi sanno regalare Poi gli immancabili primi rigorosamente fatti in casa tagliatelle al profumo di lavanda della vicina Sale Langhe ( che non ha più nulla da invidiare al blasonato plateau di Valensole) e dei plin da sogno. Abbiamo a malincuore rinunciato al secondo che assaggeremo alla prossima visita per un assaggio fantastico di formaggi locali e un piccolo dessert per i più golosi al profumo di lavanda. Al finale il piacere di poter ringraziare personalmente Clelia per questa esperienza indimenticabile come raccontavamo in auto affrontando con prudenza e allegria i tanti...
Read moreNegli ultimi 20 anni non ho mai mancato almeno un appuntamento annuale in questa piccola e intima trattoria. Credo di non aver quasi mai mangiato le stesse portate più di una o due volte al massimo, segno che il menu varia spesso. Le portate sono all'insegna della tradizione piemontese rivisitate dalla chef Clelia in chiave moderna. Il menu degustazione prevede solitamente un aperitivo con un calice di ottime bollicine e un assaggio di sgonfiotti fritti alla toma serviti con un piccolo assaggio di salame e altro affettato, quattro o cinque antipasti, due primi, due secondi e il dolce. Normalmente gli antipasti sono eccelsi, buoni anche i primi, mentre i secondi sono più nella norma (niente che valga la pena di andare fino a Paroldo, per intenderci). In media la qualità è alta, anche se a volte mi è capitato di beccare una giornata poco fortunata, ma il giudizio globale è comunque molto positivo. Il rapporto qualità/ prezzo è altissimo. La carta dei vini è piuttosto varia con ottime etichette sia piemontesi che di altre regioni italiane. Da notare che il ricarico sui vini è veramente contenuto. Il marito della chef Clelia è un esperto di vini e saprà consigliarvi per il meglio se avete dei dubbi. Il cameriere Antonio è di una gentilezza e leggiadria commoventi. Per darvi un'idea del prezzo, a novembre 2019 in nove persone, con nove menù degustazione, quattro bottiglie di vino rosso di ottimo livello, tartufo bianco profumatissimo su tre portate, caffè e digestivo abbiamo speso 91 euro a testa. Senza tartufo avremmo speso la metà. Considerando che a volte per una pizza, birra e dolce si spendono più di venti euro, lascio trarre a voi le conclusioni. Suggerisco caldamente di prenotare in quanto il locale ha pochi...
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