Sulla taverna detta ristorante" che non merita ne l'un nome né l'altro. In questi tempi moderni, dove assai più spesso il fumo è scambiato per arrosto, ho avuto la sciagura di porre piede in un luogo che, con impudente vanagloria, si fa chiamare ristorante, quando a malapena meriterebbe il nome di pub — e di quelli mediocri, che stanno a piè d’osteria in villaggi senza gloria.
Entrato con spirito lieto e stomaco vacuo, fui accolto non tanto da ospitalità quanto da un disordine che avrebbe fatto arrossire anche il più confuso dei garzoni di bottega. La prenotazione, da me fatta con anticipo e premura, venne considerata dal locandiere con la stessa serietà con cui un pittore da poco tiene conto delle regole della prospettiva: ovvero, per nulla.
L’attesa fu lunga, interminabile, simile a quelle giornate d’inverno in cui il sole pare essersi dimenticato del mondo. I camerieri — se così vogliamo chiamarli — erano animelle smarrite, vaganti tra i tavoli come figure senza disegno, né direzione. Confusi, lenti, ignari tanto del menu quanto del mestiere, essi sembravano apprendisti di un’arte che mai studiarono. Ma se i servitori peccavano d’imperizia, i padroni del luogo brillavano per stoltezza: essi, pieni d’una boria mal fondata, si aggiravano con l’aria di chi regna su un impero di sapori, quando invece offrono piatti senz’anima, tristi, e dal costo che pare uscito da una bancarella di lussi fasulli.
E i prezzi, oh lettore, i prezzi! Son alti come i campanili di Siena, ma la qualità è più bassa d’un affresco scolorito in una stalla. Qui si paga non per mangiare, ma per soffrire.
In somma, chi vi si reca cercando ristoro, sappia che troverà solo inganno; e chi pensa di trovare arte culinaria, si prepari piuttosto a contemplare l’arte dell’impostura.
Meglio sarebbe, per chi ama il buon gusto e l’ordine delle cose fatte con giudizio, starsene a casa e mangiar pane e cipolla, piuttosto che sopportare...
Read moreCi siamo stati ieri sera per bere qualcosa tra amici. Appena entrati chiediamo alla prima cameriera di passaggio se ha posto per ospitarci ( il locale era frequentato ma non affollatissimo), ci risponde educatamente che dobbiamo attendere giusto il tempo per permettergli di pulirci un tavolo. Finchè aspettiamo un altra cameriera ci dice che non ha posto al momento, e che se decidiamo di restare sará necessario aspettare una mezz'oretta (la sensazione è stata che avesse voglia di mandarci via, (nonostante fossero solo le 22) visto che generalmente in qualsiasi altro locale dove c'è da attendere un tavolo libero, per lo meno, chiedono di lasciare un nome, cosa che invece non è successa) decidiamo comunque di rimanere pensando che abbiano bisogno del tempo per pulire. Dopo qualche minuto di attesa, la prima cameriera con cui avevamo parlato, ci invita ad accomodarci ad uno dei tanti tavoli vuoti, ma qui siamo stati fermati dalla seconda che, con arroganza, rimprovera la collega per averci dato il permesso di accomodarci e noi per averla seguita. Chiediamo spiegazioni e ci risponde solamente che non può farci accomodare. Risultato: ce ne siamo andati in un locale simile a pochi chilometri dove il personale è competente e soprattutto EDUCATO, (scelta fatta anche da altri avventori arrivati dopo di noi) . Peccato comunque, perché le birre e il locale meritavano. Una stella la meritate SOLO per la gentilezza della prima cameriera altrimenti uno zero sarebbe stato più adeguato alla situazione di ieri. Se avevate problemi sarebbe bastato spiegarsi con più calma...
Read moreBesides the excellent beer and the great service from the waiters, the rest was bland and souless. Feels like you're back in the states where all products are frozen and refrigerated and then heated up with an attempt to make them look appetizing. We ordered the triple cut steak option. We couldn't tell the difference of one cut from the other and salt and pepper didn't help give it any flavor. The polenta was sad. The veggies were the only highlight of the course. Price was high for below...
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