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CHEF NARRANTE A PALAZZO GIACHETTI — Restaurant in Sant'Angelo Le Fratte

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CHEF NARRANTE A PALAZZO GIACHETTI
Description
Nearby attractions
Sant'Angelo le Fratte Murales
Via S. Michele, 48-54, 85050 Sant'Angelo Le Fratte PZ, Italy
Nearby restaurants
Ristorante La Cantina
Via Salita Cupa, 85050 Sant'Angelo Le Fratte PZ, Italy
Ristorante Pizzeria San Michele
Contrada S. Vito, 15, 85050 Sant'Angelo Le Fratte PZ, Italy
Nearby hotels
Casa vacanze EVERY DAY
Via Rue dei fiori, 85050 Sant'Angelo Le Fratte PZ, Italy
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CHEF NARRANTE A PALAZZO GIACHETTI
ItalyBasilicataSant'Angelo Le FratteCHEF NARRANTE A PALAZZO GIACHETTI

Basic Info

CHEF NARRANTE A PALAZZO GIACHETTI

Palazzo Giachetti, Via S. Michele, 1, 85050 Sant'Angelo Le Fratte PZ, Italy
4.9(97)
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attractions: Sant'Angelo le Fratte Murales, restaurants: Ristorante La Cantina, Ristorante Pizzeria San Michele
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Sant'Angelo le Fratte Murales

Sant'Angelo le Fratte Murales

Sant'Angelo le Fratte Murales

4.8

(38)

Open 24 hours
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Things to do nearby

SMILE. UN SORRISO E FORSE UNA LACRIMA
SMILE. UN SORRISO E FORSE UNA LACRIMA
Sun, Dec 14 • 6:00 PM
Via Castello, 85050 Satriano di Lucania
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Ristorante La Cantina

Ristorante Pizzeria San Michele

Ristorante La Cantina

Ristorante La Cantina

4.4

(682)

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Ristorante Pizzeria San Michele

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4.5

(151)

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Andrea ArleoAndrea Arleo
Pranzo per 4 a ferragosto. Ci siamo seduti a tavola alle 13:15, ecco gli orari a cui sono arrivate le pietanza: 14:00 - antipasti 15:40 - I primo 16:00 - II primo 16:10 - secondo 16:20 - dolce I tavoli erano disposti male poichè non c'era spazio sufficiente per muoversi, i camerieri stessi sbuffavano ed erano scontrosi. Quando ci venivano portati i piatti, nessuno dello staff ci ha mai spiegato cosa ci veniva servito: i piatti venivano abbandonati in maniera brusca sul tavolo e i camerieri sparivano. Nessuno si è mai scusato per il ritardo dei piatti, nè ci ha dato spiegazioni. Sottolineo che per l'antipasto, a base di affettati e formaggi (quindi nulla da preparare), abbiamo atteso 45 minuti, mentre il primo dei due primi lo abbiamo visto dopo "soli" 2 ore e 25 minuti!!! Lo chef a quel punto si è degnato di passare per i tavoli a chiedere come era andata la prima portata, incontrando le facce affrante e senza speranze dei commensali. Ha provato a scherzare e quando si è reso conto del livello di fastidio e delusione dei clienti ha accampato scuse quali: "Eh, ma si sa, oggi è ferragosto, andiamo più lenti", "Se andate a mangiare in un ristorante con 600 persone mica mangiate velocemente". Non eravamo assolutamente 600 persone e a ferragosto, come in ogni altro giorno dell'anno, la linea della cucina va preparata con anticipo, anche se i piatti vanno completati al momento. Inoltre, commenti di questo tipo non spiegano l'infinita attesa, non trasmettono al cliente alcun rammarico, ma solo distacco e nessuna empatia. Le portate servite erano molto differenti da quanto "narrato" sulla variopinta e fantasiosa descrizione riportata dal menu. Sul tavolo era già presente fin dal nostro arrivo un vino in bottiglia di qualità sufficiente, ma che ci veniva imposto dalla casa, senza possibilità alcuna di scelta. 55 euro a persona per avere degli assaggini, di cui allego due esempi, il secondo e il dolce. Ognuno può trarre le sue conclusioni. Noi non ci andremo mai più...
Marco LagioiaMarco Lagioia
No, non credo di poterlo mai più dimenticare. Il modo in cui sono stato accolto, con spontaneità e sorrisi sinceri. la sorpresa di aver tenuto aperto il locale a cena solo per ononare la mia prenotazione, nonostante un pranzo al massimo dei coperti finito forse un paio d'ore prima. Un'atmosfera senza fronzoli ma densissima di contenuto, culinario e artistico. Quello che ho provato da Emilio e Cristina non è stato il piacere di aver scoperto un ottimo ristorante ma l'essere pervasi da un'emozione profondamente toccante, multisensoriale, in cui le papille erano solo un mezzo - e non il fine - per far gioire gli occhi, deliziare le orecchie, inebriare il naso, stimolare la mente e vibrare il cuore. No, non credo volerlo mai più dimenticare.
Francesco SerafinoFrancesco Serafino
Un'istituzione. Un palazzo storico che ospita un ristorante gourmet, dove il titolare, rinomato maestro di cucina, è l'unico chef narrante d'Italia. Affabile, gentile, scrupoloso, ti delizia il palato raccontandoti di tutto. Anche con la sua chitarra. Si mangia davvero bene e di qualità, dalla porchetta e prosciutto cotto a bassa temperatura, agli antipasti. Una lasagna bianca con verdure e carne spettacolare, così come il roastbeef con cappello del prete eccezionale. Giusto l'abbinamento con il vino rosso lucano e il profiterole con crema, panna ricoperto da cioccolato. Che dire? Lo chef, va bene una messa, come lo splendido borgo dei murales di Sant'Angelo le fratte. Da ritornarci.
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Pranzo per 4 a ferragosto. Ci siamo seduti a tavola alle 13:15, ecco gli orari a cui sono arrivate le pietanza: 14:00 - antipasti 15:40 - I primo 16:00 - II primo 16:10 - secondo 16:20 - dolce I tavoli erano disposti male poichè non c'era spazio sufficiente per muoversi, i camerieri stessi sbuffavano ed erano scontrosi. Quando ci venivano portati i piatti, nessuno dello staff ci ha mai spiegato cosa ci veniva servito: i piatti venivano abbandonati in maniera brusca sul tavolo e i camerieri sparivano. Nessuno si è mai scusato per il ritardo dei piatti, nè ci ha dato spiegazioni. Sottolineo che per l'antipasto, a base di affettati e formaggi (quindi nulla da preparare), abbiamo atteso 45 minuti, mentre il primo dei due primi lo abbiamo visto dopo "soli" 2 ore e 25 minuti!!! Lo chef a quel punto si è degnato di passare per i tavoli a chiedere come era andata la prima portata, incontrando le facce affrante e senza speranze dei commensali. Ha provato a scherzare e quando si è reso conto del livello di fastidio e delusione dei clienti ha accampato scuse quali: "Eh, ma si sa, oggi è ferragosto, andiamo più lenti", "Se andate a mangiare in un ristorante con 600 persone mica mangiate velocemente". Non eravamo assolutamente 600 persone e a ferragosto, come in ogni altro giorno dell'anno, la linea della cucina va preparata con anticipo, anche se i piatti vanno completati al momento. Inoltre, commenti di questo tipo non spiegano l'infinita attesa, non trasmettono al cliente alcun rammarico, ma solo distacco e nessuna empatia. Le portate servite erano molto differenti da quanto "narrato" sulla variopinta e fantasiosa descrizione riportata dal menu. Sul tavolo era già presente fin dal nostro arrivo un vino in bottiglia di qualità sufficiente, ma che ci veniva imposto dalla casa, senza possibilità alcuna di scelta. 55 euro a persona per avere degli assaggini, di cui allego due esempi, il secondo e il dolce. Ognuno può trarre le sue conclusioni. Noi non ci andremo mai più...
Andrea Arleo

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No, non credo di poterlo mai più dimenticare. Il modo in cui sono stato accolto, con spontaneità e sorrisi sinceri. la sorpresa di aver tenuto aperto il locale a cena solo per ononare la mia prenotazione, nonostante un pranzo al massimo dei coperti finito forse un paio d'ore prima. Un'atmosfera senza fronzoli ma densissima di contenuto, culinario e artistico. Quello che ho provato da Emilio e Cristina non è stato il piacere di aver scoperto un ottimo ristorante ma l'essere pervasi da un'emozione profondamente toccante, multisensoriale, in cui le papille erano solo un mezzo - e non il fine - per far gioire gli occhi, deliziare le orecchie, inebriare il naso, stimolare la mente e vibrare il cuore. No, non credo volerlo mai più dimenticare.
Marco Lagioia

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Un'istituzione. Un palazzo storico che ospita un ristorante gourmet, dove il titolare, rinomato maestro di cucina, è l'unico chef narrante d'Italia. Affabile, gentile, scrupoloso, ti delizia il palato raccontandoti di tutto. Anche con la sua chitarra. Si mangia davvero bene e di qualità, dalla porchetta e prosciutto cotto a bassa temperatura, agli antipasti. Una lasagna bianca con verdure e carne spettacolare, così come il roastbeef con cappello del prete eccezionale. Giusto l'abbinamento con il vino rosso lucano e il profiterole con crema, panna ricoperto da cioccolato. Che dire? Lo chef, va bene una messa, come lo splendido borgo dei murales di Sant'Angelo le fratte. Da ritornarci.
Francesco Serafino

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Reviews of CHEF NARRANTE A PALAZZO GIACHETTI

4.9
(97)
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5.0
1y

MERAVIGLIOSA ESPERIENZA MULTISENSORIALE L'accoglienza è quella di due amici che ti ospitano a pranzo. Vi accoglierà Cristina, la padrona di casa, fine, riservata, cortese ed è il collegamento tra la sala e la cucina mentre Emilio, lo chef, è colui che prepara e sceglie cosa offrire agli ospiti. Si comprende subito che non si è in un locale convenzionale sia per arredi che per cura dei dettagli, l'idea di fondo è che si sia ricevuti a casa di amici. A tavola, appena giunge Emilio, si comprende, senza mezzi termini, l'essenza del locale. Narrazioni, storia, radici, si mischiano al racconto dei piatti che lo chef propone e lo fa con molta naturalezza forse perchè ti sta dando parte della sua storia e, certamente, ti racconta se stesso. Nulla è artefatto, nulla è forzato, nessuna voglia di sbalordire, tutto scorre fluido ed i racconti dei piatti si susseguono. La narrazione passa da momenti di tecnica della preparazione gastronomica a storia della pietanza, passando per usi e costumi del popolo che l'ha concepita e per quadretti di vita familiare. Il pane che sa di pane e che profuma di pane, l'olio dell'amico, i salumi del macellaio di paese, il maialino nero, la seppia calabra, i fagioli di montagna con cotiche di maialino nero, ... Tutto quello che si mangia ha una sua storia ed un suo perchè. Poi, il momento più bello è alla fine dove lo chef si avvicina e comincia un turbinio di racconti di esperienze di sapere e di sapori raccontati che insieme ad un bicchiere, spesso offerto dallo chef, ti accompagnano verso la fine del pasto e, può succedere, che anche la chitarra, sempre pronta di fianco al caminetto, inizi a suonare. E' un posto dove l'aspetto emozionale eguaglia il cibo che lascia trasparire quanto amore ha Emilio per l'ospitalità; lui ricerca e dà un senso ad ogni pietanza che è li per una ragione specifica, che è stata pensata per stare lì. Nulla è casuale. Mangiare da Cristina ed Emilio è un'esperienza e, vi garantisco che, oltre a ricordare alcune chicche gastronomiche, vi rimarrà la voglia di tornarci per ritrovare due belle persone e due facce amiche che sanno solleticare i sensi e che vi portano in un percorso a tutto tondo tra poesia, cibo, musica e buon bere. Sono stato bene, e benissimo ho mangiato. Queste realtà costituiscono quelli che amo definire i luoghi della consolazione, luoghi in cui per alcuni attimi è facile ritornare bambini e dove i sapori si mischiano al buon gusto ed al garbo di chi ti...

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Pranzo per 4 a ferragosto. Ci siamo seduti a tavola alle 13:15, ecco gli orari a cui sono arrivate le pietanza: 14:00 - antipasti 15:40 - I primo 16:00 - II primo 16:10 - secondo 16:20 - dolce I tavoli erano disposti male poichè non c'era spazio sufficiente per muoversi, i camerieri stessi sbuffavano ed erano scontrosi. Quando ci venivano portati i piatti, nessuno dello staff ci ha mai spiegato cosa ci veniva servito: i piatti venivano abbandonati in maniera brusca sul tavolo e i camerieri sparivano. Nessuno si è mai scusato per il ritardo dei piatti, nè ci ha dato spiegazioni. Sottolineo che per l'antipasto, a base di affettati e formaggi (quindi nulla da preparare), abbiamo atteso 45 minuti, mentre il primo dei due primi lo abbiamo visto dopo "soli" 2 ore e 25 minuti!!! Lo chef a quel punto si è degnato di passare per i tavoli a chiedere come era andata la prima portata, incontrando le facce affrante e senza speranze dei commensali. Ha provato a scherzare e quando si è reso conto del livello di fastidio e delusione dei clienti ha accampato scuse quali: "Eh, ma si sa, oggi è ferragosto, andiamo più lenti", "Se andate a mangiare in un ristorante con 600 persone mica mangiate velocemente". Non eravamo assolutamente 600 persone e a ferragosto, come in ogni altro giorno dell'anno, la linea della cucina va preparata con anticipo, anche se i piatti vanno completati al momento. Inoltre, commenti di questo tipo non spiegano l'infinita attesa, non trasmettono al cliente alcun rammarico, ma solo distacco e nessuna empatia. Le portate servite erano molto differenti da quanto "narrato" sulla variopinta e fantasiosa descrizione riportata dal menu. Sul tavolo era già presente fin dal nostro arrivo un vino in bottiglia di qualità sufficiente, ma che ci veniva imposto dalla casa, senza possibilità alcuna di scelta. 55 euro a persona per avere degli assaggini, di cui allego due esempi, il secondo e il dolce. Ognuno può trarre le sue conclusioni. Noi non ci...

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5.0
34w

Nel cuore di una serata incantata, ho avuto il piacere di varcare la soglia di un ristorante che si è rivelato il perfetto connubio tra arte culinaria, musica , canto e poesia, dove ogni nota e sapore si fondono in un’armonia rara e sublime. L’eleganza degli ambienti, arricchita dalla luce tremolante di un camino antico, ha sapientemente creato un’atmosfera che scalda non solo il corpo, ma soprattutto i cuori dei commensali.

Il raffinato repertorio musicale, eseguito con maestria da un artista appassionato, menestrello d'altri tempi, ha fatto da cornice a piatti prelibati, ciascuno dei quali rappresentava un’ode alla tradizione gastronomica campana e lucana rivisitata con audacia innovativa. La cura e la qualità dell’offerta culinaria sono state evidenti in ogni portata, esaltando ingredienti selezionati e tecniche culinarie di eccellenza, capaci di trasformare un semplice pasto della tradizione in un’autentica esperienza sensoriale.

Non posso che tessere le lodi al genio creativo e alla dedizione del proprietario, che con visione e passione ha saputo creare un luogo magico, dove l’arte del buon cibo e della buona musica si intrecciano in un racconto di sapori e armonie. La sua impeccabile attenzione ai dettagli, unita a un’accoglienza calorosa e raffinata, ha elevato la serata a un evento indimenticabile, destinato a rimanere impresso nella memoria di ogni commensale.

In definitiva, questo locale si erge non solo come ristorante, ma come santuario del gusto e della cultura, un invito a lasciarsi trasportare da un’esperienza multisensoriale unica, dove il calore del caminetto diventa metafora del calore umano e dell’arte che anima ogni istante trascorso tra le sue mura. Grazie chef, e perdona il ritardo. L'avvocato di Fasano ed i suoi amici; grati per l'esperienza che ci hai donato, con sincero...

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