Eravamo in viaggio tra Scario e Napoli, poco prima dell’uscita di Sanza ,inghiottiti dal traffico e con ancora due ore davanti. Era ora di pranzo, e la fame bussava forte. Senza pensarci troppo, scorriamo la mappa e vediamo un ristorante. Non abbiamo letto recensioni, non ci servivano: bastavano due foto e l’istinto. Così, ci siamo fidati. Alle 12:30 entriamo, forse un po’ in anticipo rispetto agli orari "da pranzo", e con un sorriso un po’ incerto chiedo: “Troppo presto per mangiare?” Ci viene incontro Giuseppe. Un sorriso enorme, una stretta di mano sincera, e una frase che non dimenticherò: “Non è mai troppo presto per mangiare. E qui… si mangia, eh!” Poi aggiunge: “Vi ho visti dalla finestra e mi sono permesso di apparecchiarvi qui.” In quel momento, abbiamo capito che non era solo fame: avevamo bisogno di un posto così. Ci propone un antipasto completo, per assaggiare tutto il meglio dei prodotti a km 0. Ogni piatto era un piccolo racconto: salumi profumati, formaggi intensi, frittini dorati, fiori di zucca ripieni, una parmigiana che sapeva di casa. E intanto Giuseppe ci raccontava i suoi primi piatti: cavatelli fatti a mano – a uno, due e tre dita – conditi con ragù di cinghiale, funghi, pistacchio… Poi la brace, con le sue salsicce lavorate a punta di coltello, e ancora contorni, verdure, storie. Avremmo voluto ordinare tutto, ma lo stomaco ha i suoi limiti. Abbiamo scelto i cavatelli al ragù di cinghiale con ricotta grattugiata e una salsiccia con verdure ripassate. Un tripudio di sapori, ma soprattutto di verità. Perché qui non si cucina solo con le mani: si cucina con il cuore e la mamma di Giuseppe che è in cucina questo lo sa bene . Giuseppe, la sua passione travolge, accoglie, conquista. Non è solo un ristoratore: è un narratore, un custode di tradizioni, uno che ti fa sentire a casa anche se sei di passaggio. Torneremo , per il buon cibo e per l’amaro al Basilico e mentuccia Ma soprattutto torneremo per ricordarci che, a volte, basta una stretta di mano, un piatto sincero e un sorriso vero per trasformare un semplice pranzo in un...
Read moreIl pranzo di ieri al ristorante "Da Saro" a Sanza è stato un'esperienza ricca e variegata. L'accoglienza, sebbene il proprietario sia risultato un po' invadente con le sue ripetute domande sulla nostra soddisfazione, è stata nel complesso cordiale e simpatica. Il Menù e la Qualità dei Piatti Abbiamo optato per un antipasto misto davvero abbondante. La selezione era vasta: due tipi di salumi, due di salami, ricotta, bocconcini di mozzarella e ben cinque tipi di formaggi. Purtroppo, una nota stonata è stata il caciocavallo sciolto, che in bocca diventava gommoso, non offrendo una sensazione piacevole. Interessante la varietà di verdure, con ortaggi grigliati (melanzane, zucchine e zucca) e fiori di zucchine in pastella, che il proprietario ci ha assicurato essere di sua produzione. L'antipasto includeva anche pomodori secchi sott'aceto, funghi, zucca e pomodorini ripieni di tonno, oltre a uno sformato di zucca e salsiccia locale e verdura ripassata. Purtroppo, l'olio utilizzato per condire gli ortaggi grigliati non ci ha convinto, così come alcuni sott'aceti che abbiamo trovato poco gradevoli. Nonostante queste piccole note negative, l'antipasto era così generoso da non lasciarci spazio per primi o secondi. Abbiamo concluso il pasto con un'ottima fetta di plumcake e della frutta locale, in particolare dei fichi super dolci, anche se a nostro avviso non di produzione propria. Ambiente e Servizio Il locale ha un arredo retrò con sedie di legno, piuttosto dure, non sono molto comode; tuttavia, su nostra richiesta, ci è stato fornito un cuscino senza problemi. I bagni, sebbene puliti, sono piccoli, non attrezzati per persone con disabilità e non dispongono di un fasciatoio. Inoltre, la porta del bagno delle donne non si chiude, un dettaglio da migliorare. Il prezzo totale per il nostro pasto, che includeva un abbondante antipasto, dolce, frutta, un litro d'acqua, due caffè, coperto e pane, è stato di 55€. Un prezzo che riteniamo giusto in relazione all'abbondanza...
Read moreDovevamo solo passare dal ristorante a raccogliere il timbro della Via Silente, durante il nostro viaggio in bici, e proseguire sul percorso come da programma. Invece, io ed il mio amico Daniele decidiamo di fare sosta a Sanza per la notte: Giuseppe Garozzo, titolare del locale nonchè dell'info point della Via Silente, che ci aveva accolti, pochi minuti dopo la nostra richiesta di indicazioni su dove poter pernottare, ci aveva già trovato un'ottima soluzione, accertandosi personalmente che fosse di nostro gradimento. E quando la stessa sera ci siamo recati nel suo ristorante per la cena, ci siamo resi conto che si trattava del loro giorno di chiusura settimanale e tuttavia, locale e cucina sarebbero stati aperti per noi due. Superato il grande imbarazzo iniziale grazie alla innata gentilezza di Giuseppe , io e Daniele abbiamo avuto la possibilità di consumare un'ottima (!) cena, ma più ancora il regalo di poterci intrattenere a fare qualche chiacchiera con lo stesso Giuseppe e la sua dolcissima mamma cha aveva cucinato per solo noi. Quando a fine serata ci siamo congedati da Giuseppe e dalla sua mamma, lo abbiamo fatto come chi aveva la piena consapevolezza di essere entrato quella sera in un locale ristorante, ed in realtà era stato ospite gradito in casa altrui. E la cosa mi ha emozionato. Salutandoci, Giuseppe ci ha detto: "da noi si può entrare da clienti ed uscire da amici". Non si trattava di un improvvisato slogan commerciale. E come 4 amici che si erano ritrovati dopo tanto tempo, ci siamo salutati con un abbraccio sincero ed un sincero...
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